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di Steve Clark
Chi lavora per costruire una comunità cristiana deve studiare l’insegnamento del Nuovo Testamento sul ruolo degli anziani. Essi, infatti, rappresentano il fattore più importante perché tutto il Corpo possa svilupparsi ed “edificare se stesso nell’amore” (Ef. 4:16).
Intendo rispondere alla domanda: “Qual è il modello neotestamentario per gli anziani di una comunità cristiana?”, esaminando i relativi passi biblici. Ma prima di tutto, è necessario dire qualcosa della fondamentale differenza fra la cura pastorale nella chiesa del Nuovo Testamento e il tipo di pastore a bui siamo oggi abituati.
Gli anziani delle prime comunità cristiane assicuravano un tipo di cura differente da quella odierna, perché avevano chiese che funzionavano in modo alquanto diverso dalle nostre. La differenza essenziale è questa: le chiese di allora vivevano più come comunità, perciò i loro responsabili erano governatori di un popolo, mentre le nostre funzionano per lo più come istituzioni di servizio, e quelli che ne prendono cura sono direttori di vari tipi di attività.
Per capire ciò che il Nuovo Testamento dice dei ruolo degli anziani, abbiamo bisogno di considerare questa differenza.
Comunità e istituzione
Un’istituzione è formata da persone che stanno insieme in vista di una funzione comune; esiste per fare un lavoro. In alcune istituzioni – per esempio, industrie, burocrazie e le forze armate – tutti i membri lavorano per conseguire uno scopo. In altre, alcune, persone forniscono ad altre certi servizi. Scuole, ospedali e la maggior parte delle chiese sono esempi di “istituzioni di servizio”.
Le istituzioni richiedono solo un impegno limitato. Un impiegato, per esempio, lavora in ufficio un certo numero di ore, o si prende la responsabilità perché certe cose siano fatte. E il ruolo di un responsabile si limita ad organizzare e sorvegliare le attività dei partecipanti.
I membri di una comunità, invece, non sono insieme per fare un certo lavoro (sebbene possano anche lavorare insieme), ma per prendersi cura l’uno dell’altro. I suoi membri hanno un impegno totale, non parziale, verso il gruppo. Condividono tutta la loro vita: il tempo, le risorse, i talenti, la vita personale. I membri di una comunità sono impegnati non solo per raggiungere certi obiettivi o dare e ricevere certi-servizi: sono impegnati l’uno verso l’altro.
Conseguentemente, i capi di una comunità hanno una responsabilità più grande e più personale che le guide di una istituzione. In una comunità, i capi si interessano non solo delle attività comuni, ma delle persone stesse.
Rapporti e ruoli
Oggi, la vita comune dei cristiani si esprime per lo più in modi istituzionali, cioè in programmi ed attività. Generalmente essi stringono pochi legami l’uno con l’altro soltanto in base al fatto di appartenere alla stessa chiesa. Le loro amicizie si fondano soprattutto sulle simpatie personali e sugli interessi comuni, indipendentemente dal fatto che l’altro sia cristiano o meno.
I pastori oggi si occupano principalmente della direzione di attività come l’istruzione, l’adorazione, l’evangelizzazione, l’assistenza sociale e l’amministrazione.
Queste affermazioni non sono vere nella stessa misura in tutte le chiese. Alcune, specialmente le piccole chiese pentecostali ed evangeliche, conservano alcuni elementi di una vita comunitaria. Ma nella maggior parte, gli elementi “istituzionali” predominano su quelli “comunitari”.
Anche le prime chiese cristiane avevano delle strutture istituzionali, ma i membri avevano il reciproco rapporto di membri di comunità. Si vedevano collegati insieme con l’impegno profondo e pratico di fratelli e sorelle. Si consideravano una nazione, un popolo, con proprie norme culturali ed autorità giuridiche. I loro capi pastorali erano principalmente occupati ad esercitare autorità nella vita comune dei fratelli e a guidarli secondo lo stile di vita del Signore.
Avendo notato questa differenza di base, ora possiamo esaminare alcuni brani del Nuovo Testamento che trattano il ruolo degli anziani.
