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di Don Double
“A un altro, fede, mediante il medesimo Spirito …” (1° Cor. 12:9).
Ci sono tre tipi di fede. La prima è menzionata in Romani 12:3: “la misura di fede che Dio ha assegnato a ciascuno”. Dio ha dunque dato a ognuno di noi la capacità di avere fede in Lui; chiamo questa “fede naturale”. Se qualcuno mi dice “Non ho fede”, gli rispondo che deve saperne più di Dio stesso, perché Egli dice che, al contrario, ne ha! Ma questa fede non è mai il dono della fede, dal momento che si tratta di una fede, appunto, naturale.
In 2° Tessalonicesi 1:3, Paolo dice ai credenti: “La vostra fede cresce sommamente”. Notate che è la loro fede, e che essa sta crescendo. Infatti, quando ci nutriamo della Parola di Dio, la nostra fede naturale cresce.
La fede di alcuni cristiani cresce così tanto che, quando stai con loro, senti che essa si comunica anche a te. Mi piace stare con persone di questo genere! Parlano sempre in maniera positiva, di quello che il Signore è in grado di fare; credono sempre che Egli farà grandi cose, vivono sempre nell’abbondanza di Dio. Ma si tratta pur sempre di una fede naturale, una che è cresciuta fino a diventare qualcosa di grandioso. Mi auguro che la vostra fede naturale stia crescendo! E, pur trattandosi di una fede naturale che abbiamo tutti quanti, non voglio minimizzarla: è estremamente importante!
Un buon frutto
La seconda specie di fede è descritta in Galati 5:22. Questa è il frutto della fede, che può essere interpretato anche come “fedeltà”. Chi possiede il frutto della fede non va su e giù con ogni variazione del tempo. Giacomo ci scrive di persone la cui fede è “simile a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là”, e aggiunge: “Un uomo simile non pensi di ricevere qualcosa dal Signore” (Giac. 1:6-7).
Se qualcuno possiede il frutto della fede, puoi sapere in quali condizioni lo troverai già prima di incontrarlo, perché è sempre lo stesso. Non vive in balìa agli umori: non è allegro oggi e scontroso domani. È straordinario quanti cristiani sono soggetti agli umori! Se tu sei uno di questi, è la mia preghiera che Dio te ne liberi e ti dia il frutto della fede, in modo che tu possa diventare stabile. Così tutti sapranno di poterti trovare sempre nella fede.
Credo che un buon versetto per descrivere il frutto della fede è Proverbi 3:5: “Confida nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento …” Uno dei motivi per cui ci manca il frutto della fede è che vogliamo sempre capire le cose. Devo confessare che ci sono tante cose che io non capisco. Ciò nonostante, per la grazia di Dio, continuo a confidare in Lui con tutto il mio cuore.
Coloro che vivono nel frutto della fede non sono dominati dalla mente, ma dal cuore. La Bibbia dice che l’uomo crede col cuore, non con la testa. Se tu cerchi di vivere secondo la Parola di Dio (“il giusto vivrà per fede”, è scritto!), allora è indispensabile vivere dal cuore e non dalla testa.
In Filemone, al versetto 6, è scritto che (secondo una traduzione) “la comunicazione della nostra fede diventa efficace per il riconoscimento di ogni bene che è in noi in Cristo Gesù”. La fede mi comunica tutte le cose buone che sono in me per mezzo di Cristo. La mia mente e la mia comprensione riconosceranno continuamente tutte le cose cattive che sono in me, e che derivano da me stesso. Ma quando riconosco col cuore le cose buone che sono in me in Cristo, allora vivo nel frutto della fede.
Un dono soprannaturale
E ora, veniamo al dono della fede. Credo che avere il dono della fede significa essere liberato, in maniera soprannaturale, da ogni ombra di dubbio. Ora, nessuno vive sempre in questa condizione. Come gli altri doni dello Spirito, anche questo viene impartito in modo soprannaturale per una data occasione. Se avessimo il dono della fede in maniera permanente, potremmo vuotare gli ospedali e risolvere ogni problema. Ma Dio, nella sua sapienza, non ce lo dà sempre.
Se siamo onesti, ognuno di noi deve ammettere che, pur avendo la fede naturale e anche il frutto della fede, ci sono dei momenti in cui siamo assaliti da dubbi e da incredulità. Quando invece il dono della fede è operante, è impossibile dubitare, perché siamo liberati in maniera soprannaturale da ogni dubbio. Dopo che Gesù ebbe maledetto il fico, Pietro gli disse: “Come hai potuto fare questo, Signore?” E Gesù rispose letteralmente: “Abbiate la fede di Dio!” (Mc. 11:22). In effetti, voleva dire: “Ho fatto questo per la fede di Dio stesso”. Il dono della fede è proprio questo: la fede di Dio.
È la stessa fede che, con una sola parola, ha creato dal nulla il nostro universo. Scusatemi, ma non credo nell’evoluzione: io credo che Dio fece il mondo con la Sua parola, non solo, ma anche che esso continua ad esistere a causa della fede di Dio. E, quando entra in azione il dono della fede, è una fede di questo genere, una fede potentissima!
