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di Emilio Ursomando
“Voi avete dimorato abbastanza tra queste montagne. Uscite e prendete possesso del paese”, ordinò l’Eterno agli Israeliti (Deut. 1:5-8). Li aveva liberato dall’Egitto, ma non era quella il Suo obiettivo: erano stati tirati fuori perché prendessero possesso del paese.
Anche noi dobbiamo comprendere che la chiamata di Dio non si limita a portarci fuori dal mondo. Egli vuole usarci per riprendere possesso di questa terra e per stabilire la Sua autorità in ogni zona del nostro pianeta. Ma, come per Israele, il paese che ci sta davanti è abitato da popoli poco disposti a cederci il loro territorio, che si opporranno con tutte le loro forze alla nostra conquista.
È chiaro che quando parliamo di popoli, non ci riferiamo agli italiani, o agli inglesi o agli africani, ma ai “popoli” che vivono nei luoghi celesti e che governano le diverse zone della terra: Paolo li chiama “principati, potestà, forze della malvagità, dominatori” (Ef. 6:12). Sotto l’autorità del “principe di questo mondo”, Satana, essi tengono interi popoli sotto la loro oppressione. È questo che intende la Bibbia quando dice che il mondo “giace sotto il Maligno”. Egli, seppure non visto, governa il mondo, influenzando le menti degli uomini e portando il suo attacco sottile anche nelle menti dei figli di Dio. Il suo scopo è di sottrarci quella verità che ci rende liberi e ci permette di poter liberare quanti sono ancora schiavi del suo dominio.
Imparare a vedere
Mi sono accorto che è molto facile cantare canti di vittoria o proclamare la nostra vittoria sul diavolo finché siamo “tra le montagne”, cioè nel luogo sicuro delle nostre chiese; ma appena usciamo dalle nostre caserme e scendiamo sul campo di battaglia … le cose si rivelano molto diverse e non ci sentiamo più così sicuri come quando cantavamo al Signore.
Conquistare questo mondo a Cristo implica un confronto con gli eserciti spirituali che lo occupano; eserciti che, prima di poter abbattere, dobbiamo imparare a vedere. Quando Daniele prese a pregare per la liberazione di Israele dalla cattività, la prima cosa che Dio fece fu quella di aprirgli gli occhi sul mondo spirituale, rivelandogli che il vero oppressore non era l’uomo che sedeva allora sul trono di Persia, ma uno che sedeva più in alto, nei luoghi celesti: il “principe” che legava tutto il regno di Persia (Dan. 10).
Dobbiamo saperlo, noi che stiamo pregando perché il Suo regno venga, che verrà il tempo in cui Dio toglierà i ripari e ci farà entrare in contatto con questi “popoli” spirituali che ci circondano. Probabilmente molte nostre grandi illusioni cadranno e dovremo ridimensionare l’idea che avevamo di noi stessi; ma questo ci permetterà di impegnarci verso una crescita reale, una crescita collaudata sul campo, vissuta e non più solo “creduta”!
Ridimensionamenti
Tempo fa, nella nostra comunità, ci siamo sentiti spinti dal Signore ad approfondire il soggetto degli angeli e dei demoni, e a rimarcare la necessità che abbiamo, come popolo del Signore, di imparare a muoverci anche in questa dimensione, invisibile ma non per questo meno reale … e i risultati non si sono fatti attendere. Tra le altre, una persona è venuta da me e mi ha detto, visibilmente turbata: “Questa notte ho sentito una presenza nella stanza e ho avuto paura. Dimmi, era un demone o un angelo?”
Dentro di me ho glorificato il Signore. Stavamo entrando nella “vita”! Dio ci stava facendo prendere coscienza della nostra reale misura. Ho risposto: “Vedi, la cosa importante non è tanto stabilire di cosa si trattasse, quanto riflettere sul fatto che, in contrasto con tutta la fede che dici di avere nella tua autorità in Cristo, questa notte hai avuto paura!”.
Satana cerca di trattenerci in un cristianesimo irreale. Ci fa credere di essere terribili guerrieri e ci fa passare tutta la vita a ripetere grandi parole … senza mai minimamente intaccare il suo dominio. Dobbiamo verificare la nostra reale condizione. Se diciamo di credere nella vittoria e abbiamo paura dei demoni, stiamo vivendo un cristianesimo irreale.
