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di Bryn Jones
Rimasi sconvolto. Pochi minuti prima, passeggiando all’ombra delle palme lungo la spiaggia lambita dalle acque limpide dell’Oceano Indiano, avevamo parlato delle bellezze dello Sri Lanka. Poi, improvvisamente … ecco un corpo umano decapitato!
Che ricordo brutale delle violenze che nel solo 1989 sono costate la vita a seimila persone, lasciando gran parte della popolazione terrorizzata dalla minaccia delle “squadre della morte”.
E lo Sri Lanka è lontano dall’essere l’unico paese a vivere problemi del genere. Ma, perché queste ferite possano guarire, c’è bisogno di una chiesa migliore di quella che il mondo ha visto finora.
Siamo ormai agli sgoccioli di questo secondo millennio. I tempi sono difficili. Viviamo in un mondo sempre più piccolo che ci sfida con i suoi tremendi problemi.
Vent’anni fa, ciò che avveniva all’altra estremità del mondo era troppo remoto per toccarci. Oggi invece si impongono alla nostra attenzione eventi nel Medio Oriente, in Russia, nell’Europa orientale, in Africa e in Asia. I giornali, le riviste, la TV e l’integrazione sempre maggiore dell’economia mondiale fanno sì che nessuno di noi possa chiudere gli occhi sul resto del mondo.
Ci troviamo davanti un quadro deprimente di guerre, violenze razziali, terrorismo di destra e di sinistra, economie oppresse da debiti, povertà, fame, droga e AIDS.
Ma non è tutto buio. Nel Regno di Dio c’è speranza!
“Questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti – dichiarò Gesù – e allora verrà la fine” (Matteo 24:14). E la “fine” verrà, non come una fuga dell’ultima ora in cielo per evadere da un mondo in rovina, ma a coronamento di un processo per cui nazioni, famiglie e popoli troveranno le risposte ai problemi e alle pressioni della vita, vivendo sotto il governo di Dio … qui e ora!
La chiesa silenziosa
Perché i cristiani non si sono fatti sentire a proposito dei grandi conflitti mondiali?
Forse in parte perché il mondo, nel suo desiderio di sfuggire alla voce di Dio, ha detto alla chiesa di “limitarsi alle questioni dello spirito” e di “non immischiarsi nella politica”. Molti sono rimasti intimoriti da simili prese di posizione, spesso appoggiate da testi biblici presi fuori contesto.
Come risultato, non è rimasta quasi alcuna questione sulla quale la chiesa abbia il diritto di parlare. La violenza, la guerra, il razzismo, i ghetti, l’AIDS, la droga, l’incesto, la povertà e la carenza di alloggi sono diventati dominio esclusivo di politici, militari, psicologi ed assistenti sociali. Le dure realtà della vita sono diventate aree dove la chiesa non sente di avere il diritto di intervenire.
Ma il posto giusto per il vero cristianesimo è al cuore della vita umana. Il vangelo del Regno ha qualcosa da dire su tutti i problemi del nostro mondo travagliato. Non ci scusiamo per una tale presa di posizione: Gesù fu la Parola fatta carne, per mezzo del quale Dio ha parlato, e continua oggi a parlare, alle situazioni ed ai bisogni del mondo.
Dio prende posizione
Le stesse circostanze della nascita di Gesù dimostrano l’impegno di Dio a soddisfare i bisogni più profondi dell’uomo. Lo squallore della stalla dietro la locanda, l’infanzia vissuta da profugo: così Dio si è identificato con i meno privilegiati del nostro mondo.
Le mani forti e callose del falegname Gesù parlano dell’identificazione di Dio con la classe operaia. Le sue numerose parabole e dichiarazioni sul tema dei beni materiali, della ricchezza e della povertà, dimostrano l’interesse di Dio per i deboli e gli oppressi.
Questa vita e questo messaggio radicali mandarono in bestia l’establishment religioso, che cercò di screditare Gesù con insinuazioni e calunnie. Quando questa tattica non ebbe successo, la croce divenne inevitabile.
Non voglio essere frainteso, non sto cercando di proiettare Gesù come un rivoluzionario di sinistra, il primo socialista o un marxista prima di Marx. Ma il semplice fatto che dobbiamo usare la parola “radicale” per definire la sua vita e il suo messaggio dimostra quanto la chiesa cristiana si è allontanata dalle proprie origini. Il suo messaggio senza compromessi e la sua chiara presa di posizione sulle controversie di quel tempo rappresentano la norma per ogni vero figlio del Regno.
Parliamoci chiaro: questo mondo è fondamentalmente ostile a Dio. La nostra generazione, a parte quelli che appartengono a Cristo, corre precipitosamente verso la distruzione. Ma la catastrofe non è inevitabile: Dio ha chiamato noi, il Suo popolo, a intervenire!
