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David Matthew
Questa serie sulla storia della Chiesa mira particolarmente a far capire come la cristianità sia arrivata alla situazione di oggi e perché ha tanto bisogno di rinnovamento, restaurazione e risveglio.
Essa dà necessariamente un quadro incompleto e a volte semplificato, come d’altra parte è inevitabile, dal momento che è scritta per tutti e non solo per gli “addetti ai lavori”.
Ma lo consideriamo sostanzialmente, fedele ai fatti storici, anche quando questi a volte possono sembrare piuttosto scomodi.
La Redazione
Nello scorso numero, abbiamo tracciato la storia del cristianesimo per i primi 600 anni. E’ stato il tragico racconto di un allontanamento dalla semplice fede dei tempi apostolici. Ora vedremo la triste cronaca dei frutti di tale allontanamento.
Parte II
LA LUNGA NOTTE: 600 – 1500 d. C.
“Qualcuno sta scherzando!” Così avrebbe forse reagito l’apostolo Paolo se avesse potuto visitare la “chiesa” del settimo secolo d. C. “Non è certo questa la realtà che ho tanto faticato e sofferto per costruire!” No, siamo ormai lontano dagli ideali del nuovo Testamento.
Ecco, in termini pratici, cosa avrebbe trovato Paolo:
- Un papa che esercita un grande potere politico e manovra addirittura dei re.
- La cena del Signore avvolta nella mistificazione della “reale presenza” di Cristo.
- Il concetto pagano del “purgatorio” che comincia ad essere largamente accettato e che porta con sé, come conseguenze, messe e preghiere per i morti, indulgenze, preghiere rivolte ai santi.
- Un culto rivolto a Maria come “Madre di Dio”.
- La confessione fatta ad un sacerdote ormai come pratica normale.
- Edifici ecclesiastici costosamente ornati, nei quali i devoti spesso venerano statue ed immagini.
- Sacerdoti vestiti di paramenti speciali, e al centro dell’attenzione nelle chiese “altari” dai quali la gente comune si vede esclusa.
- L’incenso, usato originariamente per disinfestare i locali della chiesa, ora promosso ad elemento dell’adorazione, come nei templi pagani.
II cristianesimo britannico
Nondimeno, continuava a vivere un’autentica fede, seppure in mezzo ai sintomi della decadenza. Questo nelle Isole Britanniche, dove la Chiesa Celtica, a causa di una fascia di territorio occupata da invasori pagani dal Nord Europa, era rimasta isolata –dal resto d’Europa, ormai interamente sotto l’influenza dei papi.
Ma i benefici di tale isolamento durarono poco. Nel 597, infatti, il papa Gregorio Magno inviò Agostino per “cristianizzare” gli Anglosassoni. Ed entro pochi mesi Ethelbert, re del Kent, annunciò la sua “conversione” insieme a 10.000 dei suoi sudditi, ed Agostino stabilì il suo quartiere generale a Canterbury.
Nel 664 fu convocato il Sinodo di Whitby perché la corrente “romana” e quella “celtica” potessero dialogare sulle loro divergenze. Il partito papale ne uscì vittorioso, convincendo –il re di Northumbria della legittimità della propria autorità, e da quel tempo la chiesa celtica, più pura, prese ad affievolirsi a poco a poco.
Il flagello dell’islamismo
Intanto, appare in scena un altro pericoloso nemico: quella parodia satanica della vera fede chiamata l’islamismo. Un eremita sensuale, Mahomet (nato a Mecca nel 570) pretese di aver ricevuto delle nuove rivelazioni direttamente dall’Arcangelo Gabriele. Queste furono pubblicate poi nel Corano, il libro sacro dei Mussulmani.
La nuova religione si diffuse con una rapidità incredibile, ed entro il 700 d.C. aveva influenzato la maggior parte del mondo. L’islamismo si oppose violentemente al Cristianesimo. Soltanto nella Siria, 10.000 edifici ecclesiastici furono distrutti o trasformati in moschee. La chiesa nordafricana fu praticamente annichilita (forse un esempio di quanto minacciato in Apocalisse 2:5).
Gli eserciti musulmani conquistarono perfino la Spagna. Solo nel mezzo della Francia, alla battaglia di Tours (732), furono fermati dalle forze “cristiane” di Carlo Martello. E così l’Europa restò cristiana, almeno nel nome. L’autentico cristianesimo biblico, infatti, quasi non esisteva più.
Credere… o morire
Ma il peggio doveva ancora venire. Chiesa e Stato si abbracciarono di nuovo quando, nel secolo Vili, il Papa incoronò Carlo Magno “Imperatore del Sacro Romano Impero”. Benché fosse un sostenitore della cultura e della moralità pubblica, Carlo Magno costrinse i suoi nemici, i Sassoni, ad adottare il cristianesimo, passandoli a fil di spada: non esattamente il metodo degli Apostoli! Quando alcuni si ribellarono, ne fece decapitare 4500 in un solo giorno, a dimostrazione del potere unito della Chiesa e dello Stato.