“Fino ad ieri ero convinto di essere forte, che se mi trovassi davanti Satana lo avrei calpestato senza battere ciglio … ma stanotte ho scoperto un’altra verità: che non sono così coraggioso come credevo. Stanotte ho avuto paura … non sono riuscito a dormire. Non valgo niente”, è stata la triste confessione di un altro fratello. Sicuramente avrà pensato che sarei rimasto deluso, ma dentro di me, ancora una volta, ho lodato Dio: era un altro “cieco” che ritrovava la vista, un altro figlio di Dio che si stava avviando, attraverso la conoscenza della vera verità, a diventare un soldato dell’Eterno degli eserciti.
Qualcuno potrà restare perplesso davanti a queste cose, ma non potremo mai superare i nostri limiti, finché non realizzeremo di possederli! Ho incoraggiato quel fratello, facendogli notare che la crescita è una conquista, che Giosuè aveva la promessa della terra, ma doveva anche combattere per impadronirsene.
Quando poi sono rimasto solo, mi sono messo a riflettere sulla paura e sono arrivato a questa convinzione: che la paura è solo il sintomo di un problema. Essa rivela una realtà più profonda: la mancanza di un reale possesso della verità, da parte del popolo di Dio. Chi ha paura ha ancora la mente legata da ragionamenti, immagini e convinzioni che gli sono arrivati, attraverso i più disparati “canali” (persone, libri, films), direttamente da quella grande fucina di menzogne che è il regno delle tenebre. La verità, afferma Gesù, rende liberi. Chi ha paura non è libero, e quindi non conosce la verità!
Macchinazioni
L’apostolo Paolo ci parla delle “macchinazioni” del diavolo, cioè dei piani e delle strategie con cui Satana cerca di legare il popolo di Dio per sottrargli quella libertà che lo rende vittorioso sul suo dominio. È importante che impariamo ad individuare queste “reti” che egli mette sul nostro cammino per poi distruggerle con la spada della Parola di Dio.
In 2° Corinzi 10:3-5, l’apostolo ci rivela che il primo campo di battaglia è la nostra mente e ci spinge ad attaccare e a distruggere tutti i falsi ragionamenti che cercano di confonderci, e a ridurre ogni pensiero all’ubbidienza di Cristo. Se non vigiliamo, questi pensieri possono diventare delle vere e proprie fortezze che cercheranno in tutti i modi di resistere alla verità che lo Spirito Santo vuole costruire dentro ognuno di noi.
Possiamo definire “fortezze” tutti i falsi ragionamenti e le false conoscenze che ci vengono suggerite dal diavolo e che cercano di legarci. Saranno centinaia, ma noi vogliamo considerarne solo una, che però si ripropone sotto molti aspetti: la paura! Essa è molto più diffusa di quanto crediamo. La presenza della paura nella vita di un credente ci rivela in modo inconfutabile che non è sufficiente credere, dobbiamo anche combattere. Certo, lo scudo della fede è importante, ma Dio ci ha dato anche una spada per colpire, la spada della Verità con cui possiamo e dobbiamo distruggere tutte le macchinazioni del nemico.
Oppressione e angoscia
Molti di noi hanno ricevuto “un altro evangelo”. Un evangelo tutto promesse e garanzie di pace, ricchezze e benedizioni. Quando piombano su di noi l’oppressione e l’angoscia, cadiamo in confusione e Satana lancia la sua rete, paralizzandoci. Ma la causa della nostra caduta è ancora una volta nel mancato possesso della verità. La verità, afferma Gesù, è nella sua Parola, è la sua Parola. Vediamo allora cosa dice la Parola. Essa parla della restaurazione della Città di Dio, ma, rivela Dio al profeta, “essa avverrà in tempi di angoscia”, e: “la visione predice una grande lotta” (Dan. 9:25c e 10:1).
Scrivendo alla chiesa in Roma, Paolo si preoccupa di mostrare loro che la liberazione della creazione implica, a causa dell’opposizione del diavolo, “le sofferenze” dei figli di Dio (Rom. 8:18-19). Gesù stesso, nel Getsemani, ha conosciuto l’oppressione e l’angoscia (Matt. 26:37-38). Molti non pensano che al Tabor (il monte della trasfigurazione), ma sul cammino di ognuno di noi è in attesa il Getsemani. Dovremo entrarvi! Qui, Satana ci farà dubitare dell’amore di Dio: “Perché ti fa soffrire così se ti aveva promesso solo benedizioni?” È solo una delle tante macchinazioni del diavolo e soltanto la conoscenza della verità ci permetterà di superarla senza cadere.
