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di Ernesto D. Bretscher
Caro pastore,
Sono “single”, e fino ad oggi (ho quarant’anni) non sono riuscita a trovare marito. Mi sento una fallita. Non desiderata. Sola e inutile. Ho spesso pregato perché il Signore mi dia un marito, ma fino ad oggi non mi ha esaudita. E ogni volta che qualcuno mi si avvicina e fa amicizia con me, accade qualcosa che lo allontana definitivamente. Quasi avessi la peste. Non è che vi sia una specie di maledizione che mi nega il matrimonio? Gli anni passano e le speranze si affievoliscono. Temo di non riuscire più a coronare il mio sogno di avere una mia famiglia. Vorrei una sua parola … se possibile di speranza.
Lettera firmata
Cara sorella (e tutti i single),
È vero che il sogno della maggior parte delle ragazze è il matrimonio. Avere un buon marito, dei figli, una famiglia. È una tensione naturale e culturale (anche se di recente accade sempre più spesso che nel mondo intorno a noi, l’unico sogno di tanti single è avere solo un/una partner con cui uscire e per divertirsi).
Il matrimonio non è però la via obbligata per la felicità. E la crescita dei divorzi (il 50% dei matrimoni celebrati oggi si sciolgono nel giro di qualche anno!) ne è la prova. Il matrimonio è una scuola, una dura scuola di rinuncia a sé stessi, e solo nella misura in cui ci si lascia educare, lavorare, formare, si può arrivare alla felicità.
L’apostolo Paolo rispetto al matrimonio aveva altre idee: “Vorrei che foste senza preoccupazioni. Chi non è sposato si dà pensiero delle cose del Signore, di come potrebbe piacere al Signore; ma colui che è sposato si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere alla moglie e i suoi interessi sono divisi … Dico questo nel vostro interesse, non per tendervi un tranello, ma in vista di ciò che è decoroso e affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazioni” (1° Cor. 7:32-35).
Paolo era anche lui “single”. In una delle sue lettere confessa: “Io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo” (Fil. 4:11). Essere contenti in ogni condizione è un dono e allo stesso tempo un esercizio spirituale. Il fatto che tu non abbia trovato marito non significa che tu sia per questo una persona incompleta, fallita, inutile. E neanche significa che tu abbia una maledizione addosso. Gesù era single, senza per questo avere una maledizione addosso …!
Da quanto mi dici, noto che in questo frangente della tua vita la tua preoccupazione di fondo è questa tua condizione infelice di single. Non credi che dovrebbe invece essere quella di vivere nella presenza e nella piena e perfetta volontà di Dio? Se Lui ti volesse in questa condizione perché tu possa servirLo meglio, non gli cederesti i tuoi desideri?
Temo inoltre che la tua preghiera non sia stata esaudita anche perché egoistica. Vuoi un suggerimento? Non preoccuparti più di trovare un uomo che ti desideri, ma di trovare ed amare la presenza di Dio. Egli conosce il tuo desiderio, ma una condizione indispensabile perché Egli possa risponderti è la seguente:
“Se dimorate in me [alla mia presenza] e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto” (Giov. 15:7). Ed io ti incoraggio a pregare: “Non la mia volontà ma la tua sia fatta!” Forse Dio ha bisogno di te in questa condizione di single, o forse ti ha già preparato un compagno, ma da te s’aspetta comunque una prova del tuo amore. Quanto lo ami? Abraamo fu pronto a sacrificargli il figlio. E tu?
Con affetto, pastore Ernesto