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di Jean Fleming
“I suoi figli si alzano e la proclamano beata, e suo marito la loda …” (Proverbi 31:28)
Le donne di oggi sono sottoposte a enormi pressioni per essere “donne di successo”. Si fa di tutto per convincerle che possono far carriera sul posto di lavoro, educare dei figli perfetti, essere mogli piene di fascino … e, nel tempo libero, mantenersi in forma, dedicarsi a un hobby e stare dietro ai loro investimenti!
Contemporaneamente al diffondersi di questa illusione della “Superwoman”, si sono prodotti notevoli cambiamenti nel sistema economico. Molte madri di famiglia sono sottoposte a grosse pressioni per andare fuori a lavorare. La recessione economica e le leggi fiscali che penalizzano le casalinghe rendono la vita difficile per molte famiglie. E il divorzio lascia numerose madri di bambini piccoli nella povertà più assoluta.
Le opportunità di carriera per le donne continuano ad aumentare. Ma c’è un’altra faccia della medaglia. Quelle che pensano di poter fare e avere tutto hanno creduto a una menzogna crudele. Nessuno riesce a fare tutto e ad avere tutto.
Inoltre, molti esperti affermano che gli effetti dannosi sui figli dell’assenza della madre stanno diventando sempre più evidenti. Aumentano le gravidanze tra le ragazzine, la delinquenza, l’uso della droga e i suicidi, e diminuisce il rendimento scolastico tra i ragazzi lasciati troppo a se stessi. Perfino alcuni esperti favorevoli agli asili nido riferiscono che spesso ne vengono fuori bambini ostili e aggressivi che da grandi hanno grosse difficoltà a formare rapporti stabili con gli altri.
Donne influenti
I problemi sono reali e complessi. La maggiore difficoltà che dobbiamo affrontare deriva dal fatto che la nostra società ha convinto le donne che fare la madre non è un lavoro abbastanza impegnativo o gratificante per una donna intelligente e capace. Anche le donne cristiane hanno perso di vista la grande vocazione della maternità. È compito dei pastori aiutare le donne a vedere oltre i pannolini, gli interminabili giri in macchina e il fango tra i capelli del loro primogenito per comprendere che, proprio nel loro ruolo di madri, sono donne di enorme influenza.
La nostra generazione ha perso di vista questo fatto. Ma qualsiasi studente della Bibbia o della storia del cristianesimo conosce la grande influenza esercitata dalle madri nel promuovere la causa di Cristo. Le Scritture ci parlano di Eunice e di Loide, madre e nonna di Timoteo. Sappiamo ben poco di queste donne, ma è sicuro che non sono mai state fotografate per la copertina di qualche rivista cristiana, né hanno presieduto l’organizzazione missionaria femminile della loro denominazione. Sappiamo soltanto che sono state loro a far conoscere la Bibbia a Timoteo e a comunicargli una fede viva. Non è poca cosa l’aver dato al mondo un Timoteo!
Agli inizi di questo secolo, il ricercatore A. E. Winship tracciò la storia di 1400 discendenti del famoso predicatore settecentesco Jonathan Edwards e di sua moglie Sarah, donna dalle qualità eccezionali. I risultati rasentano l’incredibile. Da quella coppia erano discesi tredici rettori e sessantacinque professori universitari, cento avvocati, il preside di una famosa facoltà di giurisprudenza, trenta giudici, sessantasei medici, un preside di facoltà di medicina, tre senatori, i sindaci di tre grandi città, i governatori di tre stati, un vicepresidente degli Stati Uniti, un ministro del tesoro e innumerevoli pastori, missionari e influenti cristiani laici.
Ripetutamente, durante le sue ricerche, si è imposto all’attenzione del Winship il carattere di Sarah Edwards e la sua dedizione alla famiglia. A lei egli attribuisce la maggior parte del merito della formazione di una simile discendenza che, nel corso dei secoli, ha tanto contribuito alla società americana.
