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di Roberto Bacicchi
La Parola di Dio ci insegna che l’uomo è composto di tre parti – spirito, anima e corpo – e che ognuna di esse è oggetto dell’attenzione del nostro Salvatore e Signore Gesù, perché la nostra intera persona possa essere conservata irreprensibile per la Sua venuta (1 Tess. 5:23).
Lo spirito è quella parte dell’uomo che lo rende capace di conoscere Dio ed essere in comunione con Lui. Quando una persona riceve Gesù come Salvatore e Signore, lo Spirito Santo viene a vivere nel suo spirito, che da quel momento è in comunione con Dio. L’anima è la parte psicologica dell’uomo, composta di emozioni, volontà ed intelletto. Il corpo è la parte fisica per mezzo della quale siamo in contatto col mondo in cui viviamo.
È difficile tracciare i confini della “trinità” dell’uomo, poiché le varie parti si influenzano a vicenda. È sempre più evidenziato anche dai medici oggi, che molte malattie ed infermità hanno dietro di loro una causa, e spesso l’intera causa, in un disturbo emotivo. La nostra vita emotiva può influenzare ogni parte del nostro corpo: sangue, digestione, ghiandole, sistema nervoso, pelle, muscoli, eccetera. Il risultato può essere uno stomaco con l’ulcera, attacchi di cuore, alta pressione sanguigna, mal di schiena, emicranie, artriti, acne. Perciò, è necessario guardare al di là della condizione fisica per portare alla luce lo stato emotivo e, a volte, quello spirituale.
Questo può in parte spiegare perché la preghiera per la guarigione fisica di un persona. talvolta non ottiene risposta: è perché ci stiamo concentrando sugli effetti provocati dal peccato o dalle reazioni a delle ferite dell’individuo, mentre dobbiamo piuttosto sradicare le cause. Portando la guarigione alle cause, non solo risolveremo la sofferenza emotiva, ma anche la malattia fisica che ne deriva.
Il ministeri di guarigione di Gesù
Il Signore Gesù è venuto su questa terra per manifestare l’amore di Dio, portare i peccatori ad un rapporto vivente col Padre e restituire così l’uomo alla sua condizione di figlio di Dio. Perciò, per la potenza dello Spirito Santo che agiva in Lui, Egli sanava ogni tipo di infermità e di malattia con la quale veniva in contatto.
Aprendo la Scrittura, a Nazaret, nel giorno che segnò l’inizio del Suo ministero nel mondo, Gesù lesse un passo tratto da Isaia che sintetizzava il Suo ministero: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha unto per evangelizzare i poveri, mi ha mandato ad annunciare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l’anno accettevole del Signore” (Luca 4:18-19). Egli applicò questo brano a se stesso, dimostrando così che il Suo ministero si doveva estendere all’uomo in ogni suo aspetto e comprendeva l’annuncio della salvezza e la liberazione dai demoni (guarigione dello spirito), il risanamento delle malattie e delle infermità fisiche (guarigione del corpo) e la liberazione degli oppressi o, come riporta Isaia 61:1, fasciare quelli che hanno il cuore rotto (guarigione dell’anima).
La grazia e l’interesse di Dio per noi sono quindi totali e non includono solo l’aspetto spirituale della nostra vita, ma anche quello fisico ed emotivo. Durante tutto il ministero terreno del Signore Gesù, lo vediamo mosso a compassione da ogni tipo di bisogno che incontrava e teso a portare guarigione, conforto, salvezza, gioia, nonché a venire incontro alle necessità materiali di folle affamate o di giovani coppie nel giorno delle nozze.
Il Vangelo è pieno di riferimenti alle guarigioni fisiche operate dal Signore Gesù e non c’è da meravigliarsi che Egli abbia risposto a Giovanni Battista che quelle guarigioni, unite alla predicazione del Regno di Dio, fossero l’evidenza del fatto che Egli era Colui che doveva venire (Mat. 11:25).
