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di Mike Herron
Parlare di “canto profetico” probabilmente significa dire qualcosa di nuovo per molti lettori; ma è certamente qualcosa che il Signore vuole ristabilire nella Sua chiesa.
In Efesini 5:18-19, ci è rivolta questa esortazione: “Siate ripieni dello Spirito, parlandovi con salmi ed inni e canzoni spirituali, cantando e salmeggiando col cuor vostro al Signore”. Vediamo qui tre tipi di musica nella Chiesa. I salmi possiamo dire che rappresentano il canto di brani della Scrittura musicati. Notiamo bene che i salmi non si trovano soltanto nel libro dei salmi: molti altri brani della Bibbia hanno la stessa forma di canti, per esempio buona parte dei libri dei profeti. Anche nel Nuovo Testamento ci sono dei “Salmi”, per esempio 1 Tim. 3:16: “E stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato alle nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria”. Possiamo dunque musicare e cantare questi brani biblici.
Gli inni, invece, sono canti scritti dagli uomini su temi e principi della Scrittura. Non dobbiamo limitare l’applicazione di questo termine a determinate categorie di canti rivolti a Dio: anche i cori più brevi e semplici sono inni nel senso biblico. La Bibbia ci esorta: “Celebrate l’Eterno con la cetra; salmeggiate a lui col salterio a dieci corde. Cantategli un cantico nuovo, suonate bene e con gioia” (Sal. 33:2-3).
Se non ci sono canti nuovi in una chiesa, vuol dire che lo Spirito di Dio ha smesso di muoversi in quell’ambiente. Quando il Signore mi ha salvato, è stato in una chiesa di tipo tradizionale. Un giorno cominciai a guardare la data di composizione degli inni del nostro innario. 1846 … 1917 … Ah, eccone uno nuovo: 1936! Ed eccone uno nuovissimo: 1958! Era l’ultima data dell’innario! Pensai allora fra me e me: “Dove è stato il Signore dal 1958 fino ad oggi?”.
Nel quadro della progressiva restaurazione di tanti elementi del cristianesimo originale, il Signore ci ha restituito prima gli inni, con Lutero e Charles Wesley, e poi in tempi recenti i salmi, con molti brani della Bibbia che sono stati musicati. Ma vuole ridarci anche le canzoni spirituali. Questi sono canti profetici, ispirati e solitamente spontanei.
Un Dio che canta
Lo sapevate che Dio ama venire in chiesa? Egli non arriva mai in ritardo e neanche si addormenta! (No, forse sbaglio, in certe chiese può darsi che si addormenti!) Ed Egli ama la musica: l’ha inventata Lui. Vuole sentire le nostre lodi, non solo parlate ma anche cantate. Moltissime volte la Bibbia ci dice: “Cantate lodi a Dio!” Egli vuole che siamo come un orchestra sinfonica in cui tutti gli strumenti si uniscono per formare un unico inno di lode, o come un pianoforte in cui tutti i tasti partecipano alla melodia. Se uno dice “Ma non mi sento tanto di lodare Dio oggi”, diventa come, un “tasto muto” del piano che rovina la melodia!
Non solo Dio vuole sentire il nostro canto, ma ama cantare anche Lui. Se Dio non cantasse, neanche noi potremmo farlo, perchè siamo creati a Sua immagine (cfr. Is. 5:1, Sof. 3:17). Allora, quando Egli viene in chiesa, vuole cantare anche Lui a noi. E questo lo fa tramite la bocca di uno di noi, ispirando un canto profetico.
Tre direzioni
Il canto profetico, come la profezia parlata, può essere rivolto in varie direzioni.
