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di Giovanni Traettino
L’apostolo Pietro era turbato e confuso di fronte a quella visione di animali impuri. “Ammazza e mangia – disse la voce dal cielo – e non chiamare impuro quello che Dio ha purificato” (Atti 10:13-15).
“Signore – egli pensò – ma li hai visti? La tua parola è chiara: «Siate santi … Non contaminatevi con alcuno di questi animali …»” (Lev. 11:44-45). “Ammazza e mangia – fece eco nel suo cuore il rhema di Dio. – Sono io quello che purifica … Io ti darò le chiavi del regno dei cieli”, lo Spirito Santo sussurrò (Matteo 16:19). “Devi aprire una nuova porta. Devi muoverti su una nuova frontiera …”
Ora bisognava entrare. Con la sua formazione e con la sua cultura, Pietro non lo avrebbe mai fatto di sua iniziativa. Fu necessario che qualcuno, mosso dallo Spirito Santo, lo invitasse ad attraversare la soglia. E, titubante, come navigando a vista, aspettando la conferma del cielo e dei fratelli, egli si avventurò. Come quando scese dalla barca e si mise a camminare sul mare: “Non temere, Pietro, vieni, abbi fede”.
Ed egli rispose, con la morte nel cuore perché tradiva la parte più omologata della sua identità. Cosa avrebbero pensato i genitori, i suoi fratelli israeliti, cosa si sarebbe detto nella sinagoga … ? “Signore, aiutami! Se sei tu, comandami …” (cfr. Matteo 14:28).
Si mosse guidato da quel filo rosso interiore che aveva imparato a seguire quando, confuso, fissava i suoi occhi in quelli del Maestro. “Mi ami tu? … Mi ami tu? … Mi ami tu?” “Signore, tu sai ogni cosa; sai che ti amo” (Giovanni 21:15-17).
Mentre era ancora assorto in questi pensieri … la porta si aprì ed egli si ritrovò a parlare del suo Signore alle molte persone che erano lì riunite (Atti 10:27). I suoi occhi uscivano ora dalla stanza. E le persone che ora vedeva erano centinaia, poi migliaia e milioni. Una folla non numerabile, che sfumava all’orizzonte oltre lo spazio e il tempo.
I loro occhi brillavano. Avevano sete. Distillavano ogni parola che usciva dalla sua bocca.
“Tu ungi il mio capo con olio; la mia coppa trabocca” (Salmo 23:5). Come fluiva l’olio sul suo capo! e l’acqua viva dal suo seno! Oh, Signore! Puoi essere solo tu! … O mi inganno, Signore? E la visione, eri tu, Signore?
Le persone avevano ormai le mani alzate. I visi erano rigati dalle lacrime. Lodavano Dio con tutto il cuore. Un gran calore avvolgeva tutta la stanza. Ma sì, parlavano in lingue. Come alla Pentecoste. Lodavano Dio proprio come noi! (Atti 11:15).
Pietro si ritrovò in ginocchio. Piangeva e lodava, cantava e benediceva. Un’ombra nera uscì dal suo cuore. “Grazie, Signore! Sei fedele! La visione e la guida interiore erano da te!”
“Non sono stato disubbidiente alla visione celeste …” (Atti 26:19).
“Giovanni, vorremmo onorare il debito che abbiamo con i nostri fratelli pentecostali. Le nostre radici sono nel movimento pentecostale evangelico. Puoi venire a parlare al 25° anniversario mondiale del Rinnovamento nello Spirito Santo? Crediamo che il modo migliore sia quello di invitarti nella qualità di pastore pentecostale per ministrare a tutti noi”. Allora il Signore mi disse: “Alzati … ammazza e mangia.. Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure … Alzati, va’ con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io” (Atti 10:13-15,20).
I miei fratelli confermarono che la guida era dal Signore, e che bisognava rispondere all’invito. “Entra per la porta che il Signore apre, ed Egli confermerà”.
La vigilia di Pentecoste, a Bari, Dio mi incontrò ancora. “Domani laverai i piedi a uno dei responsabili del Rinnovamento carismatico”. “Signore – risposi – non è possibile! Cosa significa? Cosa capiranno i cattolici e come l’intenderanno i miei fratelli evangelici? Tu lo sai, Signore, che non è lecito a un evangelico conservatore nel nostro paese associarsi ai cattolici (cfr. Atti 10:28), e che già solo questo sarà oggetto di discussione e causa di confusione. Ora mi chiedi perfino di lavare loro i piedi?!”
“Sono io che te lo chiedo, figlio mio!” mi disse allora il Signore.
Cercai di resistere al Signore, ma Egli mi avvolse della Sua presenza e della Sua forza di convinzione, e mi espugnò. Mi vinse ed io mi lasciai vincere. “Tu sei mio servo, ama col mio cuore … riconosci la mia azione nella loro vita: la nuova nascita, il battesimo nello Spirito Santo …”.
“Chi ama suo fratello rimane nella luce e non c’è nulla in lui che lo faccia inciampare” (1° Giovanni 2:10). La guarigione, una guarigione profonda era all’opera nella mia anima e nel mio spirito. Lo Spirito di Dio mi stava toccando, guarendo, illuminando. Il mio cuore era intensamente riscaldato dentro di me ed ero avvolto dal senso tangibile della presenza di Dio. “In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione (ed io pensai: quanto più se è una denominazione cristiana!), chi lo teme e opera giustamente gli è gradito” (Atti 10:34-35).
Quando fui davanti alla folla variopinta dello stadio di S. Nicola in quel pomeriggio assolato del giorno di Pentecoste del ’92, lo Spirito di Dio scese sopra di me. “La Pentecoste è frontiera; lo Spirito Santo à spirito di frontiera. Il movimento pentecostale evangelico e cattolico è alle sue radici e nella sua natura più profonda movimento di frontiera …”. La folla era in piedi ed acclamava Gesù Signore e Re della vita personale e della Chiesa.
Le mie mani ora lavavano i piedi di frate Antonio. Le lacrime mi riempivano gli occhi attoniti mentre avvertivo il calore delle braccia del mio fratello intorno alle mie spalle e il suo volto poggiato sul mio capo. Piangeva … Come piangeva! Fu un attimo lunghissimo. Ci trovavamo abbracciati, intensamente uniti nel cuore. La folla magnificava Dio nello Spirito e Lo lodava applaudendo con tutto il cuore.
Fu un appuntamento divino. Eravamo entrati per la porta che lo Spirito aveva aperto. La Sua presenza tangibile e l’opera profonda di guarigione operata in tutti noi furono chiaro segno della Sua approvazione.
“Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?” (Atti 11:17).