Anche Giovanni Wesley, fondatore del movimento metodista, e suo fratello Carlo, autore di più di 700 inni, dichiaravano spesso di considerare la loro madre Susanna come la maggiore influenza spirituale nella loro vita.
Chi può calcolare il valore delle preghiere di Anna per Samuele, o di Monica per Agostino? Anche la giovane Annie Fraser, mentre passava davanti alla casa dove alloggiava la famiglia di Hudson Taylor quando visitava l’Inghilterra, pregava perché almeno uno dei suoi figli diventasse missionario. E quando, anni dopo, accompagnò suo figlio, il famoso J. O. Fraser, alla nave che l’avrebbe portato in Cina, non erano finite le sue preghiere. Non solo continuò a sostenere con le sue intercessioni la missione del figlio tra i Lisu, ma mobilitava anche gli altri a pregare.
Il predicatore inglese John Henry Jowett aveva una facoltà meravigliosa di tirare fuori verità spirituali dalle cose comuni della vita. Quando gli fu chiesto dove avesse imparato a far comprendere le verità spirituali in maniera così viva, rispose: “Da mia madre! È stata lei a insegnarmi a «vedere»: a vedere le cose, e ciò che è dentro le cose”. Questa donna sconosciuta, moglie di un commerciante di provincia, continua ad influenzare anche la nostra generazione quando leggiamo i sermoni di suo figlio. Le madri sono persone influenti!
Investire nel futuro
Per aiutare le madri a sviluppare una visione del loro compito, la chiesa deve aiutarle a vedere oltre la famiglia immediata per considerare le generazioni future. La Bibbia insegna che uno dei modi in cui la fede si deve propagare è attraverso la comunicazione da una generazione all’altra. “Egli ha stabilito una testimonianza in Giacobbe e ha posto una legge in Israele, e ha comandato ai nostri padri di farle conoscere ai loro figli, affinché la generazione futura le conoscesse, assieme ai figli che sarebbero nati, ed essi a loro volta le narrassero ai loro figli” (Salmo 78:5-6).
Geremia racconta di un notevole esempio di fedeltà durata parecchie generazioni. Dio gli dice di invitare la famiglia dei Rekabiti a bere del vino. Essi però rifiutano dicendo: “Noi non beviamo vino, perché Jehonadab, figlio di Rekab, nostro padre, ci ha comandato, dicendo: «Non berrete vino in eterno, né voi né i vostri figli»”. Per molte generazioni erano stati ubbidienti a tale ordine. Allora il Signore, addolorato, dice: “I figli di Jehonadab, figlio di Rekab, hanno messo in pratica il comando dato loro dal padre, ma questo popolo non mi ha ubbidito” (Geremia 35:6,16). Avrebbe potuto aggiungere: “Magari avessi io un popolo che mi rimanesse così fedele!”
Io prego regolarmente perché tutti i miei figli amino e servano Dio e che Egli dia loro dei coniugi che abbiano lo stesso desiderio. Gli chiedo di vigilare anche sui figli che nasceranno loro, affinché i miei nipoti e pronipoti e tutte le generazioni successive, fino al ritorno di Cristo, possano restare fedeli a Dio.
Riordinare i valori
Un giorno un uomo spiegò a un consigliere, piangendo, che sua moglie aveva chiesto il divorzio e che i suoi figli avevano preso la parte di lei. Il racconto della sua vita conteneva gli elementi della classica “storia del successo”. Suo padre era morto quando egli era ancora bambino, lasciando la madre a lottare per far sopravvivere la famiglia. Da giovane, egli aveva giurato che avrebbe trovato il successo: avrebbe fatto moltissimi soldi per poter comprare una casa e lasciare degli investimenti a favore della mamma. Quando poi si sarebbe sposato lui, avrebbe fatto una grossa assicurazione sulla propria vita e avrebbe dato alla propria famiglia il meglio di ogni cosa.
