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di Bob Munford
Perché possa guidare gli altri, è indispensabile che il pastore prima metta in ordine la propria vita. Trovare il giusto equilibrio tra le necessità della propria famiglia e quelle del ministero pastorale non è facile: da vent’anni io personalmente sono alle prese con questo problema, e ho accettato di scrivere questi appunti solo perché sono convinto che è un argomento tanto importante quanto trascurato.
La stabilità del matrimonio e della famiglia, sottolineata nelle Scritture, è fondamentale per il benessere della chiesa e della società. Perciò, è importante che il pastore e la sua famiglia siano d’esempio. Questo fatto può mettere sotto pressione il pastore stesso, la moglie e i figli. Ma, mentre in parte questa pressione è buona e salutare, spesso le tensioni sono moltiplicate dalla consapevolezza che non siamo ancora tutto quello che dovremmo essere. Finiamo per esigere dalla famiglia un tenore di comportamento che crea tensioni e malintesi.
La maturità sta nel riconoscere l’ideale biblico, ma nello stesso tempo confidare nella grazia di Dio e nella potenza dello Spirito Santo per poterci avvicinare nella pratica a quello che dovremmo essere.
Vedere i problemi
Ci sono certe pressioni ed esigenze che caratterizzano il lavoro pastorale. Per esempio:
Il tempo. Qualunque pastore sposato deve lottare col problema dell’orario, per quanto possano essere “perfetti” sua moglie e i figli.
La cura pastorale per i responsabili. Mancano quasi completamente nella chiesa odierna la cura, la direzione e la guida pastorale per i pastori stessi, per quanto riguarda la loro vita personale, la famiglia e le responsabilità.
La bella figura. Esiste un’enorme pressione a mettere in mostra una “famiglia modello”. Spinti dalla paura di danneggiare o deludere gli altri, i pastori possono non solo nascondere la realtà della situazione, ma anche illudere se stessi a tal punto che diventa difficile convincerli di come stanno le cose.
Gli imprevisti. La cura pastorale tratta le persone e i loro problemi, e i problemi, per loro natura, tendono a disturbare il programma familiare, i pasti, le vacanze e gli appuntamenti. Il telefono può facilmente distruggere la quiete della famiglia.
Le finanze. Pochi pastori non hanno esperienza delle tensioni matrimoniali provocate dalla mancanza di soldi. Ovviamente, abbinare al ministero un lavoro secolare, o mandare fuori la moglie a lavorare, aumenta le pressioni provocate dagli impegni del ministero.
Le tensioni interiori. Le esigenze di Dio e degli uomini possono creare in una persona solitamente stabile lo scontento, il dubbio e la frustrazione. Spesso, se non trova altro modo di sfogare queste tensioni, le riversa sulla famiglia.
Trascurare la famiglia. Si può essere talmente presi dal ministero da trascurare la propria famiglia, con conseguenze difficilmente reversibili. La moglie, e specialmente i figli, possono diventare indifferenti o ostili ai valori ed ai desideri del padre. In casi estremi si può arrivare alla separazione o al divorzio, o per lo meno ad una situazione di “tregua” dove si .rimane insieme solo “per amore dei figli”.
La comunicazione. Molti ministeri efficaci sono viziati da una mancanza di comunicazione con la famiglia. Possiamo pensare di avere comunicato alla moglie quello che in realtà abbiamo detto solo ad un collega o compagno d’opera.
Questi non sono tutti i problemi, ma ne ho elencato alcuni perché possiate capire di non essere gli unici ad averne!
Il giusto equilibro
È chiaro dalle Scritture che la statura spirituale di un uomo si misura attraverso le condizioni della sua famiglia: “Se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?” (1 Tim. 3:5). Il padre è il pastore della famiglia e la chiave del suo benessere naturale e spirituale.
Il conflitto, dunque, è tra il ministero e la famiglia, ed è estremamente importante che sia risolto nel modo giusto.
In ogni forma di guida, la questione fondamentale è chi (o che cosa) ha l’iniziativa. Per guidare la propria famiglia, e necessario saper anticipare i suoi bisogni, programmare, provvedere, comunicare Dio alla moglie ed ai figli; cioè, prendere l’iniziativa. Quando un uomo vive nel giusto equilibrio, egli trasmette la vita di Dio alla propria famiglia come alla chiesa. Ma quando perde quest’equilibrio, comunica un senso di conflitto e di insicurezza.
