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di Robson Rodovalho
Noi viviamo in un tempo di grandi miracoli. Per avere i miracoli, devono verificarsi due condizioni. Prima, ci vuole un popolo affamato; e poi, il desiderio di mettere alla prova la Parola, liberando la nostra fede.
Oggi, in Brasile, solo il 15-20% della popolazione è credente, così come in Argentina e negli Stati Uniti. In Africa si arriva forse al 40%. Ma se guardiamo l’Europa e il mondo musulmano, la situazione è veramente grave! La Chiesa della nostra generazione si trova quindi davanti a una grande sfida.
Perciò vi invito ad alzare il vostro sguardo oltre la vostra piccola chiesa e a considerare la vostra vita nella prospettiva della vostra città, della vostra nazione, del mondo intero. La nostra responsabilità non finisce quando raggiungiamo il successo personale o quando prospera la chiesa di cui facciamo parte: è di tutti quanti la responsabilità di toccare il mondo intero nella nostra generazione!
Nell’Antico Testamento Dio stabili che ogni cinquant’anni ci fosse il Giubileo, quando tutti gli schiavi venivano liberati. Questo simboleggia il fatto che ad ogni generazione Dio dà il diritto di aspettarsi un periodo di risveglio. Molte volte non abbiamo fede perché non conosciamo le Scritture, ma quando cominciamo a investigare la Parola scritta e vediamo i diritti che possediamo, allora prendiamo coraggio e diventiamo forti nella fede.
La nostra generazione ha bisogno di essere toccata dalla potenza di Dio. Troppi fra noi hanno una teologia apocalittica, fatalista e disfattista che ci porta a stare con le mani in mano, dicendo che questo
mondo non è il nostro problema, che la società, la mafia, l’economia e la politica non sono cose che ci riguardano. Così il diavolo può agire indisturbato e occupare sempre più territorio.
Ma Dio sta suscitando una generazione che prenderà il dominio su Satana e restituirà il governo di questo mondo a Gesù Cristo! Dobbiamo capire la missione della Chiesa e concentrare su di essa I nostri sforzi e le nostre preghiere; e per compierla, abbiamo bisogni di nostri diritti e la nostra eredità.
Il Carnevale in Brasile
Voi sapete senz’altro che in Brasile il Carnevale è qualcosa di molto forte, e i credenti pregano molto contro lo spirito che ci sta dietro per distruggerne la potenza. Quasi tutte le chiese vanno fuori in quel periodo per fare dei ritiri. Ma il Signore ha detto a un pastore: “Non andate via in quel periodo, piuttosto iscrivetevi in blocco alla sfilata del Carnevale”. Il pastore rispose: “Ma, Signore, sei impazzito? Là c’è la nudità, ci sono cose scandalose; come posso portare la chiesa là in mezzo?”
Ma si iscrissero in duecento come “Rappresentanza del Regno di Dio”, divisi in tre gruppi. Il primo gruppo, tutto vestito di nero, portava delle catene e dei grossi pesi sui quali era scritto: “Morte”, “Omosessualità”, “Suicidio”, e così via. Poi veniva un secondo gruppo di cinquanta persone: “La risposta di Dio alle sofferenze degli uomini”. Essi portavano vestiti bianchi, rosa, celesti, sui quali era scritto: “Amore”, “Allegrezza”, “Speranza”, eccetera, e con le mani alzate lodavano Dio.
Il terzo gruppo, un centinaio di persone, rappresentava “La chiesa di Gesù che libera” e avanzava cantando: “Il Signore regna, tremino i popoli”. Quando passò, la folla scoppiò in un grande applauso: nessun gruppo in tutto il Carnevale fu tanto applaudito. La chiesa vinse una grande coppa per il migliore gruppo partecipante al Carnevale, che ora è esposta nel locale di culto!
I nostri padri nella fede ci hanno insegnato che la Chiesa non debba mescolarsi con il mondo. Questo è una grande barriera, e il diavolo si rallegra perché in questo modo egli può fare da padrone. Ma il Signore sta innalzando una chiesa che non accetta questa visione, che cambierà questa realtà! La Chiesa della nostra generazione non si comporterà più come ha fatto in passato, regalando terreno al diavolo!
Autorità sulla terra
Vorrei proporvi questo esempio: Supponiamo che uno di voi costruisse per il proprio figlioletto un bel camioncino di legno. Il bambino, tutto contento, corre fuori a giocare, ma un ragazzo più grande glielo strappa dalle mani dicendo: “Dammelo! E mio!” Il padre, anziché impadronirsene per forza, lo ricompra dal ragazzo e lo dà di nuovo in mano al figlio. Ma quel ragazzaccio non vuole mollare e se lo riprende ancora. Sarebbe assurdo, non vi pare?
