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di Roberto Bacicchi
La parola “regno” significa “autorità e sovranità esercitata da un re”, e così nella Bibbia, l’espressione “Regno di Dio” (o “regno dei cieli”, che è sinonimo) si riferisce all’autorità e al governo di Dio.
Nel senso più completo del termine, il regno di Dio è la sfera in cui la sovranità di Dio è riconosciuta e la Sua volontà rispettata da tutti. In questo senso il campo in cui si estende la sovranità di Dio non si limita alla Chiesa, ma coinvolge l’universo intero.
Gesù è il Re dei re e il Signore dei signori (Apoc. 19:16) e “il suo regno signoreggia su tutto” (Salmo 103:19). Egli già al tempo presente ha ricevuto l’investitura del regno (Luca 19:12) che avrà il suo adempimento finale al Suo ritorno. Dopo la Sua resurrezione, infatti, Gesù “è salito in cielo ed è alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze Gli sono sottoposti” (1° Pt. 3:22). “Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra” (Matt. 28:18), dichiarò agli apostoli.
Luce e tenebre
Ma il regno che Gesù ha proclamato e inaugurato “non è di questo mondo” (Giov. 18:36), cioè non appartiene all’ordine di cose di questa terra dove la confusione, la ribellione e il disordine sono ancora vivi. Al presente, infatti, non vediamo che ogni cosa Gli sia sottoposta (Ebr. 1:9). Viviamo in un mondo dove il principe della podestà dell’aria, il re delle tenebre, l’Iddio di questo secolo, esercita la sua influenza sugli uomini ribelli, affinché la luce di Cristo non splenda in loro (2° Cor. 4:4, Ef. 2:21).
La manifestazione finale e completa della sovranità di Dio su ogni creatura è cosa che potrà avere luogo solamente nel futuro, quando ogni ribellione sarà domata e Cristo, dopo aver ridotto al nulla ogni principato, ogni podestà ed ogni potenza, sottometterà ogni cosa al Padre, “poiché bisogna che Egli regni finchè abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi” (1° Cor. 15:24-25).
Ma il fatto che Satana sia il “principe di questo mondo” (Giov. 14:30) e che i regni di questo mondo siano stati dati a lui (Luca 4:5-6) non deve farci pensare che sia lui a governare gli avvenimenti del nostro tempo. Egli può fare solo quello che Dio gli permette, in quanto è sempre e solamente Lui che regge le fila della storia e ha il supremo controllo del mondo. Infatti “Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole”; “il suo regno è un regno eterno, e il suo dominio dura di generazione in generazione” (Dan. 4:25,3).
Al presente, comunque, il regno di Dio è un regno di natura spirituale che avrà la sua realizzazione finale solo al ritorno di Gesù. Diversi passi biblici ci mostrano che l’entrata finale, definitiva in questo regno si colloca nel futuro e sarà ricompensa ed eredità di coloro che avranno fatto la volontà di Dio (Matt. 7:21). Dio ci chiama “al suo regno e alla sua gloria” (1° Tess. 2:12) e ci invita a seguirLo affinché ci sia “largamente provveduta l’entrata nel regno eterno” (2° Pt. 1:11).
Un regno presente
Tuttavia noi possiamo fin da oggi essere membri del regno che riceveremo pienamente al ritorno di Cristo, e siamo chiamati fin da oggi ad esprimere il carattere di figli del Re.
Il regno di Dio era infatti al centro dell’insegnamento di Gesù. Egli presentò il regno come una realtà presente che deve essere ricevuta e nella quale si deve entrare ora (Luca 16:16). Gesù invitò i Suoi discepoli a pregare per la venuta del regno (Matt. 6:10), disse loro di predicare il regno (Matt. 9:35), lo dimostrò in potenza (12:15), lo illustrò in parabole (13:1-52) e ne promise le future benedizioni (25:31,34).
Ma dove e in che modo si trova dunque espresso il regno di Dio oggi? E’ al presente qualcosa di nascosto e trova radici nelle parti più intime dell’uomo: “Il regno di Dio è dentro di voi” (Luca 17:21). Se infatti con la parola “regno” intendiamo la sovranità regale di un re sui Suoi sudditi, questo si trova espresso al presente in coloro che hanno ricevuto questa autorità nella loro vita.
