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di Giuseppe Tosini
Spesso pensiamo alla lode e all’adorazione come qualcosa di bello, sì, ma non troppo importante; piacevole, ma non centrale nella vita cristiana. Invece, la lode di Dio, quando la comprendiamo bene, è uno degli elementi più importanti della vita cristiana.
Quello che dico non è solo una teoria, è qualcosa che vivo insieme con i fratelli della mia comunità; infatti, crediamo tanto nell’importanza e nella priorità della lode che abbiamo speso parecchi soldi per avere nella nostra chiesa più di trenta strumenti musicali, alcuni dei quali molto costosi, con i quali lodare meglio il Signore. Recentemente abbiamo acquistato dei timpani per la nostra orchestra, e quando è venuto per accordarli un nostro amico, professore di musica al conservatorio, si è meravigliato che una chiesa comprasse strumenti del genere: “Ma i timpani servono in un’orchestra sinfonica!” ci ha detto. Gli abbiamo dovuto ricordare che essi ebbero origine nella musica ebraica, e noi li stavamo “recuperando” per usarli nell’adorazione di Dio.
La lode ci porta alla presenza di Dio
Nel Salmo 22:3 è scritto: “Tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi di Israele”. La lode è l’ambiente naturale di Dio, e quando Lo lodiamo, la Sua presenza è manifestata nel nostro mezzo. Anche il Salmo 95:4 dice: “Entrate nelle sue porte con ringraziamento, e nei suoi cortili con lode”. E col ringraziamento e con la lode che entriamo nella presenza di Dio. Perciò nel Salmo 67 è scritto per ben due volte: “Ti celebrino i popoli, o Dio, tutti quanti i popoli ti celebrino!” (vv. 3 e 5). Dio vuole che tutti quanti gli Italiani, e tutti gli altri popoli della terra, lo celebrino e lo lodino!
La lode, infatti, caratterizza chi ricerca la presenza di Dio: “Quelli che cercano l’Eterno lo loderanno; il loro cuore vivrà in eterno” (Salmo 22:26). È facile riconoscere quelli tra i credenti che veramente cercano Dio, che desiderano la Sua presenza: possono anche non capire tutti i principi biblici della lode, ma appena entrano in un luogo dove si canta e si celebra, il loro spirito rende testimonianza che ciò viene da Dio, e subito si uniscono al suono delle Sue lodi.
La lode è un’arma
Quando Dio viene e manifesta la Sua presenza in mezzo al Suo popolo, i nemici sono messi in fuga. La lode è un’arma potente nella guerra spirituale! Nel Salmo 5 leggiamo: “Si rallegreranno tutti quelli che in te confidano; manderanno grida di gioia per sempre. Tu li proteggerai, e quelli che amano il tuo nome si rallegreranno in te, perché tu, o Eterno, benedirai il giusto; come scudo lo circonderai con la tua grazia” (vv. 11-12).
Questo viene meravigliosamente illustrato in un episodio dell’Antico Testamento, in 2 Cronache capitolo 20 (fermatevi a leggere l’intero capitolo!). Alcuni popoli formano un’alleanza contro Israele e si mettono in marcia per venire a distruggerli. Gli Israeliti, molto meno numerosi, non vedono possibilità di vincerli. Allora si mettono a cercare Dio, il quale, per mezzo di un profeta, impartisce loro queste istruzioni: devono andare incontro al nemico, mettendo in testa all’esercito i musicisti ed i cantanti per lodare e benedire l’Eterno. Non appena cominciano i canti di gioia e di lode, Dio si mette a combattere a favore del Suo popolo, creando una tale confusione tra i nemici che finiscono per distruggersi tra di loro.
Tredici anni fa, quando ero da poco convertito e frequentavo una scuola biblica, il Signore mi insegnò questa lezione proprio dal brano che stiamo considerando. Ero oppresso e combattuto e non trovavo la forza di reagire, ma Egli mi fece capire che dovevo cominciare a muovermi con coraggio incontro al nemico, con le armi della lode e dei ringraziamento. La lode è di importanza determinante nel combattimento spirituale!