La paura, quando ci si avvicina, ci consiglia di metterci al sicuro, evitandola. Ma Gesù ha detto che chi vorrà salvare la sua vita la perderà. Credo possa essere inteso anche in questo senso: se non affrontiamo la paura, essa continuerà a perseguitarci e a tormentarci per tutta la vita. Dio ci chiama ad affrontarla. Solo in questo modo scopriremo l’inganno del diavolo e ritroveremo la nostra libertà.
“Dietro” il buio, le ombre, l’oscurità, “dietro” la paura sono nascoste le forze della malvagità. Sconfiggendo loro, sconfiggeremo anche la paura. Facciamolo, usando la spada della Parola di Dio! “Io vi ho dato la potestà di calpestare serpenti e scorpioni e tutta la potenza del nemico e nulla potrà farvi del male” (Lc. 19:10). Appena proclami questa parola, ecco che gli scorpioni corrono a rifugiarsi sotto la sabbia ed i serpenti si dileguano nell’oscurità. Quando ti senti preso dalla paura, il rimedio non è fuggire, o accendere la TV e neanche gridare a Dio. Devi prendere la tua armatura e combattere. La vittoria è certa perché Dio ci ha dato la Sua autorità.
Posseduti?
Anche in alcuni estremismi dottrinali possiamo individuare delle macchinazioni di Satana. Alcuni insegnano che un cristiano può essere posseduto, a sua insaputa, da spiriti immondi. Ricordo un fratello che lasciò penetrare nella sua mente questo pensiero e per tre notti non riuscì più a dormire. La paura di avere qualche demone dentro di sé gli aveva tolto la pace del Signore. Ma cosa dice la Scrittura al riguardo?
Nella Bibbia non ci viene presentata alcuna persona che, rigenerata dallo Spirito Santo, abbia avuto problemi di possessione demoniaca. La Scrittura ci dice però che un cristiano può dare spazio a Satana (Ef. 4:26-27) disubbidendo a Dio, e allora può diventare bersaglio di oppressioni demoniache. Anche nel Vecchio Testamento, leggiamo di Saul che, a causa dei suoi peccati, era oppresso da “un cattivo spirito suscitato dall’Eterno” (1° Sam. 16:14).
Nel Salmo 91:1 è rivelato qual è la nostra condizione in Cristo: “Chi dimora nel ritiro dell’Altissimo, alberga all’ombra dell’Onnipotente”. Nessuno può toccarci finché siamo “nel ritiro dell’Altissimo”! Ma se ne usciamo, peccando, usciamo anche dalla Sua protezione e ci esponiamo agli attacchi demoniaci. Credo che la possessione possa avere luogo solo se con la nostra condotta obblighiamo Dio a ritirarsi da noi (2° Tim. 2:12). Non riesco ad immaginare infatti come, dentro di noi, possano coabitare lo Spirito Santo ed uno spirito immondo! Sono dell’opinione che quei credenti che hanno manifestazioni demoniache sono quasi sempre solo “legati” da demoni a causa di peccati nascosti, ma non “posseduti”, a meno che lo Spirito Santo non si sia ritirato da loro.
Peccati di antenati
C’è un’altra corrente dottrinale che insegna che un credente può ritrovarsi indemoniato per i peccati di qualche antenato. Cosa dice la Scrittura? È vero che in Esodo 20:5 si parla di una maledizione che si sarebbe tramandata di generazione in generazione, ma nello stesso brano si parla di una benedizione che Dio promette a tutti quelli che lo amano.
In Colossesi 1:13 è scritto che Dio “ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio”. Ebbene, io sono sicuro che nel regno del suo amato Figlio nessuna maledizione, nessun demone possono avere accesso. Ancora in Galati 3:13, Paolo afferma che in Cristo siamo passati dalla maledizione alla benedizione, quindi siamo usciti da tutte le maledizioni contenute nella Legge.
Satana può però farci credere di essere legati, attaccandoci, là dove trova un varco, e mostrandoci le nostre debolezze, spesso le stesse del nostro passato. Allora pensiamo: “Ma allora … forse … non sono veramente libero!?”. La verità è che spiritualmente sei libero, ma l’anima è la stessa, molto spesso simile ad un abito pieno di strappi. “Se uno è in Cristo … le cose vecchie sono passate”, è scritto in 2° Corinzi 5:17. Ma è vero che le cose vecchie sono passate? Sono passate veramente tutte? Potrai dirmi di sì, ma non ti credo.
