Il prof. Matteo Calisi spiega l’importanza dell’incontro di Caserta e illustra le iniziative di un dialogo ecumenico che non ha precedenti nella storia
Roma, 07 Agosto 2014 (Zenit.org) Deborah Castellano Lubov
In Italia e nel mondo non molti hanno compreso, ma la visita del Pontefice alla Chiesa Evangelica di Caserta, è il segno di un dialogo ecumenico che potrebbe avere sviluppi di carattere storico. Nell’intervista che segue, Matteo Calisi racconta la storia dei rapporti che il cardinale Bergoglio intratteneva con la Chiesa Evangelica Pentecostale, la più grande realtà cristiana dopo la Chiesa cattolica con oltre mezzo miliardo di aderenti. Fin dal 2002 Matteo Calisi è stato il Presidente della Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships (CFCCC), organismo di Diritto Pontificio, riconosciuto dal Pontifcio Consiglio dei Laici. Nel 2004 è stato vicepresidente e rappresentante del Sud Europa per l’International Catholic Charismatic Renewal Services (ICCRS). Nominato nel 2008 da papa Benedetto XVI, è stato membro del Pontificio Consiglio dei Laici fino alla fine del dicembre scorso.
Che cosa è successo nel corso della visita del Papa alla Chiesa Evangelica a Caserta?
Calisi: La visita di papa Francesco alla Chiesa Evangelica di Caserta del 28 luglio scorso, ha avuto un carattere privato anche se l’evento ha un significato di portata storica. È la prima volta che un Pontefice si reca in visita ad una Chiesa Evangelica Pentecostale, ed anche se a molti può risuonare insolita, dobbiamo ricordare che papa Francesco, da Arcivescovo di Buenos Aires, intratteneva delle relazioni stabili con le Chiese pentecostali della sua Città e partecipava a diversi incontri pubblici e privati con esponenti di queste comunità evangeliche.
Ha avuto l’opportunità di osservare questo di persona?
Calisi: Io personalmente ho avuto il privilegio di assistere a questo processo iniziato nel 2003 a Buenos Aires che ha condotto alla costituzione dell’iniziativa ecumenica denominata “Comunione rinnovata tra cattolici ed evangelici nello Spirito Santo” (CRECES) e che prosegue sino ad oggi. La visita a Caserta s’inserisce, dunque, in questo dialogo cattolico-pentecostale che papa Francesco conosce molto bene. Inoltre durante il culto di adorazione nella Chiesa pentecostale di Caserta, il Santo Padre ha colto l’occasione per chiedere perdono a nome di quei battezzati cattolici che si resero complici delle persecuzioni alle Chiese pentecostali da parte del regime fascista. Un atto di giustizia dovuto sull’esempio dei gesti di perdono compiuti dai precedenti Pontefici. Un altro dato significativo è che secondo il Santo Padre non si deve usare la parola “setta” per appellare un gruppo di cristiani. Bisogna saper distinguere cosa sono le attitudini settarie che si possono riscontrare in qualsiasi gruppo religioso, sia esso cattolico o evangelico o ortodosso, da cui ravvedersi, ma è estremamente offensivo ed ingiusto definire una Chiesa cristiana nel suo insieme con il termine di “setta”. La richiesta del perdono si è dunque accompagnata dalla richiesta di purificazione del linguaggio: fattore importante per la guarigione delle memorie del passato.
Secondo Lei quindi, la visita del Papa a Caserta ha un più ampio significato?
