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di Don Double
La gioia è uno dei prodotti più squisiti che Dio vuole mettere in vetrina per pubblicizzare la vita cristiana.
Se sapete qualcosa del commercio, comprenderete che un commerciante mette in mostra il meglio del suo assortimento. Non mette in vetrina nulla che abbia un aspetto un po’ scadente; piuttosto, le dà l’aspetto più attraente possibile.
Per questa ragione, credo che la gioia è una parte molto importante della vita cristiana. È una delle cose che Dio usa per attirare gli altri e per far conoscere la salvezza. Non c’è nulla che questo mondo possa offrire che sia in alcun modo paragonabile con la gioia del Signore.
La Bibbia dice: “Il gaudio dell’Eterno è la vostra forza” (Neh. 8:10). Mostratemi un cristiano senza gioia, e vi garantisco che sarà un cristiano debole. Mostratemi un cristiano pieno di gioia, e vi garantisco che sarà un cristiano forte. In altre parole, c’è forza nella gioia.
Se passate in rassegna la storia della vita di Gesù, troverete che tutte le volte che Egli vide i discepoli scoraggiati, abbattuti, pieni di problemi e di paure o sul punto di affondare, una delle prime cose che Egli faceva era di dire loro di mettere della gioia nella loro vita.
Una sera, i discepoli si trovavano nel mezzo del Mare di Galilea quando improvvisamente si scatenò una tempesta, ed essi cominciarono a spaventarsi. Tutto ciò che vedevano era la forte probabilità di morire annegati.
Gesù apparve loro, camminando sull’acqua, e disse in effetti: “Coraggio! Non vi abbattete. Rimettete della gioia nella vostra vita!”.
Potete constatare che Gesù usa queste parole molte volte nei Vangeli. Dio vuole mettere l’allegrezza nella vita della gente. Come potremo mai sperare di comunicare agli altri il messaggio della salvezza, se non abbiamo gioia da comunicare loro nello stesso tempo?
Un giorno un uomo distribuiva all’angolo della strada dei volantini evangelici. Vestito di nero, con in mano un ombrello nero, aveva un aspetto molto tetro.
“Ne vuole uno?” chiese mestamente a un passante.
“Che cos’è?” domandò l’altro, sospettoso.
“Un opuscolo evangelico”, rispose il cristiano malinconico. Lo sconosciuto lo prese in mano e ne lesse il titolo: Vita abbondante.
“No, grazie”, rispose bruscamente. “Se è questa la vita abbondante, non la voglio!”
È una storia vera! Ma c’è tanta gente che va in giro a pubblicizzare il Regno di Dio che dà questo tipo di impressione. Nessuna meraviglia se nessuno ne vuole sapere. Ma la vita cristiana è in realtà la vita più emozionante e più avventurosa che c’è. Alleluia!
Ora, credo che è necessario capire che la gioia è qualcosa di completamente diverso dalla felicità.
Felicità
Puoi partecipare a un convegno cristiano stimolante e, grazie all’ambiente, essere felice. Ma poi, una volta tornato sul lavoro lunedì mattina, quelle emozioni si saranno evaporate. La felicità dipende dalle circostanze ed è relativa all’ambiente nella quale ci si trova.
La Bibbia parla della possibilità di godere per un tempo i piaceri del peccato. Non andate in giro a dire alla gente che non troverà mai la felicità nel mondo, perché, purtroppo, alcuni non credenti sembrano molto più felici di certi cristiani! Prima della mia conversione, ero talvolta felice. Ma questo dipendeva dall’ambiente in cui mi trovavo.
Se qualcuno ha cento milioni da spendere, è senz’altro felice. Il figlio prodigo fu molto felice finché le cose gli andavano bene. Aveva degli amici e viveva dissolutamente: si godeva veramente la vita! Ma aveva soltanto quella cosa passeggera chiamata “felicità”. Quando finirono i soldi, finì anche la felicità, e si ritrovò con i maiali nel porcile.
La gioia è diversa da questo. La gioia non ha nessuna relazione con l’ambiente. La gioia dipende da Gesù; ed Egli è lo stesso ieri, oggi e in eterno.
Lunedì mattina in fabbrica, o a casa tua, Gesù sarà esattamente lo stesso come al convegno o in chiesa. Il Salmo 16 ci dice che alla Sua presenza ci sono gioie a sazietà, e alla Sua destra delizie in eterno. Anche se non ne siamo sempre consapevoli, noi viviamo alla Sua presenza. Non possiamo allontanarci dalla Sua presenza anche se volessimo, perché Egli è ovunque.
