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di Emilio Ursomando
“Il mio regno non è di questo mondo”(1). Questa affermazione di Gesù deve farci riflettere e considerare che noi viviamo, abitiamo ed agiamo in un mondo che non è il regno di Cristo, ma che è sottoposto alla legge di un altro re: Satana, l’avversario di Dio.
L’apostolo Giovanni dichiara: “Il mondo giace nel maligno”(2) e Gesù disse a quelli che si stavano preparando a seguirlo: “Voi non siete del mondo”. Cosa significa tutto questo per noi, cristiani del ventesimo secolo?
Una colonia del cielo
Dobbiamo renderci conto che noi siamo, agli occhi del diavolo e del suo esercito, una colonia di invasori, gente nemica! Non stupiamoci allora se, come aveva già avvertito Gesù, il mondo ci odia. “Perché non siete del mondo, perciò il mondo non vi conosce, altrimenti il mondo amerebbe ciò che è suo”(3). Che ce ne rendiamo conto o no, siamo stranieri! Quando abbiamo incontrato e ricevuto Cristo come il Signore della nostra vita, siamo stati tirati fuori da un regno e trasportati in un altro. Dio ha spezzato le nostre radici terrene e ci ha piantati nel cielo. È scritto: “Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura”(4). Dio ha fatto di noi delle nuove creature, ci ha anche dato un nome nuovo, che però conosceremo solo quel giorno(5). Ci ha dato anche una cittadinanza nuova, cosicché adesso, secondo l’affermazione della stessa Bibbia, siamo cittadini del cielo(6).
Non cerchiamo allora riconoscimenti, gloria e soprattutto giustizia su questa terra. Noi siamo del cielo! Là c’è il nostro vero nome, lì la nostra casa, li c’è il nostro tesoro. La nostra stessa vita “è nascosta con Cristo in Dio”. La terra non è più la nostra patria, essa è, ora, soltanto il nostro campo di lavoro, il luogo dove facciamo delle scelte e prendiamo delle decisioni che determineranno ciò che saremo per tutta l’eternità.
I più forti
Siamo dunque in territorio nemico ed anche molto inferiori per numero, ma siamo i più forti! Possiamo vivere senza timore ed in più fare il nostro lavoro per il Signore, perché “neppure un passero cade, se il Padre non vuole, e voi non valete forse molto più di un passero?”(7). Gesù è già il Signore, anche se, come è scritto, “al momento non vediamo che tutte le cose gli sono sottoposte”(8). Egli ha detto: “Il regno di Dio è tra voi”(9) ed ha detto anche “In verità io vi dico, molti di voi non morranno prima di aver visto il regno di Dio venire con potenza”(10). Allora la questione è molto semplice: o in mezzo a noi vivono uomini e donne di duemila anni di età (cosa assurda!) o il regno è effettivamente venuto. Ed è così: il regno di Dio è venuto! Non è ancora manifestato in tutta la sua gloria, ma è venuto, è tra noi. Come il piccolo granello della parabola, sta crescendo, in un modo che noi stessi ignoriamo, ma cresce(11).
L’uomo forte è stato legato dalla potenza del Figlio di Dio, i principati e le podestà sono state spogliate di tutta la loro forza, Gesù Cristo il Signore ha già trionfato su loro per mezzo della croce(12). In più, Egli ha detto a quelli che scelgono il Suo regno: “Ecco, io vi ho dato la podestà di calpestare serpenti e scorpioni e tutta la potenza del diavolo e nulla potrà farvi del male”.
Siamo dunque in terra nemica, ma siamo i più forti. Satana ci teme perché, anche se non vuole ammetterlo, egli sa che è vero: Colui che è in noi è più grande di colui che è nel mondo!(13)
Evangelizzare
Ogni nostra decisione, ogni iniziativa che miri ad estendere il Regno di Dio sulla terra, equivale ad un progetto di invasione del regno del diavolo. E’ normale che egli venga ad ostacolarci. Ogni qualvolta parliamo ad una persona dell’opera compiuta da Gesù sulla croce, stiamo in realtà proponendo un piano di evasione ad un prigioniero, ad un suddito dell’orgoglioso sovrano di questo mondo, il diavolo. Non stupiamoci se ci ruggirà contro e se cercherà in tutti i modi di fermarci o di distruggerci. Visto che non è riuscito nel suo tentativo di usurpare il cielo, egli cerca ora di impedire che il Regno di Dio venga e che la Sua volontà sia fatta qui sulla Terra, come è fatta nel cielo. Mediante una rete ben organizzata di angeli, spiriti e demoni (e uomini!) che gli hanno offerta la loro vita, con una precisa gerarchia di principati, signorie, podestà e potenze con ai loro ordini attivissime schiere di demoni, tutti ben addestrati ed ognuno con una particolare “specializzazione”, egli controlla il mondo, dominando ed influenzando con il suo potere le menti degli uomini. Egli mette il suo maggior impegno: a) nell’accecare le menti degli uomini, affinché non credano all’Evangelo del Signore Gesù(14), perché questo significherebbe, in termini di numero, una perdita per il suo regno, ed in termini di prestigio, un indebolimento agli occhi dei suoi sudditi, della sua immagine e della sua credibilità di re di questo mondo; b) nell’accecare le menti dei cristiani, cercando di mostrarci gli altri uomini come i nostri nemici. Ma la Parola continua ad essere una luce davanti a noi ed essa ci ricorda: “Il nostro combattimento non è contro carne e sangue, ma è contro le forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti”(15).
