SCARICA PDF di questo articolo
di Giovanni Traettino
Questo numero di TdR è dedicato al combattimento del cristiano. Ora, per avere una chiara strategia di difesa e di attacco, è necessario tener presente che tre, e non uno, sono i nemici del cristiano. Per dirla con i padri della chiesa e con i puritani: la carne, il mondo, il diavolo.
Un nemico interno
II primo nemico è interno alla casa.
Si tratta di quell’insieme di impulsi, di tendenze, desideri ed attributi negativi ereditati dalla nostra “vecchia” personalità e che il Nuovo Testamento chiama “carne”.
Solo la sua “crocifissione” (Gal. 5:24) e “messa a morte” (Col. 3:5) sono rimedio sufficiente alla sua neutralizzazione.
Bisogna far conto di essere morti a se stessi (Rom. 6:11-14) per vivere con la mente di Cristo, spogliando ogni giorno “l’uomo vecchio” per rivestire “l’uomo nuovo” (Ef. 4:22-25). Certamente considero questo come l’avversario più scomodo dei tre: è interno alla casa.
Un nemico esterno
Il secondo nemico, quello che il Nuovo Testamento chiama “mondo” (1 Giov. 2:15-16), è esterno alla casa.
Si tratta di quel Moloch costituito da “quello-che-pensano-e-che-fanno-gli-altri”, il sistema di “bisogni”, comportamenti, desideri, idee ed aspirazioni naturali (ma presenti anche nella cultura, nella religione e nelle ideologie) che caratterizza, inquina e domina la mentalità e la sensibilità di un’epoca o di una generazione. E’ lo spirito del tempo in cui viviamo che cerca di sovrapporsi, sostituirsi o infiltrarsi nello Spirito del Regno.
Cibo, bevande, sesso, soldi, oggetti, macchine, case, quadri, vestiti, gioielli, elettrodomestici, ecc. – cose buone o belle in se, se usate con sobrietà e con equilibrio – diventano occasione di peccato se appetite in maniera disordinata e ossessiva (concupiscenza).
Aspirazioni legittime (buona reputazione, successo, fama, senso di realizzazione) creano l’esca per, l’ambizione smodata, la competitività scorretta, la ricerca del successo ad ogni costo. Si diventa così prigionieri dell’amarezza, dei risentimento e perfino dell’invidia e dell’odio per la brama del successo e la cupidigia del possesso. Noi sappiamo di essere in pericolo su questo fronte quando la cosa, il desiderio o l’aspirazione rischiano di diventare, o sono già, un impedimento o una limitazione al governo di Dio nella nostra vita o sulla terra.
Il rimedio non è ritirarsi dal mondo (eremitismo, monachesimo, ecc.) ma “conservarsi puri dal mondo” (Giac. 1:27), “non amare il mondo nè le cose che sono nel mondo” (1 Giov. 5:4-5), considerare che “l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio” (Giac. 4:4).
Chi vince il mondo? “Colui che crede” (1 Giov. 5:5).
Cosa vince il mondo? “Quel che è nato da Dio” (1 Giov.5:4).
Un nemico infernale
Il terzo fronte sul quale siamo chiamati a combattere è costituito da Satana, ovvero il Diavolo con tutti i suoi angeli e demoni.
C’è molta confusione tra i cristiani su questo tema. E non è una sorpresa se si considera il fatto che Paolo ne parla come del “mistero dell’empietà” (2 Tess. 2:7).
La Chiesa ha infatti storicamente oscillato tra negazione del diavolo da una parte (vedi il cristianesimo liberale, e non solo) e la “demonizzazione” di ogni difficoltà dall’altra parte.
E’ dunque vitale tracciare una rotta sicura tra l’estremo “razionalista” e quello “irrazionalista ed esperienziale” per mettersi sul solido fondamento della Parola di Dio.
Satana esiste
- La Parola di Dio scritta e Gesù stesso attestano inconfutabilmente l’esistenza di Satana, di spiriti maligni e “fortezze”, “potenze”, “principati” e “dominazioni” spirituali, e danno per scontata la loro azione nella realtà. Non si tratta dunque di fantasie di psicopatici religiosi.
