SCARICA PDF di questo articolo
di Geoffrey Allen
“Le riunioni ebbero luogo nello stadio, che ha 50.000 posti. C’era una certa confusione: per tutta la durata della predicazione, molta gente non fece che chiacchierare. Inoltre, lo stadio era talmente gremito che non fu possibile far venire avanti le persone come si fa di solito. Tuttavia, al momento dell’appello, tutti i presenti (pastori e consiglieri compresi!) risposero alzando la mano”.
“Ma il risultato, in termini di frutto reale, non è stato altrettanto esaltante: le chiese della zona sono cresciute pochissimo. Mentre alcuni nostri colleghi hanno da allora formato in quella zona due nuove comunità, che insieme contano 300 credenti, sono meno di 50 quelli convertitisi nella grande campagna di evangelizzazione. Neanche 50 su 50.000! È davvero poco! Evidentemente, qualcosa non va”.
Queste parole sono state scritte recentemente da un missionario che serve Dio in un paese dell’Africa centrale. E purtroppo, episodi dei genere si possono riscontrare in ogni continente. Anche da noi, tante volte, si fanno grossi sforzi per l’evangelizzazione: con tende, manifestazioni all’aperto, complessi musicali, riunioni speciali nelle chiese… Ma troppo spesso, i frutti che rimangono – come vuole il Signore (Gv. 15:16) – sono veramente pochi.
Anche i risvegli del passato, quelle grosse ondate di potenza divina che si sono manifestate qua e là nel corso della storia (in Italia, purtroppo, non si vedono da secoli!), tante volte hanno lasciato, dopo solo pochi anni, il tempo che trovavano. Negli anni Cinquanta, per esempio; in una zona remota della Scozia, ci fu un potente risveglio in cui l’intera popolazione fu toccata dalla mano di Dio. Le chiese erano affollate tutte le sere di gente che piangeva, confessava i peccati ed implorava la misericordia di Dio. Centinaia, forse migliaia di persone sperimentarono la nuova nascita. Vent’anni più tardi, però, non ne rimaneva più nulla: le chiese del luogo erano tornate ad assopirsi nella stessa sonnolenza spirituale di prima.
Una catena di sabbia
II movimento evangelico ha sempre dato grande importanza al “Grande Mandato” affidato da Gesù alla Chiesa prima dell’Ascensione: “Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura” (Marco 16:15). Non sempre, però, abbiamo prestato la stessa attenzione all’altra parte del mandato, riportata da Matteo: “Andate dunque, fate diventare miei discepoli gli uomini di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Mt. 28:19-20).
Non basta evangelizzare, bisogna anche ammaestrare e discepolare chi si converte. E questo vuoi dire inserirlo in un ambiente adatto: una comunità di discepoli che sia ad un tempo famiglia, scuola e luogo di adorazione. Perché questo avvenga, occorre costruire la Chiesa!
Il grande predicatore dell’800, Giorgio Whitefield, dopo anni di fatiche nel campo dell’evangelizzazione in Gran Bretagna e in America, durante i quali aveva visto decine di migliaia di persone convertirsi a Cristo, scrisse all’amico e “rivale” Giovanni Wesley: “Tu hai avuto l’avvedutezza di unire insieme i tuoi convertiti in gruppi (detti “classi”- n.d.r. ), e così i frutti dell’Evangelo si sono conservati. lo, invece, ho trascurato di farlo, e i miei sono diventati una catena di sabbia”.
È questa la situazione raffigurata dal profeta Aggeo, che sicuramente ha un’applicazione spirituale anche per noi: “Voi avete seminato molto, e avete raccolto poco… Voi v’aspettavate molto, ed ecco v’è poco, e quando l’avete portato in casa, io ci ho soffiato sopra. Perché? dice l’Eterno degli eserciti. A motivo della mia casa che giace in rovina” (Ag. 1:6,9).