Calisi: L’incontro di Caserta precede e va oltre il significato stesso della visita realizzata. Il Vescovo di Roma è ben conscio dell’urgenza della ricerca dell’unità fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Evangeliche Pentecostali. Al Movimento Pentecostale aderiscono oltre mezzo miliardo di cristiani e rappresenta la seconda confessione cristiana per consistenza numerica solo dopo la Chiesa Cattolica. Il Movimento Pentecostale è il movimento in più rapida crescita di tutt’intera la storia della Chiesa Cristiana, non ci sono altri precedenti. Un movimento nato dallo Spirito Santo senza fondatori umani, così poco conosciuto dagli specialisti ed ecumenisti specie qui in Italia, che ha visto una crescita sorprendente nel secolo scorso da 0 a 600 milioni di aderenti. In Italia il movimento pentecostale rappresenta quasi il 70% del protestantesimo italiano con cui la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) non ha ancora instaurato una relazione. Rispetto alla copiosa letteratura accademica del mondo anglosassone, basti pensare alla istituzione accademica Society for Pentecostal Studies con la pubblicazione del giornale di teolofia Pneuma, in Italia possiamo riferirci solo alla pregiata opera del prof. Massimo Introvigne, La sfida Pentecostale (LDC Torino) e alle ricerche del Centro Studi sulle nuove religioni “Cesnur” di Torino. Siamo grati alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino in Roma per aver istituito già da alcuni anni dei corsi di formazione sul “pentecostalismo” tenuti dalla prof.ssa Teresa Francesca Rossi. Ma nei piani di studi delle Università e degli Atenei Pontifici, come anche nei seminari per la preparazione dei futuri sacerdoti cattolici, il “pentecostalismo” è una materia di studio nella quasi totalità assente. Dal punto di vista storico esiste un consolidato dialogo teologico ufficiale tra alcuni rappresentanti pentecostali (solo a titolo personale) e la Santa Sede, iniziato dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II che ha pubblicato importanti documenti d’indubbio valore teologico-pastorale (cfr. Enchiridion Oecumenicum). Per il resto ben poco si conosce sulle attività ecumeniche condotte a livello di base tra i fedeli cattolici e pentecostali, il cosiddetto “ecumenismo spirituale”.
Può raccontarci la sua amicizia e collaborazione con il pastore Giovanni Traettino?
Calisi: Ci lega un’amicizia ed una collaborazione nel ministero della riconciliazione da oltre 30 anni. Agli inizi degli anni ’80 è iniziato un dialogo tra la Comunità di Gesù di Bari e il suo Movimento di Comunione e Restaurazione a Caserta (poi denominato Chiesa Evangelica della Riconciliazione). Nel 1992 invitai il pastore Traettino a parlare ad una Conferenza Carismatica Cattolica nello Stadio di Calcio “San Nicola” a Bari. In quella occasione il pastore Traettino compì un gesto profetico, quello di lavare i piedi ad un rappresentante della Chiesa Cattolica. Fu questo gesto di umiltà che segnò l’inizio di una lunga collaborazione tra me e il pastore Giovanni Traettino. Costituimmo nello stesso anno un Organismo di dialogo tra cattolici ed evangelici carismatici e pentecostali in Italia, denominato “Consultazione Carismatica Italiana”. Questo lavoro è stato definito dagli storici un evento pionieristico a livello ecumenico. Il prof. Massimo Introvigne ha realizzato un libro-intervista al Pastore Traettino e al sottoscritto dal titolo Aspettando la Pentecoste (Editrice il Messaggero, Padova 1996), volto a testimoniare il cammino di riconciliazione tra cattolici ed evangelici, un movimento nato in Italia e che si è ormai esteso a molte nazioni nel mondo. Fu in occasione di una nostra visita a Buenos Aires nel 2006 che il pastore Giovanni Traettino entrò in contatto con l’allora cardinale Bergoglio. Con il pastore Giovanni Traettino lavoriamo tutt’oggi insieme predicando questo “Vangelo della Riconciliazione”. Nei mesi scorsi abbiamo realizzato dei meeting di riconciliazione a Phoenix, Arizona, con il sostegno di papa Francesco e dei Vescovi cattolici locali, e siamo intervenuti ad un incontro di importanti leader evangelici Europei a Palma di Mallorca (Spagna). Con l’aiuto del Signore speriamo di poter ancora realizzare alcuni progetti futuri per l’Italia.
A Caserta, papa Francesco ha parlato di “diversità riconciliata.” Potrebbe approfondire questo concetto?