Il tipo più comune, come nel caso della profezia, è un messaggio rivolto da Dio all’uomo, solitamente alla chiesa riunita in adorazione. Isaia, per esempio, scrive: “Io voglio cantare per il mio beneamato il cantico dell’amico mio circa la sua vigna”. Poi, rivolgendosi al popolo, egli canta: “Il mio beneamato aveva una vigna sopra una fertile collina …” (Is. 5:1-7). Ne sono esempi anche molti dei Salmi; per esempio, nel Salmo 132:14, Dio dice per la bocca del salmista: “Questo è il mio luogo di riposo in eterno; qui abiterò, perchè l’ho desiderata…”
E in 1 Cron. 25:1-2, leggiamo che “Davide e i capi dell’esercito appartarono per il servizio” certi Leviti “che profetizzavano accompagnandosi con cetre, con saltéri e con cembali” (traduzione letterale). Lo stesso facevano i profeti incontrati da Saul (1 Sam. 10:5-6).
Il canto profetico può essere anche un canto ispirato di lode o di supplicazione rivolto a Dio. Ne troviamo moltissimi esempi tra i Salmi (ad es. 141:1-2; 145:1-2). Anche a questi furono preposti i Leviti nel tabernacolo di Davide: “Jeduthun … profetizzava con la cetra per lodare e celebrare 1 Eterno” (1 Cron. 25:3 letterale).
Infine, può essere un canto ispirato rivolto dall’uomo all’uomo per esortare: “Venite, cantiamo con giubilo all’Eterno …” (Salmo 95:1, cfr. 1 Cor. 14:26); oppure per testimoniare: “Io ho pazientemente aspettato l’Eterno, ed Egli s’è inclinato a me ed ha ascoltato il mio grido … (Salmo 40:1, cfr. Salmo 105); oppure con un insegnamento: “Ascolta, popolo mio, il mio, insegnamento” canta Asaf (Salmo 78:1, cfr. Col. 3:l6).
Buoni frutti
Dalla manifestazione del canto profetico nelle nostre chiese, possiamo aspettarci i seguenti risultati:
- Un incremento nel senso della presenza di Dio.
- Una risposta dei cuori a quanto dice il Signore.
- L’adorazione esaltata.
- La creatività stimolata.
- La fede alimentata e rafforzata.
- La parola che Dio sta portando alla chiesa confermata e radicata.
Dobbiamo, allora, cercare il Signore per poter entrare anche in questa sfera della profezia nella Chiesa. I pastori ed i responsabili devono incoraggiare la fede nei cuori (loro e degli altri) per questo. Essi possono farlo con i seguenti passi concreti:
- Vedere l’adorazione come una parte centrale del ministero.
- Concepire il culto della chiesa come un servizio a Dio, non agli uomini.
- Inculcare il concetto dei cantanti e musicisti come ministri di Dio, e non esecutori di musiche.
- Insegnare con chiarezza che cosa Dio desidera.
- Cercare dei musicisti “ripieni di Spirito” che si dedichino a questo, esortandoli a cercare una nuova dimensione nel loro servizio.
Aprire degli spazi nel culto per il canto profetico.
Idee sbagliate
In conclusione, vorrei elencate alcune idee sbagliate che impediscono la manifestazione del canto profetico:
- “Dio ti metterà le parole in bocca mentre sei in una specie di “trance” spirituale”.
- “Conoscerai l’intero canto prima di iniziare”.
- “Per essere profetico, un canto deve essere necessariamente spontaneo”.
- “Si può avere solo per un’iniziativa sovrana dello Spirito Santo”.
- “Il canto deve sempre iniziare dagli strumentisti”
- “Tutti i canti profetici devono avere lo stesso stile e lo stesso tipo di contenuto”.
Liberandoci da questi modi di pensare sbagliati, ma soprattutto liberando la nostra fede nel Signore, potremo vedere crescere e svilupparsi nelle nostre chiese questa dimensione dell’adorazione e della profezia. E la gloria di Dio si rivelerà nel nostro mezzo.
Mike Herron è musicista sin da piccolo ed ha suonato ogni stile di musica. Dopo la conversione si è dedicato in maniera particolare alla musica nella Chiesa, ed è stato direttore musicale di una grande comunità di Portland nell’Oregon. Attualmente è pastore di una comunità di Salem, Oregon, U.S.A. Questo messaggio è stato adattato da una conferenza sull’adorazione, tenutasi a Caserta nel dicembre 1983.