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di Giovanni Traettino
In questi giorni i giornali e la televisione sono pieni di notizie sul conflitto fra l’Iraq e – possiamo dire – il resto del mondo. Questo è senz’altro una guerra del petrolio, una lotta per una diversa distribuzione delle ricchezze, determinata quindi da fattori economici. Ma voglio suggerire che è soprattutto e fondamentalmente il riflesso di una battaglia spirituale nei luoghi celesti che avviene intorno a noi senza che ce ne accorgiamo.
Leggendo l’Antico Testamento, è sorprendente notare come le guerre tra nazioni siano guerre tra dèi. Uno scrittore dell’Antico Testamento, dovendo descrivere il conflitto tra l’Iraq e il Kuwait, molto probabilmente avrebbe parlato di uno scontro tra gli dèi dei due paesi, concludendo che l’Iraq ha preso il sopravvento perché gli dèi del Kuwait erano più deboli.
Ora, dietro questo linguaggio c’è una verità. Non si tratta certamente di dèi, ma di “principati, potestà e dominatori che sono nei luoghi celesti” (Ef. 6:12) e che governano le nazioni. Ogni paese ha un “principato” più forte o più debole che lo controlla, esercitando pressioni e influenze sugli uomini. Dobbiamo recuperare una visione biblica e comprendere che, oltre le realtà visibili, ci sono forze invisibili ma altrettanto reali che determinano i movimenti di individui e di intere nazioni.
Ruolo decisivo
In questa battaglia noi, la Chiesa, abbiamo un ruolo decisivo; e quanto prima ce ne rendiamo conto, tanto prima potremo esercitare la nostra influenza per far avanzare il regno di Dio. Perché, nonostante le cartine geografiche, su questa terra esistono soltanto due regni e due popoli: il Regno di Dio e il regno di Satana, il popolo di Dio e i pagani. Così la Scrittura descrive la realtà. È dunque vitale per noi capire dove ci troviamo: se facciamo parte del Regno di Dio o del regno di Satana, del popolo del patto o di coloro che sono dall’altra parte della barricata.
Noi occidentali del 2000 abbiamo difficoltà a comprendere queste cose, perché la nostra cultura soffoca la percezione delle cose spirituali. La televisione e la scuola danno quasi per scontato che il mondo spirituale non esiste. Così Satana ha fatto credere una menzogna decisiva per la sua impresa: che egli non c’è, che maghi, fatture e demoni sono solo ciarlatanerie. Talvolta lo sono, ma spesso si tratta di realtà spirituali. Conoscere le macchinazioni di Satana ci consentirà di svolgere un ruolo decisivo nella guerra tra la luce e le tenebre.
Finestra aperta
C’è nell’Antico Testamento un capitolo molto significativo che ci dà uno squarcio su queste realtà: Daniele capitolo 10.
“Il terzo anno di Ciro, re di Persia, io, Daniele, feci cordoglio per tre settimane intere … E il ventiquattresimo giorno del primo mese, ecco un uomo vestito di lino, la cui faccia aveva l’aspetto della folgore … In me non rimase più forza: caddi profondamente assopito, con la faccia a terra … E mi disse: “Daniele, cerca di intendere le parole che io ti dirò, perché ora io sono mandato da te … Non temere, Daniele; poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore d’intendere, le tue parole furono udite, e io sono venuto a motivo delle tue parole. Ma il capo del regno di Persia [il dominatore spirituale di quel regno] m’ha resistito ventun giorni; però ecco, Micael [l’arcangelo Michele, che incontriamo anche nel Nuovo Testamento] è venuto in mio soccorso … E ora sono venuto a farti comprendere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni … Ora me ne torno a combattere col capo della Persia; e quando uscirò a combattere, verrà il capo di Javan. Ma … non v’è nessuno che mi sostenga contro quelli là tranne Micael vostro capo”. E io, il primo anno di Dario, il Medo, mi tenni presso di lui per sostenerlo e difenderlo” (Dan. 10:1-11:1; si suggerisce di leggere tutto il capitolo).