Quando incontriamo Dio, certo, entriamo in una nuova vita, ma spesso dobbiamo aspettare del tempo perché tante ferite e tanti guasti siano riparati. Il nostro spirito viene rigenerato all’istante, ma la nostra vecchia anima ha spesso bisogno di camminare col Maestro per molti anni, prima di guarire. Lo stesso Paolo in Romani 8:23 ci dice che questa è stata anche la sua esperienza e dei primi credenti: “… Noi gemiamo in noi stessi …”. Gemevano, gemiamo, nonostante lo Spirito Santo e la salvezza!
Paura dei morti
Prima di conoscere Gesù Cristo avevo paura, come tanti di voi, a passare di notte accanto a un cimitero. Mi avevano riempito la testa di apparizioni di spiriti, di persone morte viste sedute fuori quel cancello. Avevo delle fortezze nella mente! Ma, dopo aver conosciuto Cristo, non dobbiamo permettere più alla paura di tenerci legati. C’è chi dice: “Vedere un morto mi fa impressione”. Svegliamoci, fratelli! Noi li dovremmo risuscitare, i morti!
Sembrerà strano, ma ho sentito anche alcuni affermare: “Meglio non andare al cimitero il 2 novembre. C’è una moltitudine di spiriti in quel posto, quel giorno!” Non so se ridere o piangere davanti a tali parole. Confondiamo forse i demoni con le “anime” dei morti di cui abbiamo tanto sentito parlare quando eravamo ancora nell’oscurità? I demoni non hanno rapporto con i cadaveri! I demoni cercano esseri viventi, animali o uomini che sia, attraverso cui esprimere la propria natura violenta o immonda.
Un’altra “falsa verità”: “Attenzione quando si va da un moribondo. Il demone può uscire dal morto ed entrare in noi”. È assurdo! Ogni giorno muoiono centinaia di potenziali posseduti, nelle case intorno a noi. Non dovremmo più uscire di casa? O camminare con la maschera anti-gas … pardon, anti-demone? Buttiamo all’aria queste favole! Lo spazio intorno a noi pullula di demoni. Noi ci muoviamo tra i demoni, ma siamo protetti dalla potenza di Dio. Anzi, abbiamo il compito di cacciarli. Come faremo se ne siamo ossessionati?
Ancora: “Portate tutti i bambini in un’altra stanza, durante una liberazione”. Perché? mi domando. Se è per non farli assistere ad uno spettacolo poco piacevole, d’accordo, ma se è per proteggerli da possibili possessioni, lasciatemelo dire: è ridicolo! Non sarà certo una parete a fermare uno spirito!
Tutto questo genera paura, e tutto ciò che genera paura non viene da Dio. È dal diavolo! Non dobbiamo proteggerci continuamente! Noi siamo custoditi dalla potenza di Dio (1° Pt. 1:5); non dalla nostra. Camminiamo sicuri! Abbattiamo le fortezze che ci attanagliano la mente. Confrontiamo ogni insegnamento con la Parola di Dio ed esaminiamone i risultati: se non produce sicurezza, non viene da Dio!
Bugiardo!
Satana viene chiamato da Gesù “bugiardo”. Egli è “il padre della menzogna” (Giov. 8:44). Se lo lasciamo fare, ci costruisce attorno un mondo spaventoso, pieno di minacce e di occhi che ci spiano per distruggerci. Alcuni cristiani sembrano realmente vivere nel castello di Dracula! Si sono lasciati legare da false dottrine, dalle macchinazioni di Satana che li ha privati della loro libertà e della loro autorità di figli dell’Iddio Altissimo!
Queste sono fortezze! Prendete la spada della Parola di Dio e colpitele! La realtà è diversa. Abbiamo per Padre un Dio potente che veglia su di noi, abbiamo il suggello dello Spirito Santo che ci dà autorità, e in più siamo circondati e protetti dagli angeli del Signore che vigilano affinché il nostro piede non urti contro qualche pietra. Questa è la verità. Abbattiamo le macchinazioni del diavolo, abbattiamo le fortezze della paura. E lodiamo Dio, camminando nella sicurezza e nella forza! Abbiamo un Paese da prendere per il Signore. Spezziamo dunque tutte le catene che impediscono i nostri movimenti e andiamo spediti verso la battaglia, con il cuore saldo e lo sguardo fermo perché “colui che è in noi è più grande di colui che è nel mondo” !
Emilio Ursomando è il pastore della Comunità Cristiana di Reggio Calabria e svolge il suo ministero profetico nell’ambito della squadra apostolica guidata da Giovanni Traettino. Sposato, è padre di tre bambine.