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di Johannes Facius
“Noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1° Giovanni 2:1-2).
Per poter pregare in maniera efficace per la nostra nazione, è necessario comprendere l’ampiezza dell’effetto della Croce. Troppe volte noi credenti abbiamo limitato la redenzione a noi stessi. Riconosciamo che Gesù è morto per i nostri peccati, e ne siamo grati a Dio. Ma l’apostolo dice: “ … non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”!
La Croce ha dunque delle implicazioni universali: possiamo parlare addirittura di una redenzione mondiale. Dio s’interessa di ogni cosa che ha creato; e se non ne fosse interessato, perché mai l’avrebbe creato? Il sangue di Gesù è efficace per i peccati del mondo intero, non solo per quelli dei credenti; e non solo per i peccati individuali, ma anche per quelli storici e nazionali. Perché i nostri cuori siano motivati a pregare per l’Italia, dobbiamo credere profondamente che il prezzo è stato già pagato per la sua redenzione! E se questo non ci motiva a prendere a cuore il nostro Paese, non so che cosa potrà farlo.
Riconciliazione con Dio
Un secondo brano importante è 2° Corinzi 5:16-20: “Da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano … Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo …”.
In questo brano ci sono due cose meravigliose da considerare. La prima è che “se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura” (v.17). Un attento esame del testo greco ci dà una comprensione più larga di questo concetto, che può essere tradotto anche così: “Se uno è in Cristo, fa parte di un mondo nuovo”. Chi entra a far parte di Cristo, diventa effettivamente una nuova creatura; ma è altresì vero che entra a far parte di un mondo nuovo. Dio vuole che vediamo l’aspetto universale della croce, e non solo quello individuale.
Il brano prosegue dicendo che “Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo” (v.19). Altrove, Paolo dice che il piano di Dio “consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra” (Efesini 1:10). Dio ha un grande progetto per la Sua creazione: molto più grande di quanto ora possediamo nella Chiesa. In Cristo, Egli ha riconciliato con sé non solo noi, ma addirittura tutto il mondo, e ci ha chiamati come Chiesa ad essere lo strumento per mezzo del quale potrà riconciliare con Sé tutto quanto ha creato.
Il piano di Dio si estende a tutto ciò che Egli ha creato, e l’opera della croce lo comprende tutto. Più conosciamo le cose che Egli ha create, più possiamo comprendere le ramificazioni universali della redenzione.
Attesa impaziente
Un terzo brano chiave: “Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui. Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo. Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio” (Romani 8:16-21).
Se siete figli di Dio, avete mai riflettuto sulla vostra eredità? Se siamo “eredi di Dio e coeredi di Cristo”, è chiaro che dovremo pur ereditare qualcosa! La maggior parte dei credenti pensa che la nostra eredità sia il cielo o la salvezza eterna. Queste cose però non sono un’eredità, ma un dono. Inoltre siamo “coeredi di Cristo”, e non è scritto da nessuna parte che Egli erediterà il cielo: lo possiede già, ed era Suo ancora prima che venisse sulla terra. Né erediterà la salvezza: non ne ha certamente bisogno!
Che cosa dunque erediterà Gesù? La Scrittura è chiara: “Io ti darò le nazioni come tua eredità e le estremità della terra per tua possessione” (Salmo 2:8). E se siamo “coeredi con Cristo”, questo sarà anche la nostra eredità. Ciò vuol dire che dobbiamo mostrare fin da ora un profondo interesse per le nazioni e per tutta la creazione, perché un domani sarà nostra eredità. Non siamo stati salvati per sedere nei culti in attesa di andare in cielo, ma per regnare con Cristo sulle nazioni della terra (Apocalisse 2:26-27, 3:21).
Il piano di Dio è che io, insieme con Cristo, mi occupi delle nazioni, perché la terra sarà mio possesso insieme con Lui. Ecco qualcosa per cui vivere e lavorare! E la cosa straordinaria è che “fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio” in attesa della redenzione (Romani 8:22), essendo stata sottoposta al dominio della corruzione a causa del peccato. Ma Dio le dà speranza: un giorno essa godrà della stessa gloriosa libertà che abbiamo noi, i figli di Dio. Siamo stati liberati dalle conseguenze e dalla schiavitù del peccato, liberati dalle tenebre; e tutta la creazione intorno a noi geme nell’attesa di diventare partecipe della stessa libertà.
La sua attesa è che si manifestino, non i “bambini”, ma i “figli di Dio” maturi: che la Chiesa diventi adulta e comprenda la sua chiamata a regnare insieme con Cristo su tutta la creazione! Fu questo infatti il progetto iniziale di Dio quando creò l’uomo: “Abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” (Genesi 1:26). Siamo stati chiamati a regnare sulla terra e ad avere autorità anche sul serpente!
