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di Ernesto D. Bretscher
Mentre i 250 chilometri dell’autostrada per Roma sfrecciavano veloci sotto i pneumatici dell’automobile, i miei pensieri si interrogavano riguardo al senso di quanto stavo facendo. Erano dieci anni ormai che, con un numero variabile di pastori e di credenti, ci incontravamo il primo lunedì di ogni mese per pregare per un risveglio. Tutte le volte era lo stesso grido: “Signore, manda il risveglio nel nostro Paese!”
Il risveglio sembrava un sogno: ricercato, atteso e desiderato da tanti. Ma mi chiedevo se era sufficiente quello che facevamo. Avrebbe prodotto il risultato tanto desiderato? Ci stavamo muovendo veramente dietro lo stimolo dello Spirito Santo? E poi, per quale motivo desideravamo il risveglio? Non era forse per riempire i nostri luoghi di culto semideserti e avere così un ministero più gratificante? o magari per sentire il Signore un tantino di più dalla nostra parte? Quali erano le nostre vere motivazioni?
Non era facile rispondere a tali domande. Cercavo tuttavia di capire il punto di vista del Signore.
Sonnolenza
Continuavano a giungere da diverse parti del mondo notizie di chiese che crescevano rapidamente, ed erano anni ormai che desideravamo vivere la stessa esperienza. Almeno, dicevamo di volerlo, ma in realtà eravamo tutti troppo presi dai nostri vari impegni per cercare seriamente il Signore per un risveglio. Dopo tutto, la vita comoda, tranquilla e serena piace a tutti. Perché affliggersi? “Il risveglio verrà quando il Signore lo vorrà!”
Ma una simile conclusione non poteva soddisfare la mia ricerca. E tra le tante altre domande, mi chiedevo cosa fosse un risveglio e che cosa ci aspettavamo da esso. Sapevo che molti lo identificavano con la manifestazione della potenza di Dio nella Chiesa tramite segni, prodigi e miracoli; altri con campagne evangelistiche “megagalattiche” come quelle di Reinhard Bonnke; altri ancora, con chiese che si riempiono di anime nuove o con intere nazioni che accettano il Signore.
Ma dai resoconti dei vari risvegli che hanno caratterizzato la storia della Chiesa, mi sembrava che queste fossero piuttosto il frutto del risveglio.
Come vuole il termine stesso, il risveglio deve avere a che fare con il sonno. Deve significare: “abbandono di uno stato inconscio o di sonnolenza per entrare in uno stato di piena lucidità e vitalità”. È il ripristino di uno stato già vissuto in precedenza e perduto per via del sonno. Per cui il risveglio, più che iniziare tra le masse, dovrebbe iniziare con l’intervento di Dio nella chiesa, che nel corso degli anni ha perso lucidità e vitalità, adagiandosi sulle rivelazioni e sulle benedizioni del passato.
Non a caso molte comunità guardano l’esempio della Chiesa primitiva e cercano di imitarlo. Chiunque guida una comunità avverte dentro di sé una profonda insoddisfazione quando non si riesce a riprodurre questo modello originale.
E anche tra di noi c’era chi, pur soffrendo, non vedeva altra possibilità che accettare la situazione, chi cercava delle razionalizzazioni, chi reagiva cercando un modello diverso e chi non aveva altra soluzione che gridare a Dio. Ma tutti sapevamo che noi e le nostre chiese eravamo ben lontani dal soddisfare le attese di Dio. Volevamo fare qualcosa. Ma solo negli anni successivi, osservando e studiando i vari risvegli del passato e quelli contemporanei, cominciai a trovare le prime risposte, risposte che cercherò ora di riproporre.
- RINNOVAMENTO
“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà” (Rom. 12:1-2).
In tutta onestà, devo riconoscere che “non conformarmi a questo mondo” va contro le mie tendenze naturali. In fondo, sul piano naturale sono anch’io un “figlio di questo mondo”. È la società che mi ha formato con la sua cultura, ed essa continua ad influenzare sensibilmente il mio linguaggio, i miei pensieri, le mie attività, le mie aspirazioni. La gente intorno a me, il lavoro, i mass media, il clima sociale, tutti influenzano e condizionano la nostra vita. Senza che ce ne accorgiamo, pur avendo un’etica e una morale profondamente evangelica, finiamo per essere influenzati e condizionati dal Principe di questo mondo.
Impegni
Per esempio, la maggior parte di noi esce di buon mattino per dirigersi sul posto di lavoro e rientra la sera stanca ed esausta. Tutte le energie sono state date all’azienda. Quanti bravi credenti riescono ancora, in queste condizioni, a dedicare quotidianamente un’ora sola al Signore (Matt. 26:40)? Quanti riescono a mettersi ancora al servizio della Chiesa, del prossimo, del Signore? Solo pochi forti!