Poi raccontò come aveva raggiunto tutti questo traguardi, e alla fine il consigliere si congratulò con lui: “Lei è un uomo di successo! – osservò. – Ha realizzato tutti i suoi obiettivi”. L’altro, meravigliato, dissentì, perché la sua famiglia stava cadendo a pezzi. Ma la risposta del consigliere lo lasciò senza parole … e così dovrebbe fare a noi: “Ma lei ha avuto davvero successo! Soltanto che … ha scelto i traguardi sbagliati”.
È possibile avere successo e nello stesso tempo fallire. La moglie e i figli di quell’uomo volevano lui, e non solo le cose che riusciva a dare loro.
Questa è una lezione sulla quale noi donne dobbiamo riflettere. Che cosa ha veramente valore? Nessun’altra generazione ha mai avuto tante possibilità e tante scelte da fare. Più che mai, noi donne dobbiamo esaminare attentamente i nostri valori. Infatti i valori determinano le scelte, e le scelte delle donne non sono mai state così importanti.
Nel nostro ministero con i “Navigators”, io e mio marito abbiamo spesso ospitato delle persone in seno alla nostra famiglia allo scopo di discepolarle. Per un periodo, quando i nostri figli erano piccoli, diversi giovani vivevano in casa nostra. Io avvertivo le pressioni del ruolo di madre e di casalinga in maniera particolarmente forte e a volte mi sentivo molto scoraggiata.
Analizzando la mia situazione, compresi che quando riuscivo a sbrigare una serie di elementi dalla mia lista di “cose da fare” – quando ottenevo cioè dei risultati visibili e tangibili – mi sentivo benissimo. Quando invece avevo realizzato i miei valori fondamentali, dedicando del tempo al Signore e ai miei figli e dando maggiore importanza alle persone che non alle cose, mi sentivo un fallimento. Vivere per i valori fondamentali non sembrava dare i risultati sperati, almeno a breve termine.
Il mondo stima quello che è visibile e tangibile; Dio, invece, dà valore alle cose invisibili ed eterne. La gratificazione immediata è un grosso nemico del modo di vivere che Dio ci propone. Capii che vivendo per ciò che mi fa provare una soddisfazione immediata, avrei vissuto per le cose sbagliate.
Le madri di famiglia possono rendersi conto della loro visione e dei loro valori ponendosi la domanda: “Tra vent’anni, che cosa vorrei aver fatto oggi?” Saranno poche le donne che si immagineranno là sedute a godere il ricordo di un bagno pulito, o di una carriera brillante, a spese dei loro figli.
Un’indagine tra gli anziani oltre i 65 anni d’età ha constatato che il secondo motivo di rincrescimento in ordine di importanza è il fatto di avere dedicato troppo poco tempo e attenzione alla crescita e alla formazione dei propri figli. Dobbiamo passare in rassegna i nostri valori per non ritrovarci tra venti o trent’anni a vivere questo stesso dispiacere.
Fare la nostra parte
Come genitori cristiani, vogliamo che i nostri figli crescano per onorare il Signore e noi. Ma, se desideriamo il risultato finale, dobbiamo anche impegnarci per produrlo.
In 2° Re capitolo 3, quando Jehoram diviene re, Mesha rifiutò di continuare a pagargli il tributo. Jehoram, adirato, mette insieme un’alleanza di diversi re che muovono in un attacco a sorpresa attraverso il deserto. Ben presto i soldati si ritrovano senz’acqua. Quando pregano e consultano il profeta di Dio, Egli dice loro di scavare delle fosse. I soldati ne scavano per tutta la vallata, e il Signore le riempie d’acqua mentre essi dormono.
Ciò illustra il genere d’impegno di cui le madri hanno bisogno. Noi non possiamo produrre alcun risultato spirituale nella vita dei nostri figli; non possiamo cioè “riempire le fosse”. Solo Dio può farlo. La nostra parte è solo di scavare.
È importante capire con chiarezza che cosa spetta a Dio fare e che cosa a noi. Nel Salmo 127:1 è scritto: “Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non custodisce la città, invano vegliano le guardie”. Riconosciamo che è Dio che deve compiere l’opera spirituale nei nostri figli. Tuttavia, Egli non dice che il muratore debba starsene con le mani in mano o che la guardia possa dormire tranquillo. Essi hanno un ruolo vitale da svolgere. E anche alle madri Dio ha dato un ruolo vitale. Ci diamo da fare, confidando in Dio.
