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di Geoffrey Allen
In diverse occasioni, nel corso degli anni, ho provato a domandare in varie chiese dove predicavo: “Quanti di voi hanno letto, almeno una volta, tutta la Bibbia?”
Non è mai successo che più della metà dei presenti – anche dopo aver escluso coloro che si sono convertiti da meno di due o tre anni (e … gli analfabeti!) – ha dato una risposta affermativa.
Dobbiamo comprendere che la situazione è grave! Dice un vecchio proverbio:
“Chi ha la Parola di Dio, senza lo Spirito di Dio, inaridirà.
Chi ha lo Spirito senza la Parola, scoppierà.
Solo chi ha la Parola e lo Spirito insieme, crescerà”.
Con questo concordano le parole di Gesù ad alcuni che lo contestavano: “Non errate voi proprio perché non conoscete le Scritture [la Bibbia] né la potenza di Dio [lo Spirito Santo]?”.
Senza troppo esagerare, possiamo dire che i credenti italiani sono divisi tra coloro che conoscono le Scritture ma negano o ignorano la potenza dello Spirito, e dall’altra parte, nell’area pentecostale e carismatica, coloro che riconoscono la potenza di Dio, ma sono spaventosamente ignoranti delle Scritture. È più che ora che la smettiamo di dividere ciò che Dio ha unito … altrimenti saremo condannati a continuare ad “errare” sempre!
Noi evangelici affermiamo che la Scrittura deve essere la base di tutte le nostre dottrine e delle nostre pratiche. Scrive l’apostolo Paolo: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2° Timoteo 3:16-17). E non dimentichiamo che la “Scrittura” di cui parla è solo quella dell’Antico Testamento, dal momento che … il Nuovo lo stava ancora scrivendo!
Ma se è vero che “ogni Scrittura” serve, anzi è necessaria, per la nostra maturazione spirituale, come è possibile trascurare una risorsa così vitale? Bisogna concludere che chi non ha ancora letto tutta la Bibbia, anche dopo diversi anni di conversione, o non ha voglia di crescere e rendersi utile al Regno di Dio, oppure non crede alle cose in cui dice di credere.
Leggere la Bibbia
“Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Così rispose Gesù alla tentazione del Diavolo (Matteo 4:4). E, dalla facilità con cui citava la Bibbia per sconfiggere quelle tentazioni (tre brani del libero del Deuteronomio!), è evidente che egli stesso non solo l’aveva letto e riletto, ma l’aveva studiato profondamente e probabilmente l’aveva anche imparato a memoria.
Ma … quanto spesso mangiamo il pane? una volta la settimana? Per la maggior parte di noi non basta una volta al giorno! Se dunque nutriamo il corpo con tanta regolarità, è evidente che abbiamo bisogno di nutrire lo spirito con la stessa frequenza: almeno una volta al giorno.
Ma non solo dobbiamo nutrirci della parola di Dio regolarmente; abbiamo bisogno di farlo anche sistematicamente. Se “ogni scrittura” è utile per la nostra istruzione e maturazione, come potremo essere sicuri di averla letta e riletta se non teniamo in qualche modo il registro di ciò che leggiamo? Basta segnare con un punto (o meglio, con la data) i libri letti nella pagina indice della nostra Bibbia, così i “buchi” salteranno subito all’occhio. Se non vuoi segnare la Bibbia, fa’ una copia e usa il foglio come segnalibro.
Mentre alcuni libri della “biblioteca” che costituisce la Bibbia – ad esempio, i Salmi, o certi libri profetici – si possono benissimo leggere “a pezzi e bocconi”, altri (e particolarmente quelli narrativi) hanno assolutamente bisogno di essere letti dall’inizio alla fine per poterne capire qualcosa. Anzi, ci sono intere serie di libri (come il Pentateuco, Samuele-Re, Cronache- Esdra-Nehemia o Luca-Atti) che bisognerebbe leggere in fila l’uno dopo l’altro per averne un quadro completo. Immagina un po’ di provare a leggere un romanzo (quale “I Promessi Sposi”) saltando qua e là: cominciare dal capitolo 23, poi il 15, poi il 2, il 28, il 7, il 35, e così via. Anche dopo averlo letto tutto, avresti le idee chiare sullo svolgimento della storia? Lascia a ognuno rispondere da solo!