Tocca a noi alzare la voce e proclamare in questo mondo violento: “Pace in terra agli uomini, su cui si posa il suo favore”; a dire ai prigionieri: “Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”, ai sofferenti: “Venite a me e io vi darò riposo” e agli oppressi dalla vergogna e dal senso di colpa: “Invocate il nome del Signore e sarete salvati”.
E non finisce qui. La venuta fra gli uomini del regno di Dio esige che in ogni sfera della vita l’ingiustizia ceda il posto alla giustizia e il peccato alla santità.
Da generazioni la teologia cristiana ci esorta a dare ai poveri, ma senza affrontare alla radice le cause della povertà. La chiesa ha sostenuto dei missionari intrepidi, pronti a dare la vita per alleviare le sofferenze dell’umanità, ma ha mancato di condannare i governi che provocano quelle stesse sofferenze. È stata felice di dare vita a programmi sociali a favore dei più deboli, ma non è stata pronta ad alzare la voce in maniera coerente a sostegno degli oppressi del nostro pianeta.
In molti paesi la chiesa appoggia ciecamente governi corrotti, siano essi capitalisti, totalitari o razzisti, e invita i credenti a sottomettersi a qualunque pretesa delle autorità, citando Romani 13:1-2: “Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c’è autorità se non da Dio”, senza però fare attenzione ai versetti seguenti che spiegano la funzione delle autorità dello Stato: assicurare che sia fatta giustizia, proteggere quelli che fanno il bene e punire quelli che fanno il male.
È questo il limite dell’autorità che viene da Dio. Ma in molte parti del mondo le autorità fanno tutt’altro che difendere la giustizia: anzi, alcune sono talmente corrotte da diventare esse stesse i malfattori peggiori. È scandaloso che la chiesa abbia interpretato e applicato queste scritture così male da appoggiare, come ha fatto per lungo tempo, dittatori quali Somoza in Nicaragua e Marcos delle Filippine, nonché la politica dell’apartheid in Sud Africa.
Ed è altrettanto male appoggiare le politiche dei governi occidentali che privano le nazioni del Terzo Mondo dell’aiuto economico indispensabile per il loro sviluppo, o sostenere una linea che consente di offrire loro dei prestiti a basso tasso d’interesse, seguiti dopo pochi mesi da una svalutazione della loro moneta che rende loro impossibile la restituzione del debito. Tali metodi, nati dall’egoismo e dalla corruzione capitalistica, costringono il Terzo Mondo a vivere nella povertà e condannano a morte migliaia di essere umani.
Il comunismo non si è mostrato migliore. Oggi, a distanza di appena settant’anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, assistiamo al suo collasso nel fallimento più assoluto. L’una dopo l’altra, tutte le nazioni dell’Europa orientale hanno votato contro i loro regimi comunisti, e ora si trovano a fare i conti con la disastrosa eredità economica e ambientale degli ultimi quarant’anni. Ora la stessa Unione Sovietica, sotto la spinta della rivolta popolare, ha dichiarato il fallimento politico e morale del PCUS.
Il comunismo ha mancato di adempiere le promesse allettanti di una ridistribuzione delle risorse e delle ricchezze in nome dell’uguaglianza. L’impero sovietico è nel caos: il disordine economico e le rivendicazioni nazionaliste minacciano la sua posizione di superpotenza.
Oggi viviamo in un mondo in cui sta emergendo un pericoloso vuoto ideologico. Chi lo riempirà?
Speranza per l’umanità
Ogni domenica annunciamo dai nostri pulpiti che Cristo è la speranza, che Cristo è la risposta, che Cristo è la via. È vero, ma non basta limitarci a dirlo a quelli che già lo credono, senza toccare i bisogni della maggioranza che non si avvicina mai ai nostri luoghi di culto. I nostri edifici non devono diventare prigioni. Finché servono a facilitare l’avanzata del Regno, bene; ma quando cominciano ad ostacolare quell’obiettivo, è ora di eliminarli.
Il cristianesimo deve uscire dai suoi edifici, rivestirsi di carne e ossa e affrontare i problemi reali della vita: nelle scuole, nelle fabbriche, nei laboratori, nelle sale di amministrazione e nei palazzi del governo delle nazioni.
Se vogliamo far parte della soluzione e non del problema, la Bibbia deve diventare per noi più che un libro dal quale selezioniamo le parti che più ci piacciono. È la Parola di Dio, e non abbiamo altra scelta che accettarla tutta, sia quando si tratta di una promessa di benedizione, sia quando ci chiede di cambiare rotta, ci presenta una responsabilità da accettare o un mandato da adempiere. Una lettura anche superficiale ci mostrerà le opportunità, gli obblighi, le risorse e l’unzione che Dio ci dà di fronte a un mondo confuso e appesantito.