Non è forse proprio questo che è successo? Dio ha creato i cieli e la terra, che Gli appartengono per diritto di creazione; non solo, ma li ha anche ricomprati con il sangue del Suo Figliolo. Eppure la Chiesa continua a permettere a Satana di usurparli! Il Padre ha dato autorità al suo Figlio e alla sua Chiesa e dice: “Non permettete più a Satana di fare da padrone!”
In Matteo 16:18, Gesù dice: “Sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere”. Le “porte” sono al plurale, e la parola tradotta “vincere” è letteralmente “resistere”.
Forse qualcuno non sapeva che l’inferno ha molte porte; e qui Gesù ci dice che, quando la Chiesa si scaglia contro una di esse, cadrà. Dobbiamo renderci conto della potenza che abbiamo nelle mani! Ci sono qui due problemi: il primo, che la Chiesa non sa di avere un simile potere; il secondo, che anche quando lo sa, riesce solitamente a sfondare solo due “porte”: quella della salvezza e quella dell’evangelizzazione.
Se invece cominceremo a pregare contro la potenza spirituale della mafia, anche quella porta si sfonderà, molti mafiosi si convertiranno e fra di loro Dio susciterà anche dei pastori. Se pregheremo per i problemi sociali, anche quella porta si romperà, perché Dio ci ha dato questa autorità: “Tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Matt. 16:19).
Rivelazione
In Efesini 1:18 è scritto: “… egli illumini gli occhi della vostra niente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi”.
Ecco una chiave molto potente: la rivelazione della Parola che consente di entrare nella conoscenza della volontà di Dio. In questi versetti, Paolo chiede per i credenti tre cose estremamente importanti, delle quali questa è la prima. Se tu sei un pastore, non edificare il tuo ministero solo sull’insegnamento, ma sulla rivelazione fresca che arriva dalla Parola a un cuore contrito. Più le pagine della tua Bibbia saranno bagnate di lacrime, più sarà forte la tua chiesa. Non ci saranno critiche e sètte, perché la Parola sarà innalzata e lo spirito profetico produrrà timore nel popolo di Dio (cfr. Atti 5:11).
Se tu sei un pastore, ti supplico di non salire sul pulpito senza avere passato delle ore in preghiera e digiuno. Non ti avvicinare al ministero senza avere una parola fresca, senza che gli occhi del tuo cuore siano stati illuminati per conoscere quale sia la volontà di Dio. La chiesa si muove in base al comportamento del pastore: se egli dà una parola forte di rivelazione, frutto delle lacrime e del digiuno, la chiesa crescerà sempre di più e supererà la prova del fuoco senza esserne consumata.
Solo per rivelazione possiamo comprendere la volontà di Dio, perché una delle maggiori armi di Satana è quella di ottenebrare l’intelletto. Infatti, per mezzo della Croce, il diavolo è stato spogliato degli altri suoi poteri (Col. 2:15), e questo è l’unico che gli è rimasto. Ma quando entriamo nella vena della rivelazione, anche quest’arma gli viene tolta.
In questo versetto Paolo prega perché possiamo comprendere tre cose: la prima è “la speranza alla quale siamo chiamati”; la seconda, “le ricchezze della gloria dell’eredità dei santi”. La speranza è ancora per il futuro; l’eredità è già nostra, appartiene al passato. Ma per il presente, c’è “la straordinaria grandezza della sua potenza che opera in noi” (v. 19). Se la Chiesa riesce a mantenere la visione di queste tre cose – l’attesa per il futuro, la sicurezza del passato e la potenza nel presente – allora cambierà il mondo!
Una cosa mi impressiona nel movimento che abbiamo in Brasile: il fatto che non ci sono grandi evangelisti. La chiave è la chiesa! La chiesa finalmente si sta innalzando! Ora, io credo nell’importanza di un uomo come Carlos Annacondia, che mette fede e fuoco nei pastori; ma non bastano i vari Annacondia per cambiare il mondo: solo la chiesa, mobilitando tutte le sue forze, dando spazio ai giovani e muovendosi nello Spirito, potrà compiere un lavoro così immenso.
Abbiamo bisogno, dunque, di rivelazione per prendere possesso di tutta l’eredità che il Signore ci ha riservata.