Ma se è vero. che i Vangeli si soffermano spesso sulle guarigioni fisiche, è anche vero che molto spesso Gesù si trovò di fronte a p ;arsone ferite.
Il Suo insegnamento in se stesso deve aver guarito non poche sofferenze interiori e mostrato a molti la via di uscita dalle proprie prigioni di ferita e dolore interiore. Egli invitava a sé le persone aggravate e travagliate e offriva loro il Suo riposo, e molte correvano a Lui. Trovavano in Lui Qualcuno che non solo capiva perfettamente il loro bisogno, ma si identificava con esso.
Una persona del genere fu la donna che venne in casa di Simone il Fariseo mentre erano a cena (Luca 7:36). Gesù prese posizione contro l’atteggiamento di Simone e accettò lei, le sue lacrime, i suoi baci, il suo olio. Nel suo accostarsi con amore al Signore, quella donna ottenne quel perdono e quell’accettazione che la poterono liberare dal suo passato dissoluto e darle un nuovo inizio.
La stessa liberazione dal passato fu data alla donna sorpresa in adulterio (Giov. 8:2). Gesù condivise la sua umiliazione, il suo senso di condanna e di vergogna, il bisogno di, essere amata che aveva cercato di soddisfare in modo sbagliato, e la sua paura di essere lapidata. Avendo spezzato il potere della censura umana e della solitudine e dei timori interiori, Egli la ristabilì ad una vita nuova più completa dicendole: “Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più!”
Con altri, il nostro Signore fece in modo che esaminassero prima se stessi per guarirli dagli effetti del passato. La donna Samaritana al pozzo di Sicar (Giov. 4) deve aver avuto una vita degradante e dolorosa passando per le mani di sei uomini. Le sue parole rivelano il desiderio di qualcosa di meglio (vv. 19-25). Mettendola a confronto con il tipo di vita che aveva vissuto, Gesù fu in grado di condurla ad una nuova speranza.
Pietro, in particolare, è un esempio del compassionevole desiderio del nostro Signore di guarire un passato che avrebbe potuto segnare in modo permanente tutto il resto della sua vita. Il suo rinnegamento di Cristo al momento dell’arresto fu un’esperienza straziante che deve averlo fatto vergognare di sé e lo ha spezzato. Gesù gli diede la certezza del perdono e guarì per sempre la sua agonia. Fece rivivere a Pietro quell’esperienza ripetendogli per tre volte la domanda “Mi ami?” (Giov. 21:5). Pietro riaffermò il suo amore per il suo Signore, e seppe che questo amore fu accettato. Gesù confermò questa accettazione e la Sua fiducia in Pietro affidandogli l’incarico di “pascere il gregge”. Così l’insieme del peccato, della debolezza e dell’instabilità. emotiva di Pietro fu usata dal nostro Signore per aprire la strada perché egli si desse completamente al Suo servizio.
Gesù è l’unico che può renderci completamente sani. Vuole guarire i nostri cuori rotti. Dove c’è stata confusione mentale, vuole donarci la serenità; dove c’è stata paura, il coraggio e una mente sana e libera dal timore. Vuole ricomporre i rapporti spezzati. Vuole ricostruire i matrimoni distrutti. Vuole renderci capaci di comunicare con gli altri in modo efficace e positivo. Vuole renderci capaci di amare gli altri come ci piacerebbe essere amati e di perdonare gli altri come dovremmo. Vuole che noi siamo la persona che Egli ha stabilito che fossimo. Gesù vuole guarirci interiormente.
