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di Paolo Bottari
In questo articolo Paolo Bottari, responsabile della “Tenda di liberazione” durante le campagne dell’evangelista argentino Carlos Annacondia, spiega alcune chiavi per il ministero della liberazione. Esso rappresenta una specie di “distillato” della saggezza accumulata in diversi anni di lavoro e nella liberazione di migliaia di persone oppresse dalle potenze delle tenebre.
– La Redazione
Ciò che mi spinge a trattare questo tema, sul quale si incrociano e si mescolano così tante opinioni diverse, è semplicemente il desiderio di comunicare ciò che Dio ci ha insegnato attraverso le esperienze vissute nella liberazione, e di metterlo a disposizione dell’unica vera proprietaria delle rivelazioni di Dio: la Chiesa.
Quanto dirò non è assolutamente frutto dell’abilità umana, ma della meravigliosa pazienza, misericordia e amore che Dio ha per noi, dandoci, attraverso errori, preghiere e lacrime, la possibilità di scoprire una modalità di ministero ordinata ed efficace, in armonia con la parola di Dio quando afferma che Egli è “un Dio di ordine” (cfr. Genesi cap. 1 e Atti 6:1-7).
Che cos’è la liberazione?
“Liberare” vuol dire semplicemente togliere il giogo, l’oppressione e la schiavitù del diavolo da una persona la quale, magari senza calcolarne la portata, si è in qualche modo compromessa con lui.
Dio ama gli uomini, perciò desidera vederli liberi. Nel libro di Isaia (58:6-12), Egli manifesta il suo desiderio di dare alle sue creature l’aiuto e la libertà di cui hanno tanto bisogno. Nella persona del suo Figlio Gesù Cristo, Dio ci dà la soluzione per questo grande problema. Gesù è il grande Liberatore, il Liberatore per eccellenza!
“Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l’anno accettevole del Signore” (Luca 4:18-19).
In 1° Giovanni 3:8b è scritto: “Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo”. Ecco la liberazione: distruggere le opere del diavolo! Per questo furono inviati i Dodici, i Settanta e infine la Chiesa. Alla Sposa di Cristo sono state date le stesse caratteristiche dello Sposo, per cui il ministero di liberazione è una parte importantissima del ministero della Chiesa di Gesù sulla terra. Posso affermare inequivocabilmente che, senza questo insegnamento, il Corpo di Cristo si è trovato handicappato e ha allevato dei figli disabili. Vi prego, per l’amore di Dio, di riflettere su queste parole.
Perché è necessaria la liberazione?
- Per risanare la chiesa
Il lettore si chiederà: “Che cosa significa «risanare la chiesa»?” Bene, posso dire che la chiesa ha lavorato molto sull’argomento della salvezza, un po’ sulla guarigione e ancor meno sulla liberazione (intesa come scacciare i demoni). Così ha ricevuto anime nuove, ma non si è preoccupata di completare nella loro vita il ministero datoci da Gesù (il “Grande mandato”) di Marco 16:15-18:
“E disse loro: Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualcosa di mortifero, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno”.
Analizziamo un po’ questo mandato. Il meraviglioso messaggio dell’Evangelo che annuncia il dono della salvezza è stato predicato, e molte anime sono state salvate: gloria a Dio! Però … che ne è stato dei segni? Ce ne siamo preoccupati? Abbiamo dato loro la dovuta importanza, secondo l’ordine e la sequenza scritte da Marco?
Io mi domando se lo Spirito Santo, che è l’autore della Parola di Dio, possa avere sbagliato nel descrivere lo svolgersi di un ministero così importante come quello che è stato conferito alla chiesa, e mi rispondo: NO! Non può avere sbagliato! Siamo noi che sbagliamo quando vogliamo manipolare, secondo il nostro modo di vedere, ciò che il Signore ha stabilito; e dobbiamo ammettere la possibilità che abbiamo anche svolto male il compito che Egli ci ha affidato.
- Per dare delle risposte a quelli di fuori
Mai come oggi si sono visti proliferare i fenomeni della magia e dell’occultismo. Ciò che la chiesa ha tanto combattuto, oggi è praticato perfino da alcuni che fanno parte della chiesa ufficiale: grazie alle leggi che garantiscono la libertà di culto, si è data piena libertà anche alle pratiche magiche e occulte.