E c’è un’altra parte di verità che vale la pena di rimarcare, perché può aiutarci a correggere il nostro atteggiamento verso i non-credenti, rendendo la nostra evangelizzazione più incisiva e fruttuosa. Intendo riferirmi a quello che ci rivela l’apostolo Paolo e cioè che la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, e geme, aspettando la manifestazione dei figli di Dio 16). Ecco la verità, quella vera, non quella che il diavolo vuole farci credere: la creazione ci aspetta, la gente ci aspetta! Non è vero che gli uomini ci odiano. “Il mondo” (cioè tutto ciò che è dal diavolo) ci odia, ma la creazione aspetta, aspetta noi, gemendo. I cieli sono oppressi, i fiumi sono oppressi, gli uccelli sono oppressi, gli uomini sono oppressi. C’è come un canto represso nella gola dell’intero creato, un canto che “noi” dobbiamo liberare, usando l’autorità dataci da Dio per ricondurre ogni cosa a Cristo. Comprendiamo forse meglio, adesso, la portata della parola “evangelizzare”?
Potenza
Evangelizzare non significa soltanto annunciare la buona notizia del Regno di Dio. Gesù, colui che per primo ha predicato la buona notizia,. specificò con queste parole i termini del suo mandato: “Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo Egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a proclamare liberazione ai prigionieri ed ai ciechi il recupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi e a predicare l’anno accettevole del Signore”(17).
Vediamo che c’è molto di più della semplice comunicazione della verità. Gesù disse ai suoi discepoli: “Andate, cacciate gli spiriti, guarite i malati, resuscitate i morti e a tutti quelli a cui vi avvicinate, dite: Il Regno di Dio si è avvicinato a voi”. Non è certamente dire: “Devi ravvederti o andrai all’inferno. lo ti ho avvertito, ora sbrogliatela da solo!”
Non è così che operava Gesù, non è questo che intendeva quando disse: “Andate!”. Evangelizzare è di più. Più che parlare, più che dimostrare di avere ragione; è liberare i prigionieri, guarire i malati, fasciare i cuori rotti, ridare la vista ai ciechi.
Domandiamoci allora, alla luce di questo: stiamo evangelizzando nel modo che intendeva Gesù? O non stiamo piuttosto seminando solo delle parole? Liberazione ai prigionieri, conforto agli afflitti, guarigione ai malati! Tutto questo non piace a sua maestà il diavolo. Egli è omicida fin dal principio(18), odia l’umanità. Gesù dice di lui che egli viene solo per ammazzare e distruggere Egli si opporrà all’annuncio del “vero” vangelo, con ogni mezzo. Dobbiamo sapere questo! Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che, quando stiamo pensando di evangelizzare, non stiamo semplicemente decidendo di andare in una certa piazza a “parlare di Gesù”, ma stiamo preparando un piano di invasione del territorio del diavolo. Egli ci precederà sul posto e programmerà le sue difese, per impedire che il messaggio sia annunciato nel modo. giusto e che le persone credano. Per questo motivo, l’apostolo Paolo chiarisce e avverte: “Il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza”.(19) Possiamo allora dire che il Vangelo del Regno non può dirsi veramente annunciato se non compare la potenza! Le sole parole sarebbero sufficienti se dovessimo solo “convincere” le menti, ma per “liberarle” dall’influenza accecatrice di Satana, abbiamo bisogno di potenza spirituale.
“Andate” e “Aspettate”
Nel libro degli Atti(20), il Signore Gesù ordinò ai suoi discepoli di non muoversi da Gerusalemme. Prima aveva detto “Andate”(21), qui sembra contraddirsi e dice loro: “Aspettate”. Riflettiamo su questo: abbiamo tutti un mandato, ma abbiamo i requisiti per adempierlo? Forse, dobbiamo and, ora aspettare la realizzazione della promessa perché è scritto: “Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi e mi sarete testimoni”(22).
Essere testimoni, nel discorso di Gesù, è strettamente collegato alla potenza. I discepoli conoscevano la verità, avevano visto il Cristo risorto dalla morte, avevano ascoltato per tre anni e più il suo insegnamento sulle cose dei Regno: potevano essere testimoni! Ma tutto questo, afferma Gesù, non era sufficiente: dovevano ancora ricevere la potenza!
Conoscere la verità non è sufficiente. Occorre potenza! Uscire con una grossa Bibbia non impressiona molto il diavolo, egli non teme un libro né delle parole, per quanto vere e grandi e “sante” esse possano essere. Egli si ritira solo davanti alla Parola dichiarata con fede ed autorità da persone consacrate ed unte di Spirito Santo.