L’incarico dato alla Chiesa
Se pensiamo alle conseguenze che certe ferite hanno potuto produrre in tante anime care a Dio, il nostro cuore non può far altro che provare una grande compassione e desiderio di vedere ristabilite pienamente in esse la salute e la pace interiore. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” ha detto Gesù (Giov. 14:27), ma molti sono coloro, anche credenti ripieni di Spirito e in buona salute fisica, che si trovano bloccati emotivamente a causa dei ricordi dolorosi del passato; di ferite e sensi di colpa, paura, condanna ed indegnità, di depressione e sentimenti di rigetto. Sono oppressi nella loro mente e nelle emozioni e privi della gioia della loro salvezza o incapaci di ricevere il Signore Gesù per il blocco che questo lascia nei lori animi.
A volte le persone desiderano ardentemente cambiare, ma non sentono di avere il potere di farlo. Possiamo compiere grandi sforzi nel tentativo di cambiare la nostra mente, ma essa non può guarire se stessa attraverso una ginnastica intellettuale. Solo lo Spirito Santo può compiere questa opera e liberare coloro che si trovano in un continuo conflitto interiore per dare loro sollievo da pensieri, emozioni e ricordi traumatici.
Il Signore ha lasciato oggi la Chiesa in questo mondo a proseguire il Suo ministero nello Spirito e a portare avanti l’opera di salvezza e guarigione dell’individuo. Egli insegnò ai Suoi discepoli a fare le stesse cose che Egli fece. (e anche di più!) e donò loro la medesima potenza che diresse la Sua vita. È compito nostro, quindi, accogliere le anime ferite e portarle ad un rapporto vitale e significativo con Dio. Ha lasciato a noi il compito di fasciare le pecore ferite del Suo gregge. Questo non solo ai pastori (Ezec. 34:4), ma ad ogni credente. Come dimostra la parabola del Buon Samaritano, Gesù ci indica che ogni persona nel bisogno è il nostro prossimo di cui dobbiamo avere cura, e specialmente coloro che sono stati feriti emotivamente e derubati della loro pace dai ladroni di questo mondo.
Pregando con queste persone, possiamo incoraggiarle a lasciare che il Signore Gesù guarisca ogni ferita passata che li trattiene dal crescere, e che li porta a reagire eccessivamente nelle situazioni presenti, facendoli sentire inadeguati a muoversi e fare ciò che Dio richiede da loro.
Ad alcune persone piace vivere nel passato, rivivere e passare sulle ferite, ed essere dei martiri. Gesù non aiuterà queste persone. Ma se vogliamo essere guariti, se desideriamo la pace interiore, Egli è fedele da darcela.
Guarigione interiore e perdono
Nella guarigione dell’anima, o guarigione interiore, cooperiamo con il Signore, permettendoGli di curare e rimuovere dalla nostra natura psicologica le cose che bloccano il fluire dello Spirito. Portiamo Gesù nell’esperienza del passato (che è ancora viva e può controllare la risposta e la condizione emotiva presente) in modo tale che la nostra colpa è perdonata, i nostri legami sono spezzati, la nostra prigionia è trasformata in liberazione e la nostra ferita è sanata dalla rivelazione ed unzione del Signore nei nostri cuori, cosicché possiamo camminare in novità di vita.
È pertanto importante insegnare alle persone a praticare, e ricevere la presenza di Gesù nel loro presente, passato e futuro, aiutandole, a perdonare ognuno e rendendole libere di vivere al presente nel loro più pieno potenziale.
Questo fatto del perdono è fondamentale. Tante persone hanno risentimenti, amarezze, rancori nel cuore per torti e ferite subite nel passato, anche in mezzo al popolo di Dio. Questo non le aiuterà certamente a guarire, anzi le rende ancora più schiave. Gesù disse in Matteo 18 che rifiutare il perdono a coloro che possono averci fatto del male ci pone in mano ai tormentatori; e infatti cosa c’è di peggio dell’essere preda di agitazione, depressione, ira, risentimento e cose simili a causa del nostro rifiuto di perdonare? Inoltre Gesù ci chiarisce che se non perdoniamo, non saremo perdonati, e così impediremo alle acque viventi dello Spirito di portare guarigione là dove noi siamo stati feriti.
