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di Giuditta Allen
Non è facile, oggi, dire “Sono una casalinga” senza sentirsi un po’ inferiore, addirittura in colpa. Allevare i propri figli non è più considerato un lavoro a tempo pieno. Altre cose sono “più importanti”. Gli anni sacrificati per studiare o per ottenere un posto di lavoro non vanno buttati via.
Una donna cristiana, però, deve considerare le cose dal punto di vista di Dio. Certi versetti della Bibbia ci possono lasciare perplesse, finché non diventino parte della nostra esperienza personale. Per esempio, Salmo 127:3: “Il frutto del seno materno è un premio”. Un premio! Riflettiamoci sopra! Chi ne ha mai ricevuto troppi di premi? Essi sono un riconoscimento concreto delle nostre capacità o dei nostri meriti.. Ma i figli, un premio? Forse che Dio ha sbagliato?! Non credo, perché ormai ho esperimentato che anche in questo campo Dio non mentisce, ma mantiene le Sue promesse.
Certamente (chi mi conosce lo confermerà) la mia fede è stata più volte messa alla prova, per non dire la mia pazienza! Ma alla fine, la conclusione non cambia: io so che Dio dice il vero. I figli sono davvero una benedizione, quindi vale la pena dedicarsi al mestiere di madre. Dunque, siamo noi che dobbiamo cambiare idea! La donna cristiana deve smetterla di farsi influenzare da tutte quelle voci che – spesso in modo suadente e convincente – cercano di inculcarci una mentalità senza basi bibliche. Televisione, radio, giornali, riviste e pubblicità di vario genere non possono prendere il posto della parola di Dio. Neanche possiamo sempre prendere come modello nostra madre, che magari non era nemmeno credente. Dobbiamo renderci conto che, per essere madri come Dio vuole, bisogna andare contro corrente; e per riuscire in questo dobbiamo essere profondamente convinte che è assolutamente necessario, e poi capire come bisogna fare. Non sarà mai un’impresa facile.
Perché?
Se non siamo convinte di quello che facciamo, l’impegno può facilmente venir meno. Perciò considereremo per primo i motivi per i quali “andare contro corrente”.
Se siamo credenti di fatto e non solo di nome, vorremo vivere ogni giorno secondo il piano di Dio; e questo comprende anche il modo di essere madri. Il nostro atteggiamento verso i figli ed il lavoro, verso le spese e le responsabilità che ne conseguono, deve riflettere quello di Dio. Inoltre dobbiamo. renderci conto che il mondo – anche senza saperlo – è in contrasto con Dio; è dominato dal grande Nemico, Satana, che oggi sta facendo di tutto proprio per distruggere l’unità e la solidità della famiglia. La pubblicità, le teorie psicologiche che oggi vanno tanto di moda, la struttura stessa della società moderna tendono a dividere la famiglia, incoraggiando l’individuo a “realizzarsi” in modo autonomo ed egoistico, tutto in nome della “libertà”.
Dobbiamo tenere presente che la stabilità e la sicurezza sia dell’individuo che della società dipendono dalla qualità della vita familiare. La famiglia é l’unità base della società, stabilita da Dio sin dalla creazione dell’uomo, e quindi va onorata e protetta gelosamente. Chi segue le Sue istruzioni vedrà realizzata anche le Sue promesse. E’ questa la via che ti permetterà di scoprire che i figli sono una benedizione e di sentirti realizzata, non solo come madre ma come donna.
Ma come fare?
Gesù disse: “Chi avrà perduto la sua vita per cagion mia, la troverà” (Matt. 10:39). Queste parole sono la base di ogni vera vita cristiana. Gesù, poi, non solo lo disse ma con la sua vita ne diede l’esempio supremo, e noi siamo chiamati ad essere Suoi imitatori.
Magari accettiamo il concetto della vita cristiana come vita di servizio; ma é quando diventiamo madri che siamo veramente messe alla prova. Chi non é veramente morta a se stessa facilmente cadrà nell’atteggiamento di tante donne che non vedono altro nella vita che una serie di sacrifici, pesi e problemi, che vivono senza speranza e senza gioia. Se i tuoi desideri sono di avere una vita facile, intraprendere una carriera, sfruttare subito i tuoi talenti e titoli di studio, sarà meglio non diventare madre! I bambini richiedono troppi sacrifici. Essi hanno bisogno della madre, e ne hanno bisogno subito, non domani. Crescono in fretta e bisogna guardare verso il futuro, considerando che Dio ci chiederà conto dei nostri figli. E’ lui che ce li affida; sono i Suoi premi …
Ma quando affrontiamo il compito, attingendo alle Sue forze e la Sua sapienza per far crescere i figli con Lui e per Lui, allora troviamo anche la nostra vita. Vediamo come Egli ci guida, ci arricchisce e ci dà quel che il nostro cuore desidera profondamente. Certo, é un sacrificio, ma sarà per pochi anni: sono forse troppi dieci o quindici anni su settanta da dedicare ad un compito così delicato ed importante?