Voglio sottolineare che questo avviene nei paesi cosiddetti “cristiani”. La Chiesa è rimasta per molto tempo priva di luce su questo argomento, per cui la povera gente afflitta da problemi spirituali non trova altro rimedio che rivolgersi a coloro che promettono soluzioni magiche ai suoi problemi. Di conseguenza, molti hanno distrutto la propria vita e parecchi sono finiti addirittura al manicomio.
È assurdo lasciare che queste anime vadano a cercare risposte ai problemi da coloro che invece li aggravano. Perciò la chiesa deve prepararsi a questa grande sfida. Noi, la chiesa, abbiamo le sole risposte adeguate ai problemi della gente e dovremo rendere conto a Dio se non le abbiamo dato al mondo.
Come ministrare la liberazione
Innanzitutto voglio sottolineare il modo in cui il Signore ci ha insegnato a ministrare: “Nel nome mio scacceranno i demoni”. È dunque nel Suo nome che possiamo farlo. Perché? La risposta ce la dà l’apostolo Paolo in Filippesi 2:9-11: “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”.
È chiaro da questo che la liberazione può avvenire solo ed esclusivamente nel nome di Gesù. Lasciamo dunque da parte altre formule e siamo fedeli alla formula divina.
Dieci passi verso la liberazione
1) Assicurarsi che nella persona si sia realmente manifestato un legame spirituale.
Può capitare, per esempio, che quando si impongono le mani, una persona cada a terra e che dei credenti bene intenzionati comincino subito a sgridare uno spirito. Ma molti che cadono sono semplicemente sotto la benedizione dello Spirito Santo: sono perfettamente coscienti ma per un po’ di tempo non riescono a muoversi. Se il demone non c’è, si rischia in questo modo di far venire alla “vittima” uno spavento tale da produrre veramente dei legami spirituali, dalle quali avrà poi bisogno di essere liberata.
In ogni caso in cui la persona in cui si è manifestato il legame non ha perso i sensi, occorre agire con grande cautela. Non bisogna “aggredirla” con maniere troppo forti (sgridare lo spirito a squarciagola, lottare fisicamente con la persona), ma piuttosto dimostrarle amore: è infatti ben possibile che sia completamente all’oscuro della situazione nella quale si trova.
2) Una volta accertata l’effettiva presenza del legame, prendere autorità sullo spirito. Legarlo nel nome di Gesù dicendo: “Sottomettiti nel nome di Gesù!”
Questa frase si è dimostrata molto più efficace di qualsiasi espressione che si riferisca direttamente all’autorità sopra i demoni, perché include non solo l’area spirituale, ma ogni altra aspetto della persona. I discepoli dissero a Gesù: “Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel tuo nome” (Luca 10:17).
Una volta dato l’ordine, bisogna credere che il demone sia effettivamente già legato e sottoposto all’autorità del Signore.
3) Far tornare in sé la persona, dicendo per esempio: “Alessandro, nel nome di Gesù, prendi controllo del tuo corpo e della tua mente. Ritorna in te ora. Apri gli occhi”. Se non si conosce il nome della persona si può dire: “Spirito di questa persona, prendi controllo …”
È importantissimo che la persona sia cosciente, perché solo così potrà partecipare al colloquio e prendere autonomamente le proprie decisioni. Chi è sotto il controllo di uno spirito non è cosciente di quello che fa, e ciò che esprime non ha validità. Dio ha dato all’uomo la libertà e la responsabilità di prendere le proprie decisioni, accettando o meno o Suoi comandamenti (vedi Genesi capp. 2 e 3).
4) Domandarle se desidera essere liberato, spiegandogli con prudenza ciò che è successo e che ha bisogno di liberazione. Bisogna rispettare la sua decisione; ha libero arbitrio. Non possiamo obbligare nessuno a essere liberato.
Sul piano spirituale, più che in qualsiasi altra cosa, ogni persona è responsabile delle proprie decisioni: ciascuno di noi renderà conto di sè stesso a Dio (Romani 14:12). Non possiamo salvare un nostro familiare o un amico, per quanto lo possiamo amare. È la sua propria decisione. Dio si rivolge ad ognuno di noi individualmente.
5) Se la persona accetta di essere liberata, presentarle il piano di salvezza e condurla ad accettare Cristo.
Senza Cristo non c’è liberazione. Nello svolgimento del ministero della liberazione, è indispensabile la Sua presenza viva.