Alcune persone possono trovare molto difficile perdonare determinati torti e ferite subite e possono sentire l’ira, l’odio e sentimenti simili salire dall’interno ogni volta che ripensano a certi episodi di cui sono state vittime. Possiamo simpatizzare con le vittime di violenze sessuali, dell’infedeltà del coniuge, del divorzio, di un genitore alcolizzato; ma è importante decidere di perdonare anche in mezzo a tali difficoltà e allora il Signore si prenderà cura di guarire l’emozione collegata a quel ricordo.
Il perdono è uno scudo che ci protegge emotivamente dal tormento del passato. Molte persone possono già trovare guarigione in questo semplice atto, ma in ogni caso esso permetterà allo Spirito Santo di sanarci dall’interno e aprirà la strada a Gesù perché ci guarisca dalla ferita emotiva che si è creata in noi.
Una guarigione interiore completa può avere luogo solo dopo che noi perdoniamo quelli che ci hanno feriti e dopo che abbiamo dato le nostre ferite e paure passate totalmente al Signore.
Ogni esperienza che abbiamo avuto ha modellato la nostra personalità e ci porta ad agire in quel modo che ci caratterizza. Gli psicologi dicono, che quello che ci accade nei primi anni di vita forma la base del modo in cui agiamo e reagiamo alle situazioni per il resto della nostra vita.
Dalle cose buone o malvagie che hanno riempito il nostro cuore. trarremo lo spunto per l’azione presente (Matt. 12:35-36). Spendiamo una buona parte della nostra energia mentale ed emotiva a reprimere ricordi dolorosi.
La guarigione, però, non verrà reprimendo dentro di noi i brutti ricordi o le ferite, ma portandole alla luce, perdonando coloro che li hanno causati (e anche noi stessi per quella che è la nostra parte di colpa) e rimuovendo gli ostacoli che possiamo togliere noi. Poi portiamo il ricordo a Gesù, e Gesù nel ricordo, aprendo a Lui la parte intima di noi stessi che ha bisogno di essere sanata. Spesso è utile che un ministro di Dio o un .fratello maturo ci aiutino a vedere Gesù anche là dove le nostre ferite gli hanno chiuso la porta e, attraverso i doni e la rivelazione dello Spirito, ci portino alla presenza di Dio perché il nostro dolore, esposto ai raggi della Sua luce e del Suo amore, sia guarito dal calore del Suo abbraccio e dalla bellezza della Sua presenza.
Non tutte le brutte esperienze del passato sono causa di problemi emotivi ai presente. I problemi emotivi sorgono solo quando un’esperienza dolorosa del passato ci ha condotto a dare giudizi negativi sulla vita e sulle persone, a credere e sentire cose negative e ad agire in maniera conseguente al nostro modo di vedere la situazione. Oppure il dolore è così grande che lo reprimiamo senza avere il coraggio di fronteggiare la realtà di quello che è successo. Se solo Gesù può entrare in quell’emozione per guarirla e darci un atteggiamento positivo di fede, il nostro modo di vivere può cambiare.
I discepoli di Emmaus
Come esempio di ciò che intendiamo dire, possiamo prendere quella coppia dal cuore rotto che stava percorrendo la strada verso Emmaus come ci viene descritto in Luca 24. Essi avevano sofferto un’esperienza molto dolorosa tre giorni prima. Avevano visto la morte del loro Signore Gesù sulla croce, le loro speranze di salvezza e liberazione erano crollate ed erano molto tristi.
Ed ecco che, nel loro dolore, Gesù si accosta loro anche se essi, così presi dal proprio tormento interiore, non lo riconoscono (e quante volte anche noi siamo così concentrati sulle nostre proprie ferite da non accorgerci di quello che Gesù ci dice o della Sua presenza consolante e guaritrice!). Egli comincia ad interessarsi al loro dolore ed essi gli aprono il cuore e gli raccontano la loro esperienza. Essi credono che Egli sia morto e si sentono molto tristi al riguardo. Perciò hanno deciso di tornare a casa loro e stanno agendo di conseguenza incamminandosi verso le loro dimore. La loro esperienza ha causato delle reazioni e in tutto ciò c’è un miscuglio complesso di esperienze, credi, sentimenti, decisioni ed azioni.