Miracoli straordinari
Ricordo un’occasione in cui Dio consentì che il dono si manifestasse in me. Mi alzai in piedi in una riunione e dissi: “Garantisco che ogni malato presente stasera e che si farà avanti sarà guarito!”. Quando mi resi conto di quello che avevo detto, mi sentii quasi svenire dentro di me, perché erano presenti parecchi malati. Ma, a mano a mano che si fecero avanti, zoppicando e appoggiati a bastoni e stampelle (e non fu difficile farli venire avanti quella sera!), Dio li guarì tutti quanti: buttarono via i bastoni e le stampelle e furono perfettamente risanati. Come vorrei essere in grado di fare questo tutte le sere! Ma non posso, perché il dono viene dato “a ciascuno come Egli vuole” (1° Cor. 12:11).
Un’altra volta, facevamo un incontro in una serata molto fredda (stava nevicando), e mio cognato chiese di poter lasciare il suo cane nel mio furgone durante la riunione. Dopo, dovetti consigliare e pregare con parecchie persone, così mio cognato mi chiese le chiavi per far uscire il cane, dicendo che poi le avrebbe lasciato dentro il furgone.
Egli prese dunque le chiavi e aprì lo sportello; ma dopo aver liberato il cane, bloccò distrattamente la porta dall’esterno, chiudendo le chiavi dentro!
Alla fine della serata, molto tardi, andai con i miei collaboratori al furgone, ma quando volli aprire lo sportello, lo trovai bloccato. Faceva un freddo tremendo, e sembrava che tutto il paese fosse già andato a letto. Nella mia squadra c’era pure una giovane che aveva lasciato a casa il neonato, cui doveva dare la pappa. Eravamo a quindici chilometri dalla base, e lei, che comprensibilmente era la più ansiosa di tutti di arrivare a casa, suggerì che pregassimo.
Mentre pregavamo, lo Spirito Santo mi parlò con grande chiarezza dicendo: “Vai ad aprire quello sportello!”. In quel momento, fui liberato in maniera soprannaturale da ogni dubbio. Dio mi riempì di una tale fede che sapevo che avrei potuto aprire lo sportello senza problemi. Così, mentre gli altri pregavano, andai al furgone e tirai la maniglia, e la porta s’aprì senza bisogno né di chiave, né di attrezzi per sbloccarlo. Alleluia! Ma dopo, il pulsante restava ancora bloccato, e dovetti prendere le chiavi dal cruscotto per sbloccarlo!
Dio mi aveva dato uno speciale dono di fede, la certezza che lo sportello si sarebbe aperto. Ma poi, questa fede mi lasciò. Non ho fede per aprire ogni porta chiusa che incontro; ma per il dono soprannaturale della fede, fu possibile in quel caso specifico. È stata un’esperienza straordinaria! Fino ad oggi, continua ad incoraggiarmi e tutti quelli che erano con me quella sera.
Fuoco dal cielo
Alcuni brani della Bibbia che bene illustrano l’operazione del dono della fede si trovano nel ministero di Elia. In 1° Re 18:20-40, leggiamo di come egli fece scendere il fuoco dal cielo. Elia aveva sfidato i profeti di Baal a costruire un altare e posarvi sopra la carcassa di un bue, invocando il loro dio perché mandasse dal cielo il fuoco per consumare l’offerta; anch’egli avrebbe costruito un simile altare, invocando il vero Dio perché facesse altrettanto. Egli era talmente pieno di fede da canzonare i profeti di Baal per i loro sforzi vani, ancora prima di provarci lui! Non solo, ma fece versare tre secchi pieni di acqua sul proprio altare, così che l’Eterno Iddio avrebbe dovuto operare un miracolo potentissimo. Ed Egli lo fece, mandando dal cielo un fuoco che consumò non solo il bue, ma anche l’altare e l’acqua! Poiché il dono della fede operava in Elia, nessun dubbio poteva turbarlo.
Un altro esempio dell’operazione del dono della fede è nell’episodio, raccontato in Matteo 8:5-13, del centurione il cui servo stava morendo. Quando egli avvicinò Gesù, il Signore offrì di venire a casa sua e guarire l’ammalato. Ma il centurione gli rispose con parole che esprimevano una grande fede: “Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”.
Il centurione era così pieno di fede che non gli sembrava nemmeno necessario che il Signore toccasse il suo servo o entrasse in casa sua. E “Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano …: In nessuno, in Israele, ho trovato una così grande fede!” Prima che il centurione tornasse a casa, il servo già stava bene.
Non ci fu nessun dubbio nella mente di quel centurione, perché stava esercitando il “dono della fede”.
I DONI DELLE GUARIGIONI
“… a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito” (1° Cor. 12:9).
Questo è il solo dono descritto al plurale. Tutti gli altri sono “il dono”; qui invece abbiamo “doni” di guarigioni. Credo che il motivo sia che Dio dà diversi doni di guarigione ai vari membri del Corpo di Cristo, in momenti diversi, per sanare diversi tipi di malattie. Quando operano i doni delle guarigioni, alcuni ministri hanno molto successo con certi tipi di malattia, e risultati assai scarsi con altri.