L’essere celeste che in questa visione si presenta a Daniele gli dice: “Non ho nessuno che combatta con me tranne Micael”. E Daniele: “Io mi tenni presso di lui per sostenerlo e per difenderlo”. Ecco la finestra sul mondo spirituale. In un mondo pagano, in cui il popolo d’Israele non ha nessun peso, Dio suscita un uomo che comprende come muoversi nella sfera spirituale. In risposta alla rivelazione di Dio si mette a intercedere, e la sua intercessione diventa decisiva per la battaglia che si svolge nei luoghi celesti. Mi direte: ma Gabriele e Micael non potevano risolvere il problema tra loro? La Scrittura ci dice di no! È Daniele che fa cambiare la situazione sostenendo, difendendo e lottando finché le sorti della battaglia non siano decise.
Nei decenni successivi, Daniele starà al fianco di quattro imperatori come consigliere e ministro, orientando la politica e le scelte del loro regno. In quel periodo il popolo di Dio godrà di grandi benedizioni, fino a quando non arriverà “il principe di Javan” (molto probabilmente la Grecia) a sconfiggere la Persia e prendere controllo di tutto il Vicino Oriente.
Poiché Dio non troverà chi prenda il posto di Daniele nell’intercessione e nella preghiera, la situazione del popolo d’Israele peggiorerà progressivamente fino ai giorni di Gesù. Allora ci sarà una nuova visitazione angelica, quella di Gabriele a Zaccaria, Maria e Giuseppe. Qualcosa avviene nei luoghi celesti: gli angeli si muovono, e con loro arriva la visitazione di Dio, il risveglio, la benedizione, una nuova svolta nella situazione.
Lezioni importanti
Da questo, possiamo capire alcune cose importanti per il nostro cammino spirituale. L’angelo ha detto a Daniele: “Sono venuto a farti comprendere”, e ancora: “Sono venuto per darti intendimento” (Dan. 10:14, 9:22). Anche noi abbiamo bisogno di intendimento per comprendere queste realtà e come muoverci in esse.
Per prima cosa, si parla di “una gran lotta” nei luoghi celesti (v.1). È stato detto poco prima: “Gerusalemme … sarà restaurata e ricostruita, piazze e mura, ma in tempi angosciosi” (9:25). Battaglie e lotte! Quando Dio vuole restaurare la sua città e il suo popolo, tutte le forze dell’avversario si mettono in moto per creare barriere e resistenze. Dobbiamo imparare a fare i conti con questa “grande lotta”.
Poi, viene evidenziato qui il ruolo della preghiera di combattimento. Daniele non fa preghiere tipo: “Signore, dammi questo e quello”: egli è consapevole della battaglia e deciso a sostenere fino in fondo gli angeli che lottano nei luoghi celesti. Dio affida a lui – simbolo della Chiesa – un ruolo determinante per le sorti del conflitto, che non sarà deciso tra angeli e demoni ma dall’intervento della Chiesa che, cosciente della sua forza, farà pesare la bilancia in favore dell’esercito dell’Eterno. Il ruolo del credente e della Chiesa è decisivo.
Io sto facendo solo i primi passi in questa comprensione, ma già mi si apre tutta una prospettiva nuova sulla pienezza che Dio ha promesso alla chiesa. Gran parte dell’Antico e del Nuovo Testamento appare sotto una nuova luce e possiamo comprendere i meccanismi spirituali di ciò che succede nella nostra vita, nella famiglia e nella chiesa.
La terza cosa evidente è la realtà del mondo spirituale. Ci sono non solo i demoni, ma anche un esercito di angeli rimasti fedeli al Signore. È una realtà che in passato non abbiamo considerato con la dovuta attenzione.
