SCARICA PDF di questo articolo
Ernesto Bretscher sr.
L’essenza stessa di Dio, nella Sua triplice manifestazione di Padre, Figlio e Spirito Santo, Creatore di ogni cosa, è la Parola di vita.
Già nei primi versetti della Scrittura, vediamo all’opera la potenza infinita di Dio, e possiamo scoprire la forza, la gloria, la perfezione eterna della Sua Parola. In quel breve racconto della creazione, ci è dato di assistere, senza tuttavia comprenderlo, allo schieramento della potenza divina, mediante la Sua Parola di vita.
Per mezzo di queste due semplici. parole: “Dio disse …”, infatti, ogni cosa ha preso forma e vita. La luce sorse dalle tenebre, le acque si divisero, le montagne si formarono, il sole e le stelle si misero a splendere.
Queste due parole contengono anche il segreto della creazione di ogni essere vivente. La terra produsse una vegetazione lussureggiante, nella quale fiori minuscoli e animali quasi invisibili coesistevano con l’immensità di foreste sconfinate. Dalla farfalla variopinta ai potenti pachidermi, e infine il capolavoro di Dio – l’uomo, creato a Sua immagine e somiglianza, coronamento e dominatore del resto del creato – tutta questa gloriosa perfezione, quest’opera straordinaria, incomprensibile e inspiegabile, fu prodotta da un solo strumento: la parola di Dio.
E questa Parola insondabile, gloriosa, vivente, eterna e divina, per la volontà inscrutabile di Dio è stata messa a portata di mano dell’uomo!
Le opere di Dio
Nel prologo del Vangelo di Giovanni (1:1-18) ci è rivelata la divinità e l’esistenza eterna della Parola, fonte di ogni vita. Ed è questa stessa Parola che è venuta ad abitare in mezzo agli uomini, in un corpo di carne, portandoci la pienezza della grazia, della potenza, dell’autorità e della vita stessa di Dio, affinché tutti coloro che la ricevono e credono abbiano il potere e il diritto di diventare figli di Dio.
Gesù, il Figlio di Dio, è venuto in mezzo agli uomini come Uomo perfetto per fare le opere di Dio e portarle a compimento (Giov. 9:4, 10:37). La Sua vita fu un susseguirsi di opere potenti e vittoriose, nonostante le difficoltà di ogni genere. In mezzo a tempeste, circondato da avversari, a confronto con la sofferenza umana e la cattiveria di spiriti immondi, davanti alle più svariate tentazioni, Gesù regnava, dominando ogni situazione. La Sua tranquilla autorità stupiva tutti.
Qual era il segreto della Sua vita regnante? L’autorità della parola di Dio, vivente ed efficace (Ebr. 4:12, 1° Pt. 1:23)! La parola di Dio, spada dello Spirito (Ef. 6:17), nella bocca di Gesù continuava a fare l’opera di Dio: opera salvatrice, creatrice e liberatrice.
Neanche una volta Gesù cercò di affrontare i problemi con il ragionamento logico, con discussioni teologiche, con sapienza umana o con l’emotività della sua anima. Il suo modo di parlare non era altro che confessare la Parola di Dio. Innumerevoli volte egli disse: “Sta scritto …”, “Non avete letto …”, e altre simili espressioni. Gesù guarì i malati e scacciò gli spiriti perché si compisse la parola del profeta di Dio (Matt. 8:16-17); acquietò il vento e le onde del mare, perché così stava scritto (Salmo 65:7); purificò il Tempio, perché così stava scritto (Salmo 69:9); si servi di un asinello perché così stava scritto (Zacc. 9:9). E soprattutto, Egli resistette al tentatore con la Parola: “Sta scritto …” (Matt. 4:4,7,10).
La parola di autorità
Come Gesù fu mandato a fare le opere di Dio, così siamo mandati anche noi perché facciamo le stesse opere, anzi, perfino delle maggiori! (Giov. 17:18, 20:21, 14:12). Per svolgere questo compito, siamo stati rivestiti della stessa potenza e abbiamo lo stesso diritto/dovere che aveva Gesù: fare uso della parola di Dio, vivente e efficace.