Un piccolo suggerimento: conviene a chi si avvicina per la prima volta a leggere la Bibbia iniziare, non dall’inizio, ma dal Nuovo Testamento: un Vangelo, gli Atti, poi qualche epistola come Filippesi o 1° Pietro, e poi man mano il resto del Nuovo Testamento. Dopo ci si può avvicinare all’Antico, cominciando con la Genesi, ma magari saltando sopra il dettaglio delle leggi in Esodo, Levitico e Deuteronomio e i particolari della costruzione del Tabernacolo, per seguire a grandi linee il filone narrativo (nel riquadro a fianco sono elencati i brani che tracciano questo “filone narrativo”). Una volta inquadrato l’ambiente storico, gli altri libri (Salmi, Profeti, ecc.) acquisteranno un significato molto più chiaro. Sarà una buona abitudine poi intercalare sempre le letture tra Antico e Nuovo Testamento.
Alcuni altri consigli pratici:
- Usare una traduzione moderna (Nuova Riveduta, Nuova Diodati, CEI o anche la “Interconfessionale” o TILC; quest’ultima non è adatta allo studio approfondito ma, essendo molto scorrevole, può agevole una prima lettura d’insieme). La Bibbia già non è facile di per sé, inutile aggiungere l’ulteriore ostacolo del linguaggio antiquato della “Diodati” o anche della “Luzzi”!
- Cercare un luogo e un orario – possibilmente fisso, di modo che il “pane” della Parola diventi una sana abitudine alimentare! – al riparo da distrazioni e in cui si è ben svegli. Sganciare il telefono se c’è il rischio di essere disturbati troppo spesso.
- Per tutti quei libri che hanno uno sviluppo narrativo o tematico (fatta eccezione, quindi, per i Salmi, i Proverbi e in parte i Profeti), leggere sempresistematicamente e per ordine i libri interi; magari, per quei libri che si susseguono come parti di un’unica narrativa, anche per “blocchi” di libri (ricordiamo che 1° e 2° Samuele, 1° e 2° Re sono all’origine suddivisioni di un unico racconto).
Se qualcuno dovesse leggere un romanzo quale I Promessi Sposi come alcuni leggono la Bibbia – cioè a cominciare dal capitolo 17, poi il 2, poi il 33, il 25, il 7 il 19 – quanto avrebbe capito, alla fine, della storia? Certamente poco! Dice un vecchio principio di interpretazione biblica: “Un testo, senza il contesto, diventa un pretesto”! È facile far dire alla Scrittura qualunque cosa vogliamo citando versetti isolati dal loro contesto originale.
È utile, anzi quasi indispensabile, tenere un “registro” delle letture compiute (basterebbe anche mettere un puntino di matita a fianco del nome dei libri nella pagina indice della Bibbia, a mano a mano che si leggono). Altrimenti come si farà a ricordare che cosa si è letto e che cosa no??
- Un famoso predicatore ha detto: “Io leggo la Bibbia allo stesso modo in cui mangio il pesce. Se trovo un pezzo pieno di spine, lo metto da parte e mangio prima quello più abbordabile. Dopo, con calma, ripasso la parte `spinosa’ ed è sorprendente quant’altra buona carne riesco a trovarci!”
Studio
“… Mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza …”. Ecco il consiglio del pescatore Simon Pietro, “popolano senza istruzione” (2° Pietro 1:5, cfr. Atti 4:13).
Dopo aver letto un paio di volte tutta la Bibbia, chi vuole seriamente crescere per diventare utile a Dio e agli altri nelle cose spirituali deve affrontare l’impegno di uno studio più approfondito.
