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di David Matthew
Parte III
Splende una luce – Il Cinquecento
“Tramite questa grazia, saranno sicuramente aiutate le anime dei defunti, e nello stesso tempo la costruzione della chiesa di San Pietro sarà abbondantemente promossa”. Così diceva, in parte, un’ordinanza promulgata in Germania all’inizio del secolo XVI, che fu destinata a far scattare dei cambiamenti radicali nella Cristianità. “Questa grazia” era la vendita delle indulgenze.
Il Papa, all’epoca, aveva grande bisogno di denaro, sia per sostenere le spese di uno stile di vita lussuoso, sia per portare avanti la costruzione della Basilica di San Pietro a Roma. Promuovere la vendita delle indulgenze fu un modo di ottenere questi soldi. Si faceva credere ai devoti della chiesa che, dietro un pagamento in contanti, le anime dei loro cari defunti potessero essere istantaneamente liberate dai presunti tormenti del Purgatorio e trasportate nelle gioie dei Paradiso.
Un monaco contestatore
A Wittenberg in Germania, un giovane monaco di nome Martin Lutero, giunto alla fede tramite la lettura dell’Epistola ai Romani, si adirò per le tecniche pubblicitarie usate in quella città da un certo Tetzel, venditore ambulante di indulgenze. “Non appena la moneta suonerà nella cassa, l’anima del defunto sarà libera”, proclamava costui.
Per Lutero, l’intera questione della vendita. delle indulgenze doveva essere rimessa in discussione. Egli dunque preparò un elenco di tesi sull’argomento (95 in tutte!) e l’inchiodò sulla porta della chiesa, un metodo usato in quei tempi per invitare la gente interessata ad un dibattito. Esse crearono un enorme subbuglio, e delle copie ne furono stampate e distribuite in tutta la nazione. Tutto questo avveniva nell’anno 1517.
In breve tempo, Lutero giunse a capire che il sistema papale che egli aveva servito con tanta fedeltà era fondato in gran parte su una documentazione contraffatta, le Decretali False. Egli rifiutò allora la chiamata del Papa di andare a Roma per rendere conto di se stesso. Quando arrivò una bolla papale che annunciava la sua scomunica e ordinava che i suoi scritti fossero arsi, per tutta risposta Lutero fece bruciare la lettera in presenza di un grande pubblicò, insieme con delle copie delle Leggi Canoniche della Chiesa e delle Decretali False!
Egli prese le Scritture come unica regola. “Quest’è la mia posizione”, egli dichiarò. “Non posso fare diversamente. Così mi aiuti Iddio. Amen”.
Una forte rocca
L’influenza di Lutero fu incalcolabile. Migliaia di cristiani rifiutarono l’autorità di Roma e cominciarono a stabilire la vita e le dottrine su basi più bibliche. Tali chiese, comprensibilmente, venivano denominate Chiese Luterane. Il concetto cattolico della Cena del Signore fu sostituito da un’interpretazione più sfumata (la “consustanziazione”), anche se si continuava a considerare Cristo fisicamente presente nel pane e nel vino.
Lutero conservava anche l’uso del crocifisso, delle candele, dei paramenti e di altre caratteristiche del cattolicesimo, il che sollevò contro di lui accuse di compromesso. La sua esperienza del Signore, comunque, era molto reale, come rendono testimonianza i suoi numerosi scritti, tra cui il noto inno “Forte rocca è il nostro Dio”.
II Luteranesimo si diffuse anche in Scandinavia, dove diventò religione di Stato. Tristemente, molti che si schieravano. con Lutero non condividevano la sua esperienza dei–la salvezza di Dio, e ben presto la tradizione e l’accettazione mentale di un credo cominciarono a prendere il posto della fede in Cristo.
Lutero capiva chiaramente che esisteva, in effetti, una “chiesa dentro la chiesa” – un nucleo di redenti all’interno della chiesa nominale – ma non vedeva come questa avrebbe potuto acquistare una propria identità. Inoltre, la politica si immischiava profondamente. nella vita della chiesa, e Cattolici e Luterani si combattevano sul campo di battaglia.
Guerre religiose
Nella vicina Svizzera, ci furono avvenimenti simili. Ulderico Zwingli, notevole studioso e predicatore, diffuse l’Evangelo delle Scritture e indusse molti a staccarsi da Roma. Come in Germania, scoppiò una guerra civile a sfondo religioso, e Zwingli morì in battaglia nel 1531, a soli 47 anni: Aveva questionato fortemente con Lutero sull’esatta interpretazione di “Questo è il mio corpo”, adottando la posizione che il pane e il vino fossero di per sé soltanto pane e vino, puri simboli, e che il “nutrirsi di Cristo” avviene nel cuore del credente per mezzo della fede.