L’insegnamento biblico
“Io esorto dunque gli anziani che sono tra voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che ha da essere manifestata: Pascete il gregge di Dio che è fra voi, non forzatamente, ma volonterosamente secondo Dio: non per un vil guadagno, ma di buon animo; e non come signoreggiando quelli che vi sono toccati in sorte, ma essendo gli esempi del gregge. E quando sarà apparito il sommo Pastore, otterrete la corona della gloria che non appassisce. Parimente, voi più giovani, siate soggetti agli anziani” (1 Pt. 5:1-5).
Per molti di noi, il termine “pastore” suggerisce l’idea di uno che guida delle pecorelle lanose. Ma nei Vecchio Testamento il termine veniva applicato ai re ed ai capi di Israele (2 Sam. 5:2; Ger. 23:1-4, 25:34-36; Ezech. 34; Zacc. 10:2-3) e suggeriva un ruolo di governo. Pietro, dunque, si rivolge agli uomini che governano il popolo di Dio.
Il pastore deve governare il gregge in modo da farlo prosperare. Non è un buon pastore se le pecore non sono forti e in buona salute. I pastori sono in un rapporto personale con i credenti e devono assicurarsi che vivano una buona vita cristiana. Pietro esorta gli anziani a pasturare il gregge, il che significa sia governare che prendersi cura dei popolo.
A differenza di molta gente oggi, Pietro non si preoccupa in primo luogo di proteggere i credenti dai conduttori. Due delle sue tre esortazioni agli anziani sono intese a stimolarli a darsi da fare, piuttosto che trattenerli dall’esagerare. È conscio che motivazioni sbagliate possono insinuarsi nel governo e che gli anziani possono esercitare l’autorità in maniera tiranneggiante. Ma la sua preoccupazione principale è che gli anziani esercitino la loro autorità con zelo per il bene della gente sottoposta alla loro cura. Si sta rivolgendo ad anziani che sono in un rapporto di amore e di cura con le persone a loro affidate; l’incoraggiamento di cui gli anziani hanno maggiore bisogno è di assolvere a tutte le loro responsabilità.
La mia esperienza mi ha aiutato a vedere perché sia così. C’è più lavoro che ricompensa per gli anziani in una comunità cristiana. Una persona alla ricerca di gloria potrebbe trovare vie più facili. La posizione di anziano comporta molta responsabilità per la vita della gente, e, questo vuoi dire una gran quantità di lavoro.
Esempio
Pietro comanda agli anziani di essere esempi del gregge. La ragione di questo è che gli anziani stanno guidando un gruppo di persone in uno stile di vita: la vita cristiana di giustizia, di fedeltà al Signore, di amore l’uno per l’altro. Ma non c’è modo di guidare le persone in uno stile di vita se non quello di essere un esempio, camminando davanti a loro, come i pastori del Nuovo Testamento di solito facevano davanti alle pecore.
Infine, Pietro dice agli anziani di non signoreggiare gli altri. Essi devono seguire l’esempio del Capo Pastore, che servì il Suo gregge dando la sua vita. Questo non significa che gli anziani debbano esitare ad usare la loro autorità. Ma vuol dire che non occupano la loro posizione per il proprio beneficio personale, ma per edificare il corpo. Devono trattare quelli che sono sotto di loro con rispetto, pronti a deporre la propria vita o eseguire qualsiasi servizio.
Sebbene siano servi del gregge,, il loro padrone non è il popolo, ma il Signore. E il Signore che ha affidato queste persone alla loro cura, e a Lui gli anziani renderanno conto quando Egli apparirà. Quest’idea del rendiconto è espressa esplicitamente nel prossimo brano.
Sottomissione
“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le anime vostre, come chi ha da renderne conto; affinché facciano questo con allegrezza e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcun utile” (Ebr. 13:17)
Prima di tutto, “conduttori”. La parola è plurale. Nel Nuovo Testamento si parla degli anziani al plurale. Normalmente, non una sola guida, ma un corpo di anziani governa la comunità. Un motivo di ciò può stare nel fatto che c’è molto lavoro per gli anziani in una comunità cristiana crescente. Ma una ragione ancora più importante è che c’è una grande protezione nell’avere un corpo di’ anziani che lavorano insieme. Possono insegnare l’uno all’altro e correggersi a vicenda quando uno di loro commette un peccato o un errore.
