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di Corrado Maggia
Il nostro cammino con la squadra apostolica ebbe inizio nel 1988 come naturale conseguenza di una nostra sempre più forte esigenza di vedere in pratica nella chiesa il funzionamento di tutti i ministeri dei quali l’apostolo Paolo parla in Efesini 4:11-16, e in cui già credevamo. Un’altra esigenza che avevamo era quella di trovare qualcuno che concepisse la lode e l’adorazione in un modo nuovo rispetto ai modelli classici evangelico-protestanti e più vicino a quella che era ed è la nostra spiritualità. A quel punto, inoltre, si prospettava l’idea di fondere due gruppi con vissuti diversi ma desiderosi di camminare insieme.
Decisione ponderata
Abbiamo ponderato la nostra decisione, prendendoci del tempo per riflettere tra di noi e con i ministri che cominciavamo a conoscere, in modo particolare l’apostolo Giovanni Traettino e il pastore Massimo Loda. A distanza di oltre dieci anni non abbiamo ripensamenti, siamo certamente maturati nella gestione dei rapporti e abbiamo avuto modo di sperimentare in diverse occasioni l’assoluta importanza di avere dei ministeri di governo trans-locali che garantiscano una copertura spirituale adeguata sia ai pastori che ai credenti.
Molti dei problemi personali, famigliari e di rapporto tra i responsabili della nostra chiesa locale, talvolta anche abbastanza gravi, hanno trovato una soluzione grazie ai consigli, al discernimento e alla saggezza dei ministri della squadra apostolica che sovrintende la nostra comunità. Quando sono stati chiamati in causa hanno assunto le loro responsabilità spirituali e pratiche sempre nel rispetto del nostro cammino e della nostra sensibilità. Abbiamo potuto constatare che effettivamente il Corpo di Cristo, quando è “ben collegato e connesso mediante l’aiuto fornito dalle giunture” – cioè i ministeri, specialmente quello apostolico – si sviluppa nella pace, nell’armonia e nell’unità e questo produce una più profonda conoscenza del Figlio di Dio e della volontà perfetta del Padre.
Per “giungere all’unità della fede, al perfezionamento dei santi e per equipaggiarli in vista dell’opera del ministero, per giungere alla piena conoscenza del Figlio di Dio, all’altezza della sua statura spirituale” e per liberare il popolo di Dio da ogni confusione dottrinale, aiutandolo a seguire la verità nell’amore (Ef. 4:12-15) non si può prescindere dai cinque ministeri fondamentali: apostolico, profetico, dottorale, evangelistico e pastorale. Solo l’opera congiunta di questi ministeri (in collaborazione con lo Spirito Santo) può produrre l’unità e la crescita spirituale della Chiesa perché essa possa avere un tremendo impatto sulla società. Solo così la Chiesa può adempiere la preghiera di Gesù: “che siano tutti uno; come tu, o Padre si in me e io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato … affinché siano perfetti nell’unità e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato” (Giov. 17:21,23).
Riscoprire i ministeri
La Chiesa deve riscoprire in modo particolare il ministero apostolico e profetico, dal momento che sono due ministeri fondamentali per l’edificazione della Chiesa (Ef. 2:20), e deve farlo non solo sulla carta. Voglio dire che non è sufficiente credere che questi due ministeri esistono o andare di tanto in tanto ad ascoltare la predicazione o l’insegnamento di qualche apostolo o profeta itinerante, ma dopo averli riconosciuti bisogna riceverli come autorità, sottomettersi di fatto ad essi, a livello personale e di chiesa locale, e lavorare in stretto rapporto con loro. Solo in questo modo il popolo di Dio può ricevere pienamente la misura di grazia, di unzione, di rivelazione e di unità che Cristo vuole dare attraverso di loro.
In sintesi: un mondo convertito a Cristo è possibile in virtù dell’unità della Chiesa, e una Chiesa unita e matura spiritualmente è possibile in virtù dell’opera congiunta di tutti e cinque i ministeri fondamentali in stretto rapporto tra di loro.
Poco tempo fa, insieme ad alcuni responsabili della chiesa di Biella che il Signore mi ha affidato, consideravo il fatto che in tutti questi anni in cui siamo in rapporto con la squadra apostolica non ci sono state divisioni in mezzo a noi, nonostante i conflitti, le tensioni e i cambiamenti di rotta che abbiamo dovuto affrontare per continuare il cammino insieme. Ritengo che questo non sia cosa di poco conto in un tempo in cui divisioni e settarismo sono costantemente e tragicamente presenti nel nostro mondo “evangelico”.