Persistendo questo squilibrio, produce i seguenti sintomi: prima, un senso di frustrazione e di insoddisfazione, manifesta o latente; poi litigi e conflitti, aperti o repressi. Infine, se non si raddrizza la situazione, la famiglia comincia ad accettare lo stato delle cose come permanente e a crearsi il proprio stile. di vita indipendente, che col tempo può portare all’infedeltà e alla separazione. Quando le cose si avvicinano a questo punto, c’è una grandissima tentazione di dissimulare i problemi anziché affrontarli e cercare una reale soluzione.
I pastori devono imparare ad interpretare i segni premonitori di una “burrasca” e, invece di adottare soluzioni d’emergenza che non avranno un valore durevole, cambiare radicalmente la rotta per ritrovare il necessario equilibrio.
Sette chiavi
Ecco sette punti chiave per risolvere queste tensioni:
- Cura pastorale. Cerca diligentemente un uomo al quale tu, come conduttore, puoi in buona coscienza sottomettere la tua vita. Dovrà essere uno che ti amerà come persona, che ti curerà con la stessa premura con cui tu cerchi di curare gli altri; uno con cui potrai condividere le tue paure, frustrazioni e mancanze; e che potrà darti i necessari consigli e direttive, aiutandoti nei tuoi punti deboli. Un tale rapporto ridarà alla tua famiglia un padre contento e sicuro.
- Liberazione dall’egoismo Molti pastori sono in fondo un po’ egoisti nei confronti del Signore, della Sua parola e del loro ministero. Nella lotta contro il tempo, succede che, stranamente, riusciamo quasi sempre a trovare il tempo per le cose che noi vogliamo fare! Bisogna riconoscere che troviamo una buona dose di soddisfazione personale nel ministero, e non camuffarci dietro l’apparenza di “spiritualità” e di “grande consacrazione al Signore”. D’altro canto, dobbiamo guardarci anche dalla tentazione di rifugiarci dalle tensioni dell’opera nell’hobby, la TV, o qualsiasi altra cosa che privi la famiglia del nostro tempo e della nostra effettiva presenza.
- Fare i conti col tempo. Bisogna riesaminare continuamente le priorità. Almeno una volta al mese, considera come usi il tempo e perché. Cerca di individuare sistemi per risparmiare tempo ed eliminare gli sprechi. Se hai un capo pastorale, chiedi il suo aiuto per stabilire le priorità: solitamente sarà più obiettivo di te.
- Riservare del tempo esclusivamente alla famiglia. Stabilisci un “giorno di riposo” settimanale per stare solo con i tuoi. Poi difendilo come se combattessi per la vita; può darsi che si tratti proprio di questo! Decisamente i ritagli di tempo non sono sufficienti per poter curare tua moglie e i tuoi figli; non si accontenteranno degli avanzi della giornata. Prendi iniziative e usa la tua creatività. Riservare un’ora inattesa per stare con tua moglie o con un figlio è un modo efficace di dire “Sei importante per me; voglio starti vicino”.
- Una vera comunicazione è forse il fattore più difficile da realizzare, e probabilmente il più importante. La famiglia deve sapere che cosa fai, dove vai, perché il papà deve portare dei pesi che altri non portano, ecc. La comunicazione consente a tutti di partecipare alla tua visione ed ai tuoi pesi. È solo così che gli altri sono stimolati a rinunciare a se stessi e ad impegnarsi col Signore. I tuoi figli dovranno scegliere da sé di morire a se stessi: nessuno, neanche tu, potrà deciderlo per loro.
- Il più comune difetto degli uomini che conoscono Dio ed amano la gente è che sono restii a delegare. È solitamente un fatto di temperamento; ma i sintomi premonitori di burrasca nella famiglia ti dicono che è essenziale imparare a delegare le •responsabilità, perché tu possa dedicare del tempo alla moglie e ai figli senza essere disturbato. Impara ad affidare l’opera ad altri. Se fanno meglio di te, rallegrati! Se no, insegna loro come fare meglio. Ma costi quel che costi, deciditi a riservare del tempo a tua moglie e ai tuoi figli.
- Stiamo imparando a vivere nella tensione positiva del Regno, tra i bisogni della chiesa e quelli della famiglia, perché Cristo sia glorificato in tutto.
Bob Mumford è largamente noto come autore e predicatore, ed ha servito in passato come pastore, evangelista, e professore di scuola biblica. Ha scritto diversi libri, tra cui Lo scopo della tentazione e Come vivere sempre felici e contenti. È sposato e padre di quattro figli.