Lo scrittore della lettera agli Ebrei esorta tutti ad essere sottomessi o subordinati agli anziani. Esisteva un ordine nelle prime comunità cristiane: i figli erano soggetti ai loro genitori, le mogli ai mariti, i capi famiglia agli anziani e l’intero corpo a Cristo. I cristiani erano subordinati a Cristo non solo come individui ma come membra del Suo corpo; i membri della comunità erano anche sottomessi l’uno all’altro. La subordinazione non implica inferiorità, ma è necessaria perché la comunità sia ordinata, capace di funzionare come un solo corpo.
Possiamo vedere nel brano che gli anziani non sono in primo luogo responsabili per il buon andamento delle attività, ma per il benessere delle persone stesse. “Essi vegliano per le vostre anime”, cioè, hanno responsabilità per la vita personale della gente.
Buoni padri
“…che governi bene la propria famiglia e tenga i figlioli in sottomissione e in tutta riverenza (che se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?)” (1 Tim. 3:4-5).
II termine usato è un altro, ma “vescovo” qui ha lo stesso significato di “anziano”. “Governare” è a volte tradotto “presiedere” o “reggere”.
I motivi per cui non dovremmo scegliere come anziano qualcuno che non abbia una buona vita familiare è che essere a capo di una comunità è fondamentalmente simile all’essere capo di una famiglia. Un padre ha un tipo di rapporto personale con la sua famiglia sostanzialmente uguale a quello che un anziano ha con la comunità.
Sia nella famiglia che nella comunità le persone vivono la loro vita insieme. Genitori e figli costituiscono una sola famiglia; sono impegnati l’uno verso l’altro. Lo stesso è vero della comunità cristiana.
In questo passo possiamo vedere ancora il legame fra governo e cura. Il tipo di governo di cui stiamo parlando consiste nel prendersi cura delle persone. Un padre non governa bene la sua famiglia se non fa crescere i suoi figli in maniera sana. Gli anziani non governano bene se le persone non maturano nella vita cristiana.
Cura personale
“Or, fratelli, vi preghiamo di avere in considerazione coloro che faticano fra voi, che vi sono preposti nel Signore e vi ammoniscono, e di tenerli in grande stima ed amarli a motivo dell’opera loro. Vivete in pace fra voi. V’esortiamo, fratelli, ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, ad essere longanimi verso tutti” (1 Tess. 5:12-14).
Paolo sta esortando tutta la comunità (il primo “fratelli”) e gli anziani (il secondo “fratelli”). Egli dice delle cose sugli anziani che abbiamo già visto in 1 Pietro e Ebrei:
– Paolo sa che essere anziani comporta molto lavoro (“coloro che faticano fra voi”).
– Egli riconosce che c’è un ordine nella vita di una comunità cristiana: i suoi membri sono subordinati agli anziani (“vi sono preposti”).
– C’è un rapporto personale fra gli anziani e il popolo. Tutti devono “tenerli in grande stima ed amarli”; cioè rispondere alla cura degli anziani con amore e rispetto.
In più, questo brano mostra che gli anziani devono avere una cura particolare per ogni singola persona. Ammonire i disordinati, confortare gli scoraggiati, sostenere i deboli, significa dare ad ognuno quello di cui ha bisogno. Gli anziani non sorvegliano una massa di persone anonime. Essi curano la comunità nel suo insieme, ma devono anche conoscere ed interessarsi ad ogni membro individualmente. Questo è ancor più chiaro nel nostro ultimo brano.
Pastori
‘Il ladro non viene se non per rubare e ammazzare e distruggere; io son venuto perché abbian la vita e l’abbiano ad esuberanza. lo sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono. le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga, e il lupo le rapisce e disperde. Il mercenario si dà alla fuga perché è mercenario e non si cura delle pecore. lo sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie mi conoscono, come il Padre mi conosce ed io conosco il Padre; e metto la mia vita perle pecore” (Giov.10:10-15).
Chiaramente, il pastore è impegnato verso le pecore. Sono le sue pecore. Non sta solo facendo un lavoro che gli è stato dato per un po’ di tempo. Non ha l’intenzione di andarsene appena sarà pagato. Il suo impegno porta il pastore a dare la sua vita per le pecore.