Supponiamo che nella vostra città stia per cominciare una persecuzione. Tutti gli abitanti si radunano e, mentre voi siete riuniti in preghiera, giunge un messaggio: “Tra due ore veniamo là, e tutti quelli che non vorranno rinnegare Dio, uomini, donne e bambini, saranno sterminati!” Come fareste? Qualcuno suggerisce: “Prendiamo le sedie e usiamole come armi; tagliamo a pezzi il pianoforte per fare delle spade!” Ma no, tali armi non sarebbero sufficienti! Allora qualcun altro si alza e profetizza: “Non temete: la battaglia non è vostra ma di Dio. Non aspettate che venga il nemico, piuttosto andategli incontro, portando gli strumenti musicali, e cominciate a cantare inni di lode!” Probabilmente direste: “No, questa profezia non viene da Dio! Non si può cantare e lodare Dio in mezzo ad una guerra!”.
È indispensabile, dunque, che acquistiamo pienamente la visione dell’importanza della lode per il combattimento spirituale. In 2 Corinzi 10:4 è scritto: “Infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze”. Queste armi le avremo a nostra disposizione solo nella misura in cui avremo la visione dell’importanza della lode e del ringraziamento.
Come lodare Dio?
Il nostro modello per la lode si trova soprattutto nell’Antico Testamento. Alcuni obiettano a tale affermazione, dicendo che quelle sono tutte cose superate con la venuta di Gesù e il Nuovo Patto. Ci sono addirittura credenti che sostengono che non bisogna usare nemmeno gli strumenti musicali nell’adorazione, per il fatto che non se ne trova menzione specifica nel Nuovo Testamento! E necessario, allora, che esaminiamo i motivi per cui riteniamo importante l’insegnamento dell’Antico Testamento in merito.
Innanzitutto perché lo conferma il Nuovo Testamento! In Atti 15, durante il Concilio di Gerusalemme, Giacomo cita questa profezia di Amos, mettendola in relazione con l’evangelizzazione dei Gentili: “Dopo queste cose io ritornerò e ricostruirò la tenda di Davide che è caduta; e restaurerò le sue rovine, e la rimetterò in piedi, affinché il rimanente degli uomini e tutte le genti, su cui è invocato il mio nome, cerchino il Signore” (Atti 15:16-18, cfr. Amos 9:11-12). Notiamo che doveva essere restaurata, non la tenda (tabernacolo) di Mosè ma quella di Davide, la quale fu caratterizzata da un’adorazione e una lode continue, con l’uso di ogni sorta di strumenti musicali (vedi, riquadro). Anche l’epistola agli Ebrei ci insegna che le persone, le strutture e gli avvenimenti del Vecchio Testamento sono da interpretare come “tipi” o illustrazioni delle realtà del Nuovo (cfr. anche 1 Cor. 10:6-11, Rom. 16:25-27, ecc.). L’Antico Testamento va sempre interpretato alla luce del Nuovo, e mai il Nuovo alla luce del Vecchio. Le cose materiali servono spesso da simbolo di quelle spirituali.
II disegno di Dio
Il disegno di Dio nell’Antico e nel Nuovo Testamento è sempre lo stesso: il Suo disegno eterno (Ef. 3:9-11).
Questo disegno è quello di costruire una casa per se stesso, una dimora per la Sua gloria (Ef. 2:20-22). I vari tabernacoli e templi sono simboli della casa definitiva che è la Chiesa. Dio dice infatti per mezzo del profeta Isaia: “Avverrà, negli ultimi, giorni, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v’accorreranno e diranno: ‘Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno” (Is. 2:2-3)
Gesù sta costruendo la Sua chiesa (Matt. 16:18). E ciò non è una nuova idea, qualcosa che ha escogitato all’improvviso. È qualcosa che ha avuto in mente fin dall’eternità. In Efesini 3:9-11 troviamo scritto: “… di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio … affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che Egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù”.
Sin dalle più remote età, Dio ha avuto questa intenzione: far conoscere la Sua grande sapienza alle potenze sataniche e a tutto l’universo… per mezzo di chi? “Per mezzo della chiesa”. Ma, quando considero che Dio ha sempre voluto rendere note la Sua sapienza e potenza per mezzo dei Suo popolo, e poi vedo il popolo di Dio, come ai tempi di Nehemia, “in gran miseria e nell’obbrobrio” (Neh. 1:3), mentre i “principati e potestà” sono invece forti e sicuri di sé, comincio a domandarmi “Come è possibile? Come mai in un momento della storia del popolo di Dio Salomone ha costruito un bellissimo tempio, tale che veniva la gente da tutte le parti per vederlo e per sentire quello che vi veniva detto, con cantanti e musicisti che suonavano, e la gloria di Dio che lo riempiva, e oggi siamo ridotti così?”
