SCARICA PDF di questo articolo
di Ernesto D. Bretscher
Lo scorso 5 agosto, l’esercito di Saddam Hussein invadeva il Kuwait, distruggendone la sovranità e la fisionomia. I soldati iracheni per settimane si sono prodigati a derubarlo di tutte le sue ricchezze, saccheggiando scuole, ospedali, uffici e case del piccolo paese, ormai ridotto a diciannovesima provincia irachena.
Ma le violenze maggiori ha dovuto subirle il popolo kuwaitiano. Sevizie, brutalità fisica e morale, assassini e torture hanno gettato la gente nel terrore: è stato permesso ogni forma di violenza per scoraggiare qualsiasi resistenza all’occupazione. Chi ne è solo sospettato, rischia la morte.
Non a torto l’opinione mondiale ne è rimasta fortemente contrariata e il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha espresso una condanna unanime, promulgando delle sanzioni intese a costringere Saddam a ritirarsi e a desistere dalle sue mire espansionistiche. La solidarietà espressa in questa vicenda da quasi tutte le nazioni ha dello straordinario: anche quelle fino a poco fa ostili fra loro, quali USA e URSS, oggi sono in perfetto accordo nel prendere posizione contro il dittatore iracheno.
Sovranità
Tutto questo mi suona come una parabola che calza perfettamente con la situazione della Chiesa dei nostri giorni.
Quando Dio creò l’uomo, gli affidò la sovranità sulla terra: “Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta e dominate …” (Gen. 1:28). Più tardi Satana, confrontandosi con Gesù, gli mostra tutti i regni del mondo e afferma: “Ti darò tutta quanta questa potenza e la gloria di questi regni, perché essa mi è stata data e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri per adorarmi, sarà tutta tua” (Lc. 4:6-7). Ma gli è stata “data” davvero? Oppure, traendo in inganno il legittimo sovrano della terra – l’uomo – l’ha usurpato, come ha fatto Saddam?
Isaia definisce Satana un oppressore, un empio, un despota, uno che percuote senza tregua i popoli, un dominatore iracondo senza misericordia; uno che fa tremare la terra, scuote i regni, distrugge le città; uno che non rimanda mai liberi i suoi prigionieri. Contro questo malefico dittatore e i suoi “figli” o “fedeli sudditi”, l’Eterno tuona: “Preparate il massacro dei suoi figli a motivo dell’iniquità dei loro padri! Che non si rialzino più a conquistare la terra a riempire il mondo di città! Io mi leverò contro di loro … sterminerò di Babilonia il nome, i superstiti e la progenie” (Is. 14:4-6,16-17,21-22).
Attualità
Forse mai come oggi un discorso su Satana è attuale. A parte l’interesse sempre maggiore che c’è nei suoi confronti – è recente un nutrito convegno tenutosi a Torino che trattava questo “personaggio” in termini favorevoli – c’è un numero crescente di comunità sataniche frequentate dalle persone più insospettabili: scienziati, medici, professori, ingegneri, politici, star del cinema e del rock, artisti, impresari, eccetera.
Moltissima gente si rivolge a Satana, o direttamente o indirettamente tramite maghi, pranoterapeuti, medium, chiaroveggenti e culti idolatrici per chiedere protezione, successo e aiuto, entrando così sotto la sua influenza. Anche i bambini subiscono un lavaggio del cervello sempre più intenso in favore dell’occulto e della magia tramite films, cartoni animati e giocattoli: per esempio, bambole che si sbudellano con materiale appiccicoso, mostri dall’aspetto demoniaco, e, recentissimi, giochi magici che funzionano davvero con l’intervento di forze soprannaturali. Viviamo in un’epoca in cui, proprio come dice l’Apocalisse, tanti hanno preso su di sé il “marchio della Bestia” e l’adorano (Apoc. 13:11-17).
Il mondo giace sotto la tirannia del Maligno, che ha mobilitato le sue truppe per conquistarne il controllo assoluto. Gli unici focolai di resistenza sono le chiese cristiane, contro le quali egli ha elaborato una strategia per dividerle e far “saltare” gli elementi più pericolosi, annullando così la loro forza. (Forse il lettore non saprà che un obiettivo prioritario delle sette sataniche è proprio la distruzione delle comunità cristiane, principalmente quelle evangeliche e carismatiche.)