Bisogna comprendere che tutti gli esseri umani sono legati spiritualmente e sotto il dominio e l’autorità del diavolo: chi commette il peccato è schiavo del diavolo (Giovanni 8:34, Romani 6:16, Efesini 2:2-3). Però Gesù dice anche: “Se il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi” (Giovanni 8:36). L’unica possibilità per uscire dal dominio del diavolo e quella di sottoporsi all’autorità di Cristo.
Quando si presenta Cristo, possono verificarsi tre casi:
- Che la persona non conosca il Signore;
- Che lo conosca ma si sia allontanata;
- Che lo conosca, lo ami, lo segua ma non abbia avuto le risposte ai suoi problemi.
In ogni caso non bisogna mai giudicare, ma aiutare quell’anima che il Signore ci ha messo davanti perché fossimo i Suoi strumenti di liberazione.
6) Indagare sulle aree della sua vita dove le conseguenze del peccato hanno lasciato legami.
Parlare di legami vuol dire parlare di conseguenze del peccato. Disubbidire a Dio, entrando in cose che Egli ha proibito, molte volte può produrre dei vincoli spirituali con conseguenze che vanno molto più in là di quanto si possa immaginare. Perciò è necessario indagare in ciascuna delle tre seguenti aree per individuare le cause per le quali la persona è legata.
- A) L’area del corpo
L’atto sessuale unisce i due partners per formare “una sola carne” (1° Corinzi 6:16). Ciò comporta il rischio di contrarre non solo malattie fisiche, ma anche problemi spirituali (legami, patti, ecc.). È necessario quindi sciogliere la persona dal legame sessuale e spirituale al quale si è sottoposta nell’unire il proprio corpo con l’altro partecipante all’atto sessuale, che sia una persona del sesso opposto, una dello stesso sesso o un animale.
Anche l’aborto provoca dei legami. Innanzitutto perché è un omicidio, e poi per il senso di colpa che provoca nella madre. Se il padre è stato complice, anche lui ha bisogno di sottoporsi a cure spirituali e pastorali.
- B) L’area dell’anima
Nell’area dell’anima (dei sentimenti e dei pensieri), i legami partono da due basi forti: l’odio e la paura.
L’odio è uno degli spiriti più forti. Si dà spazio al diavolo dando accoglienza nel proprio cuore a rancori, risentimenti, invidia, orgoglio, violenza, vendetta, maldicenza, radici di amarezza, mancanza di perdono, eccetera. Chi non perdona al proprio simile, non può essere perdonato da Dio (Matteo 6:14-15, 18:21-35; Marco 11:25-26).
La paura porta come conseguenza legami che sono conosciuti sotto il nome di traumi, fissazioni, complessi, convulsioni, timori, dubbi, insicurezze, fobie, ecc. (vedi 2° Timoteo 1:7).
- C) L’area spirituale
Quando parliamo dell’area spirituale, non ci riferiamo allo Spirito Santo ma a tutto ciò che riguarda il mondo spirituale delle tenebre, che può coinvolgere anche persone il cui spirito è unito al Signore.
Ogni contatto con le potenze delle tenebre (occultismo) produce legami, che possono essere molto forti. In Deuteronomio 29:29 è scritto che Dio non ha consentito agli esseri umani di entrare nelle cose segrete. Chi vi entra non passa per la porta di Dio ma da un’altra porta, e così facendo si compromette col diavolo. Le forme dell’occultismo vanno dall’apparentemente innocente oroscopo fino alla magia nera più forte: “divinazione, magia, interpretazione di presagi, magia, incantesimi, consultare spiriti, evocare i morti … Tutti quelli che fanno queste cose sono in abominio all’Eterno” (Deuteronomio 18:9-14).
Ogni volta che ci si consulta con qualcuno che pratichi queste arti occulte, sia per l’oroscopo, sia per conoscere il futuro, si stabilisce tra le due parti un legame. Se l’indovino fa predizioni, è consigliato da uno spirito di divinazione, divenendo così un sacerdote o un ministro del diavolo. Chi opera guarigioni soprannaturali, se non attraverso lo Spirito di Dio, lo fa per mezzo di poteri ingannatori e diabolici; lo stesso diavolo infatti si traveste da angelo di luce (2° Corinzi 11:14).
Chi si sottopone all’influenza di un sacerdote del diavolo, fa dunque un patto con uno spirito immondo che opera agli ordini del suo principe, Satana.
7) Fargli rinunciare ad alta voce ad ogni legame nel nome di Gesù, e in particolare all’azione per mezzo della quale ciascuno dei legami individuati è stato contratto.