Quando i miei figli frequentavano la scuola elementare e si avvicinava l’estate, cominciai a notare nella loro vita gli effetti delle pressioni dei coetanei. Riflettei sui modi in cui portarli sotto la mia influenza durante i mesi estivi, e per limitare la quantità di tempo che avrebbero passato con gli amichetti e recuperare la mia influenza predominante su di loro, escogitavo per loro delle giornate piene di lavoro, di giochi e di progetti.
Parlai dei miei piani con Georgia, una donna più matura che ammiravo. Il suo breve commento – “Jeanie, tu dovrai far accadere le cose” – mi diede coraggio per andare avanti per tutta l’estate. Il fattore determinante non sono le idee creative né una grande visione, ma la determinazione di agire e la disponibilità a pagare il prezzo.
Insegnare alle giovani
Come possiamo aiutare le madri a sviluppare una visione per il loro compito? incoraggiarle a riesaminare i loro valori? stimolarle e sostenerle in un maggiore impegno?
Bisogna insegnare loro. Nell’epistola a Tito, Paolo scrisse al suo giovane collaboratore: “Istruisci i credenti”. Gli insegnamenti errati avevano guastato intere famiglie (Tito 1:11). Il compito del pastore è di dare insegnamenti generali al corpo intero e insegnamenti specifici ai settori particolari di esso, perché i credenti si dedichino a ciò che è buono (Tito 3:14).
Egli illustra la sua strategia per l’istruzione delle giovani madri: “Anche le donne anziane abbiano un comportamento convenevole a santità, non siano maldicenti né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, per insegnare alle giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, soggette ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata” (Tito 2:3-5).
Molti pastori oggi si chiedono come meglio mettere in atto questa strategia. Le giovani, leggendo Tito capitolo 2, si domandano dove possano trovare una donna più anziana che sia in grado di aiutarle. È fin troppo evidente la carenza di donne mature capaci di insegnare alle più giovani e disposte a farlo.
Per promuovere la causa di Cristo, coloro che hanno responsabilità pastorali devono individuare delle donne qualificate. Paolo indica che bisogna cercare donne dotate di virtù e di carattere, donne che abbiano amato i loro mariti e i loro figli, che abbiano gestito una casa e che siano in grado di comunicare ad altre queste abilità e queste virtù.
L’esperienza delle più anziane
Se vogliamo coinvolgere le donne più mature nell’insegnamento e nell’incoraggiamento delle più giovani, dovremo aiutarle a coltivare la loro vita spirituale. Mi turba constatare quante donne mature vivono di una dieta spirituale di “pane e acqua”. Quando una donna più giovane ha la responsabilità di bambini piccoli ed è impegnata ad allacciare scarpine, ad allattare o imboccare i piccoli, e spesso passa delle nottate in bianco, non ha né il tempo né le energie per dedicare molta attenzione alla preghiera e allo studio della Bibbia. Ma spesso, quando i bambini vanno a scuola, le mamme continuano a nutrirsi solo di “spuntini”.
Bisogna insegnare, incoraggiare e stimolare le donne più mature a sviluppare il loro cammino con Cristo perché possano “traboccare” per dissetare le altre. Bisogna aiutarle a riesaminare la loro visione, i loro valori e i loro impegni, esattamente come con le più giovani. La Bibbia dice che è vergognoso per una donna matura diventare una pettegola oziosa (1° Timoteo 5:13). Tito capitolo 2 ci propone un modo di far vivere alle donne più anziane una vita fruttuosa, investendo la loro esperienza nelle più giovani. Possiamo impartire alle donne la visione di esercitare un’influenza che si estenda al di là della loro famiglia, aiutando le mamme più giovani e influenzando così la prossima generazione.