I “principati” incaricati di distruggere la Chiesa hanno alcuni obiettivi molto specifici: impedire la preghiera individuale e comunitaria, spargere calunnie e maldicenze tra i credenti, promuovere la sfiducia e il sospetto tra i conduttori, riempire la vita dei cristiani di altri impegni e interessi per distoglierli dal Signore …
E in molti casi hanno avuto successo. Numerose chiese sono divise, inerti, senza forza né capacità di reagire. Ma, gloria a Dio, lo Spirito Santo è pure all’opera per sensibilizzare la Chiesa del pericolo e chiamarla alle armi. Finalmente essa sta riscoprendo il suo ruolo di esercito di Dio e di “poliziotto” del mondo. E, là dove si mobilita, Satana comincia ad avere grossi problemi. Egli sta perdendo terreno in varie zone del mondo. La Chiesa sta dimostrando di essere un nemico più tenace e forte del previsto, e oggi comincia a riscoprire tutto il suo arsenale.
Anche per noi dunque, chiesa italiana, è urgente armarci e passare da una posizione di difesa a quella di “invasori” e “conquistatori”. Dobbiamo riconquistare le posizioni strategiche in preparazione del grande conflitto finale, che riporterà il mondo sotto il governo del Re dei re, il Signore Gesù Cristo.
Rivolta contro l’oppressore
La prima sfera su cui Satana esercita il dominio è la nostra vita individuale. Egli sfrutta le tendenze naturali – la carne – per spingerci al peccato. E una volta caduti nel peccato, il gioco è fatto: c’è una porta aperta, un fianco indebolito su cui concentrare i suoi attacchi per legare, opprimere, controllare e imprigionare. “Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, genera peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” (Giac. 1:14-l5). Non a caso Paolo ci esorta: “Non fate posto al diavolo” (Ef. 4:27), facendo seguire tutta una lista di attitudini, azioni e modi di parlare che possono, appunto, “fare posto al diavolo”.
Il peccato è il fango nel quale gli spiriti immondi amano sguazzare. Certi peccati rendono l’uomo vulnerabile all’influenza e all’oppressione del diavolo, altri gli danno addirittura dei diritti legali sulla sua vita. Questi sono i peccati che nell’Antico Testamento erano puniti con la morte: divinazione, magia, spiritismo, necromanzia, idolatria, perversioni e promiscuità sessuale, odio e rancore, omicidio premeditato, e così di seguito (Lev. capp. 18-20). Oggi dobbiamo aggiungere varianti quali arti marziali, meditazione trascendentale, pranoterapia, oroscopi, venerazione di immagini, superstizioni, giochi magici, partecipazione a esibizioni di controllo mentale e telepatia, aborto, eccetera.
Perché queste cose danno a Satana dei diritti legali? Eva e Adamo gli concessero dei diritti su di loro e su tutta la terra, disubbidendo coscientemente agli ordini di Dio e dando ascolto invece ai suggerimenti del serpente. Chi si rivolge a Satana, anche indirettamente, o ascolta e riceve i suoi suggerimenti, si pone sotto la sua autorità. E se non si svincola da tale autorità, vi rimarrà soggetto per tutta la vita.
Ecco perché è necessario un profondo ravvedimento quando ci si converte al Signore Gesù. Non basta dire: “Signore, ti ricevo come mio Salvatore e ti chiedo perdono per tutti i miei peccati”. La Parola di Dio afferma: “Chi copre le sue trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia” (Prov. 28:13). Per reazione al cattolicesimo, la confessione dei peccati è praticamente scomparsa dal mondo evangelico. Ma, secondo la Bibbia, non basta riconoscere genericamente che siamo peccatori e chiedere perdono di tutti i peccati “in blocco”: chi si è macchiato dei “peccati abominevoli” sopra elencati, deve confessarli a Dio a uno a uno, chiedendo perdono e ripudiando il “contratto” che così si è stabilito con il Maligno.