Dei papi successivi, alcuni furono apertamente licenziosi, avari e violenti; molti altri furono dei semplici burattini, sotto il controllo delle loro donne. Ad un certo punto – farsa incredibile – ci furono ben tre pretendenti al papato in conflitto tra loro, e nessuno degno di tale posizione.
Sorse allora la questione di chi dovesse eleggere il papa. Si offrì di farlo l’imperatore, ma un partito influente a Roma voleva che fossero invece i cosiddetti “Principi della chiesa”, i cardinali. Il sostenitore principale di questo punto di vista fu Ildebrando, un giovane monaco che più tardi diventò egli stesso papa col nome di Gregorio VII.
Il livello morale, sia della società che della chiesa ufficiale, raggiunse i livelli più bassi nei secoli IX e X, “l’era oscura”. Però, ci fu un certo rinnovamento di vita spirituale che ebbe origine dal monastero di Cluny, in Francia, poco dopo il 900. Nei due secoli successivi il movimento si diffuse a centinaia di altri monasteri, con risultati positivi.
Falsificazione
In questo periodo, la chiesa viveva in un ambiente caratterizzato dalla falsificazione e dagli intrighi. Comparvero dei documenti contraffatti. Uno di essi, la “Donazione di Costantino”, pretendeva che l’imperatore di quel nome, al suo battesimo 500 anni prima, avesse donato al papa la città di Roma, tutta Italia e la parte occidentale dell’impero! Questo fu un tentativo, chiaramente disonesto, di convalidare il potere temporale e politico dei papato. In realtà non c’era nemmeno il papa in quell’epoca!
Le Decretali false furono una presunta documentazione delle decisioni dei vescovi di Roma, fin dal primo secolo d.C. Miravano a sostenere le pretese dei papi al predominio sia nella Chiesa che nello Stato e ad appoggiare le ambizioni antiscritturali del clero.
Più tardi, nel secolo XV, tutti questi documenti furono riconosciuti falsi, ma non fu presa alcuna iniziativa per smantellare l’enorme struttura del potere papale che era stata costruita su quei fondamenti risultati inesistenti.
Scisma
Già da tempo la parte orientale e quella occidentale dell’antico impero romano andavano separandosi sempre più. Quando poi il Papa (occidentale) litigò col patriarca di Costantinopoli (orientale), si giunse alla rottura vera e propria.
La chiesa occidentale prese così forma come Chiesa Cattolica Romana, quella orientale, come Chiesa Ortodossa. C’era poco da scegliere tra le due per il vuoto formalismo e l’assenza di vibrante vita spirituale che caratterizzavano entrambe. Le cose purtroppo non sono molte cambiate fino ai nostri giorni.
In Occidente, nell’anno 1073 fu eletto papa Ildebrando, deciso a farsi l’uomo più potente del mondo; e riuscì in questa sua ambizione. In almeno un’occasione, l’imperatore stesso fu costretto a baciargli i piedi. Il potere papale era ormai vicino al culmine.
Guerre sante
Questa fu anche l’era delle Crociate. Per secoli, i pellegrini cristiani avevano potuto visitare la “Terra Santa” senza impedimenti da parte dei suoi padroni arabi. Ma ciò cambiò quando i Turchi conquistarono la Palestina. L’imperatore d’Oriente chiese allora aiuto al papa perché si promuovesse una “guerra santa” per liberare i luoghi sacri dalla “razza maledetta”. Fu, così che ebbero inizio le Crociate, otto in tutto in un arco di 150 anni, in massima parte finite nel fallimento e nella catastrofe.
I partecipanti venivano allettati da varie promesse: l’assoluzione dai peccati, la certezza del paradiso per chi restasse ucciso, dei miracoli lungo la strada, la cancellazione dei debiti, la grazia per i delinquenti. Pietro l’Eremita, un predicatore frenetico, indusse molti a partire per la prima Crociata impreparati, aspettandosi qualche intervento miracoloso lungo la strada. Circa 275.000 di essi morirono per le intemperie o per le malattie durante il viaggio, oppure rimasero dispersi. E questo in nome di Cristo!
Monaci e studiosi
Fu questo il tempo in cui fiorirono maggiormente gli ordini monastici. Tra gli altri c’erano anche monaci-soldati, quali i Templari (forse i precursori della Massoneria?), impegnati soprattutto nelle Crociate. All’estremo opposto ci furono i Cistercensi, che rappresentavano l’ascetismo (estrema abnegazione di sé), la contemplazione e la povertà. I Francescani, fondati da Francesco d’Assisi, un vero uomo di Dio, predicavano in lungo e in largo e assistevano i malati. I Domenicani, numerosissimi nel secolo XIII, erano un ordine di predicatori.