Un esercito celeste
Quando io mi sono convertito, sono entrato in un ambiente influenzato da idee moderniste e illuministiche così che, lasciando il cattolicesimo, ho perso di vista tutta la dimensione angelica. E spesso, nel nostro mondo evangelico, trascuriamo queste realtà. Ma ne parla sia l’Antico che il Nuovo Testamento, e dobbiamo recuperarne la comprensione. Quando parliamo delle forze delle tenebre è molto importante, per mantenere l’equilibrio, ricordare che c’è anche un esercito angelico che serve il Signore. Anzi, la Scrittura sembra dire che quelli che Gli sono rimasti fedeli sono molto più numerosi di quelli che se ne sono allontanati. Nell’Apocalisse è scritto che un terzo delle stelle del cielo precipitò (12:4), e alcuni interpretano questo brano nel senso che la terza parte degli angeli è caduto, allontanandosi dal Signore.
Gli angeli, secondo Ebrei 1:13-14, sono “spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza”. Sono cioè mandati da voi e da me per aiutarci! Quando pensate al diavolo, ricordatevi che ci sono anche angeli che il Signore ci mette vicino per difenderci: “Egli comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno sulla palma della mano, perché il tuo piede non inciampi in nessuna pietra” (Sal. 91:11-12). Generalmente invisibili, possono talvolta rendersi visibili, come in diversi episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Alcuni anni fa ho avuto un incidente di auto in cui la macchina si è capovolta. Ho avuto proprio la sensazione che un angelo mi prendesse e mi girasse dentro la macchina: mi sono trovato col sedere sul tetto e la testa verso le ruote, senza nemmeno un graffio addosso. Qualcuno dirà che è stato un caso, ma ho avuto la chiara sensazione di un intervento soprannaturale.
La Scrittura sembra suggerire che ci sia almeno un angelo assegnato a ciascuno di noi per proteggerci (Matt. 18:10). A loro però – lo dico perché siamo in un contesto cattolico – non è dovuto nessun culto: “Nessuno vi derubi … con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni … senza attenersi al Capo” (Col. 2:18-19). Gli angeli sono servi di Dio, ma noi siamo i figli di Dio! A Gesù, dopo la tentazione nel deserto, vennero degli angeli per servirlo (Matt. 4:11); e noi, che siamo in Lui, abbiamo lo stesso privilegio.
Il loro numero è grande. In Apocalisse 5:11 è scritto: “Vidi … molti angeli intorno al trono … il loro numero era di miriadi di miriadi e migliaia di migliaia”. Una miriade è 10.000, per cui “miriadi di miriadi” sono centinaia di milioni di angeli che stanno intorno al Signore e sono inviati a ministrare a noi.
Ranghi diversi
Gli angeli sono organizzati secondo principi di ordine e di struttura che Dio ha messo in tutto l’universo. “Poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze …” (Col. 1:16). Qui, evidentemente, si parla non tanto dell’esercito del nemico, ma di principati agli ordini del Signore. I teologi medievali li dividevano in nove categorie, fra cui principati, autorità, potenze, troni, potestà, signorie: tutte parole che troviamo nelle Scritture.
Comunque sia questo, è evidente che esistono diversi generi di esseri celesti. Angelo, per esempio, significa “messaggero”. In diversi momenti importanti della storia vediamo presentarsi l’angelo Gabriele come messaggero di Dio; per esempio in Daniele 8:16: “Udii una voce che gridò: … «Gabriele, spiega a colui la visione»“ e in Luca 1:9,26, dove rivela il piano di Dio a Zaccaria e a Maria.
Ci sono anche arcangeli, cioè “capo-angeli”, ad esempio Michele (Giuda 9), che conduce le armate del cielo contro Satana (Apoc. 12:7-12) e nell’Antico Testamento è “il difensore” della nazione d’Israele (Dan. 12:1, 10:21). Ci sono serafini, il cui ministero è lodare Dio (Is. 6:1-6), e cherubini, che hanno a che fare con la gloria di Dio (Ezech. 10): nel Salmo 80:1 leggiamo: “Tu che siedi sopra i cherubini, fa’ risplendere la tua gloria!”
Non c’è dunque solo il diavolo, ma ci sono anche degli eserciti celesti che combattono per il Signore e per il Suo popolo.