Libertà e responsabilità del cristiano
- La Parola di Dio afferma chiaramente la libertà e la responsabilità finale dell’uomo (Matt. 12, e in particolare il v. 45; Ef. 6:11; 2 Tess. 2:3-17) sulla sua vita.
L’attività demoniaca non può essere usata come pretesto per ridurre la nostra responsabilità nella sfera spirituale e nel peccato, o per attribuire all’attività di spiriti quello che ha le sue radici nella nostra concupiscenza (Giac.1:14-15) e nel disordine provocato dal peccato nella nostra vita. Il. diavolo non può agire in nessuna coscienza che non si apra volontariamente alla sua azione.
Figli dei Diavolo e figli di Dio
- La Parola di Dio opera una netta separazione tra figli del Diavolo e figli di Dio. La possibile azione di Satana sui primi (considerati suoi figli, morti, schiavi, ecc.) può arrivare fino alla occupazione e possessione permanente. Molto inferiore invece è quella possibile sui secondi, divenuti in seguito alla conversione figli e proprietà di Dio.
La posizione dei cristiano è per fede
- II cristiano, attraverso la nuova nascita è identificato con Cristo nella Sua morte e resurrezione. Di più, è unto ed abitato dallo Spirito Santo e viene posto a sedere nei luoghi celesti con Gesù Cristo, cioè rogna. E’ re e sacerdote.
In questo modo la vittoria di Cristo diventa la sua vittoria. Egli non deve più combattere per una posizione di vittoria, ma da una posizione di vittoria.
Niente e nessuno può più separarlo dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore. E’ nascosto con Cristo in Dio, quindi protetto. (2 Cor. 2; Rom. 8 37-39; 2 Cor. 5:21; Ef. 1:13; Ef. 1:3; 1 Cor. 6:17; Col. 1 :27; 1 Giov. 4:4).
Tutto questo è per fede, non per esperienza
La fede precede l’esperienza e non viceversa! Il diavolo può tentare, accusare, perfino ingannare e sedurre, ma non può possedere o abitare il cristiano. Egli ha paura di tutti i discepoli che, consapevoli della loro posizione, combattono con franchezza la guerra nella preghiera, rivendicando con forza per fede le promesse di Dio.
Non ci sono spiriti maligni residenti in cristiani
L’insegnamento e la testimonianza del N.T. sono inconfutabilmente (e senza contraddizione) in questa direzione: nessun credente/discepolo da cui sia cacciato un demone; ma la chiara esortazione a resistere al diavolo che gira intorno a noi (Giacomo), a dare battaglia ad un nemico esterno che lancia dardi, non spiriti (Ef. 6), a crocifiggere la carne con le sue concupiscenze e le sue opere (Corinzi e Galati), perfino quando si tratta di idolatria e strego mania, a trasformare il nostro modo di pensare (Rom. 12) per poter poi interpretare l’esperienza.
L’esperienza dei cristiano
- Tuttavia l’esperienza del cristiano può essere quella di sentirsi “oppresso”, “legato”, “condizionato” e perfino schiavo in varie aree della sua vita (paure, incredulità, debolezze, impulsi incontrollati, ecc.) ed avvertire il bisogno di essere in qualche modo liberato da questa condizione. La chiave per la liberazione è in Giov. 8:12,24, 29,31-36:
- Perseverare nella Parola
- Vedere la verità
- Credere la verità
Nessuna esperienza o sensazione può sostituirsi alla fede.
Il cristiano deve capire che può non peccare. Che se solo vuole, attingendo alla sovrabbondante grazia di Dio e alla Sua potenza, può sottrarsi all’influenza di Satana e alla potenza del peccato. In alcuni casi sarà la sua fede a liberarlo. In altri la fede di uno o più fratelli lo aiuterà.