Per uno studio serio della Bibbia sono indispensabili alcuni strumenti:
- Diverse traduzioni.La Bibbia infatti non è stata scritta in italiano ma in ebraico e in greco, e nessuna traduzione riesce a comunicare perfettamente tutte le informazioni e le sfumature del testo originale. L’ideale, perciò, sarebbe chiaramente di poterla studiare i testi nelle lingue originali. Ma per la maggior parte di noi ciò non è realistico, per cui dobbiamo ricorrere a una traduzione. Confrontando diverse traduzioni imperfette, riusciamo comunque ad arrivare più vicino al senso del testo originale, l’unico pienamente “ispirato da Dio”. È meglio se sono traduzioni completamente indipendenti l’una dall’altra, ad esempio: laNuova Riveduta, la CEI cattolica e la TILC.
- Una Chiave Biblica.Questa è un indice dei brani biblici che contengono una determinata parola, e serve per ritrovare quel brano che hai letto ma non ricordi più dove si trova, e poi per trovare tutti i brani che usano una certa parola e che quindi trattano un certo argomento. Negli ultimi anni sono uscite quelle basate sullaNuova Riveduta e sulla Nuova Diodati, entrambe molto più complete di quella “classica” basata sulla Riveduta. Ma purtroppo in italiano non ne esiste ancora una “analitica”, cioè che distingua le diverse parole originali tradotte con la stessa parola italiana (come le celebri Young’s e Strong’s in inglese). Ma chi ha dimestichezza con il computer può scaricare gratuitamente da Internet dei programmi che contengono l’intera Bibbia in diverse traduzioni, nelle quali è facile fare una ricerca (velocissima) per parole o frasi.
- Un Dizionario Biblico.Si tratta di una “miniera” di tutte quelle informazioni di sfondo sugli autori, la data, la cronologia, lo sfondo storico, storia, geografia, usi e costumi, ecc. dei libri della Bibbia. Per esempio, quanti lettori, senza l’aiuto di un commento extra-biblico, si rendono conto che tra gli avvenimenti raccontati nel capitolo 6 del libro di Esdra e quelli del capitolo 7 c’è un intervallo di più di 60 anni? O chi erano esattamente i Moabiti? È consigliato quello a cura di R. Pache (Edizioni Centro Biblico, Napoli). Per chi legge l’inglese, è comunque molto più completa laNew Bible Dictionary Revised.
- Introduzioni e commentari.Un buon compagno alla Bibbia è laGuida alla Bibbia(Edizioni Paoline, tradotta da un originale di matrice evangelica); a un livello più approfondito, Parola del Signore, volumi I e II, Voce della Bibbia, Modena (purtroppo ora fuori stampa). I commentari della serie GBU, Roma sono buoni anche se fatti per “addetti ai lavori”.
- Quaderno e pennaper annotare scoperte, riflessioni e domande insolute … da rivolgere al tuo pastore o ad altri “esperti”!
Diversi tipi di studio
Un primo genere di studio è semplicemente una lettura più attenta e approfondita. Ecco, per esempio, una lista di alcune delle domande che è utile porsi quando si legge un brano della Scrittura:
- COMPRENSIONE
- Quando, dove e da chifu scritto questo brano, e a chi si rivolgeva? (Situazione)
- Perchéscriveva? (Intenzione)
- Qual èil tema generale del libro? (Contesto)
- A qualegenere letterario appartiene? (Forma)
- Che cosa diceesattamente? Che cosa non dice? (Contenuto)
- SPIEGAZIONE
- Che senso aveva per i primi lettori?
- Qual è il tema principale del brano? Su che cosa insiste particolarmente?
- Ci sono altri brani, magari più chiari, che possono illuminarne il significato?
- APPLICAZIONE
- Che cosa mi insegna su Dio? su Gesù? sullo Spirito Santo? sul mondo? sulla Chiesa?
- Che cosa mi insegna sulla natura dell’uomo? sul piano e la strategia di Dio per la redenzione del mondo?