In questi ordini sorsero dei grandi studiosi. Anselmo, un arcivescovo di Canterbury, scrisse un’importantissima opera sulla redenzione intitolata Cur Deus Homo? (Perché Dio si è fatto uomo?); Pietro Abelardo e il suo discepolo Pietro Lombardo composero dei trattati di teologia; Tommaso d’Aquino, altro teologo, scrisse più di tutti.
Tuttavia, i credenti di oggi probabilmente traggono più beneficio dalle opere più semplici di quell’era, quali l’inno di Bernardo di Clairvaux, un monaco cistercense: “Gesù, il solo pensiero di te riempie di gioia il mio cuore”.
Fu questo il periodo della costruzione delle cattedrali. Furono impiegate immense risorse per costruire enormi edifici “per la gloria di Dio”. Non si può dubitare della sincerità dei loro costruttori, ma oggi esse sono diventate più che altro dei monumenti da turismo, mantenuti con una spesa ingente, di scarsa rilevanza per la chiesa nel senso biblico della parola.
I radicali
Per tutto questo lungo periodo, tuttavia, il cristianesimo “formalistico” non dominò incontrastato. Anche in quei tempi, infatti, ci furono gruppi di credenti che si incontravano in maniera relativamente semplice, sulla base di una relazione personale con Dio per mezzo dei Signore Gesù Cristo. Tali gruppi incontrarono una forte opposizione da parte della chiesa “ufficiale”. Vennero perseguitati e i loro scritti soppressi; spesso venivano anche accusati falsamente di eresia.
I Pauliciani dei secoli VII – IX erano cristiani di questo stampo che vivevano nell’Asia Minore. La Chiave della Verità, un libro di questo periodo, descrive la loro enfasi sul ravvedimento e sulla fede, col battesimo in acqua come suggello della conversione. Elenca anche i requisiti di carattere per gli “anziani” e le procedure per la loro ordinazione. Questo movimento non era certo senza difetti e divisioni interne, ma le vere pressioni vennero da fuori. Per esempio, oltre 100.000 di loro furono uccisi – decapitati, arsi o annegati – per ordine dell’imperatrice Teodora tra gli anni 842 e 867.
Simili a loro furono i Bogomili (“Amici di Dio”) che fiorivano in Bulgaria nel secolo X. Basilio, uno dei loro capi, fu ingannato dall’imperatore, il quale lo invitò a visitarlo col pretesto di cercare la conversione. Basilio gli annunciò il Vangelo, ma fu gettato in carcere e infine arso pubblicamente sul rogo, dopo di che un’ondata di persecuzioni dello stesso genere si abbatté su quelli che condividevano la stessa sua fede.
Un autore contemporaneo del cristianesimo ufficiale accusò i Bogomili di non offrire il culto alla Madonna, di rifiutare le cerimonie ed i dignitari della Chiesa, di chiamare i sacerdoti “Farisei ciechi” e di sostenere che il pane della Santa Cena non era il corpo di Dio ma pane comune. Un altro scrive che “cercano il fondamento stesso, la Sacra Scrittura, per trovare in essa un insegnamento puro, una guida sana per la vita morale”. Che elogio!
La lingua del popolo
Nella Francia meridionale ci fu il movimento degli Albigesi, nei Paesi Bassi dei Beghardi e nell’Europa meridionale dei Valdesi. Questi ultimi presero il loro nome da Pietro Valdo, un ricco mercante di Lione (Francia) nel secolo XII, il quale, dopo la conversione, diede via tutte le ricchezze e cominciò a predicare. Così ebbe inizio una notevole opera di Dio, che rifiutò molti insegnamenti dei Cattolicesimo, appellandosi al Nuovo Testamento.
I Valdesi furono anche tra i primi a predicare nella lingua quotidiana del popolo, in contrasto con l’insegnamento della Chiesa che sosteneva che Dio si doveva adorare unicamente in latino, greco e ebraico! Malgrado le intense persecuzioni, il movimento è riuscito a sopravvivere fino ai tempi della Riforma e, in una forma diversa, sino al giorno d’oggi.
Tempi cambiati
Intanto, Dio preparava la scena per il più grande “terremoto” mai avvenuto nella storia del cristianesimo. Nel secolo XV, alla fine del Medioevo, ci fu una nuova atmosfera nella società europea. Furono riscoperte e valorizzate la letteratura e l’arte latina e greca e ci fu dappertutto uno spirito nuovo, un desiderio di avventura, di intraprendenza, di studio, di ricerca scientifica, di esplorazione e di riesame dello stato attuale delle cose. Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Cristoforo Colombo sono nomi famosi di quest’epoca, a cui si dà il nome di “Rinascimento”.