“Egli ci ha fatti essere un regno” (Apoc. 1:6): questo è vero per noi oggi. Ciò non vuol dire che la Chiesa sia il Regno di Dio nel senso definitivo del termine, perché abbiamo già visto che la completezza del regno coinvolge tutto l’universo e tutte le età; ma la Chiesa è lo strumento scelto da Dio per proclamare ed estendere la Sua sovranità fino alla fine dell’età presente (Matt. 24:14), quando il Re tornerà per la raccolta, ed è chiamata a rifletterne e additarne le caratteristiche a quanti vorrebbero entrarvi.
Un regno di potenza
Il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza (1° Cor. 4:19). E’ venuto con potenza alla Pentecoste, quando Gesù, “essendo stato esaltato alla destra di Dio, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso”, ha sparso sui Suoi discepoli questo Spirito a dimostrazione che “Iddio ha fatto e Signore e Cristo” il Suo figliolo perché regni in eterno (Atti 2:33,36). Da allora i discepoli si sparsero per il mondo predicando il regno di Dio (Atti 28:31).
E’ nel cuore dell’uomo che Gesù viene a regnare, rigenerando l’anima, assumendo il controllo della vita dell’individuo e trasformandone il carattere. L’uomo può solamente ricevere il regno come un fanciullo, altrimenti non ha parte in esso (Marco 10:15). E’ chiamato a pregare per la venuta di questo regno e per l’adempimento della volontà di Dio su questa terra così come è fatta nel cielo, e a cercarlo nella sua vita come la cosa principale. Ricevere il regno di Dio oggi è ricevere la volontà di Dio in ogni area della mia vita e permetterGli di essere praticamente il mio Signore.
Entriamo nel regno di Dio oggi per mezzo del ravvedimento e della fede in Dio attraverso la nuova nascita, perché “se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Giov. 3:3). Quando questa rigenerazione d’acqua (simbolo della Parola di Dio) e di Spirito ha avuto luogo in noi, possiamo dire che “Egli ci ha trasportati nel regno del suo amato figliuolo” (Col. 1:13).
Il regno di Dio è quindi il governo di Dio nella mia vita, e il vangelo del regno è la buona notizia del governo di Dio che libera gli uomini dalla schiavitù di questo mondo, nel quale sono sudditi di Satana, per farli entrare sotto l’autorità, la protezione ed il controllo del Re dei re e Signore dei signori. Questo regno si contrappone alle tenebre che ci circondano ed è già oggi una realtà spirituale per il credente in attesa di essere nostra piena eredità nel futuro.
La vita di Gesù
E’ nella vita del Signore Gesù che vediamo manifestare le qualità del regno che anche noi siamo chiamati a vivere. Le attitudini, l’ubbidienza, la compassione, la pace che hanno caratterizzato la Sua vita sono per noi un esempio da seguire ed esprimono la vita del regno.
Il processo di entrata nel regno passa attraverso la morte a noi stessi, tappa essenziale perché il seme possa crescere e portare frutto. Il frutto del regno di Dio è chiaramente quello dello Spirito (Gal. 5:22) ed ha a che fare con la trasformazione del carattere all’immagine di quello di Gesù attraverso il sentiero del discepolato.
Il regno di Dio consiste nella giustizia, nella pace e nell’allegrezza derivanti dalla presenza dello Spirito Santo in noi (Rom. 14:17) e da una vita vissuta nella sottomissione e nell’ubbidienza a Dio che si concretizza in una testimonianza visibile davanti alla chiesa e alla società. Esso è come il seme della parabola, destinato a crescere fino al giorno della raccolta, in cui il Signore Gesù tornerà per una sposa che si sarà preparata.
Cerchiamo per prima cosa il governo di Dio nella nostra vita, nelle nostre famiglie, in ogni sfera, e uniamoci a coloro che nell’attesa della venuta finale di questo regno in gloria, diventano araldi e messaggeri viventi, nella parola e nell’esempio, di quel regno eterno che non avrà mai fine.