Pietro ci ha detto che gli anziani devono prendere come esempio il Capo Pastore, che ha dato la sua vita per le pecore. Essere un anziano richiede sacrificio, basato su un impegno reale. Quando le pressioni della cura pastorale richiedono all’anziano un sacrificio personale, egli non chiede la sua paga per andarsene! La gente sotto la sua cura gli appartiene, così dà la sua vita per loro.
Questo passo ci dice anche che l’anziano e il suo popolo non si conoscono solo in maniera superficiale. Nella Scrittura, il termine “conoscere” indica un rapporto personale; qui denota che il pastore è coinvolto nella vita delle pecore. L’anziano conosce il carattere ed i bisogni degli individui che cura, ed essi lo riconoscono e rispondono al suo amore personale per loro.
Distinzioni
Comprendiamo più chiaramente quello che erano gli anziani nelle chiese dei Nuovo Testamento quando vediamo quello che non erano. Alcuni modelli odierni di conduzione si differenziano significativamente da quello primitivo, e forniscono contrasti che ci aiutano a comprendere il ruolo neotestamentario dell’anziano.
- Non managers
Abbiamo già visto che le chiese del Nuovo Testamento erano principalmente comunità e non istituzioni e, perciò, gli anziani svolgevano il loro compito orientando le persone nella vita piuttosto che verso degli obiettivi. Essi non erano in primo luogo amministratori e managers che miravano a far fare le cose. Il loro interesse principale era quello di guidare le persone a vivere un certo tipo di vita.
Molti pastori hanno ricevuto una formazione di tipo manageriale. Nel curare una comunità cristiana, questo può essere un vantaggio, ma anche uno svantaggio. Ci sono alcune somiglianze fra i modi in cui funziona una comunità cristiana e una azienda ben organizzata o un gruppo di lavoro. Ma la differenza è questa: una comunità non esiste perché un lavoro sia fatto. Nella comunità cristiana l’obiettivo principale è che le persone vivano la loro vita quotidiana nell’amore e nel servizio del Signore.
Questo significa che una comunità va guidata in tutt’altro modo rispetto all’azienda. Per esempio, in una comunità, i responsabili chiederanno ad un determinato membro di eseguire un servizio, non semplicemente perché il gruppo ne ha bisogno ed egli è capace e disposto a farlo, ma anche perché il servizio è conciliabile con gli altri suoi impegni e perché contribuirà al loro piano per aiutarlo a crescere verso la maturità cristiana.
- Non insegnanti di nozioni
Molte chiese oggi preparano i giovani per il pastorato mandandoli a scuola per un periodo a studiare la teologia e altre materie. Questo tipo di formazione fondamentalmente teorica porta ad una guida di tipo accademico. Ci si aspetta che il pastore in primo luogo insegni una sana teologia.
Ora, non è che gli anziani di una comunità cristiana debbano insegnare una teologia non sana; devono essere capaci di insegnare correttamente la dottrina. Ma il modello neotestamentario degli anziani non è accademico.
Gli anziani sono soprattutto governatori della gente; uomini capaci di prendere un gruppo di persone con le quali hanno un rapporto e portarle avanti nella vita cristiana.
- Non consiglieri
Buona parte della cura pastorale odierna è modellata, consapevolmente o no, su quello che a volte chiamiamo “professioni di aiuto”: assistenza sociale, consulenza professionale e psicologica, e così via. Si è sviluppato un modello “terapeutico” di cura pastorale che generalmente vuoi dire stare molte ore con le persone per aiutarle a risolvere i loro problemi. Molti pastori vedono questo tipo di rapporti come la cosa essenziale dei loro lavoro. Ma ciò non è biblico. La Scrittura descrive gli ,anziani come coloro che in primo luogo governano la vita di una comunità di persone.
Il modello scritturale dà spazio alla consulenza personale, ma non parla di un sistema di cura pastorale centrato su questo. Piuttosto mette in rilievo la costruzione di un ambiente cristiano; insegnare ai cristiani come vivere i loro rapporti l’uno con l’altro come fratelli e sorelle; guidare il corpo in un’azione unitaria.