Ho constatato personalmente nel mio ministero, a volte, un alto tasso di successo con i casi di artrosi. In certi periodi ho avuto risultati straordinari con i ciechi, in altri, con i sordi. L’unica spiegazione che io possa offrire è che si manifestava un dono di guarigione in quell’area particolare.
Ora, non credo che qualcuno possa dire di avere i doni di guarigioni operanti nella propria vita in ogni momento. I doni di guarigioni, come gli altri doni, sono impartiti in maniera soprannaturale per una determinata occasione: nessuno li possiede in maniera permanente e continua. Talvolta, quando preghiamo per i malati, è evidente che i doni di guarigioni sono in azione; in altri momenti, è altrettanto chiaro che non lo sono, e che siamo ridotti a pregare per gli ammalati con la nostra fede ordinaria, in ubbidienza alla Parola di Dio.
Guarigioni miracolose
Un certo evangelista nel Sud Africa cominciò, quasi all’inizio del suo ministero, ad esercitare i doni delle guarigioni in maniera potente. Tutto cominciò quando lo Spirito Santo gli conferì il dono della guarigione delle paralisi.
La prima ad essere guarita fu una giovane che era costretta a letto dopo essersi fatta male alla schiena per un incidente sul lavoro. I medici le davano poche speranze di guarigione. Ma dopo che il giovane evangelista ebbe pregato per lei, saltò giù dal letto e si mise a camminare, per la prima volta dopo diciannove mesi. Era stata guarita tramite un dono di guarigioni che operava in quel servo di Dio.
Una sera, poco tempo dopo, portarono sotto la tenda dell’evangelista un ragazzino di dieci anni su una barella. Era paralizzato per una malattia incurabile delle articolazioni, e portava un apparecchio ortopedico dal collo fino ai piedi. Ma egli credeva nel potere di Gesù di guarire, perciò l’evangelista lo slacciò. Subito, il bambino cominciò a camminare senza aiuto, il suo viso illuminato dalla gioia.
Un’ultima conferma del dono che era attivo nella vita di questo evangelista in quel periodo fu data da un altro bambino che non era in grado di camminare. Mentre si pregava per lui, la mamma gli sfilava le bende. Poco dopo, il bambino saltellava davanti a tutti, lodando Dio per la sua guarigione. Come risultato, suo padre fu meravigliosamente salvato.
Il dono di guarigione per questi casi di paralisi aveva portato grande gioia e salvezza alle persone toccate da esso, il che confermava al servo di Dio che lo Spirito Santo lo avrebbe veramente benedetto con i doni di guarigione, se egli avesse continuato a camminare nella fede.
Fede per gli altri
È importante notare anche che, quando operano i doni di guarigioni, non è indispensabile che il malato stesso abbia fede. A volte, sono venute nelle nostre riunioni delle persone che dichiaravano di non credere che Dio le avrebbe potuto guarire; ma abbiamo pregato, e il Signore le ha guarite. Anche questo è stato un dono di guarigione.
Poco fa, stavo predicando in un convegno presso una chiesa anglicana a Tunbridge Wells in Inghilterra. Fra i 500-600 presenti, sedeva una donna che da molti anni era immobilizzata dall’artrosi. Mentre ascoltava il mio messaggio sul tema delle guarigioni, reagì in maniera molto negativa, pensando dentro di sé che ero proprio un tipo antipatico. Non gradiva la convinzione e la certezza con cui portavo avanti questo messaggio.
Nonostante questo atteggiamento, si fece avanti per chiedere la preghiera. Ma, mentre mi ascoltava pregare per l’uno dopo l’altro e consigliarli, sempre con la stessa sicurezza e convinzione, divenne ancora più ostile. Dopo aver sofferto per tanti anni, si sdegnò per quel che sicuramente le sembrava un modo troppo semplicistico di considerare la questione. Quella poca fede che aveva era del tutto scomparsa.
Ciò nonostante, quando pregai per questa signora, fu istantaneamente guarita. Più tardi, mi raccontò la sua esperienza per telefono, dicendo: “Ogni dolore scomparve e non è più ritornato. Sono completamente libera dall’artrosi dopo tanti anni di sofferenze”. Questo, io credo, fu l’operazione di un dono di guarigione.
Nei Vangeli, quando Gesù guariva le persone, una delle sue osservazioni più frequenti fu: “La tua fede ti ha salvato”, ossia: “… ti ha sanato”. Ma ci furono altre occasioni nel suo ministero quando sembra che la persona guarita non c’entrasse niente, e non si parla affatto di “fede”.
Un esempio sarebbe Luca 14:4, dove è scritto semplicemente: “Allora egli, presolo, lo guarì e lo mandò via”. Ecco un perfetto esempio dell’operazione di un dono di guarigione. Come ho già detto, se avessimo i doni di guarigioni residenti e operanti permanentemente nella nostra vita e nel nostro ministero, potremmo andare a svuotare gli ospedali. Ma, come per tutti gli altri doni, è sempre vero quanto scritto in 1° Corinzi 12:11: lo Spirito Santo dà queste manifestazioni “a ciascuno in particolare come egli vuole”.