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di Duncan Watkinson
“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per la vostra vita come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità” (Ebr. 13:17).
I conduttori di chiesa amano citare questo versetto, perché sottolinea quanto sia importante che i membri della chiesa siano sottomessi e ubbidienti a loro. Sicuramente questo è giusto. Comunque, lo stesso versetto sottolinea anche un altro aspetto importante della leadership: che i leaders, prima degli altri, dovranno rendere conto del loro operato.
Il rendiconto è una qualità di Dio ricerca negli uomini, perché ci fa sentire il peso dei nostri obblighi verso gli altri e ci spinge a spiegare e rendere conto delle nostre azioni. Chi invece non deve rispondere a nessuno, ma è “legge a se stesso”, non si sente in obbligo di spiegare o di riferire quello che fa.
Dio ci sprona ripetutamente a vivere una vita santa, ricordandoci che un giorno dovremo rendere conto di noi stessi a Lui (Rom. 14:12). Gesù ha raccontato diverse parabole che illustrano l’importanza del rendiconto (Matt. 25:14-30, Lc. 16:1,2). È chiaro che è meglio rendere conto delle nostre azioni sulla terra, senza aspettare la resa dei conti finale in cielo.
Gesù ha parlato dell’“amministratore fedele e prudente che il padrone costituirà sui suoi domestici” (Lc. 12:42). La parola “amministratore” indica uno che si occupa di qualcosa per conto di un altro. E in effetti nulla ci appartiene perché, in ultima analisi, tutto appartiene a Dio. Sviluppiamo il desiderio di rendere conto quando comprendiamo che stiamo curando i beni che appartengono a un altro. Per esempio, uno dirige un gruppo di servizio per conto dell’amministratore della chiesa, un altro guida una cellula per conto degli anziani, un altro ancora conduce una chiesa per conto della squadra apostolica, e via dicendo.
Dio ricerca in un amministratore due qualità principali: la fedeltà e la saggezza. Come si vede nella parabola dei talenti (Matt. 25:14-30), la resa dei conto mette in luce le nostre eventuali mancanze in queste sfere, e viceversa dà occasione di incoraggiamento quando abbiamo fatto bene.
A chi dobbiamo dare conto?
Il versetto citato in apertura sottolinea il fatto che i conduttori di chiesa devono rendere conto delle loro azioni. Benny Hinn è un predicatore che conduce una chiesa di 7000 membri, compare regolarmente in TV, attira grandi folle alle sue riunioni e vende milioni di libri. In una recente intervista alla rivista Charisma, egli però ha riconosciuto che in passato alcuni suoi insegnamenti sulla fede, sulla prosperità e sulla guarigione sono stati esagerati, e ha confessato di essere rimasto vittima della pressione a produrre dei “risultati”, il che lo ha portato a compiere gesti come quello di gettare il proprio cappotto sugli altri per “comunicare loro l’unzione”.
Quando l’intervistatore gli ha domandato quali misure avesse preso per porre rimedio a questa situazione, egli ha risposto: “Sto leggendo più spesso le opere cristiane ‘classiche’ delle generazioni passate … Mi sono incontrato con leaders quali Jack Hayford e James Robinson per chiedere i loro consigli, e intendo sottoporre ogni nuovo insegnamento al controllo di gente che rispetto, quale il prof. J. Rodman Williams della Regent University. Credo che la cosa più importante che devo fare attualmente sia di rendere conto di me stesso a uomini di integrità e di equilibrio teologico”.
Se un uomo della sua statura sente il bisogno di rendere conto di se stesso, quanto più dobbiamo farlo noi! Dobbiamo essere pronti a rendere contro a:
- È certo che dovremo rendere conto di tutta la nostra vita nel Giorno del Giudizio. Ma non ci conviene aspettare quel giorno per imparare a rendere conto del nostro operato! Piuttosto, cerchiamo di sviluppare una sensibilità allo Spirito Santo giorno per giorno, anzi momento per momento, per controllare se Egli approvi ciò che facciamo e come lo facciamo.