II francese Giovanni Calvino si uni, poco più che ventenne, ad un gruppo di studio biblico e di preghiera a Parigi. Attaccato dalle autorità per le sue convinzioni radicali e bibliche, egli si rifugiò in Svizzera, dove, all’età di soli 26 anni, pubblicò la famosa opera Istituti della religione cristiana, una sintesi sistematica della teologia riformata.
Al centro della teologia di Calvino era la sovranità di Dio. L’elezione, la predestinazione e l’iniziativa divina nella salvezza hanno una posizione di rilievo nelle sue opere, seppure non nella forma esagerata talvolta identificata con la parala “Calvinismo”.
A Ginevra, egli stabili una scuola dalla quale dei giovani portarono il “nuovo” insegnamento in molti paesi: la Francia, la Scozia, l’Ungheria, l’Olanda, l’Italia, parti della Germania, ai Puritani inglesi, in America e nelle altre colonie inglesi.
I riformatori svizzeri si interessarono molto del governo della Chiesa. Essi si scagliarono contro il tradizionale sistema episcopale (un vescovo che regge una diocesi, con molti sacerdoti sotto la sua autorità) in favore della forma di governo ecclesiastico presbiteriano – un gruppo di anziani (in greco, presbyteri) in ciascuna chiesa locale – che giustamente consideravano pii vicino al modello biblico.
Morte per immersione
L’ala radicale del nuovo movimento aveva il nome di Anabattisti, parola che significa ribattezzatoci”. Essi fecero obiezioni al battesimo dei neonati, e ribattezzavano come credenti coloro che aderirono a loro. Infatti, consideravano che il battesimo dei neonati non fosse affatto un vero battesimo, quindi dal loro punto di vista, non ribattezzavano i credenti, anzi li battezzavano semplicemente.
Gli Anabattisti furono zelanti studenti della Bibbia. Essi aderivano ad un concetto scritturale della chiesa locale come un corpo di credenti nati di nuovo, e rifiutavano l’idea di una Chiesa di stato. Perciò criticavano in egual misura Lutero e Zwingli; che secondo loro, non avevano portato fino infondo le loro riforme.
Tristemente, sia Lutero che Zwingli appoggiavano la persecuzione di questi fedeli cristiani. Pii di 2000 di essi furono messi a morte nello spazio di pochi anni con l’approvazione di Zwingli, e Lutero invocò “l’uso della spada contro di loro per diritto legale”. Uno dei capi anabattisti, Felix Manz, fu messo a morte per annegamento, una crudele presa in giro delle sue convinzioni riguardo al battesimo.
La riforma italiana
Qui in Italia, dove già da tempo erano diffusi vari movimenti tesi a riformare la corrotta Chiesa Cattolica mediante un ritorno al Vangelo primitivo delle Scritture, l’eco degli avvenimenti d’oltre frontiera suscitò grande interesse. Già nel 1519 i primi scritti di Lutero venivano pubblicati a Pavia. Ebbe una vasta diffusione anche l’opera di un frate, Benedetto da Mantova, “Trattato utilissimo del beneficio di Jesu Cristo crocifisso”, le cui idee essenziali sono identiche a quelle di Lutero.
La Bibbia, tradotta in italiano da Antonio Brucioli, fu stampata a Venezia e largamente venduta. (Solo nel 1559 fu imposto ai cattolici il divieto di leggere le Scritture nella lingua volgare senza uno speciale permesso dell’autorità ecclesiastica). Alcuni personaggi molto importanti della Chiesa italiana aderirono apertamente alla Riforma, ma per salvarsi la vita furono obbligati a rifugiarsi all’estero. Tra questi furono Bernardino Ochino di Siena, Generale dei Cappuccini e il pii noto predicatore del suo tempo; Pier Paolo Vergerio, vescovo di Capodistria; e Pietro Martire Vermigli, altro noto predicatore a Napoli e Lucca e pii tardi braccio destro dell’arcivescovo Cranmer in Inghilterra.
Né mancò un diffuso movimento di carattere “popolare”, soprattutto a Venezia, Lucca e Ferrara, dove Giovanni Calvino fu per un tempo ospite alla corte della duchessa Renata. Nel Piemonte, in Calabria e in Valtellina ci furono fiorenti comunità protestanti, e al Sinodo di Chanforan (1536) i Valdesi decisero di uscire dalla “clandestinità” e aderire alta Riforma nella sua forma calvinista.
