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di Ernesto D. Bretscher
A quanti di noi padri, tornando a casa, non è mai capitato, aprendo la porta d’ingresso, di ritrovarsi tra le braccia i propri bambini, che esultanti per il nostro rientro, ci abbiano sommersi da domande quali: “Papà! Dove sei stato oggi? Che hai fatto? Mi hai portato un giocattolo? Sai, a scuola sono stata brava, e sai Davide mi ha tirato i capelli e indovina cosa ha cucinato la mamma?” Sì, quanta gioia e tenerezza proviamo noi padri a simili dimostrazioni di gioia e affetto da parte dei nostri figli!
Vi è un altro “papà” che non vede l’ora di riabbracciare i suoi figli: solo che questi hanno delle usanze un po’ strane. Infatti, si presentano a Lui con certi canti solenni, quasi fossero ad un funerale, e quando poi gli rivolgono la parola, chiudono gli occhi, giungono spesso le mani, guardano in basso e gli parlano press’a poco in questi termini: “Santo Iddio, Signore del cielo e della terra, tu che sei Onnipotente e onnipresente, seduto sul trono maestoso dell’Eternità, circondato da miriadi di santi angeli, è davanti al tuo cospetto che noi, miseri peccatori, ci presentiamo. Signore Iddio, non siamo degni, ma abbi pietà di noi ed ascolta la nostra umile preghiera!”
Cosa diremmo noi padri, se i nostri figli si presentassero con questi termini? Come si sentirà il nostro Padre celeste, quando lo trattiamo come se fosse una personalità così lontana da noi? Il fatto è che non solo preghiamo così, ma viviamo considerandoLo così. Non è vero? Dio è per noi “Padre” solo in teoria. Ben pochi sono i cristiani che dipendono da Lui come tale. Egli è diventato un Essere talmente lontano, santo, spirituale e diverso da essere irraggiungibile per noi “mortali”. E’ purtroppo diventato un semplice “Oggetto di culto” da venerare in tempi e luoghi prestabiliti. Ma è così lontano dall’essere parte integrante della nostra vita.
Forse riusciamo a guardare ancora alla figura di Gesù in un modo più realistico, essendo egli stato uomo. E tra noi c’è chi riesce ad avere anche una vera comunione con Lui. Ma il Padre sta troppo in alto per noi. Comunque, il rapporto con Dio si è, per molti di noi, ridotto ad una abituale e monotona preghiera giornaliera e ad una serie di culti, che non sono molto più che una sequenza di riti che si risolvono in alcune preghiere spesso lunghe e noiose, le solite testimonianze che udiamo da vent’anni ed infine un “bel” sermone di cui non ricordiamo più nulla appena detto l’Amen.
Però siamo figli di Dio!(?) Siamo migliori di coloro che vanno in altre chiese. La nostra è la “sana dottrina”, gli altri son così o cosà! Ahiaiaia! Siamo bravi a voler togliere le pagliuzze dagli occhi degli altri, mentre non scorgiamo la trave che è nel nostro!
Il Signore Gesù ci ha detto testualmente: “Niuno conosce appieno il Padre se non il Figliuolo e colui al quale il Figliuolo avrà voluto rivelarlo (Matt. 11:27). Il Signore Gesù non è venuto solo per espiare i numerosi peccati degli uomini con la sua morte in croce, ma soprattutto per riconciliarli con il santo e temuto YHWH, rivelando quest’ultimo quale il loro Padre. Non scandalizzò forse i farisei perché chiama continuamente il loro Adonai, Suo Padre, facendosi così figlio di Dio? (Vedi Giov. 10:32-39). E quando dovette insegnare ai suoi discepoli come pregare, in che modo disse loro di chiamare Dio? “Padre (papà!) nostro che sei nei cieli!” Gesù diede a Dio un volto nuovo, quello di un padre pieno di affetto e interesse per i suoi figli e creature. Non ha Dio tanto amato il mondo da mandare addirittura il Figlio Unigenito per ricondurci a Lui? Gesù Cristo ci ha parlato di un Dio ricco in misericordia e bontà, il quale desiderava ardentemente vivere in stretta comunione con i suoi figli. “Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio l’amerà e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui” (Giov. 14:23).
