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di Janny Bouwman
“Quanti anni hai?”
“37!”
“Allora non ti vuoi sposare?”
Queste sono domande che mi vengono poste regolarmente.
Devo dire onestamente che restare nubile non è stata una mia scelta personale. Non ho mai deciso di non volermi sposare e anche oggi non è qualcosa che ho voluto io. So bene che è stato Dio stesso a ordinare l’unione tra l’uomo e la donna: “Non è bene che l’uomo sia solo: io gli farò un aiuto che gli sia convenevole” (Gen. 2:18). Anche l’Ecclesiaste nella sua saggezza si esprime così: “Due valgono meglio di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Poiché se uno cade, l’altro rialza il suo compagno; ma guai a colui ch’è solo e cade senz’aver un altro che lo rialzi. Così pure, se due dormono assieme si riscaldano; ma chi è solo, come fa a riscaldarsi?” (Eccl. 4:9-10).
Ognuno di noi, nel corso della sua vita, viene posto di fronte a delle scelte. Io non ho deciso di restare nubile, piuttosto la mia scelta è stata questa: “Sposandomi o meno, voglio comunque vivere pienamente la mia vita secondo la guida del Signore e il piano che Egli ha stabilito per me”. Se la Scrittura ci insegna a rallegrarci continuamente nel Signore (Fil. 4:4), voglio che la gioia di conoscere Gesù quale mio Salvatore sia visibile a tutti in ogni situazione della mia vita. Non vorrei che qualcuno dicesse: “Poverina, è rimasta sola!” vedendomi depressa e amareggiata per il fatto di non avere marito.
La mia gioia non dipende dal mio stato civile, ma dalle meravigliose promesse di Dio che sono uguali per tutti, sposati o nubili che siano. Ogni giorno posso realizzare il Suo amore, la Sua guida, il Suo perdono, il dono dello Spirito Santo, la Sua presenza e tutte le altre ricchezze che sono in Gesù, il mio Signore.
La solitudine non dipende in primo luogo dall’essere o non essere sposati: anche coloro che vivono il vincolo matrimoniale possono avere dei momenti in cui si sentono soli. La moglie che non trova comprensione da parte del marito, o il marito la cui moglie vive solo in funzione dei figli, possono ugualmente sentirsi soli. Soltanto una comunione continua con il Signore è il rimedio sicuro contro la solitudine.
La donna nubile deve affrontare parecchi problemi inerenti al suo stato, ma anche quella sposata non ne è priva. Hanno problemi di natura diversa, e lo stesso vale per i loro privilegi. Tra i privilegi che ho come donna non sposata, posso citare:
- la possibilità di organizzare il mio tempo come desidera il Signore, senza essere condizionata da impegni familiari;
- la libertà di disporre delle mie risorse materiali senza altro pensiero che quello di piacere a Dio;
- la possibilità di vivere totalmente per gli altri, spendendo la mia vita al servizio di Dio e dei fratelli.
Posso pensare alle cose del Signore e consacrarmi a Lui senza distrazioni, cercando come meglio piacergli, libera dalle sollecitudini della vita familiare. Paolo descrive molto bene questo privilegio nella sua prima lettera ai Corinzi (7:32-35). Tanti anni fa, un giovane con cui parlavo mi disse: “Mi sembra che tu sia sposata con Dio”. Sono rimasta piuttosto turbata, ma oggi ringrazio il Signore Gesù che posso dedicarmi completamente al Suo Regno.
Posso ben comprendere i problemi che certe ragazze si fanno perché non sono sposate. Ma quanto a me, metto da parte le preoccupazioni che qualche volta cercano d’infiltrarsi nella mia mente riguardo al mio futuro: voglio vivere nel presente, rallegrandomi delle benedizioni che oggi mi dà il Signore.
Gesù, il nostro grande Esempio, non era sposato e senza dubbio dovette affrontare le stesse tentazioni di chi oggi vive il celibato. Ma Egli non si sentiva mai solo, perché la presenza del Padre lo accompagnava sempre (Giov. 8:16,29; 16:32). Non era sposato, ma aveva dei profondi legami di amicizia: notiamo nei Vangeli quanto tempo trascorreva con i suoi amici, e in particolar modo con quelli più intimi: Pietro, Giacomo e Giovanni. Con essi condivideva i momenti più belli (Matt. 17:1-7) come quelli più dolorosi e difficili (Matt. 26:36-46). Aveva anche una profonda amicizia con Lazzaro, Maria e Marta di Betania.
Anche per me è molto importante avere dei buoni amici con i quali condividere gioie e dolori. Per stabilire tali amicizie ci vuole tempo e impegno, come d’altronde per creare un buon matrimonio. Il Signore Gesù, nella sua grazia, mi ha dato la gioia di avere delle amiche leali delle quali mi posso fidare, con cui posso:
- essere me stessa
- ridere e piangere
- essere stimolata a fare nuove cose
- essere corretta e aiutata a rimanere flessibile
- avere comunione nella preghiera.
In conclusione, vorrei offrire alcuni consigli a chi non è sposato:
- Non chiuderti in casa quando ti senti solo. Cadresti nell’autocommiserazione nella gelosia, peccando così contro il Signore.
- Non trascurare il tuo corpo, perché è il tempio dello Spirito Santo (1° Cor. 6:19-20).
- Accetta te stesso così come il Signore ti ha creato, lavorando tuttavia per cambiare il tuo carattere là dove ce n’è bisogno. Quando avrai accettato te stesso, anche gli altri ti accetteranno.
- Sii te stesso, senza finzione e senza voler fare credere di essere indifferente alla tua condizione. Se sei felice, fallo vedere; non nascondere le tue tristezze. Apriti agli altri e vedrai che gli altri si apriranno verso di te.
- Prega il Signore Gesù per conoscere il compito che ha riservato per te e dove è il posto dove dovrai svolgerlo. Nella tua famiglia? in comunità? sul posto di lavoro? nell’assistenza ai bisognosi o ai bambini? nel visitare gli altri?
- Il tuo stato ti produce un complesso d’inferiorità? Cercane il motivo e prega il Signore per avere la forza di vincerlo, se necessario con l’aiuto di qualcun altro.
Dando te stesso per gli altri, vedrai che il Signore Gesù ti ricolmerà del Suo amore e delle Sue benedizioni. La tua vita non sarà vuota o senza scopo ma traboccherà di gioia.
“Il segreto dell’Eterno e rivelato a quelli che lo temono, ed egli fa loro conoscere il Suo patto” (Sal. 25:14).
Janny Bouwman, di origine olandese, nel 1981 è venuta in Calabria per collaborare nella casa dei bambini “Arca della Salvezza” in Roccella Jonica. Dopo aver svolto i più umili servizi di casa, il Signore le affidato un compito sempre maggiore nell’evangelizzazione e nell’insegnamento biblico tra i bambini. Da diversi anni ha l’intera responsabilità dei campeggi per i bambini; presiede a seminari d’istruzione e di formazione per i monitori di scuole domenicali; ed è responsabile dell’edizione di materiale didattico biblico.