Calisi: Papa Francesco parlando all’incontro di Caserta ha citato una tesi del teologo riformato Oscar Cullmann, il quale sosteneva che l’unità della Chiesa sarebbe possibile attraverso l’accoglienza mutua di una “diversità riconciliata”. A tale proposito meriterebbe una particolare menzione l’esperienza ecumenica maturata in seno al Rinnovamento Carismatico Cattolico, una “corrente di grazia” che è presente in maniera trasversale nella maggioranza delle Chiese cristiane. Tale grazia carismatica ed ecumenica è stata ampiamente illustrata da uno dei protagonisti del rinnovamento conciliare, il cardinale Léon Joseph Suenens, Arcivescovo di Malines-Bruxelles. Pubblicando il secondo Documento di Malines dal titoloEcumenismo e Rinnovamento Carismatico, il porporato belga scrisse che il Rinnovamento Carismatico Cattolico, o altrimenti detto “Rinnovamento pentecostale cattolico”, veicola l’unità per sua natura, perché condivide le stesse grazie della esperienza spirituale del movimento pentecostale evangelico. Ed anche se i cattolici possono preferire giustificazioni dottrinali ed ecclesiologiche differenti dal movimento pentecostale evangelico, è tuttavia innegabile la condivisione con il movimento pentecostale della medesima esperienza che sta caratterizzando in modo decisivo la cristianità contemporanea. Questa grazia ecumenica viene comunemente descritta come un nuovo “Battesimo nello Spirito Santo”, espressione biblica indicata recentemente anche dal Santo Padre il quale ne ha sollecitato la sua diffusione con tutti nella Chiesa. Nella stessa occasione papa Francesco ha pubblicamente incoraggiato i carismatici a proseguire la riflessione ecumenica sulla natura del Rinnovamento Carismatico Cattolico e ad impegnarsi “nell’ecumenismo spirituale con tutti quei fratelli e sorelle di altre chiese e comunità cristiane che credono in Gesù Cristo come Signore e Salvatore”.
Lei ha svolto il dialogo con i carismatici anche nei paesi di lingua inglese, vero?
Calisi: Dal 2002 al 2013, in qualità di Presidente della Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships, un organismo riconosciuto dal Pontificio Consiglio per i Laici con sede presso la Città del Vaticano, ho seguito da vicino l’apostolato di Comunità carismatiche di alleanza a vocazione ecumenica presenti in Europa, Stati Uniti ed Australia. In particolare, la Comunità di Gesù di Bari, di cui sono moderatore, a partire dal 1983 ha ispirato in diverse nazioni delle iniziative di dialogo con le chiese pentecostali e con altre tradizioni ecclesiali raggiunte dal Rinnovamento carismatico, fra queste anche la tradizione ebreo-messianica.
Potrebbe illustraci alcune delle iniziative e degli incontri che sono stati realizzati?
Calisi: Valgano per tutte le seguenti iniziative: CCI “Consultazione Carismatica Italiana” (Italia dal 1992), UIC “United in Christ” (Stati Uniti d’America dal 1993 – Canada dal 2010 – Regno Unito dal 2011), CRECES “Comunione rinnovata tra cattolici ed evangelici nello Spirito Santo” (Argentina dal 2004); ENCRISTUS “Incontro tra cristiani che cercano l’unità e la santità” (Brasile dal 2008); Incontri internazionali tra cattolici ed ebrei-messianici (Bari, Italia dal 2002). Inoltre, segnalo, i Meetings Internazionali per la Pace fra le Nazioni denominati “Kairòs” che dal 2000 si svolgono a Bari, città ecumenica per antonomasia, e che radunano rappresentanti internazionali di Chiese e denominazioni raggiunte dall’esperienza carimatica-pentecostale.
Crede che le iniziative che ha appena illustrato contribuiscano al dialogo ecumenico? E in che modo?
Calisi: Da queste testimonianze, osserviamo come lo Spirito Santo sta imprimendo una accelerazione del processo ecumenico fra le Chiese e non solo con quelle pentecostali. Allo stesso tempo si evidenzia, attraverso il ministero petrino, una crescente incisività e decisione a voler proseguire un’amicizia con le Chiese pentecostali e carismatiche evangeliche, anche se permangono in alcune di queste denominazioni delle resistenze e delle chiusure, registrate peraltro anche in alcuni ambienti cattolici. Nonostante tutto, con la visita di papa Francesco a Caserta è stata scritta una nuova pagina nella storia dell’unità dei cristiani che difficilmente verrà dimenticata. Lo Spirito Santo è sovranamente all’opera nella Sua Chiesa.
(07 e 08 Agosto 2014) © Innovative Media Inc.
Tratto da Zenit.org
http://www.zenit.org/it/articles/il-papa-e-i-pentecostali-un-incontro-di-portata-storica-prima-parte
http://www.zenit.org/it/articles/il-papa-e-i-pentecostali-un-incontro-di-portata-storica-seconda-parte