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di Geoffrey Allen
In questo numero parliamo ancora del tema “Discipline della vita cristiana”.
Ma – domanderà qualcuno – tutte queste “discipline” non potrebbero finire per metterci di nuovo sotto il giogo della Legge? Qual è, in fondo, il posto della disciplina nella vita cristiana? Gesù non è forse venuto per renderci liberi?
Queste sono buone domande che non bisogna mai perdere di vista. La grazia è il fondamento stesso del cristianesimo, e guai a noi se lo dimentichiamo! “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù!” (Galati 5:1).
C’è ancora tanto bisogno, nel nostro Paese, della predicazione della grazia e della libertà del cristiano. Tanti nostri fratelli soffrono ancora sotto il pesante giogo del legalismo, cercando con sforzi e con tentativi di adempiere le esigenze della giustizia di Dio e, molto peggio, di tante regole inventate dagli uomini che non hanno il minimo riscontro nella Parola di Dio. Peggio ancora, la predicazione del Vangelo è ostacolata e vanificata dalla cattiva testimonianza di cristiani che “legano dei fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della gente” (Matteo 23:4).
Ma … la disciplina è veramente in conflitto con la libertà? Le discipline di cui parliamo in questo numero e in quello precedente hanno tutte le caratteristiche di essere autodiscipline; e proprio questa virtù (talvolta tradotto “autocontrollo”, “temperanza” o “padronanza di sé”) fa parte del frutto dello Spirito, cioè della grazia (Galati 5:22).
La verità è che queste discipline sono simili all’allenamento al quale si sottopone volontariamente ogni atleta che spera di vincere alle Olimpiadi. Non a caso le Scritture usano più volte un linguaggio sportivo per raffigurare la vita cristiana: è “gara” e “lotta” (Ebrei 12:1, 2° Timoteo 2:3-5). Proprio l’esercizio della disciplina ci rende liberi dalla schiavitù della “carne”, cioè dei vizi e delle tentazioni, per poter fare la volontà di Dio. È per una felice intuizione che l’autore di un recente libro (recensito in questo numero) l’ha intitolato: La libertà della disciplina.
Una delle chiavi più importanti per comprendere la vita cristiana ci viene fornita infatti in un versetto dell’epistola di Paolo ai Galati, quella cioè scritta ai credenti del suo tempo più tentati dalla facile ma ingannevole soluzione del legalismo. “La carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro, in modo che non potete fare quello che vorreste” (5:17).
I desideri della carne, credo, non hanno tanto bisogno di spiegazioni: sono quelli che sfociano nel brutto catalogo delle “opere della carne” elencate subito dopo (5:19-21). Ma quali sono “i desideri dello Spirito”?
Sono i desideri e le aspirazioni di ciò che, dentro di noi, è “nato dallo Spirito” con la conversione a Cristo: il desiderio di amare Dio, di piacerGli, di cercare la Sua faccia, di compiere la Sua volontà, di amare il prossimo, di cercare prima il Regno … Desideri talvolta deboli (soprattutto nei cristiani “malnutriti”!), ma nondimeno reali. Cristo è venuto “affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito”; è seguire questi desideri questo “è vita e pace” (Romani 8:4,6).
Se noi ci sottoponiamo a discipline – anche a quelle più “spirituali”, come la preghiera o il digiuno – con un atteggiamento legalistico, cercando di diventare più santi o di piacere a Dio con i nostri sforzi, mancheremo certamente il bersaglio: tutt’al più diventeremo più … orgogliosi e insopportabili! Se invece lo faremo perché scegliamo di seguire i dolci suggerimenti dello Spirito, quel desiderio di santità che è proprio dello Spirito … Santo che vive in noi, allora produrranno in noi un buon frutto: il “frutto dello Spirito”, appunto.
È con questo obiettivo, dunque, che proponiamo i seguenti articoli su temi quali la disciplina della vita interiore dei pensieri; la disciplina (tanto trascurata da noi evangelici!) della solitudine e del silenzio, che ci consente di ascoltare la voce di Dio e lasciarci mettere in discussione da Lui; la disciplina della sottomissione, così importante per dare un taglio netto all’indipendenza che è la radice del peccato; e quella dell’amministrazione delle cose materiali di cui tante volte ha parlato il nostro Signore Gesù Cristo.
Il nostro augurio è che possano essere di stimolo e di sfida per ognuno dei nostri stimati e affezionatissimi lettori.