Le due case
Mentre la casa del Nuovo Testamento fa capire lo scopo di quella del Vecchio Testamento, la casa dei Vecchio Testamento fa capire il funzionamento di quella dei Nuovo. È qui, nel tabernacolo di Davide e nel Tempio di Salomone, che troviamo il nostro modello per “la casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente” (1 Tim. 3:15). Sono convinto che non vedremo mai la casa di Dio costruita, se non cominciamo a capire e a mettere in pratica il modello che Dio ha dato per la Sua casa. È per questo motivo che dobbiamo vedere una restaurazione della lode e dell’adorazione.
Una volta pensavo che bastasse essere un piccolo gruppo di persone che si riunivano in una casa, molto felici ed informali, amarci e lodare Dio un po’. Non prendevo le cose, in fondo, molto seriamente. Poi, ho cominciato a riflettere su come i giovani dedichino ore e ore ad esercitarsi con gli strumenti musicali per i loro complessi, o ad allenarsi per le squadre sportive; come in un laboratorio scientifico, per esempio, tutto è ordinato, pulito e preparato, con tante apparecchiature e strumenti tutti pronti. E invece noi nella chiesa, quando veniamo per incontrarci con Dio, arriviamo magari con dieci minuti o mezz’ora di ritardo, ed è quasi impossibile adorare Dio in maniera raccolta per le continue interruzioni. Ho confrontato questo comportamento con quello che si legge del culto nel tempio di Salomone: “Quelli che suonavano la tromba e quelli che cantavano, come un sol uomo, fecero udire un’unica voce per celebrare e per lodare l’Eterno, e alzarono la voce al suon delle trombe, dei cembali e degli altri strumenti musicali, e celebrarono l’Eterno … La casa dell’Eterno fu riempita da una nuvola, e i sacerdoti non poterono rimanervi … poiché la gloria dell’Eterno riempiva la casa di Dio” (2 Cron. 5:13-14). Anche negli Atti vi furono centoventi discepoli – sacerdoti del Nuovo Patto – riuniti nell’alto solaio, che “perseveravano di pari consentimento nella preghiera” (Atti 1:14), come una sinfonia, e la gloria di Dio apparve su loro in tal modo che trasformarono il loro mondo.
C’è una potenza, una unzione che Dio ci vuole dare, alga quale resistiamo, sia pure per ignoranza. Ma Dio vuole illuminare la nostra ignoranza, facendoci considerare il modello che ci ha dato nel Vecchio Testamento; e quando lo facciamo, le nostre chiese sono trasformate. Nella mia chiesa, le stesse persone che prima arrivavano con mezz’ora di ritardo ora vengono con mezz’ora di anticipo per prepararsi a stare nella presenza di Dio. Alcuni hanno imparato a suonare degli strumenti per essere ministri nella casa di Dio. E metto in collegamento diretto con il nostro desiderio di seguire il modello biblico il fatto che c’è una forte manifestazione della presenza di Dio fra noi, che abbiamo un popolo impegnato per il Regno di Dio, che dà dei suoi beni, che testimonia, che ha fede e coraggio, che ha un grande impatto sulla città dove ci troviamo. Siamo convinti che in breve tempo l’intera città saprà chi siamo e che cosa rappresentiamo. Le cose di cui ho parlato in questo articolo devono uscire dalla Bibbia e diventare profonde convinzioni tra il popolo di Dio, e allora vedremo cose molto più grandi di quanto finora abbiamo sperimentato. Dio ci benedica!
Giuseppe (Joe) Tosini, nato a New York da genitori italiani, è attualmente pastore della “Christian Fellowship” di Columbia, Missouri, USA. Questo articolo è stato adattato da un suo messaggio dato in una conferenza sull’adorazione tenutasi a Caserta nel dicembre 1983.