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di Ernesto D. Bretscher
Molti credenti hanno dubbi e perplessità, anche se raramente vengono espressi, sull’argomento dei rapporti sessuali nel matrimonio. Per esempio: fino a che punto il sesso è puro? e quando è da considerarsi invece “sporco”? I giochi amorosi della coppia sono una cosa buona e accettevole? Si può fare l’amore anche senza l’intenzione di fare un figlio? Come vanno considerati i rapporti “contro natura”? La lista potrebbe estendersi ancora.
Su questi temi la Parola di Dio dice molto di più di quanto tanti credenti immaginano, e uno studio attento dei suoi insegnamenti potrà liberare da dubbi e sensi di colpa. Esaminiamo dunque che cosa Egli ha da dirci in materia.
“Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” (Gen. 1:27). Anche la nostra sessualità ha dunque la sua origine in Dio. È Lui che l’ha creata con le sue varie funzioni: non solo quella della procreazione, ma anche desiderio, eccitazione, piacere, eccetera. E stato Lui anche a disegnare la forma del corpo femminile e a far sì che attirasse l’uomo e stimolasse in lui il desiderio. È dunque perfettamente normale, anzi fa parte del disegno di Dio, che l’uomo desideri baciare la propria moglie e accarezzarle il corpo, e che la donna desideri sentirsi stretta tra le braccia del marito e desiderata da lui.
Benedizioni
La Parola di Dio non solo approva, ma incoraggia tali effusioni. “Bevi l’acqua della tua cisterna, l’acqua viva del tuo pozzo [anziché andare dietro ad altre donne] … Sia benedetta la tua fonte, e vivi lieto con la sposa della tua gioventù. Cerva d’amore, capriola di grazia, le sue carezze t’inebrino in ogni tempo, e sii del continuo rapito nell’affetto suo. E perché, figlio mio, ti invaghiresti di un’estranea, e abbracceresti il seno della donna altrui? (Prov. 5:15-20). Da questo brano, è chiaro che l’amore sessuale e il piacere erotico sono approvati e benedetti da Dio, purché si pongano nel contesto del matrimonio.
Anche il Cantico dei Cantici esalta l’amore e il desiderio sessuale e il piacere che l’uomo e la donna hanno nel corpo l’uno dell’altro. Eccone uno stralcio: “Quanto sei bella, quanto sei piacevole, o amore mio …! La tua statura è simile alla palma, e le tue mammelle a dei grappoli d’uva. Io ho detto: «Io salirò sulla palma, e mi appiglierò ai suoi rami». Siano le tue mammelle come grappoli di vite, il profumo del tuo fiato come quello dei pomi, e la tua bocca come un vino generoso che cola dolcemente … Io sono del mio amico, e verso me va il suo desiderio. Vieni, amico mio, usciamo ai campi, passiamo la notte nei villaggi … là ti darò le mie carezze” (7:7-13).
Questi versetti, che descrivono il rapporto di amore di una coppia, dovrebbero bastare già da soli a liberarci dall’idea che sia vergognoso desiderare il rapporto sessuale per il solo piacere di darsi e di possedersi l’un l’altro.
Qualcuno potrà tuttavia obiettare: “Ma tutto questo non è spirituale! E poi, appartiene all’Antico Testamento! Ma non si può definire “peccaminoso” qualcosa che Dio ha ideato, ordinato e benedetto! Non è stato forse Lui a dire: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne” (Gen. 2:24)? Il rapporto sessuale è un dono di Dio alla coppia per completare e suggellare la sua unione.
D’altronde, anche nel Nuovo Testamento Dio parla negli stessi termini, a partire da Gesù in Matteo 19:4-6. Anche Paolo, nell’avvertire i credenti del pericolo dei peccati sessuali (fornicazione), scrive: “Il marito renda alla moglie ciò che le è dovuto; lo stesso faccia la moglie verso il marito. La moglie non ha potere sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo il marito non ha potere sul proprio corpo, ma la moglie. Non privatevi l’uno dell’altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza” (1° Cor. 7:3-5).
Senza vergogna
Da questo brano, possiamo trarre già due conclusioni:
- Nell’ambito del matrimonio, il sesso – compresi i giochi erotici intesi a dare ad entrambi il massimo del piacere e del godimento – è puro: non c’è peccato. Piuttosto, per la paura di peccare con gli occhi e con i pensieri, alcuni finiscono per peccare veramente.
Troppo spesso, l’uomo pensa solo a se stesso a scapito della moglie, obbligata a vivere il rapporto come un’imposizione e una sofferenza, anche sul piano fisico, in quanto non le è data la possibilità di prepararsi né fisicamente né psicologicamente all’unione sessuale. Semmai, è peccato il rapporto coniugale vissuto in maniera sbrigativa e vergognosa, senza dedicare tempo e attenzione alle carezze, ai baci e alle effusioni! Anche se può essere soddisfatto così l’istinto sessuale maschile, la donna rimarrà sicuramente frustrata e insoddisfatta, con la sensazione di essere più un “oggetto” che una moglie.
In tal modo, in nome di una presunta spiritualità, si finisce per calpestare il progetto di Dio per la coppia e la dignità che Egli ha dato alla donna, fatta come l’uomo a Sua immagine! E incredibile quante donne cristiane siano profondamente frustrate e infelici sul piano sessuale per questi motivi!
- Il rapporto fisico è un servizio che marito e moglie si rendono reciprocamente, spinti dall’affetto e dal desiderio di far piacere l’uno all’altro. L’uomo ha bisogno di comprendere che nessuna donna riesce a partecipare piena mente se non viene prima stimolata ed eccitata dall’affetto, dalla dolcezza e dalle carezze del marito. I “preliminari” sono dunque non solo leciti ma indispensabili!