Ora, se cominciamo a vivere, per fede, nella consapevolezza della Sua presenza e a vivere in rapporto con Lui in tutto ciò che avviene, troveremo che la gioia è sempre là. Le notizie cambieranno; le cose andranno probabilmente di male in peggio, come la Bibbia ci avverte. Se il prezzo della benzina continua ad aumentare, non mi fa né caldo né freddo. La moneta celeste non sarà svalutata! Dio continuerà a supplire ad ogni mio bisogno, qualunque sia. Non dipendiamo dalle nostre circostanze, ma da Lui! (…)
Circostanze
Se noi viviamo in relazione alle cose intorno a noi, esse ci comunicheranno ogni sorta di menzogna: ciò che ci dicono è in realtà che Dio tradirà la nostra fiducia in Lui. Le circostanze tentano di dirci che Egli sta per tradirci perché qualcosa è accaduto, o perché c’è quella che sembra una brutta notizia. “Ah – diciamo, presi dal panico – tutto sta per finire male”. Ma no! Dio è in controllo. Egli è capace.
Dio ha esaltato Gesù al di sopra di ogni altra cosa, e noi siamo in Lui. Siamo compiuti in Lui. La nostra gioia viene continuamente dal rapporto con il Signore Gesù Cristo.
È straordinario quanta gente si lasci turbare dal tempo meteorologico. Quando sono arrivato in una certa città per un convegno, pioveva, tirava vento e faceva freddo. Qualcuno disse: “Oggi non è una bella giornata qui. Non è una bella accoglienza per te, vero?”
Risposi: “È meraviglioso!” Io non mi lascerò influenzare da questi discorsi negativi. È meraviglioso! Il tempo non cambia niente. Gesù non cambia mai. Ma il tempo cambierà! Sì, pioverà, nevicherà, verrà il gelo. È scontato questo! Succede tutti gli anni. Ma perché dovrebbe questo influenzarci? Perché dovremmo sentirci bene o male secondo se il sole splende oppure no? Il sole splende nel mio cuore tutto il giorno, ogni giorno. Non si ritira nemmeno di notte!
Conosco un uomo in Scozia che si alza la mattina, apre le persiane e guarda fuori. Se c’è nebbia (e succede spesso in Scozia), alza le mani verso il cielo e dice: “Grazie, Signore, per questo meraviglioso giorno di nebbia”. Egli vive nella gioia. Si prende la vittoria, e la giornata diventa meravigliosa.
“È colpa sua!”
Anche i rapporti con gli altri sembrano influenzare alcuni allo stesso modo come il tempo. Uno mi dirà: “Va bene per lei, signor Double, ma se avesse una moglie come la mia …” Ora, è vero che non ho la sua moglie, ma ne ho una! Un altro dirà: “Se avesse i miei figli …” Certo, non ho i loro figli. Ma ho i miei cinque!
Alcuni dicono addirittura: “Se lei fosse obbligato a lavorare per il mio capo …”, o: “Se avesse il caporeparto che ho io, non le sarebbe possibile vivere la vita cristiana ed essere sempre nella gioia. Quello lì è pieno di immondizie: non è capace di aprire la bocca senza bestemmiare”.
Ma ho lavorato anch’io per un padrone. E ho avuto anch’io quel genere di caporeparto. Facevo il rappresentante di commercio. Ogni sabato, dovevamo lavare e pulire le macchine, e a metà mattinata prendevamo un tè o un caffè insieme con tutti gli operai della fabbrica dove si faceva il prodotto. Eravamo in duecento circa.
Quel caporeparto era il peggior bestemmiatore che ho mai avuto il modo di conoscere. Ma, quando venivano a offrirmi dei biglietti per la lotteria e rispondevo: “No, grazie, sono cristiano e non gioco d’azzardo”, e tutti gli operai e le operaie incominciavano a ridere e a schernirmi, chiamandomi “Mosè” e “il Santone”, quell’uomo si fece sentire. Disse: “Non permettetevi di prendere in giro Don Double! Lui ha il coraggio di mettere in pratica le cose che crede. Lasciatelo stare!”
Sì, il mondo sa riconoscere l’articolo genuino e l’onorerà. Molte volte Dio ci difenderà se noi lasciamo che si esprima la nostra gioia in Lui, in modo che il nostro ambiente non ci detta legge.
Là in fabbrica dove lavori; lì a casa con la moglie, col marito, con i figli; là con tutti i problemi della vita: ecco dove esprimere la tua gioia!
Io credo che è impossibile affondare se siamo nel giusto rapporto con il Signore, dal momento che la Bibbia mi dice che nessuno ci può togliere questa gioia (Giov. 16:22). Nessuno può farci perdere la gioia. Quando camminiamo con Gesù attraverso ogni circostanza, proviamo che la gioia dell’Eterno è la nostra forza, anche nel momento della crisi.
Lode
È inutile dire che è tua moglie a toglierti la gioia, oppure che ti manca la gioia perché sei stato alzato tutta la notte con i bambini ammalati e non hai potuto dormire. Ho spesso detto a mia moglie, Heather, quando i nostri figli stavano mettendo i denti e ci hanno tenuti svegli la notte: “È questo il momento in cui bisogna lodare il Signore!” È vero! Se lodi il Signore, sei subito nel giusto rapporto con Lui.