La riscoperta della letteratura antica ebbe come risultato che i testi ebraici e greci della Bibbia divennero nuovamente oggetto di studio. Ciò non poteva non stimolare dei cambiamenti in una religiosità sterile e formalistica. L’invenzione della stampa; consentì di diffondere rapidamente le nuove scoperte, e così i difetti del sistema ufficiale della chiesa furono messi sempre più in luce.
Un crescente nazionalismo che accompagnava la disintegrazione degli imperi europei comportò una maggiore riluttanza da parte dei re ad essere dominati dai papi. Così il papato perse buona parte della sua influenza. Per un certo periodo ci furono contemporaneamente due papi, uno a Roma e l’altro ad Avignone (Francia), ciascuno dei quali anatemizzava (chiamava maledetto) l’altro.
Il pubblico si rese sempre più conto dei mali del sistema, quali: la compravendita di uffici ecclesiastici (simonia), la vendita di indulgenze (una “garanzia” del paradiso dietro pagamento in contanti), la forte tassazione per sostenere i grandiosi edifici, la vita lussuosa della corte papale, la condotta apertamente depravata di molti papi.
I due Giovanni
Le contestazioni aumentavano, non solo dall’esterno della Chiesa, ma anche dal suo interno. Giovanni Wyclif (1320 - 1384), sacerdote inglese e teologo presso l’università di Oxford, sottopose a critica la Chiesa sulla base di una profonda convinzione che la Bibbia, e non la legge canonica, costituiva l’autorità suprema per i cristiani. Inoltre, egli tradusse la Bibbia latina in inglese perché la gente comune potesse capirla. Anche la predicazione, da secoli quasi un’arte dimenticata, fu ravvivata da Wyclif, il quale inviò dei predicatori itineranti, a due a due, per annunciare il semplice messaggio del Vangelo.
Nell’Europa centrale, Giovanni Hus, dell’università di Praga, si convertì e, influenzato da Wyclif, cominciò ad annunciare il Vangelo. Egli esercitò un’enorme influenza verso il bene. Chiamato ad un’indagine ufficiale dell’autorità ecclesiastica con la promessa di salvacondotto, Hus fu arrestato, imprigionato e, più tardi, arso sul rogo.
Un movimento simile in Olanda, alla fine del secolo XIV, prese il nome di Fratelli della vita comune. Di esso facevano parte Tommaso da Kempis, autore della “Imitazione di Cristo”, e il grande studioso Erasmo di Rotterdam, il quale curò la prima edizione stampata del Nuovo Testamento in greco ed attaccò, con feroce ironia, gli eccessi della Chiesa dei suoi tempi.
Valutazione
Così fu preparata la via alla Riforma. La lunga notte stava giungendo al termine e il nuovo giorno si avvicinava.
Come dobbiamo valutare gli sviluppi di questo periodo? Il sistema monolitico della Chiesa medioevale è stato -mai nelle intenzioni di Dio? E corretto dire che la chiesa in certi momenti si è “solo un po’ sviata”, e che alla fine di questo periodo d’oscurità aveva bisogno sola di qualche piccolo ritocco cosmetico per- tornare conforme alla volontà di Dio? No. Essa è stata invece l’espressione di un triste allontanamento dal modello biblico, modello certamente meglio rappresentato da quei movimenti relativamente piccoli che, attraverso i secoli, cercavano di conservare l’essenza del cristianesimo del Nuovo Testamento, sia al livello individuale che a quello comunitario.
Gli eroi sconosciuti della chiesa medioevale sono stati quegli, fortemente calunniati, che hanno creduto nella Bibbia, uomini che vivevano e insegnavano la semplice fede del Nuovo Testamento e che, come ricompensa, venivano perseguitati, torturati, arsi sul rogo, annegati, decapitati, o costretti a vivere sotto enormi pressioni. E chi erano i loro nemici? I rappresentanti della Chiesa “ufficiale”! Il basso tenore della vita della chiesa ufficiale durante questo periodo viene indicato dalla zona grigia del nostro grafico.
Gesù aveva detto ai Suoi seguaci di aspettarsi delle persecuzioni. Probabilmente essi pensavano che queste sarebbero venute dai pagani, ma fu invece il Giudaismo “ufficiale”, quello che già aveva messo in croce il Messia dopo averlo respinto, che si dimostrò il nemico più temibile anche degli Apostoli.
E sin da allora, il tradizionalista ha sempre perseguitato il radicale, specialmente quando questi ha cercato di ritornare alle norme del Nuovo Testamento. L’organizzazione ha sempre cercato di gettare discredito . sull’organismo, il naturale sullo spirituale, ciò che è morto su ciò che è vita. Non possiamo forse trovare segni dello stesso comportamento nel cristianesimo odierno?
Nel prossimo numero, seguiremo l’affascinante filone della storia ecclesiastica attraverso il periodo della Riforma.