Disponibilità
Noi donne siamo tutte diverse l’una dall’altra. Dio ci ha create così e ci vuole guidare secondo il Suo progetto per ciascuna. Però, esistono delle regole fondamentali per ogni madre cristiana; ne sono sempre più convinta, non solo dall’esperienza personale degli ultimi dodici anni, ma anche da quanto ho potuto osservare in parecchie altre famiglie.
La prima regola, dunque, é che una madre deve dedicarsi ai propri figli: E ciò vale non solo quando sono tanti (come nel mio caso, che ne ho sei) ma anche se sono solo uno o due. Essi vivono, ripeto, in un mondo ostile i Dio, alle Sue leggi ed ai Suoi piani, che crede di poter fare a meno del Suo aiuto e della Sua sapienza. Perché, allora, dobbiamo scaricare i nostri figli appena possibile negli asili-nido? Dio ci comanda, ci dà responsabilità di insegnare loro le Sue vie! Ma come possiamo farlo, se non li vediamo quasi al di fuori dell’orario dei pasti o quando hanno altri bisogni fisici?
Gli anni della prima infanzia sono importantissimi per la formazione del carattere. E’ in questa età che devono imparare ad ubbidire, cioè a dominare i loro desideri egoistici, a rivolgersi in modo spontaneo al Signore, a prendere Gesù come modello di comportamento. E possono imparare queste cose stando con noi, osservando il nostro comportamento, partecipando alla nostra vita. E’ giusto, allora, sbarazzarci di loro soltanto per avere un po’ di pace? Non c’è altro modo per avere la pace in casa? Se stimiamo i nostri figli come li stima Dio, sapremo aspettare qualche anno in più per fare quel che vogliamo del nostro tempo, per realizzare quei progetti che ci sembrano così importanti. Se dici che non ce la fai, forse Dio ti vuole insegnare qualcosa. In qualche caso, senz’altro, è vero che la donna deve lavorare perché il marito non guadagna abbastanza per vivere. Ma, se sappiamo fare bene i conti, molte volte non é così. I bambini soffrono molto di più per l’assenza della madre che non per la mancanza di soldi.
Comunione
Veniamo ora alla vita quotidiana. Supponiamo che tu trascorra quasi tutto il giorno in casa, con i figli che vanno e vengono tra scuola, compiti, ginnastica, amici e gioco. Come si fa a rimanere serena e contenta? La casa, anche se pulita, è sempre un po’ disordinata; i bambini non sembrano apprezzare il tuo sacrificio. A che serve la tua vita?
Prima di tutto, non dimentichiamo che é Dio la ragione dei nostro essere. Se trascuriamo la preghiera personale, rimarremo sempre aride e insoddisfatte. Certo, a volte sarà difficile trovare del tempo per pregare; ma se non lo facciamo, la vita sarà inevitabilmente una dura lotta, senza l’illuminazione che deriva dalla visione di Dio.
Poi, bisogna tenere sempre presente che viviamo per il Signore: è a Lui, innanzitutto, che rendiamo il nostro servizio, e non al marito o ai figli. Questo fu uno sbaglio molto comune tra le donne di un’altra generazione. I figli, infatti, appartengono a Dio; noi li abbiamo solamente in cura. Ed è solo vivendo in comunione con Lui che riceviamo la saggezza, la forza, la pazienza e l’amore necessari per crescerli bene, e troviamo la serenità riguardo al loro futuro che il mondo non ci può offrire. Nella Sua presenza abbiamo la pace e sentiamo la Sua approvazione per il nostro lavoro: formare dei figli che saranno Suoi per l’eternità. Senza una visione del genere, finiremo col perderci nei piccoli fastidi di ogni giorno; ma se la teniamo continuamente presente, potremo alzare lo sguardo al di sopra di essi e gioire. Ancora, dobbiamo affrontare ogni giornata con un atteggiamento positivo, approfittando delle situazioni per insegnare ai bambini chi è Dio e come Egli vuole che viviamo. Così Dio comandò ai genitori di educare i figli: “questi comandamenti … li inculcherai ai tuoi figliuoli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai” (Deut. 6:7). La bambina comincia a bisticciare con fratellino? E’ un’occasione da non perdere per insegnare loro il modo cristiano di risolvere i conflitti: la riconciliazione, il perdono, la sopportazione. Così stabilisci il regno e la giustizia di Dio in casa tua, nell’amore e nella verità: Cerca uno. spazio anche per leggere la Bibbia can loro; prega con loro fin dai primi mesi di vita, portando al Signore i contrattempi e i piccoli dispiaceri.