- I nostri responsabili. È sempre saggio aver qualcuno che sia “sopra di noi nel Signore”, al quale rendiamo conto delle nostre azioni. Questa persona ci amerà e ci sosterrà, ma avrà anche il nostro consenso per metterci in discussione e correggerci.
- I nostri pari. Siamo chiamati a “sottometterci gli uni agli altri” (Ef. 5:21), e tale rendiconto reciproco è una parte essenziale di una squadra di leaders. Un elemento del rendiconto è esporre alla luce le nostre debolezze e comunicare i nostri insuccessi, e questo ci fa un gran bene.
- Quelli di cui abbiamo cura. Talvolta è necessario rendere conto delle nostre azioni a coloro che sono sotto la nostra cura; non solo per quel che riguarda le finanze, ma anche in altri campi. Quelli che guidiamo devono sapere che possono metterci in discussione o correggerci in qualunque questione che li riguarda, a condizione di non tradire i segreti. Col tempo, dobbiamo imparare come rispondere senza rimanere sulle difensive o sentirci minacciati. Un simile rendiconto ci aiuterà a mantenere un atteggiamento di servi nella conduzione degli altri e ci manterrà umili.
Il rendiconto in pratica
- Riconosci l’importanza di dover rendere conto delle tue azioni.
- Decidi chi dovrà essere la persona principale alla quale renderai conto.
- Prepara il tuo “bilancio”, sottolineando problemi e debolezze significativi e sollevando eventuali tue perplessità. Annota in particolare qualsiasi cosa che ti sentirai a disagio condividere!
- Presenta il tuo “bilancio” alla persona prescelta.
- Fallo regolarmente, senza tenere conto delle reazioni precedenti.
- Sii pronto a rendere conto anche ad altri se ciò ti viene richiesto, secondo le esigenze.
Ogni settimana i leaders di NFI Asia rispondo alle seguenti domande su un modulo sviluppato per aiutarli a rendere conto. Successivamente, riflettono insieme sulle risposte con chi è sopra di loro e gli altri responsabili. Le domande sono ispirate da formulari simili usati da Charles Swindoll, C.J. Mahaney e altri.
Rispondi alle seguenti domande con la massima sincerità con la sigla A, B, C o D.
A = Sì, decisamente.
B = Insomma, va abbastanza bene.
C = Potrebbe essere un problema.
D = No, ho bisogno di aiuto.
Durante l’ultima settimana:
- Hai passato del tempo in maniera personale e valida da solo con Dio?
- Il Signore ti ha detto qualcosa personalmente?
- Stai vivendo diligentemente nella sostanza di ciò che Dio ti ha detto?
- Hai dedicato tempo sufficiente e di qualità con tua moglie?
- Sei stato coerente nel parlare con i tuoi figli, nel formarli e correggerli?
- Sei stato diligente nell’uso del tempo al lavoro, nel tempo libero e in qualsiasi altro momento?
- Vivi riconciliato con tutti, “per quanto dipende da te”?
- Con l’aiuto di Dio, hai evitato i pensieri, i materiali e le situazioni di tentazione sessuale e qualsiasi cosa che potrebbe essere considerato come compromettente?
- Hai gestito le tue finanze in modo da piacere a Dio, ad es. nel dare, evitando gli sprechi, evitando i debiti, pagando le tasse?
- Hai usato la tua autorità spirituale con mansuetudine, evitando di manipolare o di intimidire qualcuno, ma neanche trascurando di affrontare le questioni spinose?
- Hai confessato ogni peccato di cui sei cosciente?
- Hai parlato regolarmente ai non credenti di Gesù?
Duncan Watkinson è Direttore Generale della Turbocam India P.te Ltd., un’industria basata Goa in India. È anche attivamente impegnato nell’opera di New Frontiers International (Asia).
Articolo tradotto, per gentile concessione, da Frontline International, giugno 1996.