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di Anneke Van Gent (Comunità Emmanuele, Catanzaro)
Concetta Pellegrino compie quest’anno 89 anni. Un cammino lungo, degno del cognome che porta. Sposata all’età di 16 anni, è rimasta vedova nel 1943, durante la guerra, con sette figli più i genitori del marito cui accudire. La figlia più grande aveva allora 14 anni, il più piccolo 11 mesi.
Quando i bombardamenti toccarono la città di Catanzaro, la famiglia si rifugiò in provincia di Cosenza. Lì, un giorno, il marito uscì con altri uomini nelle campagne in cerca di qualcosa da portare a casa; ma una mina lasciata in giro dai tedeschi esplose, uccidendolo. Concetta se lo caricò sulle spalle e lo portò a casa. Non le fu riconosciuta nessuna pensione perché le autorità competenti sostennero che il marito non doveva trovarsi in quel luogo.
Fu allora che disse alla figlia maggiore: “Rosetta, tu fa’ da madre che io faccio da padre”. Andò a lavorare in una fabbrica di mattoni in mezzo agli uomini, e lo ha fatto per vent’anni.
Spigolare il grano
Concetta racconta che nella stagione della raccolta del grano, dopo la sua giornata di lavoro, andava a spigolare nei campi. Quando aveva la sua cesta piena, se la caricava sulla testa, la copriva con un panno e la portava al mulino. Non era permesso alle persone senza tesserino di far macinare il grano dal mugnaio. Questi, però, disse che l’avrebbe fatto di nascosto, appena possibile.
Ma il caso volle che proprio quel giorno venne la finanza, pronta a sequestrare quei pochi chili di farina. Concetta si fece avanti con coraggio: “Con sette figli a carico e senza la pensione, pure il mio grano volete sequestrarmi!” Qualche cuore si intenerì e le fecero portare a casa la sua farina.
Se è vero che Dio è il Signore delle vedove e degli orfani, certamente è stato Lui ad aiutarla fino al giorno d’oggi.
89 anni! Che bella età, che donna arzilla e che gioia nel Signore!
Fu proprio Rosetta, la maggiore dei suoi figli, a convertirsi per prima, perché una sua sorella, Maria, ha avuto un tumore dal quale il Signore la guarì. Ora che Concetta non ha più figli da accudire, va sempre in giro confortando le persone e visitando i propri figli. Non manca a un solo incontro di preghiera. Alla giornata di preghiera delle donne a Reggio Calabria ha detto: “Prima servivo i figli, ora servo il Signore”.