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di Geoffrey Allen
“Impara a conoscere il nemico!” è un consiglio molto saggio in tempo di guerra. Chi non lo conosce, infatti, diventa facile preda dei suoi disegni.
Anche noi cristiani siamo coinvolti, volenti o nolenti, in una guerra. “Il nostro combattimento … non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti”. Così scriveva l’apostolo Paolo ai credenti dei suoi giorni (Efesini 6:12). E in un altro brano aggiunge: “… affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo i suoi disegni” (2° Corinzi 2:11).
Anche oggi, se non vogliamo essere “raggirati” da questo nemico intelligente e astuto, è importante che siamo a conoscenza dei suoi obiettivi, delle sue armi e delle sue tattiche nei nostri confronti.
Mimetizzazione
Per vincere le battaglie, ogni esercito fa il possibile per cogliere di sorpresa il nemico. Veste i soldati in tute mimetiche, dipinge i carri armati e gli aerei con colori mimetici, e quando possibile cerca di attaccare di notte oppure alla prima luce, quando l’avversario può essere più facilmente colto impreparato.
Il nemico dell’umanità, Satana, è riuscito brillantemente ai nostri giorni in questa impresa. È riuscito addirittura a far credere alla maggior parte della gente che non esiste affatto! Non solo, ma perfino gran parte dei capi della religiosità ufficiale dichiara apertamente che Satana non esiste, che è solo una “personificazione del male” o il frutto dell’immaginazione di gente dalla “mentalità primitiva” (Gesù stesso, allora, era vittima di questa “mentalità primitiva”?!), e mettono in ridicolo chi lo prende sul serio. Così Satana può agire indisturbato per portare a termine i suoi disegni nefasti.
Non solo, ma riesce anche a far “addormentare” molti di coloro che continuano a riconoscere la sua esistenza e pericolosità. Molti cristiani effettivamente “ignorano” i suoi disegni (o, come meglio traducono la Riveduta e la Nuova Diodati, “le sue macchinazioni”). Quando incontrano difficoltà, disgrazie, tentazioni, depressioni, malattie, conflitti nella famiglia e nella chiesa, eccetera, l’ultima cosa cui pensano è una “macchinazione di Satana”. Così diventano facili vittime e spesso finiscono sconfitti.
Certo, non voglio dire che tutte le nostre difficoltà siano da attribuire a Satana. Oscilliamo facilmente tra due poli opposti: quello di ignorare le macchinazioni del diavolo, e quello di attribuirgli tutte le colpe, anche di cose in cui non c’entra affatto! Abbiamo tre nemici, non uno: il mondo, la carne e il diavolo, e ciascuno fa la sua parte. Certe volte siamo noi stessi il nostro peggior nemico: ci comportiamo in maniera stolta, incosciente o infantile (ed è a questo che si riferisce la Bibbia quando parla della “carne”), e poi ne diamo la colpa al diavolo: una scappatoia troppo comoda!
Tuttavia, è certo che esiste un nemico che vuole farci del male, sia perché odia con tutto il suo essere non solo Dio, ma anche i figli di Dio, sia per metterci “fuori combattimento” perché non danneggiamo e non saccheggiamo il suo regno. In questo articolo, dunque, esamineremo alcune delle sue tattiche.
Tentazioni
La tattica del diavolo più nota alla maggior parte dei cristiani è rappresentata dalle tentazioni; e proprio per questo, non le dedicheremo molto spazio. Tutti conosciamo i racconti della tentazione di Eva nel giardino di Eden e quella di Gesù nel deserto. Anche a noi Satana manda i suoi messaggeri per suggerirci di fare del male, di disubbidire ai comandamenti di Dio, di negare e abbandonare la nostra fede. Talvolta ci parlerà anche dalla bocca dei nostri più cari e più fidati amici e fratelli nella fede, come a Gesù parlò dalla bocca di Simon Pietro (Matteo 16:22-23).
Non dimentichiamo però che non tutte le tentazioni vengono dal diavolo: egli ha un alleato dentro di noi, la nostra “carne” o vecchia natura adamica, che costituisce il suo appiglio e “pista di atterraggio”. La Bibbia infatti afferma che “ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, genera peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” (Giacomo 1:14-15).
I leaders nella chiesa sono particolarmente bersagliati dalle tentazioni del diavolo, perché egli ben sa che se riesce a farli cadere nel peccato – possibilmente pubblico e scandaloso – danneggia tutta la chiesa e l’opera di Dio. Perciò la Parola di Dio stabilisce che un anziano nella chiesa deve avere “una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo” (1° Timoteo 3:7).
