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di Geoffrey Allen
Molti credenti si fanno la domanda: “Perché dovrei pregare per il governo? Questo mondo, con tutti i suoi sistemi di potere, non è forse destinato alla perdizione? Io pregherò per la Chiesa e per la salvezza dei peccatori, perché è questa la cosa che interessa a Dio. Tutto il resto non ha futuro e in breve scomparirà.
“E poi, il governo non è forse corrotto? Cosa c’è da sperare da un governo composto da non credenti che fanno parte del regno del diavolo?”
È un’obiezione fondata, da prendere in seria considerazione. Tuttavia è innegabile che la Bibbia ci dice chiaramente: “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità. Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore …” (1° Timoteo 2:1-3).
È vero che i governi sono composti, in genere, da persone che non conoscono e non servono Dio: “figli d’ira” (Efesini 2:3), li chiama la Bibbia. Ma, d’altra parte, la parola di Dio ci insegna anche che “non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono, sono stabilite da Dio”, e aggiunge addirittura che “il magistrato è un ministro di Dio”! (Romani 13:1,4).
Per capire il motivo per cui Dio ci dice di pregare per il governo e per tutti coloro che esercitano l’autorità secolare, bisogna capire due cose.
Prima, Dio è sovrano sull’universo e su tutto ciò che Egli ha creato. “Al Signore appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e i suoi abitanti” (Salmo 24:1). Se ancora oggi “tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1° Giovanni 5:19), dobbiamo capire che Satana esercita questo potere in maniera illegittima, come usurpatore. Certo, egli cercò di convincere Gesù che “questa potenza e la gloria di questi regni … mi è stata data, e la do a chi voglio” (Luca 4:6); ma non bisogna mai dimenticare che Satana è “bugiardo e padre della menzogna” (Giov. 8:45), e che Gesù non gli diede retta!
La terra dunque appartiene a Dio. E, poiché nel mondo è entrato il peccato, non Gli era possibile lasciare gli uomini in uno stato di anarchia: occorreva una delega di autorità perché fossero governati, per imporre almeno un minimo di ordine. Dio dunque ha voluto il governo secolare. Non solo, ma Egli continua a sorvegliarlo e, all’occorrenza, a muovere i fili della storia per mettere al potere questi o quelli: “È Dio che giudica; egli abbassa l’uno e innalza l’altro” (Salmo 75:7). Egli può anche influenzare l’andamento delle cose e le decisioni prese dalle autorità politiche: “Il cuore del re, nella mano del Signore, è come un corso d’acqua; egli lo dirige dovunque gli piace” (Proverbi 21:1).
Ma – ecco il punto cruciale – per il tempo presente Dio ha scelto di lasciare che il proprio intervento nella storia sia condizionato normalmente dalle preghiere della Sua chiesa. Se Gesù ci ha insegnato a pregare: “Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo” (Matteo 6:10), questo significa che attualmente la volontà di Dio non è fatta sulla terra, e che se noi non preghiamo, probabilmente non verrà fatta mai! Satana potrà continuare ad agire indisturbato, operando ovunque devastazione e distruzione. Le preghiere dei figli di Dio sono lo strumento privilegiato attraverso il quale Dio interviene nella storia e porta a compimento il proprio disegno.
Quando dunque preghiamo per le autorità, che cosa bisogna chiedere? Con quali obiettivi dobbiamo intercedere per coloro che governano il nostro Paese (e anche le altre nazioni del mondo)?
Anche qui l’apostolo Paolo ci viene in aiuto nel brano già citato sopra: “Si facciano suppliche, preghiere, intercessioni … per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità. Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità …”.
Al centro delle nostre preghiere per le autorità devono essere dunque gli obiettivi dell’evangelizzazione e del risveglio. Dio non ci chiede di pregare per la prosperità economica della nostra nazione, né principalmente per il buon governo come bene di per sé, ma perché l’esercizio del potere da parte delle autorità sia tale da facilitare la diffusione del Vangelo.
Come ha scritto il noto autore evangelico Derek Prince: “In quali circostanze è più facile comunicare la verità a tutti gli uomini? Sotto un governo giusto e imparziale che mantiene l’ordine e la libertà? Oppure sotto un governo che è incapace di reprimere la violenza e il disordine e che è ingiusto e dittatoriale? … Ecco perché Dio desidera un buono governo: perché esso facilita la diffusione del Vangelo, il che è il Suo obiettivo per l’età presente”.1
Ora, bisogna anche dire che a volte sono proprio le difficoltà e le pressioni a spingere le persone a cercare Dio: ne rendono testimonianza non solo le ripetute esperienze di Israele nell’Antico Testamento, ma anche quelle contemporanee. Per citare solo due esempi: il risveglio in Argentina ha seguito la crisi economica e l’iperinflazione prodotte dal malgoverno dei generali, unitamente alla disfatta delle Isole Falkland. E recentemente ho letto che la guerra in Bosnia ha prodotto una grande apertura al Vangelo: durante l’ultimo anno sono state formate nuove chiese a Tuzla, Mostar, Sarajevo e Bihac.
Ma, d’altra parte, è evidente che guerre e conflitti impediscono a molta gente di udire il messaggio della salvezza perché ne diventano vittime; in altri producono amarezza, odio e indurimento di cuore. È stato osservato come la prima guerra mondiale stroncò un grande movimento missionario pan-europeo: migliaia di giovani, chiamati da Dio a raccogliere la Sua messe, incontrarono invece una morte prematura sui campi di battaglia.
Concludo con un’altra citazione da Derek Prince, tratto dal suo ottimo libro Shaping History through Prayer and Fasting (Influenzare la storia con la preghiera e il digiuno), che consiglio a quelli fra i nostri lettori che conoscono l’inglese:
“La stragrande maggioranza dei cristiani non prega mai seriamente per il buon governo. Dei pochi che lo fanno, quasi nessuno lo fa con la convinzione biblica che questo è la volontà di Dio … Ma Dio ha reso possibile ai cristiani assicurare il buon governo con le loro preghiere. I cristiani che mancano di esercitare questa autorità concessa loro da Dio mancano gravemente nel loro dovere, sia vero Dio, sia verso le loro nazioni … I cristiani hanno la responsabilità davanti a Dio, non di criticare il proprio governo, ma di pregare per esso. Se mancano di pregare, i cristiani non hanno il diritto di criticare. Infatti, molti politici e amministratori sono più fedeli nell’adempiere i propri doveri che non i cristiani in quelli spirituali. Se i cristiani si mettessero sul serio a intercedere, in breve avrebbero meno da criticare”.2
“In genere, si può dire che i cristiani hanno il genere di governo che si meritano. Deve passare un po’ di tempo; l’effetto non è immediato. Ma a grandi linee, i cristiani sono responsabili per determinare il genere di governo sotto il quale vivono”.3
Allora … rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci a pregare!
1 Praying for the Government, pag. 11.
2 Shaping History through Prayer and Fasting, pagg. 57-58.
3 Praying for the Government, pag. 12.