Anglicani
In Inghilterra, il re Enrico VIII (quello dalle sei mogli) era un cattolico convinto: il Papa lo aveva onorato coi titolo di “Difensore della fede” per un suo trattato (“Dei sette sacramenti”) scritto contro Lutero. Gli aveva anche concesso, per ragioni politiche, una dispensazione speciale per sposare Caterina d’Aragona, nonostante il divieto della legge canonica e della Scrittura (Lev. 20:21). Ma tutti i loro figli nacquero morti, salvo Maria… ed Enrico desiderava grandemente un erede maschio.
Siccome il Papa, sempre per ragioni politiche, gli negava l’annullamento del matrimonio, nel 1531 Enrico rigettò l’autorità di Roma e si dichiarò “Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra”; così poté avere il suo divorzio. Sciolse anche i monasteri per confiscarne i beni. Ma presto il vento della riforma dal Continente si fece sentire anche in Inghilterra. Una Bibbia in inglese fu posta in ogni chiesa perché tutti la potessero leggere.
Il figlio di Enrico, Edoardo VI, era un convinto protestante e varò importanti riforme: la liturgia in inglese, il permesso al clero di sposarsi, e il rifiuto di molte dottrine cattoliche non bibliche. Ma morì giovane e fu seguito dalle due sorelle, prima Maria (fortemente cattolica e sposata col Re di Spagna), la quale perseguitava i protestanti, e poi Elisabetta I, protestante di convenienza, che seguiva una politica di tolleranza ma rendeva la vita difficile sia ai cattolici, sia ai “Puritani” (riformatori zelanti). Alla fine, la Chiesa Anglicana rimase con una dottrina protestante ma una forma di governo (episcopale) simile a quella cattolica.
In Scozia, il grande riformatore fu Giovanni Knox. Da giovane prete, era stato catturato dai Francesi e mandato alle galere; liberato, andò a Ginevra dove fu fortemente influenzato da Calvino. Tornò in patria pieno di zelo riformatore e in breve fu stabilita una chiesa di Stato riformata di tipo presbiteriano. Egli insisteva sulla riforma della condotta a dimostrazione dell’avvenuta giustificazione per fede, e la società ne fu trasformata. Egli dava grande importanza anche all’istruzione e fece stabilire una scuola in ogni paese.
Nonostante i limiti della Riforma, l’Europa ne era stata profondamente scossa. Migliaia di persone diventarono dei veri credenti, e anche tra gli altri, l’applicazione di principi biblici a molti aspetti della vita portò la libertà e la prosperità.
L’inquisizione
Ovviamente, Roma non poteva starsene tranquilla senza fare niente. Così ebbe inizio la Controriforma. Il Concilio di Trento, convocato dal Papa in questo periodo, rifiutò assolutamente la proposta che la Scrittura dovesse essere l’unica misura delle sue decisioni. Tra l’altro, la Volgata latina fu dichiarata l’unica versione autorevole della Bibbia, e alle tradizioni della Chiesa fu dato lo stesso valore delle Scritture. Fu confermata l’autorità del Papa, le dottrine della Riforma furono dichiarate eretiche, e a tutti i Cattolici fu imposto di accettare le interpretazioni della Bibbia date dalla Chiesa.
Ovunque possibile, l’Inquisizione fu incaricata di-minacciare e perseguitare apertamente il Protestantesimo. In Francia, per esempio, 4000 Valdesi furono uccisi nella Provenza nell’anno 1545. Qualche anno più tardi, 22.000 Protestanti furono massacrati nella tristemente nota “Notte di San Bartolomeo”.
Nei Paesi Bassi, divenne un reato addirittura leggere la Bibbia. Pii di 100.000 persone perirono decapitate o arse sul rogo. L’inquisizione; spagnola sterminò completamente la fede luterana in quella nazione negli anni 1559 e 1560. E in Italia, la colonia valdese in Calabria fu interamente distrutta nel 1561, con la morte di migliaia di uomini, donne e bambini. Solo nelle “Valli Valdesi” (nelle Alpi torinesi) riuscì a sopravvivere un’esigua presenza protestante, “aggrappata alle montagne con i denti e con le unghie”, come ha detto un loro storico. La reazione satanica . alla riscoperta delle verità dell’Evangelo era stata davvero feroce. Lo e sempre.
Il bianco è nero
La Compagnia. di Gesù (Gesuiti) fu fondata nel 1534 da Ignazio Loyola, un accanito nemico della Riforma. Con la benedizione del Papa, i Gesuiti partirono alla carica per infiltrare e riportare nella sfera cattolica quelle zone dove la nuova fede era diventata troppo forte da attaccare frontalmente. Il pii importante dei loro metodi fu la fondazione di scuole.