Le “classiche” tentazioni dei leaders nella chiesa sono tre: soldi, sesso e potere. “L’amore del denaro – ci avverte la Parola di Dio – è radice di ogni specie di mali” (1° Timoteo 6:10); e quando la chiesa prospera e diventa grande, inevitabilmente deve gestire notevoli somme di denaro che possono diventare un “laccio” per i leaders. Le tentazioni sessuali, poi, sono sempre in agguato, soprattutto per i pastori che devono occuparsi dei problemi delle donne della chiesa. Perciò è buona norma che essi non visitino né ricevano mai le sorelle della chiesa, o altre donne che cercano aiuto o consiglio, da soli, ma si facciano sempre accompagnare possibilmente dalla moglie, o in sua mancanza, almeno da un’altra sorella matura nella fede.
Più subdole sono le tentazioni dell’abuso del potere. Dio ha dato ai Suoi ministri autorità sulla vita dei credenti, ma la tentazione è sempre presente di abusarne per appagare i propri desideri e ambizioni, anziché per la gloria di Dio e il bene del gregge. Quanti pastori si sono sviati dietro ambizioni di grandezza e di gloria personale, attaccandosi al potere e alla posizione nella chiesa invece di “pascere il gregge di Dio … volonterosamente secondo Dio; non per vile interesse … non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge” (1° Pietro 5:2-3).
Infine, bisogna riconoscere che la tentazione del diavolo per eccellenza – perché quella che ha prodotto anche la sua rovina – è quella dell’orgoglio. Anche questa è un pericolo cui sono particolarmente esposti i leaders nella chiesa: “Bisogna … che non sia convertito di recente, per timore che si gonfi di orgoglio e cada nella condanna del diavolo” (1° Timoteo 3:6). Ma anche i semplici credenti possono essere tentati alla stessa maniera. Ricordiamo l’esempio di Anania e Saffira: “Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo?” (Atti 5:3). Essi non morirono perché avevano tenuto per sé una parte del ricavato della vendita del loro terreno: non avevano nessun obbligo di darne neanche una parte (v.4). Piuttosto, morirono perché avevano “mentito allo Spirito Santo”, cercando di fare bella figura davanti alla chiesa e apparire più consacrati di quanto non fossero realmente. Un peccato di orgoglio pagato a caro prezzo.
Per combattere le tentazioni, dobbiamo non solo, come Gesù, sgridare il Tentatore in faccia (“Vattene via da me, Satana!”) e respingere i suoi suggerimenti con la “spada” della Parola di Dio (“Sta scritto … Sta scritto … Sta scritto …”), ma anche “rinunciare a noi stessi e prendere ogni giorno la nostra croce” per negargli ogni punto d’appoggio dentro di noi. Allora potremo “stare saldi contro [tutte] le insidie del diavolo” (Efesini 6:11).
Accuse
Oltre le tentazioni al peccato, comunque, il diavolo ha molte altre armi da usare contro di noi; e la maggior parte passa attraverso la nostra mente. È qui che si svolge la maggior parte dei nostri combattimenti.
Un’arma principale di Satana sono le accuse. Satana è infatti chiamato “l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusa davanti al nostro Dio” (Apocalisse 12:10). Invano, perché “noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto”, il quale è egli stesso “la vittima espiatrice per i nostri peccati”. Egli presenta il proprio sangue innocente davanti al trono di Dio a dimostrazione che nessuno può più “accusare gli eletti di Dio” perché “Dio è colui che li giustifica … e Cristo Gesù, colui che è morto e risuscitato è alla destra di Dio e intercede per noi” (1° Giovanni 2:1-2, Ebrei 9:12-14, Romani 8:33-34).
Ma, se Dio non ascolta le accuse di Satana, talvolta egli ottiene un migliore successo con noi. “Sei troppo cattivo per essere salvato”, egli sussurra al nostro orecchio. “Hai commesso il peccato imperdonabile, la bestemmia contro lo Spirito Santo”. “Questa volta l’hai fatta troppo grossa: Dio non ti perdonerà più”. “Sarà meglio abbandonare la lotta perché sarai sempre uno sconfitto”. Eccetera, eccetera …
“ … essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza”, dice la Scrittura (Apocalisse 12:11). Almeno per quel che riguarda le accuse che il diavolo rivolge a noi, l’arma vincente è propria questa: “la parola della nostra testimonianza”. “Sì, sono un peccatore che merita l’inferno, ma GESÙ HA PAGATO PER ME! Nulla mi potrà mai separare dall’amore di Dio, e di Gesù che ha dato se stesso per me!” Zac! La spada della Spirito mette in rotta l’avversario!