La Bibbia dice: “Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza” (Is. 12:3). Il secchio con cui prendi l’acqua dalle fonti è la gioia. Quando inizi a lodare il Signore in circostanze avverse, stai calando il secchio per prendere l’acqua. In quelle sorgenti della salvezza c’è tutto ciò di cui avrai mai bisogno per il corpo, per l’anima e per lo spirito.
La gioia ha anche un grande potere guaritore. È come una medicina. Io coltivo l’abitudine, quando mi alzo la mattina, di dire alla prima persona che vedo: “È la giornata più stupenda che hai mai vissuto!”. Non indago prima nelle circostanze, né chiedo come l’altro si sente. (…)
Senza parole
La Bibbia parla di “gioia ineffabile e gloriosa” (1° Pt. 1:8). Ci sono dei momenti in cui si può restare senza parole per la gioia del Signore. So di essere capace di fare parecchio chiasso a volte, e non siamo tutti uguali. Ma puoi sempre avere la gioia, anche se è del tipo che è senza parole. Ti sarà scritta in faccia.
Gli occhi comunicano moltissimo. Puoi guardare qualcuno negli occhi, e se c’è la gioia, gli occhi brillano, la faccia risplende e il sorriso ti parla. Oggi abbiamo l’automazione e le macchine e si può sapere che cosa succede dentro la macchina da ciò che viene registrato sul pannello degli strumenti. Così è anche con noi esseri umani: si può sapere che cosa succede dentro da ciò che si vede nel viso.
La gioia fa una grande differenza. Avreste dovuto vederci una sera al nostro campeggio estivo. Verso le dieci di sera, terminai l’incontro e pensavamo tutti di andare a letto. Improvvisamente, qualcosa investì la tenda; so che è stato il Signore. Non so spiegarlo: fu totalmente inatteso.
L’intero uditorio esplose di gioia e tutti cominciarono a lodare e ad adorare Dio. Questo è andato avanti per circa due ore, e alcuni che non avevano mai danzato nella loro vita danzavano davanti al Signore. Non ho mai visto niente di talmente contagioso.
Giù nella tenda della preghiera, si svolgeva in lavoro di consulenza pastorale, e i consiglieri non avevano la vita facile. Ma nello stesso tempo in cui quel “qualcosa” ha investito la nostra tenda, ha investito anche la loro. Tutta la durezza delle persone se n’è andata e cominciarono a piangere e a ravvedersi. Poi il pianto si è trasformato in gioia e quelle persone sono venute nella tenda principale a rallegrarsi con il resto di noi. Alcuni che furono presenti quella sera non sono stati mai più gli stessi, perché la gioia del Signore si era espressa.
È una cosa meravigliosa danzare davanti al Signore. Troppo spesso pensiamo che il posto della danza sia nella sala da ballo con l’orchestrina o l’ultima banda rock. Vi posso dire che, tanto tempo prima che nascessero loro, Davide danzava a tutta forza davanti al Signore (2° Sam. 6:14).
E ancora, all’inizio della storia di Israele, avvenne una potente liberazione quando l’intera nazione fu portata fuori dalla schiavitù d’Egitto. La prima cosa che avvenne dopo che Mosè e gli Israeliti erano giunti sull’altra riva del Mar Rosso fu che Maria prese in mano il timpano e cominciò a suonare e a danzare davanti al Signore per esprimere la sua gioia (Esodo 15).
Il linguaggio della fede
La gioia parla un linguaggio positivo. Non si può avere una gioia negativa: non esiste! La Bibbia parla di essere “nutriti con le parole della fede” (1° Tim. 4:6). Alcune di quelle parole di fede sono anche parole di gioia. Per esempio, incontro qualcuno e mi chiede: “Come stai?”, e io rispondo: “Sto benissimo!”. Quell’è la parola migliore che io trovo.
Tu come stai? Ho sentito dire alcuni: “Devi stare attento a come rispondi: bisogna essere onesti”. Ma che vuol dire essere onesti? Io credo che significa “dire la verità”. E che cos’è la verità? Gesù disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giov. 14:6). In altre parole, Egli è la verità. Egli è la realtà; non lo sono io! Non lo è l’ambiente in cui mi trovo; non lo sono i miei sentimenti o le mie circostanze. Egli è la Verità, perciò confesso come sta Lui; e com’è Lui, così sono anch’io. Lo dice la Bibbia: “… qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo” (1° Giov. 4:17).
Non penso che Gesù soffra di mal di testa o di depressione! Egli non si sente abbattuto o sconfitto. Sta benissimo; e com’è Lui, così sono io. E quando comincio a confessare com’è Lui, quella verità, quella realtà diventa anche la mia esperienza.
La gioia è un frutto dello Spirito Santo: un frutto che la nostra vita può portare in misura abbondante se impariamo a vivere per fede in rapporto con Gesù in ogni momento e in ogni circostanza!