Dunque, che cosa possiamo aspettarci di vedere nella chiesa nei prossimi dieci anni? Io prevedo quanto segue:
- Delusione carismatica
I tragici scandali che hanno colpito alcuni televangelisti americani hanno avuto sul mondo carismatico un effetto molto più vasto di quanto dapprima si supponesse. Molti carismatici sono ritornati nelle “chiese storiche”, che rappresentano per loro un sicuro rifugio religioso in cui ripararsi dalla pubblicità teatrale, dalle esagerazioni e dallo stile hollywoodiano degli showmen carismatici.
Lo spirito del giudizio divino sta ardendo nella chiesa. Gesù battezza non solo nello Spirito Santo, ma anche col fuoco. Egli sta purificando la Sua chiesa del male.
Migliaia di credenti che amano Dio si sentono tirati in direzioni opposte. Da una parte piangono per l’obbrobrio gettato sulla testimonianza di Dio; ma dall’altra, si rallegrano perché, in tutto questo, Dio ha riportato al centro dell’attenzione il cuore del Vangelo: la vita di Cristo manifestata nei Suoi discepoli.
La religione del figlio prodigo – “Dammi, dammi!” – si è rivelata disastrosa per quanti l’hanno seguita. Sta tornando invece alla ribalta un ministero che proclama l’autentico vangelo, nel quale la croce precede la corona.
- Evangelizzare con la vita
L’integrità e l’autenticità devono caratterizzare la nostra vita quotidiana e il nostro ministero, se vogliamo avere un impatto sulla nostra generazione. È essenziale che l’uomo d’affari cristiano, il professore, lo scienziato, l’agente di assicurazioni, il venditore di auto, l’idraulico, l’elettricista, la casalinga, l’avvocato, il bancario comprendano che è qui, dove la nostra vita tocca il mondo, che il Vangelo del Regno acquista o perde credibilità.
Di conseguenza, non possiamo più pensare all’evangelizzazione come ad una serie di eventi speciali condotti da evangelisti professionisti: deve diventare una proclamazione continua, coerente e onesta del vangelo tramite la nostra condotta quotidiana. Il Vangelo dovrà essere manifestato nel nostro modo di essere, di parlare e di affrontare il lavoro, nelle nostre reazioni alle circostanze e ai nostri errori, nell’amore per i nemici, nell’onestà negli affari e nella disciplina della nostra vita.
- Un nuovo atteggiamento verso il denaro
In quest’era materialista, nella quale il successo si misura in termini economici, il nostro atteggiamento al denaro deve essere lo stesso dimostrato da Gesù. Egli era fiducioso nelle promesse del Padre, riposando nella Sua fedeltà, ed era contento quando le sue necessità venivano soddisfatte. Non aveva timore di stare nell’abbondanza, perché così poteva fare del bene ai bisognosi che lo circondavano, ma neanche era preoccupato se non disponeva di denaro.
Dobbiamo avere fede in Dio perché provveda alle finanze per l’espansione del Regno ai nostri giorni. Gran parte di questo finanziamento arriverà tramite coloro che Egli benedirà con un’abbondanza straordinaria di mezzi.
Io credo che c’è ancora molto da dire sul tema della prosperità e della povertà. Bisogna portare l’argomento fuori dall’arena dei conflitti tra insegnamenti contrastanti e dal binario morto del messaggio dei “predicatori della fede” e restituirlo al suo giusto posto nel pensiero della grande massa dei cristiani.
- Una nuova qualità di leadership
Dobbiamo pregare Dio perché susciti leaders cristiani eccezionali per il nostro tempo: uomini che comandano il rispetto e l’onore di coloro che li circondano per la loro integrità personale, la loro abilità e l’unzione che è su di loro.
Non possiamo abbandonare il potere, l’influenza e la guida della società agli umanisti. Dobbiamo avere fede perché sorgano uomini e donne spirituali, capaci di tenere testa a chiunque.
Non è soltanto nella chiesa cristiana che occorrono leaders di questo calibro. Ce n’è bisogno anche nel mondo politico, accademico, scientifico, economico e sociale. Il governo delle nazioni non potrà essere giusto se non ci saranno al timone leaders di questo genere. Solo quando le persone in autorità sono autentici servi di Dio, che usano il potere per proteggere e incoraggiare il bene e per frenare e giudicare il male, lo Stato può essere ciò che Dio intende.
- Un’ottica equilibrata su Israele
Israele è una nazione come qualsiasi altra, anche se contiene molti Ebrei destinati alla salvezza. Prima del ritorno di Cristo ci sarà un risveglio spirituale su larga scala fra gli Ebrei, sia in Israele che altrove nel mondo. Coloro che accetteranno Gesù come loro Messia e Salvatore entreranno a far parte della Chiesa di Dio, come già sta accadendo per alcuni.