Vittoria sull’uomo forte
In Matteo 12:28-29, leggiamo queste parole di Gesù: “Se io scaccio i demoni per mezzo dello Spirito di Dio, allora il Regno di Dio è giunto in mezzo a voi. Ovvero, come può uno entrare nella casa dell’uomo forte e rapirgli i suoi beni, se prima non lega l’uomo forte? Allora soltanto riuscirà a saccheggiare la sua casa”.
La maggior parte dei credenti interpreta in modo errato questo versetto. Voglio farvi una domanda: Satana è stato già legato, o dobbiamo ancora legarlo? Normalmente, quando parliamo di intercessione, pensiamo di dover legare Satana. Ma questo è sbagliato: non c’è bisogno di legarlo, egli è stato già legato!
Noi, nei confronti del diavolo, non siamo niente: certamente nessuno di noi è “l’uomo più forte di lui” (Lc. 11:22) capace di legarlo. Neanche l’arcangelo Michele poteva affrontarlo da solo, tanta è la potenza di Lucifero. Dio non sarebbe mai stato così sciocco da mettere le sorti della storia nelle nostre mani, perché sa che siamo fallaci. Ma c’è uno più grande e potente di Satana: Gesù! Ed è stato Lui a legarlo. Questo versetto parla dunque della venuta di Gesù, che ha già legato l’uomo forte!
È scritto che Gesù ha “spogliato i principati e le potestà e ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Col. 2:15). Egli ne ha “fatto un pubblico spettacolo” affinché per tutti i secoli non ci fossero più dubbi sulla sconfitta del diavolo. Non è un fatto nascosto o privato: per mezzo della Croce, è stata emessa la sua condanna definitiva!
La croce ha compiuto due cose: la redenzione dell’umanità, e il giudizio di Satana. In Giovanni 16:8, Gesù dice dello Spirito Santo: “Quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio”. A quale giudizio si riferisce? Non certo al giudizio universale, ma a quello di Satana: “… di giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato” (v.11). Lo Spirito Santo mette nel nostro cuore la fede perché possiamo avere un santo ardire per sfidare e scacciare il diavolo.
Molti credenti hanno paura di entrare nella guerra spirituale perché pensano: “Se mi butterò in questo combattimento, potrò ammalarmi o succederà qualcosa ai miei figli”. Ma non dobbiamo avere paura di Satana: egli è stato già giudicato e condannato. Questa è una parte della nostra eredità. Il Signore non ci manda a compiere una missione suicida, ma una di vittoria e di trionfo!
Oggi Satana non ha più poteri: anche i bambini possono resistergli! Se Gesù lo ha “spogliato”, vuol dire che oggi egli non ha più armi. Prima della Croce, infatti, il diavolo aveva accesso alla presenza di Dio (vedi Giobbe 1:6 e 2° Cron. 18:18-21), e l’umanità doveva averne molta paura. Ma in Luca 10:18, Gesù dice: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore”, e da allora non lo troviamo mai più a parlare con il Signore.
Gesù prosegue: “Io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sai tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male” (v.19). Il Signore ci ha dato autorità particolarmente su due tipi di demoni: i “serpenti” e gli “scorpioni”, cioè quelli che sono sulla terra e quelli che colpiscono a tradimento. Ma essi non potranno farci alcun male! In Cristo “noi siamo più che vincitori”! (Rom. 8:37).
Due errori
Ci sono due atteggiamenti sbagliati nella guerra spirituale. Il primo è quello di pensare di dover vincere Satana. No, Satana è stato già vinto! Noi dobbiamo soltanto rivendicare la vittoria che Cristo ha già ottenuto. Il secondo è quello di rimanere passivi, lasciando tutto al Signore. Ma, anche se Satana è stato già giudicato e condannato da Dio, la Chiesa, come guardia carceraria di Dio, ha il compito di metterlo in prigione e di tenerlo là.
Avete mai sentito ruggire un vecchio leone? Io sono stato una volta allo zoo dove c’era un leone che ruggiva in maniera spaventevole. Ma quando l’ho visto da vicino e ha aperto la bocca, non aveva più denti! Così è Satana! Le sue armi sono state ormai tolte; ma in ogni generazioni, la Chiesa continua ad avere il compito di tenerlo al suo posto: in prigione. Se la Chiesa indietreggia, egli viene avanti, ma quando essa avanza, egli si ritira.