Si racconta che Martin Lutero una notte sognò che il diavolo venne a trovarlo portando sottobraccio un grosso libro. “Cosa c’è in quel libro?” domandò Lutero. “Vuoi vedere?” rispose pronto il diavolo. Subito aprì il libro e Lutero, con orrore, cominciò a leggere il catalogo di tutti i peccati che aveva commesso fin dall’infanzia. Alla fine: “Sono tutti qui?” domandò. “No, no, ce n’è ancora”, rispose Satana, tirando fuori altri libroni. Così continuò per parecchio tempo. Ma dopo molti volumi, quando il diavolo non aveva più nulla da mostrargli, Lutero prese una penna e l’inchiostro rosso e cancellò l’elenco dei suoi peccati, scrivendoci sopra: “PAGATO COL SANGUE DI GESÙ CRISTO”. Il diavolo se ne fuggì con la coda tra le gambe!
Minacce
Un’altra tattica che usa il diavolo è quella delle minacce. “Il vostro avversario, il diavolo, gira come un leone ruggente, cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede …” (1° Pietro 5:8). Un leone ruggente! Sì, fa la voce grossa ma … porta la museruola!
Che dice la Scrittura infatti? “Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca” (1° Giovanni 5:18). A meno che non ci esponiamo con il peccato o la ribellione deliberata, uscendo così dalla protezione divina, Satana non può toccare neanche un capello della nostra testa, né nulla che ci appartiene. Cioè, non lo può fare senza prima andare a chiedere il permesso al nostro Padre celeste, come vediamo dal caso di Giobbe (Giobbe 1:6-12). Certo, ci sono delle occasioni in cui Dio, per le sue buone ragioni, gli concede questo permesso. Ma altrimenti Satana non ci può fare niente di quello che minaccia.
Dunque, non dobbiamo avere paura del diavolo. Infatti quando ha insinuato nella nostra mente paure, preoccupazioni e ansie, ci ha già sconfitti. Sì, perché queste sono le armi che ha a disposizione contro di noi. Ci sono credenti che sono paralizzati dalla paura: paura dei demoni, paura dei cimiteri, paura di perdere il lavoro, paure per i figli, paura di ammalarsi, paura che possa accadere loro un incidente stradale o aereo …
“L’Eterno è mia luce e mia salvezza; di chi temerò? L’Eterno è la roccaforte della mia vita; di chi avrò paura? Quando i malvagi, miei nemici e avversari, mi hanno assalito per divorare la mia carne, essi stessi hanno vacillato e sono caduti. Anche se si accampasse un esercito contro di me, il mio cuore non avrebbe paura; anche se scoppiasse una guerra contro di me, anche allora avrei fiducia” (Salmo 27:1-3). Così cantò Davide, il quale certamente ne sapeva più di noi di guerre e di eserciti nemici!
Piuttosto, sapete chi è che deve avere paura? La Scrittura dice: “Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:7). Se fugge, vuol dire che ha paura di noi. E deve aver paura dei figli di Dio! Siamo infatti autorizzati a usare contro di lui il Nome che è al di sopra di ogni altro nell’universo, davanti al quale ogni ginocchio deve piegarsi e ogni lingua confessare che Gesù Cristo è il Signore (Filippesi 2:10-11)!
Le minacce del diavolo, allora, sono tutte menzogne perché non può farci niente. E cos’altro c’è da aspettarsi dal “padre della menzogna”?
Oppressione
Un’altra tattica usata dal diavolo contro di noi è quella di giocare sulle nostre emozioni, producendo sensi di oppressione e di pesantezza. Ricordo bene un’occasione, all’inizio della mia vita cristiana, in cui questo mi è successo. Ero abituato a godere ogni mattina un tempo di lode, preghiera e comunione gioiosa col mio Padre celeste, ma un giorno, quando ho cercato di pregare, sembrava che le porte del cielo si fossero chiuse e Dio se ne fosse andato in vacanza. Una pesante cappa opprimeva il mio spirito. Il primo pensiero è stato: “Ho peccato, ecco perché c’è una barriera tra me e Dio”. Ma, per quanto chiedessi allo Spirito Santo di scrutare il mio cuore e di illuminare la mia coscienza, non veniva in mente nulla.
Finalmente ho capito il trucco: “È il diavolo che cerca di opprimermi e di rubarmi la gioia!” Allora ho cercato di sgridarlo, di mandarlo via, ma … niente. Solo quando ho cominciato a lodare Dio, gridando e cantando inni di trionfo, in pochi minuti l’oppressione se n’è andata. La lezione mi è rimasta impressa fino ad oggi.
