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di Massimo Loda
“Le nazioni cammineranno alla tua luce e i re allo splendore del tuo sorgere … i loro re saranno al tuo servizio … perché la nazione e il regno che non ti serviranno periranno … Anche i figli dei tuoi oppressori verranno inchinandosi a te … si prostreranno alle piante dei tuoi piedi e ti chiameranno la città dell’Eterno, la Sion del Santo d’Israele” (Isaia 60:3,10,12,14).
Secondo la mentalità di molti, la chiesa è l’ultima spiaggia prima della morte, un rifugio psicologico per le persone la cui vita terrena si sta esaurendo. Per altri, è un insieme di persone cariche di problemi, perennemente immerse nella rassegnazione e nella sconfitta e che si mettono insieme per affinità, quasi che in chiesa non ci sia posto per uomini e donne “normali”. Durante il suo cammino bimillenario, la chiesa sembra avere perso la sua posizione di “luce del mondo”. L’impressione che oggi la chiesa lascia la inondo è di confusione e di inadeguatezza, quasi che luce e freschezza siano state sostituite da tenebre e muffa.
Profetizzando sulla chiesa, Isaia afferma che “le nazioni cammineranno alla sua luce”; sarà cioè un punto di riferimento ambito e ricercato, come lo è il faro di un porto per i marinai. Essere “la luce del mondo” non è soltanto un modello comportamentale individuale, ma ha a che fare soprattutto con l’essere visibili dall’esterno con proposte e programmi validi, reali ed eterni nei quali vale la pena di investire tutta la vita.
Nel corso della storia, la chiesa è diventata un organismo senza vigore e si è progressivamente “effeminata” al punto da diventare appetibile a pochi. L’intento di Dio è di avere invece un popolo forte che manifesti la sua gloria, che sia l’immagine speculare di ciò che Egli è; un corpo nel quale grazia e forza sono ugualmente rappresentate, dove misericordia e disciplina sono ugualmente esercitate.
La chiesa è “la famiglia di Dio” (Ef. 2:19), visibile e tangibile, all’interno della quale i rapporti sono il riflesso di quelli esistenti nella Trinità. Esistono padri e figli, madri e figlie, fratelli maggiori e minori, insieme fra loro come pietre cementate da vera e profonda amicizia. La famiglia è la struttura concepita da Dio quale fondamento della società, e la famiglia più estesa che la chiesa rappresenta è la società alternativa di Dio, la città dell’Eterno, la Sion del Santo d’Israele. Quando la chiesa perde il senso di essere famiglia, va incontro alla morte. Così come nel corpo naturale la vitalità che le varie membra esprimono è commisurata alla forza dei legamenti e delle articolazioni, nel corpo di Cristo la vita dipende dall’intensità della relazione sia verticale, con il Signore, che orizzontale fra i fratelli.
Per mezzo di una tale famiglia, Dio intende esprimere il Suo governo sulla terra (Ef. 3:10). C’è tutta una visione gloriosa da recuperare. C’è un programma concepito da Dio fin dalla fondazione del mondo che deve trovare il suo adempimento. Noi siamo stati creati per mezzo di Cristo e in vista di Lui (Col 1:16), per essere cioè impiegati a compiere i Suoi progetti.
La chiesa fa la storia dell’universo, è chiamata ad essere alla testa e non a mettersi in coda (Deut. 28:13). Vivere in una chiesa che abbia una tale prospettiva del futuro non può che essere entusiasmante.