E’ meraviglioso contemplare la stretta comunione che v’era tra Gesù ed il Padre. Erano praticamente sempre insieme. Un profondo legame di amore e di reciproca fiducia li univa; tanto che Gesù non faceva nulla senza il consenso del Padre ed il Padre non faceva nulla senza rivelarlo al Figlio. Erano UNO in tutto; tanto che Gesù poteva affermare con convinzione: “tu, o padre sei in me ed io sono in te!” (Giov. 14:9,10). Tra Gesù ed il Padre vi era tale un’intimità che il Figlio faceva solo e sempre quello che piaceva al Padre. La Scrittura ci dice che il Signore Gesù è andato avanti a noi quale precursore, aprendoci la strada con l’esempio, l’ammaestramento e la riconciliazione affinché noi pure camminassimo sulle sue stesse orme. Dopo aver compiuto l’espiazione delle nostre trasgressioni, risorgendo dai morti Egli disse a Maria Maddalena: “Va dai miei fratelli e di’ loro: io salgo al Padre mio e Padre vostro all’Iddio mio e Iddio vostro!” (Giov. 20:17).
Per la Grazia e misericordia, espresse nella morte del nostro Signore, oggi possiamo ricevere la natura stessa di Dio, che ci rende veri figli. “Siete stati rigenerati non da seme corruttibile ma incorruttibile mediante la Parola di Dio vivente e permanente” (1° Pt. 1:23). “Voi non avete ricevuto lo spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo spirito di adozione, per il quale gridiamo: Abba! PAPA’!” (Rom. 8:15). Sì, è proprio così: Dio, per mezzo del Signore Gesù, per Sua Grazia e Misericordia ha voluto DIVENTARE IL NOSTRO PAPA’ CELESTE! Ci ama, ci cura, ci guida, ci circonda del Suo affetto, del Suo interesse, meglio di quanto possano fare i migliori papà di questo mondo verso i loro figli! Il Suo cuore batte per noi, Suoi amati e preziosi figliuoli. “Tu sei prezioso agli occhi miei, perché sei pregiato ed io ti amo” (Isaia 43: 4) continua Egli a dire ai Suoi figliuoli. “Se dunque voi che siete malvagi sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il Padre (papà) vostro che è nei cieli, darà Egli cose buone a coloro che gliele domandano!” (Matt. 7:11). E poi, ancora: “Non siate solleciti con ansietà per la vita vostra di quel che mangerete e di quel che berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete … il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il Regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Matt. 6:25,32). In altre parole, dateGli il posto di Padre, Guida e Capo della vita vostra, non contrastatelo (è vostro Padre!) ma fate come vi dice di fare, ed Egli si prenderà veramente cura di voi! Questo è l’Evangelo! Grazie all’opera redentrice di Gesù nostro fratello e Signore siamo tornati ad essere “di casa” nella famiglia del Padre nostro.
Ormai non dovrebbe esserci più posto per la paura (del domani, delle circostanze difficili) né per la tristezza (viviamo ogni giorno in intimità con Lui!!!) e tantomeno per la sfiducia, lo scoraggiamento, l’abbattimento o la preoccupazione, perché possiamo RIPOSARE OGNI GIORNO IN LUI. L’avere un “papà” tanto buono e meraviglioso che, certo non ci risparmierà le sculacciate se necessarie, ma che è anche impegnato a circondarci di tutto il Suo affetto ogni giorno della nostra vita, non può non renderci sicuri, forti, stabili e sereni! La nostra vita prenderà un volto nuovo, impregnata di gioia e di riconoscenza per ogni piccolezza che esprimerà tutto l’affetto e le cure che il nostro amato “Papà Celeste” ha per noi. Improvvisamente realizzeremo in quante cose, piccole o grandi Egli ci dica: “Vedi figlio? Questo l’ho fatto per te, perché ti amo!” E chi potrà sentirsi ancora smarrito sapendo la propria manina in quella sicura del Padre? Tutta la nostra vita ne verrà profondamente trasformata tanto che vivremo giorno dopo giorno in intimità con il Padre, ed i nostri “incontri” (tra noi e Lui) saranno esplosioni di gioia e gratitudine. La nostra vita di preghiera, di famiglia, i nostri “culti” diventeranno momenti di gioia e di festa, perché Dio è il nostro papà!
Abba, Papà!