“Noi confessiamo i peccati solo a Dio!” affermano tanti zelanti fratelli. Ma così facendo, trascurano una delle armi più efficaci contro il peccato e contro Satana. Giacomo infatti scrive: “Confessate dunque i falli gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia” (5:16). La confessione, abbinata a “la preghiera del giusto”, ha una grande efficacia per essere guariti dagli effetti del peccato. E l’affermazione che tale preghiera abbia “una grande efficacia” sembra quasi volerci ricordare che le conseguenze del peccato sono cosa seria e non facilmente eliminabili.
Riassumendo, dunque, per uscire dal controllo dell’oppressore bisogna:
- Confessare in maniera dettagliata tutti i peccati commessi coscientemente, o comunque quelli che danno a Satana dei diritti legali sulla nostra vita.
- Rinunciare a tali peccati, reclamando l’annullamento del relativo diritto ceduto a Satana.
- Chiedere a Dio misericordia per ricevere il perdono e la liberazione da ogni eventuale legame o oppressione spirituale.
- Se si sono commessi peccati che abbiano ceduto terreno al diavolo, chiedere che fratelli consacrati al Signore preghino per rompere ogni “catena”. Il ministero di quanti amano e servono il Signore è infatti tra l’altro: “… che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che s’infranga ogni sorta di giogo” (Is. 58:6).
Ognuno esamini bene la propria vita e si accerti di non avere ancora in sé dei “territori occupati” dal nemico: come “prigioniero di guerra”, avrà ben poche possibilità di combattere contro l’oppressore.
Misure di sicurezza
- L’amore. Prima di trattare le armi strategiche per attaccare il Nemico, è importante parlare delle difese. Un esercito ha bisogno di fortezze, o “bunker” sicuri, costruiti in cemento armato ad altissima resistenza per proteggere soldati e ufficiali.
Nel mondo spirituale, la nostra fortezza è l’unità tra i fratelli. Il cemento armato è l’amore, cioè: amicizia, stima, fedeltà, lealtà, correttezza, rispetto, spirito di sacrificio. L’amore, è scritto, “copre una gran quantità di peccati” (1° Pt. 4:8). I peccati nella Chiesa sono come degli ordigni ad alto potenziale esplosivo. Se essa è un bunker veramente solido, nessun peccato o scandalo, per quanto grave, sarà capace di provocare danni. Satana potrà dirigere tutto il suo arsenale contro una comunità, ma se i fratelli si amano, rimarrà confuso e sconfitto. Ecco perché Paolo raccomanda alla chiesa di Efeso di “non fare posto al diavolo” nei rapporti fraterni: un monito vitale anche per noi.
- L’adorazione. “… Vivremo alla sua presenza! Conosciamo l’Eterno, sforziamoci di conoscerlo! Il suo levarsi è certo come quello dell’aurora, egli verrà a noi come la pioggia” (Os. 6:2-3). L’adorazione ci introduce nella presenza di Dio e ci porta ad alzare i nostri occhi al cielo, a togliere gli occhi dai nostri conflitti e puntarli sul Signore. Essa sale verso il Padre come il vapore sale al cielo per trasformarsi in pioggia, e torna a noi in forma di unzione, incoraggiamento e benedizione.
Armi di aggressione
- La lode. In 2° Cronache 20, troviamo un racconto impressionante. Un grande esercito marcia contro Gerusalemme per distruggerla. Il re Giosafat raduna tutto il popolo e insieme alzano gli occhi a Dio. La risposta non si fa aspettare: “Questa non è battaglia vostra, ma di Dio … Presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che l’Eterno vi darà” (vv.15-17). A queste parole “si prostrarono davanti all’Eterno e adorarono. E i Leviti … si levarono per lodare ad altissima voce l’Eterno, l’Iddio d’Israele” (vv.18-19).
L’indomani i cantori, magnifici nei paramenti cerimoniali, camminano alla testa dell’esercito, innalzando canti di gioia e di lode. E Dio tende un imboscata ai nemici che si autodistruggono. Un bel modo di vincere una battaglia! Ma il nostro Dio non è forse capace di fare altrettanto per noi?
