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di Giuditta Allen
“Io gli farò un aiuto conveniente a lui” (Genesi 2:18)
Mi ha colpito, rileggendo il brano della creazione in Genesi, il fatto che Dio ha detto: “Io gli farò …”. In un momento di verifica della mia vita, in particolare come moglie, questo piccolo dettaglio mi è stato di consolazione e incoraggiamento.
Ho cominciato a riflettere sui problemi nei rapporti tra marito e moglie. So che, per chi non è credente, l’idea di lavorare sulla propria personalità per venire incontro ai bisogni del coniuge potrebbe sembrare una cosa sciocca e che per molti la risposta è semplicemente di cambiare partner, con o senza divorzio. Per noi credenti invece non esiste questa scappatoia e normalmente dobbiamo scegliere tra l’andare avanti senza molto entusiasmo, magari rassegnandoci a compromessi, oppure lasciare che Dio compia in noi il Suo lavoro. E posso ringraziarLo perché Egli è fedele.
A volte mi sembra che l’uomo, nel cercare moglie, se l’aspetta “già confezionata”. Un credente trova una donna credente, si piacciono più o meno, ed ecco fatto! So che, da sposina, davo per scontato che piacevo a mio marito. Mi aveva scelto, per cui gli dovevo andare bene così com’ero.
Però, col passare degli anni, mi sono resa conto che non ero sempre la stessa persona di prima. E poi, c’erano degli aspetti del mio carattere che forse mio marito non aveva conosciuto bene, oppure la stanchezza e le pressioni della vita e dei figli mascheravano i miei lati più dolci e amorevoli. Comunque sia, la conseguenza era un marito non sempre soddisfatto.
Inoltre, l’uomo spesso pretende di più dopo il matrimonio e diventa meno tollerante con le debolezze della propria donna. Sembra comunque che molti uomini non si rendono conto che la donna ha bisogno di fare un certo cammino per essere una moglie adeguato ai loro particolari bisogni.
Leggendo il libro di Ester, ho notato quanto tempo ci è voluto per preparare la protagonista ad entrare per la prima volta nella presenza del re (Ester 2:12). E si trattava solo della parte fisica! Chiaramente l’applicazione è sopratutto spirituale e riguarda la chiesa che si prepara al matrimonio con Cristo, ma mi sembra di cogliere anche un significato per qualsiasi donna, in quanto ci indica l’importanza di prepararci per i nostri mariti.
Poi, osservando i mariti delle mie amiche, ho visto come sono diversi gli uomini l’uno dall’altro. Ci vuole tempo e saggezza per conoscere il marito e sapere come diventare quell’“aiuto conveniente” che Dio gli vuole dare. Al di là delle mie capacità naturali di comprensione, posso lasciare che Dio mi indichi come venire incontro ai suoi bisogni particolari e modifichi il mio carattere per benedire mio marito, togliendo e aggiungendo quello che mi manca. Non sarà facile, ma se voglio un matrimonio felice è l’unica strada.
In pratica, che cosa vuole dire tutto questo? Per prima cosa, che confiderò in Dio perché operi in me per grazia. Agire con i propri sforzi ci lascerà di solito più sconfitte che mai.
Secondo, che studierò il modo pratico di aiutare l’uomo che Dio mi ha dato. Qui elenco alcune possibili aree in cui ci può essere bisogno di farlo; ma sicuramente ce ne sono molte altre.
Per esempio, se il marito è un tipo che dimentica tutto, invece di criticarlo o lamentarmi, posso supplire alla sua mancanza con tatto e previdenza, magari avendo un’agenda mia e tenendo le cose più in ordine.
Ancora, forse è un tipo che parla poco. Allora devo frenare la mia lingua e lasciargli lo spazio per esprimersi … e poi, saper gestire anche un silenzio imbarazzante. Il Signore ci aiuterà!
Forse c’è qualcosa che lui dovrebbe fare ma che gli risulta difficile. Siamo oneste e parliamone insieme. A volte la moglie deve assumersi certi compiti che normalmente si considerano di competenza del marito, oppure decidere di rivolgersi a un esperto: ad esempio, per aggiustare un lavello o organizzare le finanze.
Ho notato che gli uomini si scoraggiano facilmente e hanno bisogno di essere approvati dalle loro mogli. Bisogna ricordare di fare loro i complimenti quando si sono sforzati in qualche modo, di abbracciarli e rassicurarli quando le cose alle quali tengono non vanno nel migliore dei modi.
Poi c’è la stanchezza che sembra essere il male dei nostri tempi. È importante lasciar riposare il marito quando vuole e se ci sono bambini, insegnare loro a rispettarlo con il silenzio.
Per ultima cosa, ma secondo certe statistiche prima tra le cause di difficoltà della coppia, c’è il fattore economico. Qui ci vuole comprensione, fede, incoraggiamento. La maggior parte degli uomini sente la propria responsabilità di provvedere alle necessità della famiglia, ma anche la moglie deve fare la sua parte, cercando di risparmiare in casa e non chiedendo per esempio un vestito nuovo quando il marito riesce a mala pena a pagare la bolletta del gas. Né, peggio ancora, spendere soldi senza averlo consultato prima. Dio ha promesso di darci tutto il necessario per la vita (Matteo 6:31-33). Io so per esperienza che mi è più facile avere un vestito nuovo quando lo chiedo a Dio che non quando lo chiedo a mio marito! Il problema del venditore insistente sulla porta di casa, poi, lo risolvo con un “Devo prima parlare con mio marito”. Se ne va subito!
Ringrazio il Signore che in qualsiasi difficoltà, qualsiasi debolezza, Egli è pronto ad ascoltarmi e consigliarmi. Se mai, sono io che sono lenta a cercarLo e a capire. So, dopo diversi anni di cammino con Dio, che niente è lasciato al caso (Romani 8:28), che le pressioni servono per formarci (1° Pietro 4:1-2). So che la mia alta chiamata è di essere conformata all’immagine di Cristo Gesù (Romani 12:2). So anche che, se Dio ha chiamato mio marito e me a camminare insieme, Egli continuerà la sua opera in me per rendermi sempre di più quell’“aiuto conveniente” che Lui vuole per mio marito (Colossesi 3:12-14).
Qualcuno potrebbe obiettare che non è tutta qui la vita di una donna sposata. Sì, a ragione. Però, se il rapporto con nostro marito non è quello che Dio vuole, saremo appesantite e insoddisfatte e di conseguenza soffriranno tutte le altre attività che intraprenderemo. E poi, se il marito non se ne importa, magari non è credente o è poco impegnato nella chiesa, questo non ci toglie la responsabilità di fare tutto quello che possiamo secondo la volontà di Dio, per benedire i nostri mariti.
Paolo scrive a Tito: “… insegnare alle giovani ad amare i loro mariti” (Tito 2:4-5). Rimango convinta, dopo più di venti anni di matrimonio, che Dio ci vuole felici insieme e che Egli non mancherà nei nostri confronti quando mettiamo la nostra fiducia in Lui.