- C’è un principio di condotta da imparare? Un esempio da imitare, o da non imitare? Una promessa di applicazione generale (quindi, valida per me)? Un avvertimento?
- Se si tratta di un brano dell’Antico Testamento, c’è una “ombra” di qualcosa che è rivelato più pienamente nel Nuovo? Per esempio: il Tabernacolo (cfr. Ebrei 9:1-10); il serpente di rame (Numeri 21:6-9, Giovanni 3:14-15); Melchisedek (Genesi 14:18-20, Salmo 110, Ebrei 6:20 – 7:10).
- In che modo mi suggerisce di pregare (lode, ringraziamento, intercessione … )?1
Altri metodi di studio biblico
Oltre alla lettura attenta e dettagliata (magari con il confronto di diverse traduzioni), ci sono altri metodi di studio:
- La lettura parallela. Parecchi libri biblici hanno dei “paralleli”, per cui può risultare illuminante il confronto tra di loro: ad es. Matteo, Marco e Luca (i cosiddetti “Vangeli sinottici”); Samuele/Re e Cronache; Efesini e Colossesi; Daniele, Apocalisse e altri brani apocalittici (Matteo 24-25, ecc.).
- La ricerca di citazioni e di brani paralleli. Molte Bibbie contengono rinvii ad altri brani citati (per esempio, il Nuovo Testamento contiene moltissime citazioni dall’Antico), o che riguardano lo stesso tema o in qualche altro modo illuminano il brano in questione. È stato ben detto che “il miglior commento sulla Bibbia è la Bibbia”. Si potrebbero seguire i riferimenti anche “a catena”.
- Studi sui personaggi.La Bibbia non è un trattato di teologia astratta, ma racconta della vita di moltissimi personaggi, i loro fatti e misfatti e, soprattutto, come Dio si è rivelato loro ed ha operato nella loro vita. Perciò è molto stimolante focalizzare l’attenzione su un personaggio per seguirne le vicende, anche attraverso diversi libri della Bibbia. Alcuni suggerimenti: Abramo; Giacobbe; Giuseppe; Mosè; Saul; Davide; Elia; Geremia; Pietro. E alcuni personaggi “minori”: Timoteo; Barnaba; Nebucadnetsar; Giona; Gionathan.
- Studi su parole chiave.Qui gli strumenti indispensabili sono la Chiave Biblica e il Dizionario Biblico. Alcuni suggerimenti: Salvezza – Pace – Discepolo – Spirito – Patto – Vangelo.
- Studi per argomenti.Qui, oltre al Dizionario Biblico, sarà utile la Concordanza Biblica per argomenti. Alcuni possibili temi: L’uomo – Gli angeli – Il peccato – La salvezza – La legge – La grazia – Lo Spirito Santo – La rigenerazione – L’eternità – La Chiesa – ecc.
Un orecchio aperto
A qualcuno può sembrare che tutto questo sia un esercizio puramente intellettuale, un acquisire cultura, seppure cultura biblica, come fine a se stesso. E infatti questo può accadere, nel quale caso diventa un tranello per la nostra vita spirituale: “La conoscenza gonfia, ma l’amore edifica” (1° Corinzi 8:1). Se lo scopo del nostro studio non è quello di conoscere meglio Dio, di amarLo di più, di poter servire meglio i nostri fratelli ed edificarli nella fede, non serve a nulla. “Se conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza … ma non avessi amore, non sarei nulla” (1° Corinzi 13:2).
È perciò indispensabile che in tutta la lettura e lo studio della Bibbia coltiviamo quello che io chiamo “un orecchio aperto” per captare “ciò che lo Spirito dice alle chiese” (Apocalisse 2:7). C’è nel Salmo 119 una bella preghiera che faremmo bene a fare nostra tutte le volte che ci mettiamo davanti alla parola di Dio: “Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge” (v.18).
Non solo, ma è vitale – soprattutto per quelli più “intellettuali” fra noi – che arriviamo alla determinazione di sottomettere il nostro intelletto e la nostra razionalità alla Parola di Dio.