In Efesini 2:6 è scritto: “… ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù”. Dov’è la Chiesa? Nei luoghi celesti, dove risiede ogni autorità. Ma qualcosa non va: “… perché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti” (6:12). Nello stesso posto – nei luoghi celesti – dov’è la Chiesa con Gesù, ci sono anche gli spiriti malvagi.
I luoghi celesti sono infatti il luogo di governo e di autorità. Ora, quando il Signore creò l’uomo, gli diede autorità su tutto il creato; ma quando Adamo peccò, cedette questo suo diritto a Satana, il quale così ha preso il potere. Per questo egli viene chiamato “il principe di questo mondo”. Ma quando, per mezzo della Croce, Satana è stato giudicato, il Signore l’ha cacciato via dai luoghi celesti, dando il suo posto alla Chiesa. Noi, quindi, abbiamo il diritto morale di governare e spetta a noi determinare la storia della nostra città e della nostra nazione. Quanto più la Chiesa occuperà il suo posto lassù, tanto più il nemico indietreggerà!
La nostra eredità, perciò, è l’autorità governativa. Gesù ha lasciato la Chiesa qui, sulla terra, per fare la storia dai luoghi celesti! Ora potremo forse comprendere meglio Matteo 28:18: “Ogni potestà [greco exousia, cioè autorità legale] mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque …” La stessa cosa è scritto in Efesini 1:20-21: Gesù è seduto “al di sopra di ogni principato, potestà, potenza, signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questa età, ma anche in quella futura” .
Quando vanno a parlare con il Presidente della Repubblica, anche i politici dell’opposizione devono mettersi in giacca e cravatta e chiamarlo “Vostra Eccellenza”. Così Gesù possiede l’autorità legale alla quale i principati devono ubbidire e portare rispetto, e quando la Chiesa prega e usa il Suo. nome, non c’è alcuna possibilità che le potestà spirituali non le ubbidiscano. È scritto di Gesù: “Bisogna che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi” (1° Cor. 15:25). Gloria a Dio!
Gesù già possiede l’autorità legale che ha acquisito attraverso la Croce, ma ora sta per prendere l’autorità effettiva: i Suoi nemici saranno distrutti ed Egli regnerà su tutto. C’è una grande eredità per noi. Il Signore non ci manda a fare qualcosa di pericoloso, o qualcosa di complicato, ma semplicemente per adempiere i Suoi ordini, sconfiggendo i Suoi nemici, vincendo le malattie, determinando il corso della Storia e manifestando con potenza il Regno di Dio sulla terra.
Un ostacolo molto grosso, che impedisce a molti di liberarsi nel ministero, è che ci aspettiamo che avvengano i miracoli, che le gambe crescano e i tumori scompaiano, davanti ai nostri occhi. Ma la Bibbia dice: “… questi segni seguiranno quelli che hanno creduto” (Mc. 16:17 letterale). Ci vengono dietro, non davanti! Dobbiamo muoverci nella fede, non per visione, e commettere delle sante follie! Dobbiamo uscire dalla barca per cominciare a camminare sull’acqua, e il Signore ci sosterrà!
Yonggi Cho racconta una sua esperienza con un medico, specialista dei tumori, un uomo molto orgoglioso che non accettava l’Evangelo. Un giorno quest’uomo gli telefonò disperato perché avevano diagnosticato a suo figlio un tumore incurabile al cervello, e chiedeva al pastore Cho di pregare. Ma egli ha accettato a una sola condizione: “Dovete operarlo – disse – coinvolgendo tutto l’equipe dei medici, e se il tumore è davvero inoperabile, richiudere la testa. Solo allora pregherò”. Avreste voi il coraggio di fare una sfida di questo genere?!
Ma fu operato, e Yonggi Cho andò a pregare per lui. Mentre andava là, il diavolo gli bombardava la mente con dubbi di ogni genere. Infatti il lavoro principale di Satana è quello di gettare dubbi sulla Parola di Dio (Gen. 3:1-4). Se voi entrerete nel combattimento spirituale, dovrete abituarvi ad avere la mente bombardata! Ma egli ha pregato, e il ragazzo è guarito perfettamente. Tutta l’equipe dei medici che l’aveva operato cominciò a temere Dio e molti di loro si sono convertiti, mentre quello specialista è ora un diacono della sua chiesa.
Quanti di noi sono pronti a uscire dalla barca e porre i piedi sull’acqua? Se non ci sono sfide, Dio non ha le occasioni per glorificare la Sua Parola. Egli ha bisogno delle nostre follie per poter mettere la Sua mano su di noi e confermare la Sua Parola con i segni che l’accompagneranno!