Fede
E quando le cose vanno male? Quanto tuo figlio non vuole dormire, si ribella o si ammala? Come in ogni altro aspetto della nostra vita, dobbiamo umiliarci davanti a Dio per imparare la lezione che Egli ci vuole insegnare. Dà ogni situazione negativa, Egli sa trarre fuori del bene. Le difficoltà, le malattie, le notti in bianco, la stanchezza e i dispiaceri servono tutti per formarci. Anche i genitori hanno molto da imparare, e ogni vittoria sarà motivo di ringraziamento a Dio e di consolazione agli altri quando la racconteremo nel momento giusto.
In conclusione, voglio suggerire alcune “normeguida” necessarie per mantenere l’equilibrio in famiglia. Non sono teorie, ma il frutto della esperienza e formano la base della nostra vita familiare.
- Viviamo per fede. E’ Dio che ci ha dato i nostri figli – che noi li avevamo “programmati” o meno! – ed Egli ha un piano per ciascuno di loro. Egli li conosce a fondo ed è ben più capace di noi di proteggerli. Non dobbiamo quindi essere apprensivi. Insegniamo loro come affrontare la vita con i suoi svariati pericoli man mano che crescono, e poi possiamo lasciarli fiduciosi nelle Sue mani, seguendoli con le nostre preghiere di fede. Il Signore li ama ancora più che noi, ne sono convinta; quindi non sono presa dal panico quando viene una crisi asmatica (come nel caso dei nostro figlio più grande), o una caduta dalla bicicletta. Prima ci rivolgiamo a Dio; poi, se necessario, al medico.
- Dio è un Dio di ordine. La disciplina, esercitata con amore, è indispensabile, e la parola della madre deve essere rispettata quanto quella del padre. In assenza dei capofamiglia, la madre rappresenta la sua autorità. Insieme, i genitori devono stabilire delle regole per i loro figli secondo l’età e le particolarità di questi e dell’ambiente in cui vivono, e tali regole devono essere rispettate. La verga è biblica (vedi Prov. 13:24, 22:15, ecc.) e va applicata con calma e con amore, specialmente nei primi anni. Per i figli più grandi altri sistemi di punizione saranno più adatti.
- Vivi in pace con tuo marito, sottomettendoti a lui. La moglie scontrosa non avrà mai figli ubbidienti. Quando poi sorgono problemi in famiglia, di qualunque natura, bisogna rivolgersi insieme – come coppia o anche con i figli – al Signore per ascoltare la Sua risposta.
- Guarda la tua lingua. Cerca di dire solo quelle cose che sono necessarie ed edificanti (cioè, costruttive), ed insegna anche ai tuoi figli a fare altrettanto.
- Sii disponibile. Bisogna dare tempo ai figli fin dai primi mesi della loro vita. Quando sono piccoli, si tratta di qualche momento per giocare insieme. Più tardi apprezzeranno molto sentire fiabe e racconti, avere un po’ di aiuto per colorare, fare un lavoretto insieme. Più in là ancora possiamo insegnare loro a cucinare (sarà bene che imparino anche i maschi!), a lavorare a maglia o ad uncinetto, a usare la macchina: da cucire. Ma soprattutto, dobbiamo essere pronte ad ascoltarli. Hanno tante cose da raccontarci, non sempre molto interessanti per noi adulti, ma è importante che impariamo a prestare attenzione. Se non li vogliamo ascoltare quando sono piccoli, non ci vorranno parlare quando saranno più grandi. Se vogliamo l’amicizia e le confidenze dei nostri figli quando saranno adolescenti, bisogna cominciare nei primi anni. Purtroppo (almeno nella mia esperienza) scelgono spesso i momenti meno adatti per fare i loro discorsetti, ma bisogna cercare di accontentarli lo stesso. Se è veramente impossibile, ricordati di trovare un altro momento più tardi.
Essere madre è certamente un compito difficile e richiede sacrificio, ma “chi avrà perduto la vita, la troverà”. Diamo il primo posto al Signore, poi il marito, poi i figli … e noi stesse? “Chi si abbassa sarà innalzato”. Sarà il Signore stesso, col passare degli anni, ad aprirci delle porte ad altri incarichi più “gloriosi”. Intanto l’ospitalità è un dono che possiamo sempre offrire, e secondo i nostri talenti e le occasioni che si presentano potremo svolgere altri tipi di servizio nella chiesa di cui facciamo parte. Se cerchiamo in ogni cosa la guida di Dio ci sentiremo realizzate, e alla fine, come per la donna di Proverbi 31, “i nostri figli sorgeranno e ci proclameranno beate e i nostri mariti ci loderanno”. Che sia questa l’esperienza di ognuna delle mie lettrici.