Ora, sappiamo che subentrò il peccato e che per causa sua l’uomo perdette la sua gloria di governare. Ma tutto ciò che l’uomo perdette a motivo del peccato è stato restaurato nella redenzione! La redenzione è molto di più che il solo perdono dei nostri peccati: è la guarigione da tutte le conseguenze della caduta per restituirci la gloria di regnare sulla terra e su tutto quello che è in essa. Ciò che il peccato ha fatto perdere, il sangue di Gesù restituisce. Ecco perché la Chiesa è chiamata a regnare sulla terra.
Bambini o adulti?
Ma questo richiede maturità. La Chiesa è stata chiamata ad assumersi la responsabilità della creazione di Dio, ma è ancora come un bambino piccolo che non ha il minimo concetto del suo ruolo: pensa solo a giocare con i suoi doni carismatici, e non ha alcun concetto della sua responsabilità per le nazioni della terra. I cristiani pensano per la maggior parte solo a se stessi e alla propria piccola chiesa, mentre tutto ciò che intorno a noi grida aiuto non ottiene risposta dai figli di Dio, coloro che Egli ha chiamato a governare sulle nazioni e a prendersi cura della Sua creazione.
I politici dell’ordine mondiale attuale non riusciranno mai a mettere le cose a posto: l’uomo senza Dio è condannato all’insuccesso. Dio non permetterà mai all’uomo di riuscire senza di Lui. Ma Egli ha scelto un popolo che dovrà governare insieme a Suo Figlio: i figli di Dio ai quali affiderà il futuro del mondo, delle nazioni e della terra. È ora di maturare e assumerci la responsabilità del nostro compito.
In 1° Giovanni 2:12-14 troviamo questo brano: “Figlioli, vi scrivo perché i vostri peccati sono perdonati in virtù del suo nome. Padri, vi scrivo perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi scrivo perché avete vinto il maligno. Ragazzi, vi ho scritto perché avete conosciuto il Padre. Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi ho scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno”.
Qui l’apostolo scrive a tre categorie di persone nella Chiesa, che rappresentano non solo delle diverse età fisiche, ma che bisogna comprendere come diversi livelli di maturazione spirituale. È molto significativo il modo in cui egli caratterizza questi tre livelli di spiritualità.
Abbiamo già visto la differenza che corre tra i “bambini” e gli “adulti” spirituali. Qui l’apostolo parla di ciò che caratterizza i bambini: la loro attenzione è sul perdono dei peccati. Ora, certamente questo è una fonte di gioia eterna per il popolo di Dio; ma Egli non vuole che sia al centro della nostra vita.
Egoismo
Al centro dell’attenzione dei bambini spirituali sono le benedizioni che possono avere da Dio. I bambini sono per natura egoisti: pensano principalmente a quanto possono ottenere, e così è dei bambini spirituali. Molti credenti sembrano credere che Dio esista solo per soddisfare tutte le loro richieste! Ci sono intere chiese piene di tali “bambini”. È facile riconoscerli, basta ascoltare le loro preghiere: “Signore, benedici la mia famiglia, il mio lavoro, la mia salute … dammi questo, dammi quello … aiutami qui, aiutami là …” Anche le predicazioni comunicano lo stesso messaggio: “Dio ti aiuterà, ti benedirà, risolverà i tuoi problemi … puoi ottenere da Dio la felicità, la salute, l’abbondanza di ogni bene …”
Non c’è niente di male in questo tipo di atteggiamento quando si è appena salvati; ma se non è cambiato dopo trent’anni, qualcosa non funziona! Bisogna crescere e diventare adulti.
Poi, c’è la chiesa dei “giovani”. Questi sono caratterizzati come persone “forti” che hanno “vinto il maligno”. Ciò è buono e meraviglioso: tutti i credenti devono essere forti e calpestare il Nemico. Ma neanche questo deve essere al centro della nostra attenzione. L’attenzione dei “giovani” è sui fuochi artificiali, sulla potenza, sulle manifestazioni spettacolari. La loro chiesa è piena di attività, si corre sempre. È talmente frenetico che si finisce per prendere un esaurimento! E dovesse capitare anche un attimo di silenzio nella riunione, la gente diventa molto ansiosa: “Forse Dio ci ha abbandonati?”