La mia esperienza è che quando gli anziani sono coinvolti con le persone sotto la loro cura e condividono la vita con loro, ci sono molti modi diretti e naturali di insegnare ed ammonire le persone. Questo è più utile che mettere il consiglio personale al centro della cura pastorale.
- Non rappresentanti
Spesso si trasferiscono nel lavoro pastorale dei concetti politici. Una nozione politica è che il gruppo di anziani dovrebbe essere rappresentativo dei vari elementi della chiesa.
Per esempio, conosco una chiesa il cui consiglio è composto da rappresentanti dei vari settori della chiesa: i giovani, i vecchi, le donne, ecc. Questo potrebbe essere un valido sistema per un consiglio di chiesa, ma non è certo quello biblico per gli anziani di una comunità cristiana. Un’idea simile è che ci dovrebbero essere delle persone liberali, altre conservatrici, alcune che vogliono sempre cambiare ed altre tradizionaliste. .
Questi modelli “democratici” per i conduttori sono stati sviluppati per assemblee legislative, che esistono in primo luogo per prendere decisioni. Ma, mentre gli, anziani di una comunità- cristiana prendono le decisioni più importanti, non è questa la loro funzione principale, che è quella di guidare il popolo – con l’istruzione, con la correzione e con l’esempio – nel vivere una vita cristiana.
Secondo il modello biblico, gli anziani non sono scelti per rappresentare o per trovare soluzioni di compromesso alle differenze, ma perché sono tutti capaci di governare la comunità ed insegnare il modo cristiano di vivere.
Devono essere tutti degni di fiducia, pieni di fede e di sapienza, capaci di dominare se stessi e così via.
- Non una équipe equilibrata
Altri pensano che il gruppo di anziani dovrebbe essere composto da uomini con vari doni – uno che è bravo ad insegnare, uno forte ed aggressivo, uno dolce e compassionevole, uno intellettuale…
Per molte attività in una comunità cristiana questo è il giusto modello da usare. Se stiamo costituendo un gruppo che lavori con i bambini, per esempio, vorremmo avere alcune persone sposate ed altre non, alcune brave coi bambini più piccoli, altre con i più grandi.
Ma il corpo di anziani è composto da coloro che sono capi della comunità. Ognuno di loro ha lo stesso compito: prendere un gruppo assortito di persone e governarli in modo tale che tutti seguano e servano bene il Signore. Per fare questo, tutti gli anziani hanno bisogno dello stesso dono, lo stesso tipo di maturità personale. Mentre la comunità ha bisogno di persone con una varietà di doni, ha bisogno di anziani che abbiano un dono fondamentale: la capacità di governare bene.
- Non le uniche guide
In una comunità cristiana, gli anziani non sono le uniche guide. Essi devono assicurarsi che i membri del corpo siano impegnati nel servizio secondo i loro doni. Altri membri hanno reali responsabilità mentre esercitano i loro doni in sottomissione agli anziani e allo stile di vita stabilito per la comunità.
Quando gli anziani governano bene, i membri della comunità godono di molta libertà nel portare avanti il lavoro affidato loro. Gli anziani non danno istruzioni dettagliate su tutto; quando affidano responsabilità ai membri della comunità, questi possono prendere l’iniziativa in molti modi. Gli anziani sorvegliano ogni cosa ed assicurano che gli sforzi di tutti stiano costruendo un solo corpo, che ognuno sia fedele alla vita alla quale il Signore lo ha chiamato.
Come ho sottolineato, alcuni di questi modelli di guida possono essere utili per i conduttori cristiani in certe situazioni. Ma quando i cristiani formano comunità o approfondiscono la dimensione comunitaria delle loro chiese, dovrebbero capire che la comunità ha bisogno di un certo modello di guida, il modello, cioè, che viene fuori dall’insegnamento del Nuovo Testamento sul ruolo degli anziani.
Steve Clark si è laureato in filosofia, ma da allora si è dedicato alla formazione di comunità cristiane. Fu tra i fondatori della comunità The Word of God di Ann Arbor, USA, dove rimane uno degli anziani. Ha scritto diversi libri, tra cui La costruzione di comunità cristiane e Uomo e donna in Cristo.