Il nostro ruolo
Poi, in questa battaglia spirituale, c’è Gesù e la sua Chiesa. Attraverso la Chiesa, Dio combatte contro il regno di Satana: “… affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della Chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù” (Ef. 3:10-11). In Gesù, Dio ha invaso il regno dell’avversario e sulla croce ha sconfitto i principati e le potestà. E ora l’opera di Cristo continua tramite la Chiesa.
Dio, oggi, vince o perde con la Chiesa. Non è possibile che mentre la Chiesa è sconfitta, Dio vinca, che a Dio vada bene quando alla Chiesa va male. Solo nella misura in cui la Chiesa toglie terreno all’avversario, Dio vince e il suo regno è stabilito. Dio si è totalmente identificato con la Chiesa, e questo ci spinge a lavorare perché il Regno di Dio avanzi. Se noi non preghiamo, la battaglia lassù rimarrà indecisa; se non evangelizziamo, la gente non potrà conoscere il messaggio di Dio; se non scaviamo nella Parola di Dio, il Suo popolo non sarà edificato. Dio ha investito tutto nella Chiesa.
Questa è forse la rivelazione più importante che abbiamo ricevuto in questi anni. Dobbiamo comprendere che noi siamo responsabili e muoverci, dal primo all’ultimo credente … e non è facile sapere chi è primo e chi è ultimo, perché qui non contano i ruoli e le funzioni, ma la comprensione del mondo spirituale e la nostra partecipazione alla battaglia.
E poi c’è l’esercito dell’avversario. Il mondo spirituale è ordinato e strutturato, molto più della chiesa. La chiesa è un caos, in modo particolare la chiesa evangelica! Invece l’esercito di Satana, come l’esercito celeste, è ben organizzato. Dio si aspetta che anche la chiesa abbia ordine e struttura per muoversi come un esercito e determinare le sorti della battaglia.
Strategie
Ora vogliamo considerare come combattere contro principati, potestà e dominazioni spirituali. Ed è importante qui conoscere lo scopo e la strategia del nemico.
L’obiettivo dei principati satanici è quello di dominare regioni e nazioni e distruggere la giustizia, la santità e la prosperità dei credenti e dei popoli. Il diavolo viene “per rubare, ammazzare e distruggere” (Giov. 10:10). E per quel che riguarda la Chiesa, cercano di impedire il risveglio e la manifestazione di Dio in mezzo al Suo popolo.
Per farlo, si servono della cultura e dei meccanismi della società, cercando di prendere controllo della politica, dell’economia, dei mass media, della moda … Nella tentazione nel deserto, Satana dice: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua” (Luca 4:6-7). Il diavolo può realmente dare gloria e potenza alle persone, come ben sanno quelli che si sono dati al culto satanico; altrimenti non l’avrebbe offerto a Gesù.
Dobbiamo comprendere la natura della battaglia e non essere leggeri. A volte i cristiani sono proprio sciocchi: giocano con il peccato e con le cose sacre. Stupidi!! Anche l’apostolo Paolo parla di “facezie scurrili e buffonerie” in mezzo ai credenti (Ef. 5:4). Ma chi comprende la natura della battaglia diventa serio e combatte con integrità e con fermezza. Abbiamo bisogno di una rivelazione perché queste cose siano scritte dentro di noi, diventando carne della nostra carne per modificare le nostre azioni e i nostri comportamenti. Perché, se le nostre azioni non cambiano, significa che non abbiamo veramente capito: siamo nel Regno di Dio, sì, ma con tiepidezza, senza avere compreso lo scontro nel quale ci troviamo.
In Marco 3:27, Gesù dice: “Nessuno può entrare nella casa dell’uomo forte e rubargli le sue masserizie, se prima non avrà legato l’uomo forte; soltanto allora gli saccheggerà la casa”. Il capitolo 10 di Daniele illustra molto bene questa verità: non è possibile prendere il regno di Persia se prima non si lega l’uomo forte di Persia. Le battaglie sono vinte prima nei luoghi celesti, poi il riflesso si ha qui sulla terra.
