Ai pastori e alle comunità della Chiesa Evangelica della Riconciliazione
Loro Sedi
“il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore …
trasformerà il corpo della nostra umiliazione
rendendolo conforme al corpo della sua gloria.” Filippesi 3: 20 -21
Cari ed amati fratelli, preziose sorelle in Cristo,
Anche quest’anno, assieme a tutti i cristiani proclamiamo: Cristo è Risorto! Veramente Egli è risorto! E siamo nella gioia! Perché con la sua risurrezione egli è entrato con il suo corpo, il corpo di un uomo, in modo definitivo e irreversibile, oltre la cortina! E questo ‘passaggio’ ha, in modo indelebile e permanente, segnato il suo volto per tutta l’eternità!
Tu mi hai preparato un corpo
Continuando infatti nella nostra ricerca del “volto di Dio”, dalle pagine del vangelo di Pasqua emerge evidente l’importanza, per la storia della salvezza, della riflessione sul corpo di Cristo! In verità tutto intero il Nuovo Testamento mostra al centro del disegno di Dio il mistero dell’incarnazione. Dal che l’importanza del corpo di Cristo! L’importanza del corpo per Cristo! A partire dal testo-chiave di Ebrei: “Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta ma mi hai preparato un corpo … Allora ho detto: Ecco, vengo per fare, o Dio, la tua volontà.” E aggiunge: “In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.”[1]
Il desiderio eterno di Dio
Al cuore dunque del desiderio e del proposito di Dio: “… un corpo”! L’inabitazione di un corpo, l’offerta di un corpo, “… l’offerta del corpo di Cristo”. E qui, proprio nei giorni di Pasqua, in modo graduale, ma consapevole e determinato, Gesù consegna se stesso, il corpo del Figlio dell’uomo,[2] nelle mani dell’uomo. Per l’unzione del suo corpo, alle mani amorevoli di Maria di Betania. “In vista della sepoltura”.[3] E poi, anticipando nel pasto pasquale la consegna del suo corpo alla croce, l’offerta di sé ai discepoli nel pane e nel calice della Cena. Per questo dirà: Ecco il mio corpo … Ecco il mio sangue …
La Via Dolorosa
Subito dopo, un passo ulteriore. Consegnerà se stesso, senza più riserve, all’offesa e all’umiliazione delle circostanze e degli uomini: l’angoscia del Getsemani, la vergogna e la violenza dell’arresto, la presa in giro e le percosse, la flagellazione e il cinismo dei tribunali, la via dolorosa del Golgota e lo strazio della crocifissione, lo scherno e il dolore, la solitudine estrema della croce, il dolore per la madre e i discepoli, l’abisso dell’abbandono del Padre, la morte. E poi ancora, la ferita al costato, la deposizione, la tomba. Nella “volontà” di drenare a sé, di fare propria e “dall’interno”, la somma di tutte le possibili sofferenze fisiche e morali sperimentate dall’uomo. Sicché il suo corpo, come quello dell’uomo, potesse diventare “corpo di umiliazione”! In questo modo – e per esperienza – sofferenze e dolori, condizione e destino dell’uomo, nel suo corpo come nel corpo dell’uomo! L’umiliazione del corpo dell’uomo, nell’umiliazione del corpo del Signore! E da lì, ogni dolore e sofferenza dell’uomo nel volto del Signore!
Uomo per sempre
La storia di Pasqua diventa in questa prospettiva il culmine del processo di identificazione di Dio (in Cristo e nel corpo di Cristo!) con la condizione di dolore e di alienazione dell’uomo. Per portarla con sé, dentro di sé, anche se solo come memoria, nella morte e oltre la morte, nell’eternità. A partire da quei giorni l’esperienza del Getsemani e del Calvario, del silenzio di Dio e della tomba, si imprimerà nelle fibre e nel cuore del Figlio, nella passione e nel volto di Cristo, per sempre! L’assunzione della condizione umana avrà un testimone oltre la barriera tra tempo ed eternità, e sarà per sempre alla presenza del Padre nel corpo e nelle piaghe del Signore. Gesù, l’anello misericordioso di congiunzione tra condizione presente e condizione futura dell’uomo.
Il giorno del Signore
“Ma il primo giorno della settimana …”, si presenterà col corpo il Signore![4]: “‘Pace a voi!’ Ma essi, sconvolti e atterriti, pensano di vedere un fantasma. Ed Egli disse loro: ‘Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io; toccatemi e guardate; perché un fantasma non ha carne e ossa come vedete che ho io’. E detto questo mostrò loro le mani e i piedi. Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, disse loro: ‘Avete qui qualcosa da mangiare?’ Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese, e mangiò in loro presenza.”[5] E il corpo diventa il testimone vivente e indiscutibile della sua risurrezione! Per la prima volta nella storia il corpo di un uomo, per sempre oltre la morte, in una vita di risurrezione! Ricorderà Pietro alla Pentecoste: “Davide dice di lui: … la mia carne dimorerà al sicuro; poiché tu non abbandonerai l’anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione.”[6]
La promessa dello Spirito Santo
Adesso l’opera di Cristo era compiuta! Cosa mancava ancora? Innanzitutto Cristo, col suo corpo, col corpo vittorioso e risuscitato dalla morte, doveva essere accolto alla destra del Padre! Ma rimanevano in attesa di adempimento ancora due promesse. La prima, la promessa dello Spirito Santo! Si sarebbe adempiuta alla Pentecoste! Lo Spirito di vita e di risurrezione che aveva abitato nel corpo di Cristo, sarebbe stato anche versato nel corpo di quanti, convertiti a Cristo, lo avrebbero accolto come Signore. Il corpo dei cristiani sarebbe stato abitato dallo stesso Spirito del Signore! Essi stessi – dopo Cristo, come il corpo di Cristo – tempio del Signore. Lo Spirito Santo dentro, caparra di risurrezione. Dirà Paolo: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”[7]
La promessa del Ritorno
La seconda promessa. “Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo”.[8] E l’apostolo Giovanni: “Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è.”[9] E l’apostolo Paolo concluderà: “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria.”[10] Il corpo della nostra umiliazione, abitato dallo Spirito Santo, risusciterà trasformato al ritorno del Signore! Amati fratelli e sorelle, ora siamo abitati dallo Spirito! Maranathà! Aspettiamo con fiducia il Ritorno del Signore! Cristo è risorto! Veramente Egli è risorto!
Vostro nell’attesa del Signore,
pastore Giovanni
Caserta, 25 marzo 2016
[1] Eb10:5, 10
[2] “Voi sapete che tra due giorni è la Pasqua, e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso” Lc26:2
[3] “Mentre Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso, venne a lui una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d’olio profumato di gran valore e lo versò sul capo di lui che stava a tavola. … Versando quest’olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura.” Mt26:6sgg (cfr.Gv12:3)
[4] Lc24:3,5-6
[5] Lc24:37-43
[6] At2:22-28
[7] Rm8:11
[8] At1:11
[9] 1Gv3:2
[10] Fil3:20-21