La vita è dura, è piena di impegni, di imprevisti, di tensioni e di stanchezze. Dopo aver dato ciò che ci chiede la società, avremo pur diritto di riposare, godendoci magari un bel film in TV nella nostra poltrona. E così per tanti di noi la vita scorre veloce, mentre nostro malgrado finiamo per vivere solo per noi, per i nostri figli e per le imprese per cui lavoriamo. Il “principe di questo secolo” se ne può stare tranquillo! La Chiesa è talmente presa dagli impegni quotidiani da non avere più il tempo, la forza e la visione per dargli fastidio.
Ma se siamo onesti, nel profondo di noi stessi qualcosa grida insoddisfatto. Sentiamo tutti che stiamo mancando il bersaglio, che stiamo venendo meno al nostro mandato. Ci riconosciamo inadempienti, e da questo nasce il grido: “Signore, incontraci, visitaci, manda tra di noi un risveglio. Abbiamo bisogno di te!” Sì, vorremmo tutti vedere Dio all’opera.
Dobbiamo però farci una domanda. Siamo pronti a pagarne il prezzo, a permettere che Dio sconvolga i nostri attuali equilibri, i nostri pensieri, le nostre abitudini? Siamo disposti a permetterGli di disporre di noi come e quando gli piace?
Leggendo le Scritture, notiamo che ogni grande intervento di Dio è stato preceduto da un tempo di preparazione. Vedi il grido degli Israeliti in Egitto prima che Dio mandasse Mosè. Vedi l’afflizione degli Ebrei prima che Dio mandasse Esdra e, più tardi, Nehemia. Vedi la predicazione di Giovanni Battista prima che mandasse Gesù. “Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; e io mi lascerò trovare da voi”. Queste parole di Geremia (29:13) sono più che attuali per noi. Dio inizia a mettere in noi – talvolta direttamente, altre volte per la voce di profeti, apostoli o evangelisti – il desiderio di Lui, il bisogno di cercarLo.
Ma Egli non si muove se noi non gli rispondiamo, se non ci vede pronti a pagarne il prezzo, di offrirci cioè in sacrificio vivente, dandogli il meglio di noi stessi, del nostro tempo e delle nostre forze per cercare la Sua faccia e metterci a Sua disposizione.
Si parla dunque di rinunce. Ma di quali? La famiglia, il lavoro e gli impegni della nostra vita chiedono già tanto del nostro tempo e delle nostre energie, impegni che solo in qualche raro caso possono essere ritoccati. Ma nelle condizioni in cui ci troviamo, che cosa potremmo ancora fare o dare per Dio?
Priorità
Per cominciare, possiamo mettergli da parte il nostro tempo libero. Non parlo del riposo fisico di cui tutti abbiamo bisogno, ma di quel tempo che impieghiamo per oziare, per non far nulla, guardare la TV, gironzolare per casa senza combinare niente di significativo. Questo tempo può essere invece dedicato alla preghiera, alla ricerca del Signore, alla lettura della Parola di Dio. La preparazione della via al risveglio deve diventare una priorità per tutti noi, la nostra stessa ragione di vita. Bisogna rivedere le nostre priorità e rinnovare il modo in cui concepiamo la vita.
Questa lista di priorità, in ordine di importanza, potrà essere utile:
- Il Signore e i suoi desideri.
- La famiglia.
- Attività secolari, lavoro.
- 4. La chiesa.
- I bisogni della gente.
- Noi stessi, il tempo libero, lo svago.
Praticamente, questo significa iniziare a strutturare la nostra vita come segue:
- Sonno: 7 – 8 ore
- Preghiera (adorazione,intercessione, combattimento): 1 – 2 ore
- Lavoro quotidiano e il tempo di viaggio per raggiungerlo: 8 – 10 ore
- Tempo per la famiglia (dialogo, pasti, vario): ca. 3 ore
- Tempo per la Chiesa, per il prossimo, per gli amici: ca. 3 ore
Totale: 24 ore
Organizzare la nostra vita in questi termini è possibile solo se il nostro cuore è veramente orientato alla ricerca del Signore e all’edificazione della Sua Chiesa. Lo spirito di questo mondo ci porta a vivere per noi stessi e per i nostri affetti ed interessi naturali. Lo spirito da cui il Signore invece vuole vederci animati è quello di vivere desiderando Lui e la Sua Chiesa. Senza un cambiamento radicale nella nostra mente, nelle nostre priorità, nei nostri equilibri, il risveglio rimarrà lontano da noi.
- RESTAURAZIONE
“Spianate, spianate, preparate la via, togliete gli ostacoli dalla via del mio popolo! Poiché casi parla Colui ch’è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità e che ha nome `il Santo’ : Io dimoro nel luogo alto e santo, ma sono con colui ch’è contrito e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore dei contriti” (Isaia 57:14-15).
