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di Geoffrey Allen
La chiesa prospera o soffre soprattutto in funzione dei suoi leaders.
Ecco perché abbiamo deciso di dedicare questo numero al tema: “Il ministero cristiano”.
Non è però indirizzato soltanto ai pastori, agli evangelisti e ad altri “servi di Dio”. Troverete molto materiale che riguarda tutti i cristiani; almeno tutti quelli che aspirano alla maturità spirituale, senza la quale nessuno può servire efficacemente Cristo e la Chiesa.
In fondo, quando Paolo elenca le qualità richieste in un leader della chiesa: “bisogna che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro …” (1° Tim. 3:2-3), non vuol dire certo che gli altri credenti possano essere tranquillamente adulteri, buffoni, tirchi, ubriaconi e maneschi! Semplicemente, il leader nella chiesa non può condurre gli altri là dove non è andato lui stesso. Deve dire al gregge, come Paolo: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1° Cor. 11:1).
E oggi – ammettiamolo onestamente – ci sono tanti cattivi esempi nel ministero cristiano (e mi riferisco alle chiese evangeliche: togliamoci prima la trave dal nostro occhio, prima di presumere di cercare il pulviscolo in quello degli altri …!)
C’è ambizione carnale e ricerca di potere: la tristemente notoria “corsa al pulpito”, spesso da parte di gente che, frustrata nella vita secolare, cerca di realizzarsi a spese della chiesa.
C’è troppa ignoranza biblica e teologica: predicatori che, invece di “dispensare rettamente la parola della verità” (2° Tim. 2:15), ne fa un uso improprio con interpretazioni superficiali e spesso segnate da uno spirito legalista, anziché la grazia che il cuore del Vangelo.
Ci sono rivalità e settarismi: anche quando non si dice “la mia chiesa”, gli atteggiamenti suggeriscono che lo si pensa. Si parla talvolta di “rubare le pecore” … ma è solo al Padrone del gregge che si possono rubare le pecore, non ai suoi operai!
I problemi che sorgono nella chiesa non sono però di nostra esclusiva proprietà: ecco perché abbiamo voluto proporre una “voce dal passato”, quella di un grande leader della sua generazione, S. Girolamo (pag. 3). Anche se certe tematiche si propongono in forma diversa oggi, anche se certi suoi valori non sono quelli cui siamo abituati, confrontarci con un fratello di altri tempi ci aiuterà certamente ad acquisire una prospettiva più obiettiva, probabilmente più equilibrata.
Gli altri articoli del numero includono un esame della questione spinosa del ruolo delle donne del ministero (pag. 10) e una riflessione sui diversi modelli di leadership che, consapevolmente o meno, assorbiamo dal mondo secolare e dalla tradizione cristiana, ma che possono aiutare a scoprire la ricchezza del ruolo di un leader nella chiesa (pag. 18).
Mentre – purtroppo – dobbiamo ancora una volta chiedere scusa ai nostri lettori per i ritardi e le irregolarità nell’uscita della nostra rivista, auguriamo a tutti una proficua riflessione su un tema di importanza vitale per la causa di Cristo nel nostro Paese.