Anche i cittadini delle nazioni arabe che circondano Israele, quando diventano discepoli di Gesù, sono accolti nella Chiesa di Dio esattamente allo stesso modo.
Israele non è migliore di qualunque altra nazione non ebraica, e attualmente sta commettendo gravi ingiustizie contro gli Arabi di Gaza e della Cisgiordania. Non dobbiamo appoggiare ciecamente Israele a motivo di una mal compresa teologia dell’elezione: così si finisce per dare conforto alle politiche insostenibili di una nazione tra le altre. È ora che la chiesa cristiana esaminasse la questione di Israele nel suo vero contesto biblico.
- Ricerca dell’unità
Dio farà in modo da costringerci ad affrontare la questione dei nostri rapporti fra credenti.
Qual è la base dell’unità e della comunione tra cristiani? È il fatto di far parte della stessa denominazione? Va al di là delle barriere denominazionali? Oppure si realizzerà dando ascolto alla chiamata di Dio a “uscire fuori” dai compromessi religiosi per identificarci con quanti amano e servono il Signore Gesù Cristo, basandoci solo sulla vita che abbiamo in comune in Lui?
I cristiani devono riscoprire la loro identità nel patto che li unisce, con tutto ciò che questo implica. L’amore e la fedeltà di Dio possono tenere unita questa comunità diversificata – la chiesa – in un modo impossibile ai sistemi inflessibili e moribondi che oggi esistono.
Può sembrare che le circostanze attuali non impongano un corso d’azione così radicale. Ma entro i prossimi dieci anni, Dio sicuramente farà in modo che le circostanze lo rendano necessario, perché la vera chiesa di Dio si distingua dalla chiesa apostata degli ultimi tempi.
- Un conflitto crescente con il mondo
Nei prossimi anni mi aspetto che il contrasto tra la chiesa e il mondo diventi sempre più evidente, mentre i mass media cercheranno di screditare e di marginalizzare sempre di più il cristianesimo.
La televisione trasmetterà un numero maggiore di funzioni ecumeniche e di incontri tra religioni diverse, imbavagliando invece sempre di più la voce evangelica. Sempre più programmi disonesti e calunniosi tenteranno di screditare sia le chiese che gli individui “evangelici”, “fondamentalisti” o “nati di nuovo”. In molte parti del mondo saranno varate leggi mirate a contrastare l’influenza del cristianesimo.
In un mondo del genere impareremo ad essere vincitori, attingendo più profondamente alla grazia e alla potenza del Cristo che vive in noi. La nostra intercessione dovrà diventare più profetica: avendo compreso le intenzioni di Dio per i nostri tempi, impareremo ad espugnare le fortezze di Satana e le forze spirituali schierate contro di noi nella sfera invisibile. Così prepareremo la strada alla visitazione di Cristo.
- Inversione Est-Ovest
L’impeto del Regno ha già subìto un grande cambio di direzione. La chiesa occidentale, che per tanto tempo aveva portato la fiaccola dell’evangelizzazione mondiale, ora vede sorgere e avanzare nel Terzo Mondo un cristianesimo potente. Da nessuna parte è più evidente questo che nell’Estremo Oriente.
Entro il 2000, la chiesa delle Filippine ha in programma di inviare 10.000 missionari. La chiesa della Corea intende avere almeno un missionario in ogni paese del mondo entro l’anno 2000, e si sta già avvicinando al traguardo di avere 10.000 missionari in azione entro quella data.
Questo è per noi motivo di grande gioia; ma non dobbiamo sederci e pensare che l’Occidente ha fatto ormai la sua parte e che adesso tocca all’Oriente. Restano la sfida e l’opportunità perché tutta la chiesa evangelizzi tutto il mondo.
Messaggio radicale
Grandi prospettive aspettano tutti noi nei prossimi anni. La chiesa risvegliata sarà una chiesa rivoluzionaria, condotta da uomini e da donne radicali, e sarà portatrice di un messaggio radicale. Qualunque altra cosa sarà insufficiente per affrontare la sfida di questi anni e rinvierà il ritorno di Cristo a una generazione successiva.
Noi dobbiamo essere coloro che cambieranno il mondo nel nostro tempo, e non limitarci a sostenere altri che cercano di farlo! Dobbiamo essere la voce di Dio, non solo un eco, nella nostra generazione.
Alziamoci dunque con fede e determinazione per affrettare il giorno della venuta di Cristo, a preparare la strada al Re! Viviamo in modo tale che, quando lo vedremo, potremo sentirlo dire: “Ben fatto, servo buono e fedele: ricevi il regno preparato per te”.
Bryn Jones, noto predicatore e autore cristiano, è stato per molti anni responsabile di una squadra internazionale di ministri, viaggiando in ogni parte del mondo. Fu il fondatore della rivista inglese Restoration Magazine.