Negli Esercizi Spirituali di Loyola, il manuale dell’ordine gesuita, è scritto: “Se la Chiesa avrà affermato. che qualcosa, che ai nostri occhi sembra essere bianco, è invece nero, anche noi similmente dovremo dichiararlo nero”. L’insegnamento di Loyola che sia giusto fare del male perché ne venga il bene condusse alla pratica regolare di omicidi, spergiuramenti e immoralità, tanto che un papa successivo abolì l’ordine gesuita nel 1773. Un altro papa più recente lo ristabilì (1814)!
Alcuni, Gesuiti si impegnarono in un lavoro missionario, specialmente nelle parti remote del mondo che allora venivano scoperte da esploratori europei. Francesco Saverio, per esempio, disse di avere battezzato 700.000 convertiti durante dieci anni di opera missionaria nell’Estremo Oriente.
Ci sono però tutte le prove che quest’impresa missionaria fu in massima parte superficiale. Non si otteneva alcun vero cambiamento dei cuori, perché non veniva predicato l’Evangelo del Nuovo Testamento: si richiedeva alle persone soltanto di ripetere un credo e subito venivano battezzate.
Tornando in Europa, scoppiarono delle controversie dottrinali. Un concetto errato della natura di Dio fu diffuso da Socino (Fausto Sozzini), il quale negava la Trinità e l’opera espiatoria di Cristo. Ci fu una lotta tra le dottrine di Calvino e quelle di Arminio, che assoggettò la salvezza alla volontà umana e mise in discussione la dottrina dell’elezione. Ma in mezzo a .tutte queste cose, l’opera di Dio andò avanti.
Conclusioni
Come dobbiamo interpretare tutto questo? I risultati positivi della Riforma furono sufficienti per giustificare tutti i conflitti, lo spargimento di sangue e lo scuotimento delle fondamenta?
Sì, certamente. Benché lontana dall’essere un’opera completa o perfetta, la Riforma rappresentava un baleno di luce divina nelle tenebre spirituali dell’epoca. Ricordiamo che nei due articoli precedenti abbiamo trattato la storia di 15 secoli, mentre in questo abbiamo parlato di uno solo. Il lungo periodo di continua decadenza fu seguito da un cambiamento improvviso e davvero radicale!
Negli avvenimenti di questi anni della Riforma – grosso modo il Cinquecento – vediamo un risveglio, in quanto moltitudini nacquero di nuovo; una riforma, in quanto si verificò un cambiamento totale nella vita sociale, politica ed economica di molti paesi; ed una restaurazione, in quanto aspetti fondamentali della verità biblica furono rimessi in evidenza dopo i secoli oscuri dell’ignoranza e della superstizione.
In particolare:
- La Bibbia fu di nuovo riconosciuta come completa, infallibile ed autorevole, la Parola di Dio per l’uomo.
- La natura della salvezza fu chiarita. Le buone opere furono riconosciute per quelle che sono, non il mezzo della salvezza ma il suo frutto. L’uomo è giustificato dalla sola grazia di Dio come dono, ricevuto per mezzo della fede.
- La preghiera fu riconosciuta come diritto e privilegio personale di ogni credente nato di nuovo, il quale non ha bisogno di altro mediatore sacerdotale che Cristo per entrare in contatto con Dio.
Miglioramento
La Riforma, dunque, segnò un grande ribaltamento nella storia ecclesiastica. Da ora in poi, Dio avrebbe gettato sempre pii luce sul cammino del Suo popolo redento, ed è per questo che il nostro grafico indica una salita di livello nella zona grigia.
Gli avvenimenti che abbiamo descritto suscitano delle domande pertinenti per i nostri tempi. C’è posto per un’autorevole tradizione ecclesiastica accanto alla Scrittura? Perché la dottrina e la pratica battesimale degli Anabattisti fu così violentemente perseguitata dai Riformatori più “moderati”? La Riforma è stata abbastanza radicale? Sarebbe stato possibile mettere a posto la Chiesa Cattolica Romana dall’interno? Qual è il criterio per misurare la fede e l’esperienza?
E perché Roma è oggi così desiderosa di un riavvicinamento con le chiese protestanti? Sarebbe desiderabile una riunificazione? Sarebbe un fatto rilevante?
Dov’è che Dio sta conducendo il Suo popolo?
Nel prossimo numero esamineremo gli sviluppi dei secoli XVII e XVIII.
Tradotto, per gentile concessione, da Restoration, mag./giu. 1983. Adattamento per l’Italia di Geoffrey Allen