Per anni mi sono interrogato sul senso della preghiera. Perché pregare? Certo, ci sono tante ragioni; ma per quel che riguarda il Regno di Dio, mi sembra di avere scoperto solo adesso tutta la pregnanza e la forza di una preghiera energica e aggressiva: è così che leghiamo l’avversario e gli togliamo il potere.
Il compito della Chiesa è quello di legare i principati in ogni regione, restituendo a Dio il governo sull’umanità e su tutto il creato “affinché in ogni cosa Cristo abbia il primato” (Col. 1:18): affinché sia Capo sulle regioni, sulle nazioni, su tutto qui sulla terra. Dobbiamo imparare la guerra spirituale e formare in ogni località delle cellule di combattimento. Ciascuna regione ha un suo “principe”, e anche, a quanto sembra, un angelo di Dio responsabile. Ma nel conflitto, è decisiva la partecipazione della Chiesa. Se noi sciogliamo i legami nei luoghi celesti, saranno sciolti qui sulla terra.
Chiavi per la vittoria
Voglio darvi alcuni principi chiave per la battaglia contro i principati e le potestà sataniche.
Innanzitutto, essere sottomessi all’autorità del Signore. “Questi visionari … disprezzano l’autorità e parlano male delle dignità. Invece l’arcangelo Michele, quando contendeva col diavolo … non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!»” (Giuda 9). C’è gente nella chiesa che non ha il senso dell’autorità, che è condizionata dallo spirito di ribellione che è nel mondo e pensa all’autorità in termini naturali: “qualcuno che mi toglie i diritti e mi impedisce di esprimere me stesso”. Ma per vincere il nemico, è fondamentale sottomettersi di cuore all’autorità che Dio ha stabilito. Chi non lo fa, non può combattere contro i poteri spirituali, perché l’avversario sa perfettamente che l’ordine e il rispetto sono fondamentali per il Regno di Dio.
Un altro principio è: ricevere la chiamata e l’autorità dal Signore. Non tutti i “ministri” sono stati istituiti dal Signore. Ma Satana conosce la differenza: “Paolo so chi è; ma voi chi siete?” (Atti 19:15). Dobbiamo muoverci nei limiti dell’unzione che Dio ci ha concesso. Allora le potenze delle tenebre non potranno resisterci!
Un terzo principio è: muoversi in unità con il Corpo. Matteo 18:17-20 parla dell’autorità spirituale data alla Chiesa, che trascende quella del singolo credente. Satana conosce quest’autorità, che quando due o più sono d’accordo, non li può resistere. Una chiesa unita può attaccare frontalmente l’avversario; ma se c’è divisione e maldicenza, resta inefficace. Dobbiamo rigettare ogni seme di faziosità, di settarismo, di spirito di parte.
I principati e le potestà fanno di tutto per dividere la chiesa, e soprattutto i suoi responsabili. Se ci sono due anziani, semineranno tra loro tensioni e dissensi, perché così mettono in scacco la chiesa. Un’arma molto efficace contro questa tattica è la preghiera e il digiuno. Una chiesa che prega e digiuna regolarmente per i suoi ministri dà loro una forza irresistibile!
Poi, per vincere le forze sataniche, è necessario pregare nello Spirito Santo. “Lo Spirito ci aiuta nella nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili” (Rom. 8:26). C’è una sola preghiera che ha veramente valore sulla faccia della terra: quella di Gesù. Le nostre preghiere valgono nella misura in cui è il suo Spirito a pregare in noi. Una preghiera efficace è secondo la volontà del Padre: “Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce” (1° Gv. 5:14-15). Lo Spirito Santo conosce perfettamente la volontà di Dio (1° Cor. 2:10-11) e prega in modo da ottenere risultati. Inoltre, è solo così che è possibile “pregare in ogni tempo” (Ef. 6:18). Io ho vissuto giornate intere in cui lo Spirito di Dio pregava in me.