Rinunciare ai legami non è altro che tornare sui passi che hanno portato la persona a compromettersi col diavolo, sia questo nell’area fisica, in quella della mente o in quella spirituale. La rinuncia deve essere fatta in modo specifico, così come era stato stabilito il legame, e a voce alta.
- a) Legami fisici: “Rinuncio nel nome di Gesù a ogni legame sessuale e spirituale che ho con [tale persona] e all’autorità che gli ho concesso, sottomettendo e facendo partecipe con essa il mio corpo”.
- b) Legami di odio: “Rinuncio nel nome di Gesù a ogni spirito di odio che ho nei riguardi di [tale persona] per [la causa specifica]; la perdono e la benedico nel nome di Gesù”.
- c) Legami di paura: “Rinuncio nel nome di Gesù a ogni spirito di paura che mi è sopravvenuto per [tale causa o tale persona]. Se è per causa di una persona la perdono e la benedico nel nome di Gesù”.
- d) Legami spirituali: Bisogna rinunciare ad ogni autorità spirituale alla quale ci si è sottoposti, dicendo: “Rinuncio, nel nome di Gesù, a tutta l’autorità che ho concesso sulla mia vita a [tale indovino, mago o stregone], ad ogni spirito che opera in lui, e ad ogni patto o legame contratto con loro”.
8) Prendere autorità nel nome di Gesù per spezzare ogni singolo legame e poi cacciare fuori gli spiriti immondi.
È un dovere di ogni servo di Dio esercitare l’autorità che il Signore gli ha delegato (Marco 16:17). Bisogna farlo con amore e dedizione. Naturalmente la liberazione è portata a compimento grazie all’intervento dello Spirito Santo, il solo che possa garantire un risultato positivo (Luca 13:16).
Non è difficile vedere quando la liberazione è avvenuta: la persona cambia d’aspetto, l’espressione del viso si illumina e scompare dagli occhi l’espressione cupa e oppressa che caratterizza chi è oppresso dalle potenze delle tenebre.
Attenzione: Se non si ottiene un risultato immediato, far tornare in sé la persona (Punto 3) e continuare ad indagare (Punto 6), dato che può rimanere ancora qualcosa di occulto che impedisce la vittoria.
Questo procedimento può sembrare noioso, ma è essenziale fare un lavoro completo nella vita di chi si avvicina a Cristo. Non m’importa di perdere tre ore con una persona, l’importante è che alla fine sia veramente libera.
9) Fargli rendere grazie al Signore per la liberazione.
È un punto che può sembrare di secondaria importanza, però la Parola di Dio ci indica che solo a Dio appartengono la gloria, l’onore e la potenza (Apocalisse 7:12). Una persona liberata ha la tendenza a ringraziare chi è stato lo strumento della sua liberazione. Ma non siamo noi a liberare i prigionieri, è solo la grazia di Dio attraverso di noi per mezzo di Cristo Gesù nostro Signore.
10) Fargli pregare per essere riempito di Spirito Santo.
Questo è il consiglio principale datoci dal Signore stesso: la casa vuota, spazzata ed adorna non deve restare vuota (Matteo 12:43-45), piuttosto deve essere riempita dello Spirito Santo.
Il dono dello Spirito Santo non è un “premio” per i cristiani più maturi o particolarmente meritevoli, è appunto un “dono”, un regalo che il Signore è pronto a dare a ogni Suo figlio. Proprio la difficoltà a ricevere il dono dello Spirito può essere talvolta un’indicazione che ci sono legami spirituali ancora irrisolti nella vita di un credente.
Fargli dire dunque: “Ricevo ora l’unzione, la pienezza, la potenza e la grazia dello Spirito Santo”. Incoraggiarlo a glorificare ed esaltare il nome del Signore. Se non può farlo liberamente, tornare ad indagare (Punto 6) perché vuol dire che rimane ancora qualcosa da mettere davanti al Signore.
Nativo di Pistoia, Paolo Bottari emigrò in Argentina con la famiglia d’origine all’età di dodici anni. Là si convertì a Cristo e lo servì in diverse chiese evangeliche, prima come diacono e poi come pastore. Negli ultimi anni ha accompagnato Carlos Annacondia nelle campagne di evangelizzazione in Argentina e in molte altre nazioni, avendo l’incarico particolare di gestire e sorvegliare il ministero della liberazione. Sposato, è padre di due figli adulti.