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di Paolo D’Alessandro (Genova)
Ho sempre avuto problemi a rapportarmi con le persone. Sono sempre stato introverso, chiuso e ripiegato su me stesso. Per molto tempo ho sofferto di solitudine e mancanza d’affetto. A un certo punto della mia vita la carenza d’amore che avvertivo nel cuore era tale da spingermi ad accusare gli altri di non amarmi a sufficienza. Questo ha causato non poche tensioni all’interno della comunità di Genova che da qualche tempo avevo cominciato a frequentare.
La pretesa da parte mia di essere amato e la rabbia che, a causa di questo bisogno frustrato, spesso manifestavo, avevano iniziato a distruggere la mia vita ed i rapporti con le persone che più mi stavano vicino, fino, in seguito, a compromettere anche il mio equilibrio psichico.
Ricolmo di solitudine, delusioni, amarezze e ferite, per alcuni mesi mi sono allontanato dal Signore e dalla comunità. Le cose non sono migliorate. In quel periodo, infatti, ho sperimentato un forte vuoto interiore ed un profondo malessere. Questa disperazione è, però, servita per rendermi sensibile alla voce di Dio: nella sofferenza, infatti, il cuore dell’uomo è più aperto e maggiormente disposto ad ascoltare consigli dagli altri.
Ho dunque ricominciato a frequentare la comunità e, poco per volta, il Signore mi ha parlato, facendomi capire cosa non andava nella mia vita e cosa doveva essere cambiato. Durante una riunione di culto il Signore mi ha detto: “Prova a mettere da parte i tuoi bisogni, comincia a sviluppare amore verso le persone, mostra loro affetto e comprensione e vedrai che poco per volta ti sentirai meno solo”. Dio mi aveva assicurato sul fatto che, amando il mio prossimo, la solitudine sarebbe gradualmente scomparsa.
Ho, così, iniziato a lavorare profondamente nel mio cuore, a cambiare i miei atteggiamenti ed il modo di rapportarmi con le persone: ho cominciato a perdonare, ad eliminare amarezze e rancori e a dare il mio affetto a chi mi stava affianco. Oggi, la parola che il Signore mi aveva dato si è adempiuta nella mia vita: mi sento gioioso, non più così solo; mi trovo molto bene in mezzo ai fratelli della comunità, sto imparando a vivere in comunione con loro e a godere di tutti i vantaggi e benefici che un rapporto profondo con una persona può offrire.
Da quando ho iniziato a seguire i consigli del Signore ho sperimentato molte guarigioni nel campo delle relazioni sociali. Ricordo che nei confronti di una persona i rapporti erano tesi e freddi a causa di alcune ferite reciprocamente ricevute. Un giorno lo Spirito Santo mi ha detto: “Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello”. Queste parole mi hanno così fortemente toccato nel cuore che, poco dopo averle udite nel mio intimo, non ho potuto fare a meno di andare da questa persona ed abbracciarla. Che esperienza indimenticabile! Oggi con questo fratello si è instaurato un rapporto molto profondo di stima e di amicizia. Verso un altro, invece, nutrivo sentimenti di antipatia. Quando ho incominciato a fare “pulizia” nel mio cuore da quanto di negativo provavo nei suoi riguardi, ad amarlo e ad esprimere questo nuovo atteggiamento attraverso gesti e parole, una meravigliosa guarigione si è prodotta! Mi trovo così bene con questo (ormai) amico che, quando non è presente nel momento e nel luogo in cui sono solito frequentarlo, mi manca tantissimo.
Il Signore mi aveva rivelato che il perdono e l’amore sono l’unica maniera per ristabilire, trasformare e migliorare le relazioni di un uomo con i suoi simili: la comprensione e l’affetto, infatti, uniscono le persone, mentre l’odio ed il rancore le dividono e, nei casi più gravi, le distruggono. Quanti disastri familiari, di cui si sente spesso parlare nei telegiornali, si potrebbero evitare obbedendo al gran comandamento del Signore: “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:39)! Dio ha detto: “Camminate in tutte le vie che io vi prescrivo affinché siate felici” (Geremia 7:23): obbedendo a Gesù e grazie al suo aiuto posso testimoniare della verità contenuta in questo versetto biblico e di come, dunque, abbia incominciato a sentirmi sereno in mezzo alle persone.
Oggi il mio desiderio è quello di crescere nell’amore verso il prossimo, di approfondire e rafforzare i legami con i fratelli della comunità e, soprattutto, di raccontare come lo Spirito Santo ha trasformato un cuore (il mio) ripiegato su se stesso e desideroso solo di ricevere in un cuore contento di dare affetto al suo prossimo.