Abbiamo bisogno di discernimento per comprendere la differenza tra il senso di pesantezza e di lontananza da Dio prodotto dal nostro peccato; quello che è invece il “peso del Signore” che ci spinge a intercedere per qualche situazione (magari a noi sconosciuta); e i trucchi del diavolo che vorrebbe rubarci la gioia che fa parte del nostro patrimonio di figli di Dio.
Conflitti
Infine, il diavolo cerca di provocare lotte e divisioni interne nelle nostre famiglie e nelle nostre chiese: una tattica vincente qualsiasi conflitto. Egli sa bene che “un regno o una casa divisa in parti contrarie non potrà reggere” (Marco 3:24-25), per cui tenta in tutti i modi di provocare liti e spaccature. “Dividi e regna” è il suo motto.
È proprio in questo contesto che Paolo si riferisce alle “macchinazioni di Satana”: sta parlando di perdono e riconciliazione. “Or a chi voi perdonate qualcosa, perdono anch’io … affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo i suoi disegni” (2° Corinzi 2:10-11).
Perciò, quando scoppiano inspiegabili litigi in famiglia, quando ci sentiamo stranamente irritati contro i nostri fratelli, non ignoriamo le macchinazioni di Satana! Riconosciamo che spesso c’è in mezzo la sua zampa, e combattiamolo con le armi spirituali. Soprattutto se siamo leaders nella chiesa, siamo esposti a questo tipo di attacco perché la nostra posizione è strategica per tutta l’opera di Dio nella nostra città, o qualunque sia la nostra sfera di influenza e di responsabilità. Quando il pastore è colpito, le pecore vengono dispersi (Marco 14:22), per cui siamo esposti “in prima linea” agli attacchi e ai tranelli del diavolo.
Un’altra tattica usata da Satana per provocare conflitti e divisioni è quella delle false dottrine: “Lo Spirito dice esplicitamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine di demoni” (1° Timoteo 4:1-3). Diventa facile preda di questo tipo di inganno il credente che presuntuosamente rifiuta di riconoscere e di sottomettersi ai ministeri che Dio ha stabilito nella Chiesa e alla sapienza da essa accumulata nel corso dei secoli, piuttosto “affidandosi alle proprie visioni, gonfio di vanità nella sua mente carnale” (Colossesi 2:18).
Ai credenti di questo genere è facile che Satana si presenti “travestito da angelo di luce” (2° Corinzi 11:14) per impartire strabilianti “nuove rivelazioni” e “nuove dottrine” che non servono ad altro che a provocare divisioni, spaccature e guerre civili in mezzo al popolo di Dio, rendendolo inefficace nel combattimento contro il vero avversario.
Armatura
Certo, Satana ci può colpire solo se trascuriamo di indossare tutta l’armatura che Dio ha fornito per il nostro uso (Efesini 6:11-18). Non intendo trattare qui nel dettaglio tale armatura, certamente già nota alla maggior parte dei credenti. Voglio dire soltanto: Usiamola! Dio ci ha fornito tutto ciò che ci necessita per poter resistere e sconfiggere tutti gli attacchi e i tranelli del diavolo. Stiamo dunque saldi, combattiamo e saremo vittoriosi!
Non dimentichiamo infine che, quando Satana non riesce a sconfiggere la Chiesa con gli inganni, l’ultima carta che ha da giocare è quella dello scontro frontale, la persecuzione. “Allora il dragone si infuriò … e andò a far guerra a quelli che … osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù” (Apocalisse 12:17). L’apostolo Paolo non aveva dubbi che era Satana a suscitare opposizioni, minacce e violenze contro la predicazione del Vangelo (1° Tessalonicesi 2:18). Anche il misterioso “angelo di Satana” al quale fu consentito di “schiaffeggiare” Paolo affinché non insuperbisse (2° Corinzi 12:7), secondo molti commentatori fu uno spirito al servizio di Satana che suscitava persecuzioni contro di lui.
Anche oggi in molti paesi del mondo quali la Cina, il Pakistan, l’Iran e l’Arabia Saudita molti nostri fratelli cristiani sono duramente perseguitati: minacciati, gettati in prigione, torturati, addirittura uccisi per la fede in Gesù. Non dimentichiamo dunque che, se Satana non riesce a fermarci con l’inganno, probabilmente tenterà di farlo con le maniere forti: “Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2° Timoteo 3:12). Ma non temiamo, perché a tutti coloro che vinceranno, resistendo se necessario fino alla morte, è riservato una corona di vita. Non temiamo allora colui che può soltanto uccidere il corpo e poi non può fare più nulla contro di noi, ma piuttosto di mancare l’obiettivo di Dio per la nostra vita: “che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli” (Giovanni 15:8).