Limiti
A questo punto, sorge la domanda: fin dove si può arrivare? Per esempio, sono leciti i baci e le carezze sulle parti intime del corpo?
La Parola di Dio non sembra stabilire dei limiti precisi. Se è vero che “la moglie non ha potere sul proprio corpo, ma il marito” e viceversa, non c’è motivo di escludere tali effusioni, purché siano gradite a entrambi i coniugi.
Un’altra questione: nella mia esperienza pastorale, più volte mi hanno chiesto consiglio delle donne i cui mariti pretendevano prestazioni “particolari”.
Benché tutto il corpo possa essere oggetto di attrazione sessuale e quindi di carezze e di baci, bisogna saperne anche rispettare le funzioni. C’è una sola parte del corpo della donna che Dio ha creato per il rapporto sessuale! La
Parola di Dio parla di rapporti “contro natura” (Rom. 1:26-27, Lev. 18:22), riferendosi chiaramente a relazioni carnali tra persone dello stesso sesso. Ma questo brano non si può applicare forse anche ai coniugi che abbiano rapporti dello stesso genere di quelli omosessuali?
Ci sono comunque molte coppie che hanno rapporti di questo tipo. È però raro che sia la donna a desiderarli: nella maggior parte dei casi, “subisce” passivamente. E questo non va certamente bene, indipendentemente della liceità o meno dell’atto in se stesso.
Ogni donna che si trova in questa situazione dovrebbe parlarne con il marito, dicendo che preferisce il rapporto normale: un uomo che ama la propria moglie non calpesterà certamente i suoi desideri. Idealmente, marito e moglie dovrebbero parlarsi della propria sessualità, dei propri desideri e dei propri fastidi e in uno spirito di umiltà, di amore e di servizio, adattarsi l’uno all’altro, ciascuno rispettando la coscienza dell’altro.
Il guaio è che troppi uomini pensano solo a se stessi; e la moglie, conoscendone il carattere e temendo la sua reazione – specialmente quando non è credente – preferisce subire, vivendo con il senso di colpa e il timore di essere nel peccato.
Un’altra domanda: è possibile avere rapporti durante i giorni delle mestruazioni? A parte il disagio di tali rapporti, la Parola di Dio qui è esplicita: dice di no! (Levitico 18:19). Nessun divieto, invece, durante la gravidanza: la Parola di Dio qui tace. Ma anche da un punto di vista scientifico, non ci sono controindicazioni. Il bambino è comunque protetto dal liquido amniotico fino alla rottura del sacco.
Masturbazione
Quando capitano lunghi periodi di separazione o di astinenza – ad esempio, per una malattia o indisposizione – si deve fare i conti con la difficoltà della continenza. È chiaro che Paolo considera questa una seria minaccia al matrimonio quando scrive: “… poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza” (1° Cor. 7:5). Anche dei non sposati, dice: “Se non riescono a contenersi, si sposino; perché è meglio sposarsi che ardere” (v.9).
Non tutti riescono a contenersi, non tutti hanno la stessa forza. E allora? La Parola di Dio non da risposte chiare. Dice con chiarezza che i pensieri impuri sono peccato (Matt. 5:28), quindi anche quando accompagnano la masturbazione. Ma oltre questo, non possiamo affermare o negare cose sulle quali la Parola di Dio tace. È una questione di coscienza davanti a Dio.
Perciò, se qualcuno ha la convinzione che masturbarsi è peccato, per lui lo è; un altro, invece, non la considera tale, e allora per lui non è peccato. Ma “la fede [cioè, la convinzione] che hai, serbala per te stesso, davanti a Dio. Beato colui che non condanna se stesso in quel che approva! Ma chi ha dei dubbi … è condannato, perché la sua condotta non è dettata dalla fede; e tutto quello che non viene da fede è peccato” (Rom. 14:22-23).
Bisogna però affermare che, come l’uomo pecca se fa violenza a una moglie stanca o fisicamente indisposta, e come la donna pecca se rifiuta gli approcci del marito per pigrizia o svogliatezza o per “punirlo”, lasciandolo soffrire la sua carica sessuale, è certamente peccato per un marito privare la moglie del piacere del rapporto e poi masturbarsi! “Non privatevi l’uno dell’altro”, dice la Parola di Dio! E chi lo fa, quando non sia per motivi indipendenti dalla sua volontà, pecca contro il proprio coniuge. Il peccato non è tanto nell’atto di per sé, quanto nella motivazione che lo determina.
Va anche detto che la Parola di Dio ci educa alla continenza, all’autocontrollo, alla disciplina della propria vita. Anche la pratica della masturbazione può essere considerata come un’area da conquistare e sottomettere. “Chi padroneggia se stesso vale più di chi espugna città” (Prov. 16:32). Chi riesce a controllare gli stimoli sessuali, riuscirà più facilmente anche a controllare la mente, le emozioni e la volontà. Ma se viene meno, non si colpevolizzi. Con l’aiuto di Dio, torni ad esercitarsi alla disciplina di se stesso con la determinazione di riuscirci meglio in futuro.
In conclusione, vorrei sottolineare che l’amore – cioè, la donazione di se stessi – è quel che deve caratterizzare ogni aspetto della vita di coppia. Solo allora l’intimità della camera da letto offrirà quei momenti forti di donazione reciproca su cui Dio può elargire la sua benedizione, perché marito e moglie siano veramente uno. Prima vengono l’affetto e quell’amore che cerca il bene e la soddisfazione dell’altro e non la propria, e poi il sesso. Quando il rapporto coniugale è vissuto con questo spirito, Dio lo corona con la sua approvazione e benedizione.