Infine ci sono i “padri”, cioè gli adulti. Come sono caratterizzati? Sono persone che hanno la persona del Signore al centro della loro attenzione. I credenti maturi pensano sempre a Lui, alla Sua bellezza, alla Sua grandezza; e hanno a cuore i Suoi interessi, non il “loro” ministero o i “loro” risultati. Lo conoscono come “Colui che è fin dal principio”: cioè, conoscono il Suo proposito eterno, sanno perché ha creato le cose, perché vuole la Chiesa, che cosa ricerca nella storia, che cosa vuole compiere tra le nazioni. I loro pensieri sono pieni di queste cose, non di se stessi. Sono entrati nella sfera del Regno di Dio dove si ricerca “prima il regno e la giustizia di Dio”, e poi “tutte queste cose ci sono date in più”. Noi invece tendiamo a ricercare prima quelle “altre cose”, le necessità del mangiare e del vestiario che dovrebbero esserci date “in più”, e finiamo per perdere il Regno! Gesù sta dicendo: “Non vi preoccupate delle vostre necessità, dei vostri interessi, ma cercate prima gli interessi di Dio, ed Egli vi darà tutto il resto”.
Cercare prima il Regno
Alcuni anni fa ero pastore di una chiesa pentecostale a Copenaghen. Fondata nel 1976, era una chiesa piuttosto particolare in quanto quasi la metà degli ottanta membri erano ex drogati conquistati a Cristo. Avevo le mani piene, perché 35 ex tossicodipendenti danno parecchio da fare: infatti un conto è la salvezza, altro è mettere ordine nella propria vita!
Ogni giovedì avevamo una bella riunione di preghiera, con una buona partecipazione dei credenti: infatti senza la preghiera non avremmo mai potuto far funzionare quella chiesa! Ma un giorno il Signore mi parlò, dicendo: “Pregate troppo per voi stessi. Da ora in poi, voglio che preghiate prima per qualche altra chiesa, e solo dopo per la vostra”. “Signore, che dici? – risposi. – Abbiamo tanti di quei problemi – ho 35 ex drogati – e abbiamo bisogno di tanta preghiera per la nostra chiesa”. “Basta! – mi disse il Signore – ubbidiscimi!” “Va bene, Signore”.
Ho dovuto parecchia difficoltà a convincere gli anziani della chiesa, i quali pensarono che fossi impazzito. Ma dal giorno in cui cominciammo a pregare per le altre chiese di Copenaghen, a cercare prima il regno di Dio – e talvolta non ci restò neppure il tempo di pregare per la nostra! – quella piccola chiesa di 80 membri è cresciuta in meno di tre anni a più di 300, senza nessuna campagna di evangelizzazione.
All’epoca non ci credevo, ma ora lo comprendo. “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più”. Ho notato che il mio lavoro di consulenza pastorale è diminuito dell’80 per cento, perché il centro d’attenzione dei credenti si è spostato da se stessi agli altri. E l’80 per cento dei problemi nella Chiese nasce dall’egocentrismo; ma quando i credenti spostano la loro attenzione da se stessi per pensare a dare agli altri, ciò produce una grande guarigione nella loro vita.
Dio mi ha insegnato una grande lezione, anni fa, sul modo per liberarmi dai pensieri depressivi. Mi ha suggerito di andare in piazza, tutte le volte che il nemico riempiva la mia mente di ansie, e a parlare agli altri dell’amore di Gesù. Rimasi stupito: in effetti, tutti i pensieri negativi mi abbandonarono. Il diavolo era talmente impegnato a organizzare le difese per impedirmi di evangelizzare che non aveva più il tempo di girare intorno alla mia mente! “Cercate prima il regno di Dio”: è uno stile di vita meraviglioso!
Le opere di Dio
Il segno della maturità è dunque che ci curiamo di tutto ciò che Egli ha creato. In primo luogo, questo vuol dire la gente, che Dio (non il diavolo!) ha creata numerosissima a propria immagine e somiglianza. E la maggior parte delle persone di cui Dio si cura è fuori delle chiese: certamente solo una piccola percentuale dei 56 milioni di Italiani è nel regno di Dio. Una chiesa matura si occupa allora delle persone là fuori, perché la salvezza è per tutti. Dice la Scrittura: “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini” (1° Timoteo 2:1). Siamo stati chiamati a pregare per tutti coloro che compongono la nostra società: la chiesa in Italia è chiamata a pregare per l’intera popolazione del Paese. Nella maggior parte delle riunioni di preghiera si sente pregare più che altro per la chiesa stessa, per i pastori, per i missionari … Ma siamo stati chiamati a pregare sistematicamente per tutti gli Italiani! Dobbiamo trovare i modi per farlo in quanto siamo responsabili per loro, la creazione di Dio. Se siamo una Chiesa matura, il nostro cuore è per loro. Bisogna organizzare grosse riunioni di preghiera per il risveglio in Italia!