Recupero
Nel corso degli ultimi secoli, lo Spirito Santo ha riportato in luce molte verità bibliche dimenticate o trascurate. Dalla Riforma in poi, c’è stato un recupero progressivo del cristianesimo originale. In questo processo, possiamo distinguere diverse fasi. Fino al 1900 circa, si sono riscoperte soprattutto quelle verità che riguardano la persona e l’opera di Cristo (Cristologia): prima la giustificazione per grazia,’ poi la santificazione, la vita di preghiera e di fede, l’evangelizzazione e la missione, la guarigione divina…
All’inizio del nostro secolo, il centro dell’attenzione si è spostato su la persona e l’opera dello Spirito Santo (Pneumatologia). Col movimento pentecostale, e poi in quello carismatico che comunicava e trasferiva le stesse verità a larghi settori delle chiese “tradizionali”, sono state rimesse in luce verità trascurate che riguardano il battesimo nello Spirito Santo, i Suoi doni e la potenza soprannaturale che deve caratterizzare il popolo di Dio.
Oggi, però, è mia convinzione che siamo in una nuova fase, in cui lo Spirito sta parlando alle chiese soprattutto della dottrina e pratica della Chiesa (Ecclesiologia). Non basta avere il vino nuovo dello Spirito, occorre anche avere l’otre adatto per contenerlo!
Dio ci sta facendo capire che, partendo dall’esperienza individuale della nuova nascita in Cristo e della pienezza dello Spirito Santo, è poi necessario che siamo costruiti insieme, in modo da formare un’abitazione per Dio (Ef. 2:20-22).
È questo il messaggio che ci arriva dall’Oriente, dalla straordinaria Chiesa Centrale del Pieno Vangelo di Seul, .Corea, che Dio sicuramente ha suscitata come un “segno” per il mondo intero di ciò che Egli può fare quando i Suoi servi badano non solo a “predicare il Vangelo”, ma anche a “costruire la Chiesa”. Per questo, Dio sta riportando all’attenzione del Suo popolo, in ogni parte del mondo, la necessità che tutti i ministeri di Efesini 4:11 – non solo pastori, maestri ed evangelisti, ma anche apostoli e profeti – siano presenti e funzionanti nella Chiesa, “fino a che tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio … affinché non siamo più come bambini … ma cresciamo in ogni cosa verso Colui che è il capo, cioè Cristo”.
Per questo Dio ci sta parlando dell’importanza della vita comunitaria, una vita di chiesa che non si limiti alla presenza nei “culti” , ma che si estenda ad ogni area della vita. Per questo tante chiese hanno compreso la necessità di costituire piccoli gruppi all’interno della chiesa per la comunione fraterna, per “portare i pesi l’uno dell’altro”, e per imparare ad esercitare ognuno una funzione spirituale per il bene dell’intero Corpo.
Per questo la Chiesa su scala mondiale comincia a capire sempre di più la necessità di un processo di discepolato e di una vera cura pastorale, che si estenda ad ogni aspetto della vita, “dalla fede alle finanze”. E per questo Dio ci sta portando ad una riscoperta delle dimensioni profetiche della lode e dell’adorazione, la “restaurazione della tenda di Davide” (Atti 15:16).
Non Gli basta una massa di individui “nati di nuovo”: il disegno di Dio mira a “creare in se stesso … un solo uomo nuovo… un corpo unico …” (Ef. 2:15-16). II Signore ha detto non solo: “lo spanderò il mio Spirito sopra ogni carne” (Atti 2:17), ma anche: “lo edificherò la mia chiesa” (Mt. 16:18). E oggi, Egli sta facendo l’una e l’altra cosa. Sta spandendo il Suo Spirito su carne bianca, nera, gialla e marrone come mai prima nella storia dell’umanità; ma sta anche formando e costruendo con queste “pietre viventi” la Sua Chiesa, perché Gli sia “una sposa adorna per il suo sposo”, “gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Apoc. 21:2, Ef. 5:27).
Vogliamo dunque udire ciò che lo Spirito Santo dice alle chiese, ed essere saggi, comprendendo i tempi in cui ci troviamo a vivere, e collaborando alla realizzazione dei Suo glorioso piano!