Ecco dunque la strategia vincente: Adorazione – Ascolto – Lode – Fede … e Dio fa il resto. Satana avanza grazie alla paura e alla confusione che semina sul suo passaggio (e non fu questa anche la tecnica di Stalin, di Hitler, di Pol Pot e di ogni altro tiranno?). La migliore arma è lodare la grandezza, la potenza e le opere del Signore del creato, quale espressione di fiducia nelle Sue promesse e nel Suo intervento vittorioso.
- L’intercessione. La preghiera di intercessione non mira a “farmi star meglio”, ma ad adempiere i disegni di Dio. Dobbiamo imparare a pregare un po’ meno per noi stessi, sicuri che il nostro Padre celeste non ci farà mancare alcun bene!
La Parola di Dio promette: “Se domandiamo qualcosa secondo la Sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che Egli ci esaudisce … sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chiesto” (1° Giov. 5:14-15). Una grande nostra difficoltà è che troppe volte, non sappiamo se le cose che chiediamo sono secondo la Sua volontà. È vitale pregare secondo la volontà di Dio, perché solo così possiamo essere sicuri di farlo con efficacia. È Lui il comandante supremo, “l’Eterno degli eserciti”, e per avere qualche probabilità di successo, deve essere Lui a condurci alla guerra. Non iniziamo mai a pregare, dunque, senza prima adorare il Signore e ascoltare le Sue parole. È indispensabile mantenere il contatto con il Quartiere Generale!
Paolo, parlando della preghiera, la definisce un’arma: “Prendete … la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregando … per lo Spirito, con ogni preghiera a supplicazione …” (Ef. 6:17-19). La spada dello Spirito è dunque la Parola di Dio; e nello stesso contesto, siamo incitati a pregare per lo Spirito con ogni preghiera e supplicazione. Dobbiamo cioè imparare a esprimere nella preghiera la Parola di Dio, pregare secondo le parole di Dio.
Stranamente, Dio ci insegna a pregare per quelle cose che Egli ha già promesso di fare (vedi riquadro “Il mistero della preghiera”). E non le farà finché non cominceremo a desiderare che le faccia. Per esempio, ci ha detto di imporre le mani agli infermi, promettendo di guarirli; ma non lo farà se non gli chiederemo grazia per imporre le mani e di guarirli. Strano, no? Ma è questo che succede agli apostoli (Atti 4:24). Perché Dio vuole essere pregato in quel modo? Semplicemente per mettere in noi la Sua visione e il desiderio di esserne gli esecutori.
Preghiamo, dunque, chiedendo che si realizzino i Suoi piani, le Sue promesse, i Suoi disegni. Per esempio, che la Chiesa si risvegli e trovi la sua unità, che i cristiani si amino, che sia distrutto il regno di Satana e instaurato il Suo, che l’Evangelo sia predicato e creduto in ogni luogo, che si facciano segni, prodigi e miracoli nel nome di Gesù …
- Fede nella Parola. La Parola di Dio è una spada (oggi Paolo forse direbbe “un mitra”!). La spada usata ai suoi tempi serviva per aggredire e per difendersi. Spesso Satana si infiltra nei nostri pensieri per manipolarli e condizionarli. (È ciò che Saddam Hussein sta facendo oggi attraverso i mass media: ha istituito addirittura emissioni speciali per i soldati americani dislocati nel deserto!)
Questa strategia mira a indebolire la fiducia degli avversari nei loro conduttori e la loro volontà di contrastarlo. E anche Satana opera così. Cerca di indebolire la nostra fede e la nostra lealtà verso il Signore e il nostro zelo per la battaglia di Dio. L’esperienza di Gesù nel deserto la dice lunga.
Quando decidiamo di combattere seriamente contro di lui, verranno nella nostra mente pensieri quali: “E se si vendicasse sui miei figli? Se mi facesse capitare qualche guaio?” Se non stiamo attenti, la paura potrebbe farci desistere dal combattere. Cacciando dei demoni, mi sono spesso sentito dire: “Se non la smetti, ti ammazzerò!” Come fare quando vengono simili minacce? Bisogna reagire con il nostro “mitra”, la Parola di Dio. Sta scritto: “Io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male” (Lc. 10:19). Possiamo riposare in queste parole! Inutile dire che bisogna conoscere la Parola per poterla usare con efficacia.