Dio stesso si è impegnato a vigilare sulla Sua Parola per mandarla ad effetto (Ger. 1:12) e a fare sì che, una volta pronunciata, non ritorni a Lui senza aver compiuto la Sua volontà (Is. 55:10-11). Come Egli è immutabile, come la Sua vita è immutabile, così anche le Sue parole sono immutabili: anche se passassero cielo e terra, esse rimarrebbero ferme, conservando tutta l’efficacia e tutta la potenza vitale che hanno da sempre.
Il centurione di cui racconta Matteo (cap. 8:5-13) conosceva l’efficacia della parola di chi è rivestito di autorità. Per risolvere il suo problema, non c’era bisogno che il Signore si spostasse. Quel Gesù di cui tutti parlavano non era, per lui, soltanto un profeta o un maestro: era il Signore (così infatti lo chiama). E se era tale, Gli sarebbe bastata una sola parola, piena di vita, di forza e di efficacia creatrice.
“Signore …, di’ soltanto una parola ed il mio servo sarà guarito”. Gesù il Signore disse quella parola che, anche a distanza, dimostrò immediatamente la sua potente efficacia, conferendo una perfetta guarigione a quel servo paralitico e gravemente tormentato. Così si verificò ancora una volta quel che era stato detto dal Salmista: “Egli mandò la sua parola, li guarì e li salvò dalla morte” (Sal. 107:20). La parola di Dio si dimostrò piena di vita, perché Dio, che vigila sulla sua parola per mandarla ad effetto, la confermò.
Anche Pietro aveva capito che le parole di Gesù non erano soltanto parole: esse contenevano una potenza capace di capovolgere all’istante qualsiasi situazione. Perciò, dopo aver faticato invano tutta la notte con una pesca infruttuosa, quando Gesù gli disse di ritornare di nuovo sul lago, egli non considerò la sua stanchezza, non si mise a ragionare, né si appoggiò sul suo discernimento, sull’esperienza o sulla logica. Egli rispose semplicemente: “Alla tua parola, getterò le reti” (Luca 5:5).
Sì, Gesù sapeva di avere autorità di ordinare ai pesci di raccogliersi nelle reti di un pescatore, o anche di portare a riva una moneta per pagare le tasse (Matt. 17:24-27), perché così stava scritto: “Tu l’hai fatto signoreggiare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi … gli uccelli del cielo e i pesci del mare …” (Salmo 8:6).
Gesù dunque non faceva nulla di “straordinario”: si riferiva soltanto a quello che “sta scritto …”. Egli credeva a quanto stava scritto e agiva di conseguenza, vedendo così realizzarsi quelle parole che erano alla base del suo operato.
Ora, se Gesù è chiamato il “perfetto esempio” per la nostra vita spirituale (Ebr. 12:2), se noi siamo chiamati ad imitarlo (1° Tess. 1:6), se siamo stati rivestiti della sua santità, è ovvio che dobbiamo riscoprire il Suo segreto di una vita vittoriosa e piena di quel frutto che è volontà di Dio anche per noi.
In pratica, dobbiamo riscoprire la potenza della parola di Dio e attenerci strettamente a quello che sta scritto, per agire sempre ed unicamente in conformità ad esso.
Mettere in pratica
Gesù infatti impostò tutta la sua vita su un’assoluta ubbidienza alla Parola di Dio. Lo”sta scritto”, insieme all’unzione dello Spirito Santo, guidava ogni Suo movimento. “Non .faccio nulla da me, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato” (Giov. 8:28).
Quello che Gesù è stato ed ha fatto può e deve diventare nostra esperienza. Ma il processo è lo stesso: non dobbiamo fare nulla da noi, ma agire nel modo insegnatomi dal Padre nella Sua Parola.
L’obbedienza alla Parola di Dio ci è raccomandata fin dalle prime pagine della Scrittura, quando Dio dà ad Adamo degli ordini precisi, ed è un ritornello per tutte le sue pagine: “Se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare, e mi sarete un regno di sacerdoti e una nazione vanta” (Es. 17:5,6).