Viviamo in un mondo, e siamo stati formati da un sistema di istruzione, che esaltano la razionalità umana al di sopra di ogni autorità esterna. La teologia moderna siede in giudizio sulla Bibbia per determinare che cosa è da considerare come Parola di Dio e che cosa va invece scartato come “la mentalità primitiva dei tempi antichi”. Ma, quando cominciamo a fare così, è inevitabile che presto scarteremo tutto ciò che non ci piace, che non ci fa comodo, o che abbiamo difficoltà a comprendere. Dobbiamo accettare che la Bibbia è la Parola di Dio, non solo “contiene” la parola di Dio.
Impariamo dunque a leggere la Bibbia con spirito di ascolto, pronti a sentire quanto Dio ci potrà dire, anche contro di noi o per metterci in discussione. Ricordiamo che la Sua Parola “è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio … essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12).
Certo, Dio non ci parla soltanto per metterci in discussione: è nostro Padre che ci ama, e spesso ci parla anche per incoraggiare, per consolare, per consigliare e guidare, per comunicarci qualche bella promessa per alimentare la nostra fede e la nostra speranza. Ma potremo sentirlo solo se avremo “l’orecchio aperto” per sentire tutto ciò che vorrà dirci.
Ruminare
Infine, voglio dire qualcosa su quella che un fratello ha definito “l’arte dimenticata della meditazione”. Non basta ingoiare il cibo: bisogna anche digerirlo. E non basta leggere e studiare la parola di Dio: bisogna anche assimilarla, fino a quando diventa parte integrante del nostro essere, del nostro modo di pensare, di sentire, del nostro sistema di valori, delle nostre reazioni spontanee. Il processo attraverso il quale questo può avvenire è la meditazione.
Quando Giosuè stava per attraversare il Giordano per prendere possesso della Terra promessa, Dio gli parlò in questi termini: “Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1:8). Una promessa molto simile è estesa a tutti quanti noi nel Salmo 1: “Beato l’uomo … il cui diletto è nella legge del Signore, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà” (vv.1-3).
Che vuol dire, allora “meditare la parola di Dio”?
La migliore illustrazione è quella degli animali ruminanti: vacche, pecore, capre, eccetera. Quando mangiano, in un primo tempo non masticano bene il cibo ma si limitano a ingoiarlo per riempire lo stomaco. Dopo, con calma, rigurgitano l’erba o altro cibo e lo masticano con calma, magari sdraiati comodamente all’ombra di qualche albero, fino a renderlo assimilabile dal loro corpo.
Allo stesso modo, non riusciamo normalmente ad assimilare bene la parola di Dio quando la leggiamo. È necessario “rigurgitarlo”, cioè richiamare alla mente quanto abbiamo letto e studiato per rifletterci sopra, lasciando che lo Spirito di Dio l’illumini alla nostra mente fino a quando non la “digeriamo” e la “assimiliamo” veramente, così che diventi parte del nostro essere.
Gesù ha attribuito una grande importanza a questo “ruminare” sulla Parola: “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto” (Giovanni 15:7). E ha promesso che lo Spirito Santo ci avrebbe dato un aiuto particolare per realizzarlo, anche nei più smemorati: “Il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (Giovanni 14:26).
Anche l’apostolo Paolo dava grande importanza alla meditazione della Parola: “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza …” (Colossesi 3:16). E nel discorso di addio agli anziani della chiesa di Efeso, egli conclude: “E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l’eredità di tutti i santificati” (Atti 20:32).
La Parola di Dio è un fuoco, è un martello, è un balsamo per le nostre ferite, è la sorgente della sapienza divina, è una lampada sul nostro sentiero, è quella che ci può santificare, correggere, istruire e formare. Lasciamo dunque che possa operare liberamente nella nostra vita!
1 Schema liberamente adattato dalla Guida alla Bibbia a cura di D. e P. Alexander (Ed. Paoline).