- L’azione. Infine parliamo di azioni di guerra vera e propria. La prima va diretta contro “l’uomo forte”. “Se è con l’aiuto dello Spirito di Dio che io caccio i demoni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa dell’uomo forte e rubargli le sue masserizie, se prima non lega l’uomo forte? Allora soltanto gli saccheggerà la casa” (Mt. 12:28-29).
Come faceva Gesù a muoversi con tanta potenza, cacciando i demoni che tormentavano le persone che venivano da lui? Il suo segreto era questo: legare prima l’uomo forte! Quando i discepoli tornarono a Lui, entusiasti per i successi raccolti nel cacciare i demoni, Gesù spiegò loro il perché: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore” (Lc. 10:18). Non dobbiamo dimenticare che se la gente non crede, se non ne vuole sapere del Regno di Dio, è perché Satana la controlla. “Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del Vangelo della gloria di Cristo” (2° Cor. 4:3-4).
Il nostro primo obiettivo deve essere dunque quello di legare l’uomo forte. Come si fa? La nostra esperienza in Italia è ancora troppo limitata per insegnare come si faccia. Abbiamo tuttavia osservato che le chiese e le opere (ad es., quelle di Reinhard Bonnke e Carlos Annacondia) che aggrediscono direttamente Satana, ordinandogli di retrocedere e di lasciare libera la gente, e prendendo autorità contro spiriti specifici come quelli della magia, del suicidio e della violenza, raccolgono dei risultati sorprendenti. La gente si converte, i malati sono guariti, gli indemoniati si ravvedono e vengono liberati e la Chiesa cresce.
È ora che anche noi, chiesa d’Italia, iniziamo a scoprire il combattimento spirituale e l’invasione delle sfere sataniche per, come dice Gesù, saccheggiare la casa e rubare loro le masserizie. Che il Signore ci conceda la grazia di avere prima la visione, poi la forza di passare all’azione!
Dopo aver legato “l’uomo forte” attraverso la preghiera, l’azione successiva è: evangelizzare i perduti. Evangelizzare non è solo rispondere alle domande delle persone o invitarle a frequentare le nostre adunanze. È un vero combattimento spirituale! Diciamo alle persone: “Gesù è morto per i tuoi peccati!”, e queste pensano: “Per i miei peccati?”. E interviene Satana: “Sciocchezze, che peccati hai? Non rubi, non ammazzi, fai i fatti tuoi, credi in Dio, sei a posto!” Se invece lo abbiamo prima legato, le persone dovranno confrontarsi con la Parola di Dio e potranno rispondere liberamente.
Poi: liberare i prigionieri. Opinioni, mentalità, cultura, il giudizio della gente, e ancora ossessioni, oppressioni, paure, traumi passati, esperienze negative, delusioni e apprensioni tengono spesso le persone prigioniere. A noi è dato il compito di scoprire e di sciogliere queste catene, aiutando le persone a confessare e rinunciare ai legami con l’occulto e con quanto attiene al mondo delle tenebre e a sottomettersi alla signoria di Cristo, e poi cacciando i demoni nel Suo nome potente.
Coloro che realizzano un profondo ravvedimento e un incontro reale con il Signore Gesù, confessando i loro peccati, e che vengono così strappate dal potere delle tenebre e sciolte dall’influenza demoniaca, diventano credenti seri e impegnati, entusiasti di arruolarsi a loro volta contro l’oppressore. Così, moltiplicandosi il numero dei discepoli, il Regno di Dio si estenderà in ogni regione e nazione della terra. Satana perderà sempre più i suoi sudditi, i suoi capisaldi, i suoi territori, fino al giorno in cui in un grande e disperato assalto contro le schiere dell’Eterno degli eserciti non venga definitivamente sconfitto (Apoc. 19:19-21).
“Liberaci del maligno, perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno. Amen” (Mt. 6:13).
Ernesto D. Bretscher è cresciuto in Calabria, dove i genitori svizzeri sono missionari. Ha fondato chiese a Reggio Calabria, a Salerno e ora a Torino, e fa parte della squadra apostolica guidata da Giovanni Traettino. È sposato e padre di quattro figli.