La Parola di Dio contiene la vita, la natura, la sapienza, la giustizia, la santità, la misericordia, il cuore stesso di Dio. Se vogliamo crescere a Sua somiglianza, dobbiamo lasciarci formare da essa. Il nostro stile di vita deve riflettere i consigli ripetuti con tanta insistenza nei primi quattro capitoli di Proverbi: “Ascolta, figlio mio, l’istruzione …” (1:8). “Volgetevi ad udire la mia riprensione … Vi farò conoscere le mie parole …” (1:23). “Se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti … troverai la conoscenza di Dio …” (2:1,5). “Non dimenticare il mio insegnamento …” (3:19). “Afferra saldamente l’istruzione, non la lasciare andare,– serbala perché essa è la tua vita …” (4:13).
Abbiamo già detto che la Parola di Dio è vita, è creatrice, è la potenza stessa di Dio. Ed è proprio la Parola di Dio che, in mano allo Spirito Santo, trasformerà la nostra vita perché possa esprimere tutto ciò che Dio è!
Ogni discepolo di Gesù deve prestare alla Parola di Dio un’attenzione riverente ed accurata, cercando in ogni situazione della vita di comprendere che cosa gli dica. Si ciberà quotidianamente dello “sta scritto” – dei suoi insegnamenti, delle sue esortazioni e dei suoi avvertimenti – facendone il proprio “patrimonio” personale. “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matt. 4:4). Come discepoli, non dobbiamo essere leggeri o superficiali nei confronti della Parola, ma vegliare perché tutto ciò che diciamo, pensiamo, decidiamo e facciamo sia sempre in accordo con essa.
“Avendo purificate le anime vostre con l’obbedienza alla verità … siete stati rigenerati … mediante la parola vivente e permanente di Dio” (1 ° Pt. 1:22,23) … “Siate ripieni della profonda conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza ed intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio” (Col. 1:9-10).
Allora si adempirà la promessa di Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà e noi saremo da Lui e dimoreremo presso di Lui” (Giov. 14:23). Quando lo “sta scritto” si sarà incarnato in noi, la presenza di Dio in noi diventerà sempre più evidente a quanti ci circondano, come lo era nella vita di Gesù.
La nostra confessione
Pochi credenti si rendono conto dell’importanza della parola che esce dalla loro bocca, cioè della confessione, positiva o negativa, che fanno davanti agli svariati problemi della loro vita. Non si rendono conto della verità espressa in Proverbi 6:2: “Sei colto nel laccio delle parole della tua bocca, sei preso (legato) dalle parole della tua bocca”, o ancora in Matteo 12:37: “Dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato”.
Non basta credere col cuore a quel che sta scritto, è indispensabile che impariamo anche a confessarlo con la bocca: “perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati” (Rom. 10:9-10).
Confessare Gesù è confessare la Parola di Dio, è “accordarsi con Dio”, è “dire ciò che Dio dice”, è pronunciare lo “sta scritto …” In Apocalisse 12:11, leggiamo che coloro che vinsero Satana lo vinsero “per mezzo del sangue dell’Agnello e con la parola della loro testimonianza”; cioè, per mezzo della Parola di Dio che confessarono, dichiarandola in faccia all’avversario.
Quando dunque ti senti oppresso da un senso di impotenza nell’affrontare i problemi, ricordati che sta scritto: “Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Fil. 4:13), e confessalo (magari ad alta voce!).
Se sei preoccupato da problemi materiali, ricordati che sta scritto: “Il mio Dio supplirà magnificamente a ogni vostro bisogno, secondo la sua ricchezza” (Fil. 4:19) … e confessalo!
Quando sei avvilito da un senso d’incapacità di fronte all’alta chiamata di Dio per la tua vita, ricordati che sta scritto: “La nostra capacità viene dia Dio” (2° Cor. 3:6) … e confessalo!
Quando il tuo corpo è attaccato dalla malattia, ricordati che sta scritto: “Erano le nostre malattie che egli (Gesù) portava, erano i nostri dolori quelli di cui si è caricato … e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione” (Isaia 53:4-5) … e confessalo!
Quando sei scoraggiato da un senso di abbandono o di solitudine, ricordati che sta scritto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò … l’Eterno, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai” (Gios. 1:5-9), e ancora: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Matt. 28:20) … e confessalo!
In breve, qualunque sia il problema – avversità, ansia, pericolo o qualsiasi altra cosa – ricordati che sta scritto: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Anzi, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti … né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom. 8:35.39), Confessalo, perché così sta scritto e così è!