Due anni fa sono stato a San Paolo di Brasile, una delle città più grandi del mondo con 22 milioni di abitanti. Mi sono sentito fisicamente male per le condizioni in cui vive gran parte della popolazione: sette milioni di esseri umani che vivono e muoiono nelle baraccopoli, in condizioni peggiori di quelle in cui vivono le bestie in Europa! Anch’essi sono creazione di Dio, fatti per la Sua gloria! Non vi sentite forse male nel vedere come il diavolo tratta la creazione di Dio? Noi siamo responsabili per queste persone; prima di tutto per pregare, ma poi anche per promuovere l’evangelizzazione.
Popoli e nazioni
In secondo luogo, Dio ha creato le nazioni. In Atti 17:26-27 è scritto: “Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini … avendo determinato le epoche loro assegnate e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo”. Tutta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, parla dell’amore di Dio per le nazioni. C’è un motivo per cui Egli ha creato tante nazioni diverse! Questo non è opera del diavolo, ma di Dio.
Secondo Matteo 25, il Signore giudicherà non solo individui ma anche le nazioni: farà perire le une, mentre le altre rimarranno sulla terra durante il regno millenario. Anche nella Nuova Gerusalemme ci saranno delle nazioni: “L’Agnello è la sua luce e le nazioni cammineranno alla sua luce”. “Le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni” (Apocalisse 21:23-24, 22:2).
Dio ha creato le nazioni per uno scopo: c’è una ragione per cui siamo nati italiani e non giapponesi. Ogni nazione è stata creata da Dio per riflettere la sua gloria in un modo particolare: c’è qualcosa di sé – forse la creatività e il talento artistico – che Egli potrà mostrare al mondo solo per mezzo di noi italiani. Dobbiamo allora interessarci delle nazioni, e in modo particolare della nostra.
Qual è il proposito di Dio per l’Italia? Sarà una delle nazioni che camminerà alla luce dell’Agnello? Una delle nazioni che sarà posta alla sua destra? Una nazione che sarà usata da Dio nel mondo per la Sua gloria? Noi ne siamo responsabili.
Ecco perché Paolo dice che bisogna pregare “prima di ogni altra cosa … per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità …” (1° Timoteo 2:1-2), perché Egli possa compenetrare tutta la nazione con uno spirito di giustizia e apra le porte perché il Vangelo sia predicato a tutti. Siamo responsabili del governo italiano! Forse ne avremmo avuto uno molto diverso se la Chiesa, in passato, si fosse assunto seriamente le sue responsabilità. Se non preghiamo per il governo, non avremo mai il governo di cui abbiamo bisogno … avremo piuttosto quello che ci meritiamo!
Paolo dice che “non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono, sono stabilite da Dio” (Romani 13:1). Non i partiti e le loro politiche – Dio non è né di destra né di sinistra – ma l’istituzione governativa è voluta da Dio, altrimenti ci sarebbe il caos totale. La nostra chiamata è quella di pregare per i governi, per la giustizia, affinché possa governare gente onesta fino a quando non venga Dio stesso a stabilire il Suo Regno.
Pregare per la Chiesa
Infine, siamo responsabili della Chiesa, perché sia quella che Dio ha voluto. Egli ne ha creata una sola: tutte le divisioni che esistono non vengono da Lui, non fanno parte del suo proposito. Egli vuole una sola chiesa in ciascuna località: Gesù, l’unico Capo, ha un solo Corpo, altrimenti sarebbe un mostro! Noi invece ci siamo allontanati dalle Sue intenzioni creando tante divisioni che sono peccati della carne (1° Corinzi 3:3-4).
In Galati 5:20 Paolo mette che i partiti, le fazioni e le divisioni sullo stesso piano con l’ubriachezza e l’adulterio. Se non abbiamo difficoltà a riconoscere queste cose come peccati, perché dobbiamo averne nell’ammettere anche la divisione è peccato? La mancanza di unità è carnalità e immaturità. Ecco perché in Efesini 4 Paolo ci esorta a conservare l’unità della fede per arrivare alla piena statura di Cristo.
Non dobbiamo essere più bambini, sbattuti qua e là da ogni onda del mare e dalle astuzie degli uomini. Da troppo tempo il diavolo fa il bello e il cattivo tempo con la chiesa a causa della nostra immaturità. Dobbiamo pregare per l’unica Chiesa che Dio ha creato. I credenti maturi pregano e lavorano per l’unità del Corpo.
Il pastore danese Johannes Facius è coordinatore internazionale della Alleanza Internazionale di Intercessori, una rete mondiale di preghiera operante in circa 45 nazioni. È anche il rappresentante per la preghiera presso AD2000 per l’Europa e l’ex URSS. Negli ultimi anni è stato tra i fondatori della Rete Europea di Preghiera (EPL), organismo che cerca di collegare iniziative di preghiera a livello europeo. Insieme con la moglie, risiede in Germania.