Dobbiamo però perseverare nella preghiera (Rom. 12:12). La perseveranza è una fede costante. Dall’esperienza di Daniele, vediamo che non sempre la risposta arriva subito: solo dopo ventun giorni di preghiera l’angelo arriva dicendo “Dal primo giorno in cui hai pregato …”. Troppe volte noi invece ci rinunciamo dopo dieci minuti! C’è una guerra spirituale, e spesso vedremo l’effetto della preghiera solo se perseveriamo.
Il nemico cerca di scoraggiare chiunque si impegna seriamente a pregare con costanza e perseveranza. Quante volte ci siamo ripromessi di farlo, ma dopo alcuni giorni … di nuovo scacco! Dobbiamo capire da dove viene questa resistenza, perché il diavolo sa che è la preghiera che spezzerà il suo potere. Dio permette la resistenza di Satana perché la Chiesa possa partecipare alla Sua vittoria. Altrimenti avrebbe risolto le cose subito, senza di noi! “Basterebbe una parola – disse Gesù nel Getsemani – e il Padre manderebbe più di dodici legioni di angeli” (Matt. 26:53). Ma Dio vuole che il nemico sia sconfitto dalla chiesa. La nostra parte è pregare in terra, mentre il Signore lavora in cielo.
Scontro con i demoni
Sulla terra operano schiere di demoni che cercano dei corpi da abitare. Da questo derivano i casi di demonizzazione che si esprimono in schiavitù quali l’omosessualità, la dipendenza dalla droga, l’immoralità spinta … Dietro a tali vizi c’è spesso una realtà spirituale, che bisogna riconoscere per poter liberare le persone.
Quali sono dunque i principi per vincere i demoni?
- Non temere. La paura ci sconfigge già prima di cominciare. Ma se comprendiamo la nostra posizione, ci muoveremo senza paura. “Il diavolo gira come un leone ruggente” (1° Pt. 5:8). Ma, ha detto qualcuno, egli “imita il ruggito del leone e si mette addosso una pelle di leone, ma non è il leone. Il vero leone è in noi!” Quando ruggisce Gesù, il leone di Giuda, Satana scappa con la coda tra le gambe.
- Resistere nella fede: “Resistetegli stando fermi nella fede” (1° Pt. 5:9). La fede è fare nostra la Parola di Dio, crederla con tutto il cuore e muoverci sulla base di essa. Ora, la Parola dice che possiamo espellere i demoni, che siamo chiamati a farlo. Quando accogliamo questa promessa, la fede comincia ad agire: “… per mezzo della fede … videro realizzarsi le promesse, chiusero le fauci dei leoni” (Ebr. 11:33).
Occhi aperti
Voglio concludere con un episodio dalla vita di Eliseo. “Il servo dell’uomo di Dio uscì fuori, ed ecco che un gran numero di soldati con cavalli e carri accerchiava la città. E il servo disse all’uomo di Dio: «Ah, signor mio, come faremo?»“ (2° Re 6:15-17). Spesso noi siamo come il servo di Eliseo: ci muoviamo con una vista naturale anziché con gli occhi dello Spirito, e diciamo: “Ah, Signore, come faremo? Sono tanti i nostri avversari: il mondo, la carne, il diavolo …”! “Ma egli rispose: «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro». Ed Eliseo pregò: «O Eterno, ti prego, aprigli gli occhi!» E l’Eterno aprì gli occhi del servo, che vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno ad Eliseo”.
Gesù è venuto per togliere il velo dai nostri occhi. Possa il Signore farci vedere l’esercito angelico intorno a noi e la potenza che Egli ha messo in noi. “Colui che è in noi è più grande …”: abbiamo tutto ciò che occorre per attaccare e sconfiggere il nemico.
Il Signore ci ha dato le chiavi del regno dei cieli. Quando legheremo l’uomo forte, egli sarà legato, e quando scioglieremo i prigionieri, essi saranno sciolti intorno a noi!
Giovanni Traettino è il fondatore e pastore responsabile della “Comunità cristiana di Caserta” ed è riconosciuto da diverse chiese in Italia in una funzione apostolico. Laureato in lettere, è sposato e ha quattro figli.