Gesù comincia rimproverandoli, poi li esorta e li consola con le Scritture. Cena con loro e i loro occhi si aprono e lo riconoscono – è vivo! Da questa esperienza positiva del Gesù risorto, essi credono che Gesù è vivente, si sentono felici, perciò decidono di tornare a Gerusalemme e agiscono correndo a diffondere la notizia. Due persone col cuore rotto dopo un’esperienza molto dolorosa che li aveva lasciati senza speranza e pieni di incredulità, sperimentano un rinnovamento totale del loro credere e delle loro emozioni una volta che il Cristo vivente si manifesta loro e li guarisce con la Sua presenza consolante! Tutto questo porta profonda gioia, sollievo e libertà là dove il dolore aveva riempito i loro cuori. La presenza del Signore, il Suo tocco, la Sua voce e la nuova visione che impartì loro operarono un cambiamento meraviglioso.
Vediamo perciò quanto il nostro modo di agire è influenzato dalle decisioni che abbiamo preso nel nostro cuore, le quali sono le conseguenze dei sentimenti che derivano dal nostro credere. Un credere sbagliato o negativo porterà perciò ad azioni sbagliate o negative e ad inutili esperienze dolorose nella nostra vita.
Guarigione interiore e rinnovamento della mente
Ed ecco il fine ultimo della guarigione interiore: il rinnovamento della nostra mente. Là nostra mente non può guarire se stessa attraverso uno sforzo ginnico a pensare positivamente, ma è l’unzione del Signore attraverso la potenza dello Spirito Santo che produce in essa un cambiamento radicale.
A volte la guarigione di una ferita può essere sperimentata in un attimo, ma l’incredulità di anni è come un solco nella mente; le nostre menti possono così facilmente pensare secondo i vecchi modelli anche quando i nostri cuori si sentono così differenti. I discepoli di Luca 24 rinnovarono le loro menti e di conseguenza furono trasformati (cfr. Rom. 12:2).
Essi espressero la loro nuova posizione di fede (v. 32) e corsero a raccontarla ad altri (v. 35). Confessare con le mie labbra a me stesso, credere a quel che dico impegnando il cuore e la vita in quella direzione ed esprimere quello che credo ad altri, rinforza la nuova attitudine mentale in cui Gesù mi ha portato. La trasformazione segue e il diavolo non può togliere il seme piantato nel mio cuore.
Certamente non tutti i tipi di ferita e non tutti i casi sono di semplice soluzione. A volte il problema è molto più profondo e lontano nel tempo e ha prodotto delle lacerazioni molto profonde nella personalità; il ministero dovrà essere più curato e specifico, e ci sarà bisogno di tempo per vedere una completa guarigione. Sarà perciò necessario lasciarsi condurre dall’unzione dello Spirito Santo, ma non poniamo limiti alla grazia di Dio, se non quelli della nostra’ fede.
Ricordiamoci infine che le nostre. emozioni e la loro guarigione dovrebbero essere viste nel contesto della nostra vita nel Regno. Vi saranno certamente valli, fallimenti, delusioni che fanno parte degli alti e bassi della vita. Ma possiamo essere vincitori riposando nel Signore, sottomettendoci a Lui, obbedendoGli, appoggiandoci su di Lui e confidando in Lui.
Così correremo a dire: “Gesù è vivente, Gesù è Signore, Gesù è Salvatore e Re”. Come un popolo guarito, un popolo pieno di potenza, racconteremo le Sue opere meravigliose. Proclameremo la buona novella ai poveri, fasceremo i cuori feriti, libereremo i prigionieri, guariremo i malati.