“Togliere gli ostacoli …”! Molti pensano che non ci siano ostacoli che impediscano a Dio di agire. Sarà vero teoricamente; ma Dio ha scelto di servirsi del Suo popolo. E gli ostacoli sono davanti al Suo popolo. Si comincia dunque a preparare la visitazione di Dio, togliendo gli ostacoli!
Di recente ho avuto il modo di partecipare a convegni in varie nazioni, organizzate da diverse chiese e denominazioni. È stato significativo come un po’ tutti facevano discorsi di restaurazione, ricostruzione e rinnovamento della Chiesa, mettendosi in discussione davanti al Signore. Se parlare di “restaurazione della Chiesa” vuol dire far parte di un movimento, non può che essere un movimento voluto e guidato da Qualcuno più grande dell’uomo, perché sfugge al controllo dell’uomo. È un discorso che Dio sta facendo alla Sua Chiesa, e proprio in vista del risveglio. “Spianate, spianate, preparate la via, togliete gli ostacoli dalla via del mio popolo!”
Di ostacoli all’opera di Dio ce ne sono ancora tanti, a partire dalla mentalità del mondo nella Chiesa: l’individualismo (vivere per le proprie soddisfazioni), il provincialismo (la chiusura nei confronti degli altri), il protagonismo (mettersi in evidenza), e poi le divisioni interne ed esterne, i peccati di religiosità, di legalismo, di ipocrisia, il compromesso, perfino l’immoralità, la disonestà, l’idolatria …!
Tutta la Chiesa, nelle sue varie forme ed espressioni, deve ritornare alla fedeltà al Signore e alla Sua Parola. Tutti noi, nessuno escluso, dobbiamo metterci in discussione; proprio come fecero Huss, Savonarola, Lutero, Knox, Wesley, Fox e tanti altri, che pur mettendo a repentaglio le loro vite, hanno messo in discussione se stessi e le chiese nelle quali ministravano. E qualcuno per questo è finito sul rogo. Hanno dato la loro vita pur di spianare la via al Signore e togliere gli ostacoli al Suo popolo. E noi siamo in qualche modo il frutto dei loro sacrifici e della loro vita consacrata.
Vogliamo il risveglio? Leviamoci con la stessa consacrazione di questi uomini di Dio per correggere quello che in noi e tra di noi non va, dedicando la nostra vita a questa causa. Spianiamo e prepariamo anche noi la via al Signore perché possa visitare il nostro Paese e il nostro continente con un potente risveglio!
- RISVEGLIO
Osservando i vari risvegli della storia e quelli in atto oggi nel mondo, pare di poterli distinguere in due tipi.
Uno è frutto di un intervento sovrano ed improvviso di Dio in favore di una regione, una nazione o un continente (ad esempio, il Sud America oggi). È caratterizzato dall’emergere di chiese che possiedono una forte visione e una chiara comprensione del combattimento spirituale. Solitamente compaiono uno o più ministeri evangelistici molto forti, oggi spesso caratterizzati anche dalla manifestazione di molti segni, miracoli e guarigioni. Diventano quindi movimenti di massa notevoli con decine, addirittura centinaia di migliaia di decisioni per Cristo!
Le difficoltà di un simile movimento di Dio – oggi in atto in Africa, nel Sud America e in alcune regioni d’India – sono quelle dell’inserimento nella chiesa di queste migliaia di persone. Comunque, spesso le chiese vengono scosse e svegliate dal loro torpore e prendono coscienza della propria debolezza, infedeltà e carenza di Spirito Santo, e corrono ai ripari. Si umiliano e si donano con sacrificio alle anime nuove e così, anche se non senza difficoltà, hanno la possibilità di raccoglierne parecchie. Nello stesso tempo crescono nel rapporto con Dio, nella santità e nella preghiera, con il risultato che crescono anche numericamente.
Incontrano meno difficoltà invece quelle chiese che si erano preparate e che si trovano quindi pronte a ricevere la visitazione di Dio. Ricorderò con emozione le accorate parole del pastore argentino Alberto Scattaglini: “Fratelli, vi supplichiamo di preparare le vostre chiese, uomini e donne in gran numero, per la visitazione di Dio sul vostro Paese. Quando questa verrà -e verrà presto – non ne avrete più il tempo. In Argentina abbiamo visto decine di migliaia di persone accettare Cristo, ma spesso non c’era chi potesse guidarle oltre. Preparatevi in fretta, perché lo Spirito del risveglio già aleggia nell’aria di questa nazione” (l’Italia).
L’altro tipo di risveglio è quello che inizia nella Chiesa, quando questa, per qualunque motivo-persecuzione, insoddisfazione, la presenza di un leader con visione – inizia a cercare il Signore.
