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di Geoffrey Allen
Anche in Italia, oggi, si “fiuta” aria di risveglio. La parola che Dio ci sta rivolgendo e le notizie provenienti da più parti – specialmente dal Sud, e in modo particolare dalla Sicilia – lasciano sperare che siamo agli inizi di uno di quei “tempi di refrigerio” di cui parla la Scrittura (Atti 3:20). Dopo tutto, la promessa di Dio non è cambiata: “lo spanderò del mio Spirito sopra ogni carne” (Atti 2:17). Siamo, forse, agli inizi di una “primavera” spirituale.
La nostra nazione – una delle prime a conoscere e ad accogliere il Vangelo ai tempi del Nuovo Testamento, ed erede di un passato cristiano glorioso, segnato dal sangue di tanti martiri della fede nella Roma imperiale – da secoli giace in una notte spirituale. Nonostante tutti gli sforzi d’evangelizzazione degli ultimi decenni, con tutti i buoni frutti che hanno dato, l’Italia aspetta ancora di vedere un vero e proprio risveglio.
In altri Paesi, si sono verificate in vari periodi ripetute “ondate” di Spirito Santo, con migliaia, addirittura milioni di conversioni profonde e reali: è accaduto nell’Ottocento nel mondo germanico, tra l’Ottocento e il Novecento nel mondo anglosassone, e sta accadendo nel nostro secolo, soprattutto in Africa e in Asia. Ma da secoli, lo Spirito non tocca con forza il bacino mediterraneo. Gli ultimi veri movimenti di risveglio in Italia – a parte quello localizzato nelle Valli Valdesi nel 1825, e il fermento riformato in vari centri al tempo di Lutero che fu rapidamente spento dalle persecuzioni – risalgono ai primi Valdesi e al movimento francescano, più di 750 anni fa.
Chiunque ha a cuore la causa di Cristo, non può che rallegrarsi nel vedere la “nuvoletta, grossa come la palma della mano, che sale dal mare” (1 Re 18:44), e si sente stimolato a pregare ancor più intensamente: “Signore, mandaci una “pioggia” abbondante! Risveglia la tua chiesa! Glorifica il tuo nome con la salvezza di moltitudini di anime!”.
Insufficiente
Tuttavia, la storia del cristianesimo – di cui abbiamo dato una sintesi nella recente serie “Chiesa alla Deriva”, apprezzata da molti nostri lettori – insegna che il risveglio, da solo, non basta. Quante potenti effusioni di Spirito Santo, qua e là nel mondo, si sono risolte infatti in un “fuoco di paglia” che, dopo pochi anni, ha lasciato il tempo che aveva trovato!
Anche la crescita numerica che oggi si sta verificando in alcune chiese italiane, spesso manifesta le caratteristiche più di un “accumulo” che di una “costruzione”. Aumenta il numero dei credenti, ma non la loro qualità; ed è sempre lo stesso ristretto gruppo di fratelli a mandare avanti una “baracca” che si fa sempre più pesante. La crescita numerica, inoltre, crea altri problemi: la chiesa locale diventa più impersonale, e così i problemi sfuggono con maggiore facilità all’attenzione e alla cura pastorale. Crescere, come disse J. C. Ortiz, non è sempre “crescere”: spesso è solo “ingrassare”!
È per questo motivo che dedichiamo il presente numero di Tempi di Restaurazione al tema “Apostoli e profeti nella chiesa di oggi”. Dio, infatti, ha istituito nella Sua chiesa questi ministeri, insieme a quelli più noti di evangelisti, pastori e dottori, appunto perché sia costruita, e non solo “ammucchiata”. Dobbiamo pregare e aspettarci, dunque, che lo Spirito Santo susciti, insieme al movimento di risveglio, anche degli uomini unti di Spirito Santo, capaci di dare forma e struttura alle chiese e di “equipaggiare i santi” per ogni opera buona (vedi Ef. 4:12).
Dove sono?
Grazie a Dio, oggi vediamo emergere degli evangelisti unti da Dio, e, cosa altrettanto importante, dedicarsi a questo lavoro, e non, come troppo spesso in passato, cercare di arrangiarsi a fare i pastori o i “tuttofare”. Grazie a Dio, vediamo anche emergere qualche “vero” pastore, che non è solo un “predicatore della domenica” o un organizzatore/amministratore, ma che sa guidare e curare le sue pecore; e si può trovare anche qualche autentico “dottore”, ossia maestro delle Scritture, capace di istruire la chiesa nelle cose rivelate. Ma sono ancora in pochi, e la chiesa ha bisogno di molti di più!
Ma quanti sono gli apostoli ed i profeti nella chiesa in Italia? O almeno, dove li vediamo funzionare secondo i modelli biblici? Dove sono riconosciuti e accolti come tali, e quindi liberi di svolgere il loro servizio con piena efficacia?
È nostra speranza che questo numero di Tempi di Restaurazione, pur con tutti i suoi limiti, possa contribuire a chiarire le idee su questi ministeri trascurati ma vitali, e aiutare i credenti a riconoscere gli uomini che Dio sta suscitando e continuerà a suscitare nel nostro Paese. E – ancora più importante – che possa aiutare gli stessi servi di Dio a riconoscere la loro propria chiamata (che cosa sono, e che cosa non sono), e il bisogno che hanno l’uno dell’altro, perché anche in Italia la Chiesa sia costruita “secondo il modello”.