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di Giovanni Traettino
… non voglio che siate nell’ignoranza”. (1° Cor. 12:1)
L’apostolo Paolo ha misurato tutta l’efficacia e la bellezza dei carismi, di quel fiume di grazia che scorre dalla presenza di Dio per dare vita ed unità a tutta la comunità dei credenti. E brama di renderli disponibili a tutti.
Sa però, per esperienza personale e pastorale, che è necessario andare attraverso un processo di “rivelazione” e di apprendimento che richiede apertura e ammaestrabilità, coraggio e saggezza. La semplicità (starei quasi per dire “l’incoscienza”) e la mansuetudine del “piccolo bambino”, accanto alla prudenza e alla saggezza (in particolare come capacità di discernimento) dell’adulto. E si preoccupa di dare alcune chiavi di entrata e dei criteri di discernimento.
Il movimento pentecostale/carismatico ha avuto il grande merito di mettere in crisi le teorie “cessazioniste” che hanno impedito per troppi secoli l’accoglienza e l’esercizio dei carismi (la dimensione soprannaturale) nella vita ordinaria del popolo di Dio, e di aprire una sorgente i cui effetti “rivoluzionari” per la teologia, la vita e l’unità della Chiesa si misureranno sempre meglio solo nel tempo a venire. Già oggi siamo però in grado di capire molto di più di quanto non capissimo nei secoli scorsi.
Accanto a questa consapevolezza prendiamo tuttavia sempre meglio coscienza del fatto che rimangono “nodi” di questioni controverse che necessitano ulteriore approfondimento ed esercizio costante di discernimento.
C’è pertanto un problema di conoscenza, con correlate questioni di “rivelazione” e di esperienza.
C’è necessità di un processo di apprendimento, per lo più “sperimentale”, nel quale si entra per fede e si procede per “errori” e per “successi”, essendo cioè disposti ad imparare rischiando e sbagliando. Vale a dire che si impara ad ascoltare la voce di Dio e si diventa canali e strumenti di benedizione, solo correndo il rischio e pagando il prezzo di apparire e sentirsi perfino pazzi; per fare a volte l’esperienza che la follia di Dio è più saggia della sapienza dell’uomo. (È spesso il prezzo della profezia!).
C’è l’esigenza di un esercizio costante di equilibrio e di saggezza (quella di Giacomo 3:17-18!) e della virtù fondamentale del discernimento sia personale (progressivo) che comunitario (guide pastorali in primo luogo, ma poi anche tutto il corpo di Cristo).
In questa direzione va il contributo prezioso – certo parziale (discernimento e governo di alcuni carismi, natura e portata del ministero di guarigione), ma non per questo meno utile ed illuminante – degli articoli e delle testimonianze raccolte in questo numero di Tempi di Restaurazione.
Un’ultima parola. Profondamente pertinente al tema oggetto della riflessione di questo numero è quello a cui in questa stagione della mia vita il Signore sta attirando l’attenzione del mio spirito: la ricerca, l’esperienza e la pratica della sua Presenza e della sua Gloria come fondamento e scaturigine profonda di ogni vita spirituale e carismatica, premessa e condizione indispensabile di ogni manifestazione spirituale dei carismi.
Mentre leggerete le pagine che seguono, vogliate meditare e contemplare il fatto che la Presenza/Gloria di Dio è la sorgente, lo strumento e il fine di ogni autentico cammino spirituale cristiano.