È un movimento più lento, ma che va lontano, soprattutto se continua nel tempo. E questo il tipo di risveglio che tocca oggi la Chiesa in Corea, Cina, Unione Sovietica, Indocina. Non è un risveglio esplosivo, ma col passare degli anni le chiese arrivano a contare svariate migliaia, fino a un milione (quella di Yonggi Cho) di fedeli discepoli di Gesù!
Per lungo tempo la chiesa occidentale ha pregato per quella perseguitata dell’Est. Oggi che le barriere sono cadute, scopriamo che là, le chiese sono vive e composte talvolta da migliaia di fedeli, mentre noi in occidente ci ritroviamo ad avere espressioni spesso molto povere del Corpo di Cristo!
Preparativi
Ci siamo trovati a chiedere all’evangelista Carlos Annacondia, uno degli strumenti maggiori del risveglio oggi in atto in Argentina, che cosa fosse, secondo la sua esperienza, il fattore determinante perché esploda in una nazione il risveglio. Ecco le sue risposte:
- Preghiera, preghiera, preghiera!
- Almeno una buona chiesa che cerchi umilmente e fedelmente il Signore.
- Almeno un uomo di Dio con una visione per i perduti e per la Chiesa.
Questi elementi sembrano essere comuni a tutti i risvegli: si notano nella vita di Wesley e di Finney come in uomini dei nostri tempi come Watchman Nee, Billy Graham, Yonggi Cho, Carlos Annacondia e Reinhard Bonnke, nei quali la preghiera e la disponibilità completa sono molto forti.
E noi, siamo pronti a pagare lo stesso prezzo?
Quello che sopratutto occorre sono chiese – chiese fatte da persone come te e me – che cerchino il Signore con visione e con spirito di sacrificio e di preghiera. Chiese che sappiano mettersi ai piedi del Signore e aggredire il mondo spirituale delle tenebre per strappargli le sue vittime e i suoi prigionieri e farne discepoli di Cristo. Chiese fatte da persone coscienti della loro vocazione. Chiese che siano veramente il Corpo di Cristo in azione. Contro tali chiese, nulla più potrà Satana con tutti i suoi dominatori tenebrosi, costretti a riconoscere che la loro fine è ormai inesorabile.
Una lezione dal passato
Molti risvegli si sono succeduti nella storia, e altri oggi esplodono in varie parti del mondo. Purtroppo molti di essi hanno avuto vita corta. Le masse convertite a Cristo sono presto tornate – e oggi avviene ancora – ai loro vecchi peccati. Come mai? Le decisioni per Cristo non erano forse sincere? Mancava il vero pentimento? No, la colpa non è stata dei peccatori convertiti, ma … dalla carenza di otri, che a volte sono risultati troppo piccoli, altre volte rigidi (e si spaccano) o inesistenti.
Che cosa accadrebbe alla vostra comunità se nella vostra città si convertissero in una campagna evangelistica diecimila persone? Riuscireste a seguirle tutte, ad ammaestrarle tutte, ad aiutarle a risolvere i loro vari problemi? Immagino che molte nostre chiese non sarebbero all’altezza di un simile evento. Giovanni Wesley invece seppe farvi fronte, strutturando le masse in comunità, formando discepoli e classi d’insegnamento. Tutti i nuovi convertiti venivano inseriti in “classi” – simili ai nostri “gruppi in casa” – dove potevano essere guidati, formati, incoraggiati e seguiti. E così il “suo” risveglio continuò a vivere per ben cento anni, prima che le chiese si istituzionalizzassero.
Yonggi Cho non ha forse seguito lo stesso metodo? È ormai famosa la sua frase: “Tenete le porte centrali della vostra chiesa spalancate, e tutte quelle di servizio ermeticamente chiuse. Nessuno di quelli che entrano nella chiesa deve poterne uscire”.
Bisogna avere nella chiesa vari ministeri operanti: la maggior parte dei fedeli più maturi deve essere impegnata con i più giovani. Una chiesa che pensa di poter improvvisare tutto, rimettendosi unicamente alla guida dello Spirito Santo rischia di essere spazzata via, come già è successo tante volte, dalla fiumana di gente, frutto del risveglio, che vi entra. Mettiamoci dunque davanti a Dio oggi, riflettiamo sulle nostre realtà, correggiamo le improvvisazioni, e costruiamo con saggezza, mentre cerchiamo il Signore.
“La casa si edifica con la sapienza e si rende stabile con la prudenza; mediante la scienza, se ne riempiono le stanze …” (Prov. 24:3)
Possa nascere anche nel nostro paese un risveglio autentico, e che sia saggiamente incanalato in una Chiesa preparata e disponibile per il grande evento.