E’ qui necessario cogliere il ruolo decisivo che ha la trasformazione della nostra mente e della nostra coscienza sotto la disciplina costante della Parola e della preghiera. L’esperienza deve essere formata e interpretata da una mente trasformata ed illuminata dalla Parola, sotto la direzione dello Spirito ed in armonia col discernimento dei ministeri di governo forniti dal Signore alla Chiesa. Dunque le esperienze che facciamo, ma anche sogni, rivelazioni e profezie, devono essere valutati dal discernimento di quanti sono maturi, ed in ultima istanza da quelli che sono in autorità. Senza questo “sistema di controllo incrociato” è facile, soprattutto per certi soggetti fragili e particolarmente esposti sul piano emotivo, spostare la propria vita cristiana da un cammino di fede ad un cammino di “esperienze” fondate sui sensi, dallo Spirito alla carne. Un discorso a parte meriterebbero gli effetti psicologici che si possono indurre nella persona “da liberare”. L’idea di essere in qualche modo “occupati” da una presenza esterna può avere effetti paralizzanti e devastanti nell’animo di alcuni. Potrebbe allora essere irresistibile per alcuni la tentazione di “imitare” gesti e comportamenti cui associno l’idea della liberazione.
Il discernimento degli spiriti
- E’ importante capire che nel campo dell’irrazionale quello che si crede, quello si vede. E che non esiste una tecnica nè un metodo del discernimento infallibili.
E’ vitale dunque ancorarsi alla ferma Parola di Dio e non correre dietro spiriti di mal di denti o simili.
Il dono del discernimento deve funzionare profondamente ancorato alla Parola di Dio, nel contesto della comunità e in stretto rapporto con i ministri di governo locali e trans-locali.
Peccati – Malattie – Spiriti
In ogni caso le cause possibili della “schiavitù” delle persone sono diverse. Ed occorre valutare con equilibrio ogni caso facendo una diagnosi volta per volta non pregiudiziale e schematica. Sarà qui utile ricordare che Gesù non individuò né cacciò alcuno spirito maligno dalla donna adultera (Giov. 8), dalla peccatrice di Luca 7, dall’avaro Zaccheo o da Pietro dopo che lo aveva per tre volte tradito. Si trattava di peccati. II paralitico di Betesda (Giov. 5) e il cieco nato (Giov. 9), per es., furono guariti da malattie senza l’espulsione di alcun demone. Si trattava di malattie e basta. In altri casi invece Gesù caccia spiriti.
Nella parola dei terreni (Matteo 13) solo per uno (Matt. 13:19) la causa del danno è attribuita a Satana. In tutti gli altri casi non è così.
Alcuni suggerimenti
Chi dunque si accinge ad esercitare il ministero di “bandir liberazione ai prigionieri” o quello di “rimettere in libertà gli oppressi” (Luca 4:18) farà bene a:
- Discernere se è coinvolta o meno una qualche attività demoniaca. In quel caso di che natura sia.
- Se tale attività è interna o esterna alla persona. L’effetto eco è più diffuso di quanto non si pensi. Il diavolo grida fuori. L’eco delle grida è avvertito dentro. Si può allora pensare che il diavolo sia dentro. Da bugiardo quale egli è, amplificherà, negherà, ridicolizzerà, distorcerà e cercherà comunque di ingannare.
- Valutare se esiste una reale volontà della persona interessata a fare il cammino che Dio vuole che faccia.
- Con chiarezza, fermezza e autorità legare ed espellere o allontanare Satana e i suoi angeli, sciogliendo la persona dal legame o dall’oppressione in cui è.
Evitare sedute fiume o liberazioni a più riprese (che vadano magari avanti per mesi). Evitare discussioni con gli spiriti o interminabili elencazioni di nomi di spiriti. La chiave è nel discernimento, nell’autorità e radicalità del confronto.
- Prendersi cura della persona liberata. Parlare con lui della causa all’origine dell’intervento di Satana. Portarlo alla conversione se è un non credente. Altrimenti, se si tratta di un credente, aiutarlo a vedere quali sono le aree della sua vita che deve rivisitare col Signore per consegnargliele definitivamente.
Concludendo
E’ facile diventare monomaniaci. Soprattutto le persone che non conoscono la Parola di Dio e la complessità dei combattimento spirituale possono commettere l’errore di ridurre tutto ad una sola dimensione: l’io, il mondo o il diavolo. E’ nell’equilibrata comprensione della pluralità delle opposizioni cui dobbiamo far fronte che sta la salvaguardia contro ogni forma di estremismo antibiblico o estraneo all’insegnamento completo della Parola di Dio.