Purtroppo molte donne, appena hanno un po’ di tempo a disposizione perché i figli vanno a scuola, o quando essi lasciano la casa paterna, vanno fuori a lavorare. Forse è la noia o la mancanza di obiettivi a spingerle a questa decisione. Ma è vitale far comprendere alle donne che Cristo ha dato disposizioni perché molte fra loro diano un contributo importante alla vita della chiesa, aiutando le più giovani.
Comunicare la sapienza
Occorre aiutare le donne più mature a superare le loro riluttanze. Diverse giovani mi hanno riferito: “Quando ho chiesto a Sempronia, la quale ammiro molto, di aiutarmi, ha fatto retromarcia a una velocità impressionante”.
Le donne più anziane sono talvolta coscienti di avere commesso degli errori nella propria vita coniugale e nell’educazione dei loro figli. Ma chi non ha mai sbagliato? Possono avere dei sensi di colpa e sentimenti di rimorso, e sentirsi poco qualificate a dare consigli alle altre. Ma alcuni dei consigli migliori che io abbia mai ricevuto mi furono dati da una donna più matura che mi disse semplicemente: “Se potessi ricominciare tutto da capo, ecco le cose che farei diversamente …”. Anche i nostri errori possono aiutare le altre ad evitare di ripeterli.
Dobbiamo far presente alle donne mature il valore di ciò che hanno imparato nel corso degli anni, e aiutarle a comunicarlo. Molte non hanno mai riflettuto su ciò che hanno fatto e perché; non l’hanno mai articolato neanche nella propria mente. Può essere dunque utile mettere insieme le donne perché condividano le lezioni imparate durante gli anni passati come mogli, madri e casalinghe. Un ricordo stimolerà l’altro, e un ricco tesoro di esperienza emergerà in una forma che può essere comunicata alle altre.
Nello stesso tempo dobbiamo insegnare alle più giovani ad onorare le anziane e desiderare imparare da loro. Potrà essere utile formare un gruppo apposta per metterle insieme.
Stimare ciò che Dio stima
Anche le donne più anziane che trovano difficile comunicare a parole possono esercitare un’ottima influenza con il loro esempio. L’ospitalità è raccomandata ripetutamente nelle Scritture. Essa non significa soltanto dare a qualcuno la cena e un letto per dormire: fornisce un’occasione perché si possa vedere, e non solo udire, un messaggio. Un pastore e sua moglie mi hanno detto una volta che avevano preso la nostra famiglia e il nostro ministero come modello per la loro vita. Ma, per quel che riusciamo a ricordare, sono stati a casa nostra soltanto due volte … 14 anni fa!
Nel nostro ministero agli studenti universitari, anni fa, mi sentivo spesso colpevole per il fatto che ero così impegnata con i bambini quando i giovani venivano a casa. Non sempre potevo sedermi e parlare con loro. Ma, nel corso degli anni, ho ricevuto molte lettere da studenti che dicevano: “Ora che ho una famiglia mia, mi rendo conto di quanto le cose che ho osservato a casa vostra influenzano il modo in cui sto educando i miei figli”.
Non solo dobbiamo servire le madri di famiglia nelle nostre comunità, ma abbiamo anche l’opportunità di toccare la società in cui viviamo. Gli sconvolgimenti nella nostra cultura hanno lasciato delle ferite aperte nella vita di molte donne. Esse sono pronte ad accogliere delle risposte che toccano i loro problemi alla radice.
Se potremo aiutare le madri a comprendere l’estensione e la profondità della loro potenziale influenza, insegnando loro a dare valore alle cose che Dio stima, questa visione produrrà in loro il tipo di impegno necessario per influenzare la società. E se riusciremo a formare, incoraggiare ed equipaggiare le donne mature per poter insegnare alle più giovani ad amare i mariti e i loro figli, a gestire bene la loro casa e a vivere una vita gradita a Dio, la Parola di Dio non sarà biasimata e avremo fatto la nostra parte per formare le generazioni future per la causa del Vangelo.
Jean Fleming è madre di tre figli adolescenti e missionaria con i “Navigators”, un movimento internazionale di evangelizzazione e rinnovamento cristiano. È anche autrice di due libri.