Cercare l’unzione
L’apostolo Pietro, parlando di Gesù al pagano Cornelio, sintetizza in questi termini il ministero del Messia: “… vale a dire la storia di Gesù di Nazareth; come Dio l’ha unto di Spirito Santo e di potenza; e come egli è andato attorno facendo del bene e guarendo tutti coloro che erano sotto il dominio del diavolo”(23).
“… Dio l’ha unto”. Era questo il segreto della potenza spirituale di Gesù: aveva l’unzione! Dobbiamo cercare l’unzione o non rappresenteremo mai un pericolo per il diavolo, non saremo mai uno strumento valido nella mano di Dio. “Le nostre armi non sono carnali”(24), avverte l’apostolo Paolo. Ricordiamolo, Gesù disse: “Egli mi ha unto per …”. Liberare, dare la vista ai ciechi, guarire i malati, era la missione di Gesù; l’unzione era ciò che gli comunicava la potenza per adempierla.
Gesù venne con una missione ben precisa, oltre ad insegnare, egli fu soprattutto un uomo di azione. Conosceva molto bene le opere che il Padre gli aveva affidate, ed alla fine del suo ministero su, questa terra poté dire: “Tutto è compiuto!”. E scritto di lui: “Egli è stato manifestato per distruggere le opere del diavolo”(25) ed egli ha lasciato detto, per ognuno di noi: “Come il Padre ha mandato me, io mando voi”. A fare cosa? A distruggere le opere del diavolo! Così, quando leggiamo che la creazione aspetta la manifestazione dei figli di Dio, dobbiamo ricordare a noi stessi che il passo vuole anche intendere: “perché essi distruggeranno le opere del diavolo!”. Dio ha in cantiere una grande guerra! La profezia di Aggeo sta per adempiersi: “Ancora una volta io farò tremare il cielo e la terra, il mare e l’asciutto”(26). I primi apostoli fecero tremare la terra, noi vedremo i cieli scossi dalla potenza del Signore e tutte le gerarchie sataniche rovinare sotto l’urto impetuoso del popolo di Dio che ha riconquistato l’unzione del Santo.
Ricordiamolo: lo scopo ultimo di Dio è quello di ricondurre sotto un solo Capo, cioè Cristo, tutte le cose, tanto quelle che sono nei cieli quanto quelle che sono sulla terra. A noi, alla Chiesa, è affidato il glorioso mandato di preparare la via al Signore che sta per venire, traendo all’ubbidienza di Cristo ogni altezza ed ogni ragionamento che si eleva contro la conoscenza del Figlio di Dio(27).
Ma il diavolo non cederà il passo per galanteria. Va legato! E per poterlo legare abbiamo bisogno di Spirito Santo e di potenza.
Prima il cielo, poi la terra
“… tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli”(28).
Quello che leghiamo o sciogliamo sulla terra, viene legato o sciolto nei cieli. Dobbiamo essere consapevoli di questo: ad ogni nostra azione sulla terra corrisponde un’azione di DIO nel cielo!
Saperlo ci consente di muoverci con maggiore sicurezza ed autorità. In Fil. 2:10, leggiamo: “… affinché nel nome di Gesù, si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, ed ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio”. Così vediamo che il primo ginocchio che deve piegarsi è nei cieli. Perché “ogni lingua” confessi, qui sulla terra, che Gesù è il Signore, c’è un ginocchio che deve piegarsi nei cieli.
Questo ci insegna un principio molto importante, nella guerra spirituale: dobbiamo vincere nei luoghi celesti, prima di poter vincere sulla terra. Solo dopo che avremo legato il potere del diavolo, potremo vedere una risposta al Vangelo di Gesù Cristo nella gente intorno a noi.
Solo quando Satana sarà obbligato a piegare il suo ginocchio nei cieli, solo allora vedremo, qui sulla terra, uomini e donne piegare il loro ginocchio davanti a Dio e confessare con la loro bocca che Gesù Cristo – è il Signore, alla gloria del Padre.
Abbiamo già citato Ef. 6:12. Ricordiamolo! Evangelizzare è combattere, è invadere un regno con la potenza di un Regno più grande. Il nostro nemico è il diavolo, non gli altri uomini. Gli uomini vanno liberati!
(1) Gio. 18:36
(2) 1 Gio. 5:19
(3) Gio. 15:19
(4) 2 Cor. 5:17
(5) Ap. 2:17
(6) Fil. 3:20
(8) Eb. 2:9
(9) Lc. 17:20-21
(10) Lc. 9:27
(11) Mc. 4:26-29
(12) Col. 2:15
(13) 1 Gio. 4:4
(14) 2 Cor. 4:4
(15) EL 6:12
(16) Rom. 8:19-22
(17) Lc. 4:18-19
(18) Gio. 8:44
(19) 1 Cor. 4:20
(20) At. 1:4-8
(21) Mat. 28:19
(22) At. 1:8
(23) At. 10:38
(24) 2 Cor. 10:4
(25) 1 Gio. 3:8
(26) Ag. 2:6-7
(27) 2 Cor. 10:4-5
(28) Mt. 16:19